6, Lilh

Nuove grafiche di personaggi...

Dopo la visita notturna di Lara, poi di Lucy, ho faticato a prendere sonno, sopratutto perché ho cercato di capire, per tutto il tempo che tipo di stato d'animo avere.
Triste da un lato, ma sorpreso e pieno di domande dall'altro. Insomma, ora alcune delle mie domande avevano trovato una risposta, ma molte altre se ne sono create al loro posto.

Verso le 3 del pomeriggio, decido finalmente di analizzare i libri della piccola mensola sopra il letto: Tolstoj, Dostoevskij, Čechov e Gor'kij. Porca miseria, un po' più americani e meno russi, no?
Rassegnato mi butto su Tolstoj, con la sua "Anna Karenina".
Il suo stile è inconfondibile ma sinceramente, è solo un modo per distrarmi.

Alle 5 suona la sveglia, chiudo il tomo e lo lascio chiuso sul letto. Non mi prendo la briga di vestirmi, quello verrà dopo.

Esco scalzo, percorro di nuovo i corridoi pittoreschi della casa di Lucy, girando un paio di volte a vuoto, prima di trovare la sala giusta.

Ha le pareti di un grigio perla, il parquet scuro per terra, un bel tappeto persiano disteso e tirato ed al centro un tavolo di vetro azzurro sorretto da piedi di ferro battuto.

Lucy siede a capotavola e quando entro mi sorride. È apparecchiato per altre 3 persone e mi domando per chi possano essere. Lei nel piatto ha già il porridge di avena e frutti rossi, ed un tè blu nel bicchiere trasparente.

-Stiamo aspettando qualcuno?- le chiedo interessato.
-Solo Lilh, ma spero dorma per più tempo, era esausto, dopo questa notte- poi mi fa l'occhiolino ed ho una brutta sensazione.
Questa mattina a colazione, mi pare che Lucy abbia voglia di mangiare qualcosa di diverso dal suo pasto.
Mi guarda con quegli occhi languidi, come di una cacciatrice con la sua preda.
Io sono la sua preda.

E per quanto mi venga da ridere, al solo pensiero che il diavolo si volesse "fottere" l'avvocato, sotto quei suoi occhi mi sento nudo. Devo andarmene di lì ed in fretta.

-Serviti, così parliamo di quei biglietti di Cassie- mi sprona ed annuisco. Tiro giù un toast al prosciutto ed un bicchiere di
macedonia estiva anche siamo quasi alla fine di ottobre. Mangio poco, troppo nervoso.

-Allora... Hai capito qualcosa dei messaggi di Cassie?- mi chiede, a quel punto seria, dopo aver mandato giù un po' di té.
-Sì, li ho tradotti in fretta...-
Lei è incredula. -Come?-
-È un cifrario di Cesare in chiave 6, banale per chi è esperto, ma sempre di grande effetto. Dice che Royal Hunt è un vicolo cieco e che avrebbero indagato sulle steghe-
Lei batte le mani. -Quindi il lavoro sul campo è così! Stupefacente ed elettrizzante, fantastico Lex! Siamo sulla traccia giusta, troveremo le mie comunicatrici e l'ibrido. Perfetto, no?-
Sorrisi, più che altro per accontentarla. -Certo...-
Ma in quel momento, nella sala da pranzo di Lucy, si presenta Lilh.

Non capite? Beh, ora vi spiego.
Sapete nella Bibbia, quando Lucy... Voglio dire Lucifero viene cacciato dal paradiso? Beh, prima di Eva era stato creato Lilh, Ermafrodite, perfetto ed aveva seguito Lucy.
Lilh da Lucy aveva avuto ed iniziato, le stirpi della notte: Vampiri, Lycan, Streghe, Demoni e Lillons.
Ora, probabilmente li conoscete quasi tutti, tranne questi ultimi:
I Lillons sono stati i primi a venire al mondo e su di loro Lucy e Lilh hanno scaricato tutta la loro benevolenza e bontà, o quasi.
Sono come lucciole, voi li chiamereste "fate" o "folletti", sono spiritelli giocosi e spiritosi che si nutrono di sogni, non fanno altro, e si trovano vicino ai corsi d'acqua.
Sono la specie più odiata da entrambi i genitori.
Ma che io sappia, Lucy non ha mai avuto figli in sé, ci ha sempre pensato Lilh a metterli al mondo.

Lilh è biondo, di un biondo sporco e sono lunghi fino alle spalle. È molto magro e con gli occhi color ghiaccio piegati in un espressione maligna, ha il viso scavato e la pelle rovinata da cicatrici, tagli e dal tempo. È alto, atletico e pieno di tatuaggi, è incredibile come sembri un uomo.
Quando entra è mezzo nudo, si inchina alla sua regina e mi squadra.

-Ah ecco perché... Salve avvocato, qualche traccia dell'ibrido... O del tuo fallo?-
Stringo le labbra. -Per l'ibrido ho una pista, ma per il fallo... Sono certo di essere l'avvocato, non la puttana del diavolo-
Lucy ride senza contegno, la mia ironia sembra piacerle.
-Beh mio caro Lilh, questa volta Alexander ha ragione... Ma siediti, mangia qualcosa, dopo sta notte sarai sfinito-
Lilh ancora mi squadra, ma per sta volta l'ho avuta vinta io.

-Bene dobbiamo dirigerci a Pix House, quelle megere dovranno aprirci se non vogliono subire la mia furia- Lucy si pulisce il viso e si alza. -Tra 5 minuti all'ingresso-
Finisco velocemente quello che ho nel piatto e lascio la sala dopo di lei per tornare nella stanza.

A passo veloce trovo la stanza e mi faccio una lista del da farsi. Scelgo di partire da una doccia fredda, ma di non lavarmi i capelli ed appena fuori, di capire come fare. Alla fine mando a fare un giro il mio senso di "buon costume".
Mi vesto in fretta, coi vestiti del giorno prima e la cosa in un primo momento mi fa ribrezzo, ed indosso il mio cappotto in fustagno nero, che è sempre uno dei miei compagni più fidati.
È molto lungo, di linea dritta, doppio petto col colletto alto. È stato un regalo di Cassie, dopo poco essere diventato comunicatore, non avrei mai dimenticato quel giorno...

Ma non è il momento di pensarci, quello, devo trovare lei e Tara.
Me lo stringo addosso e con tutto il necessario, esco per trovare l'ingresso. Stranamente questa volta, lo trovo al primo colpo. È uno spazio angusto, privo di mobili se non per un porta ombrelli strapieno, ed una pianta grassa dalle foglie lucide.

Sento i tacchi sulle scale e la guardo, mentre scende come una vera dama di altri tempi:
Lucy indossa una tuta elegante rosso Valentino col rossetto abbinato. Ha abbinato una cintura gioiello in vita, dei plató di pelle nera e degli orecchini a cerchio argento.
È dannatamente eccitante in quel modo.

Poi, ricordo a me stesso che sono felicemente sposato e che Charlotte conta su di me. Mi tira dalla parte opposta della porta, dietro le scale c'è una porticina ed aprendola, accende la luce.
Scendiamo una scala chiocciola e ci troviamo nel suo enorme garage sotterraneo, dove sono parcheggiate una trentina di auto rosse o nere.

-Oggi prendiamo la Maserati- mi dice e mi lancia le chiavi. -Guida, come in quei film in bianco e nero- mi dice con un sorrisetto.
Vi salgo e metto subito in moto, gasato. La macchina ruggisce ed io sgommo fuori con Lucy, al mio fianco, di un ottimo umore.
Percorro le strade ormai buie, fino alla collina, con l'aria fredda che mi sveglia per bene e con la fervida sensazione che presto avrei potuto tornare alla mia vita di sempre.

Anche se mi è mancata quella parte del lavoro; il brivido, l'eccitazione, la strada ed i suoi segreti.
In campagna, parcheggio a fianco alle alte mura bianche di una proprietà, che sembra disabitata.
-Modo mio o modo tuo?- mi chiede in tono di sfida.
-Ti seguo- lei sorride e con un movimento fluido scala per metà le mura ed io di seguito.

Atterriamo nel giardino, tra le piante grasse e il sentiero di sassolini bianchi che brillano alla luna. Pix House è un edificio su più piani, chiaro con l'edera curata sulle mura e dall'aspetto austero, quasi diroccato.
Busso alla porta spessa di legno chiaro, ma non otteniamo risposta, né la prima né le volte a seguito.
Snervata, nel momento in cui ripeto il gesto e non otteniamo risposta, Lucy con una mano fa pressione sulla porta ed essa cade come fosse di cartapesta ma con un tonfo....

All'interno è completamente deserto o almeno ad apparenza.
Lucy schiocca le dita, poi mi guarda sorpresa.
-Dove diamine sono finite le streghe?- è quasi isterica e immagino sia quasi una domanda retorica. -Quando schiocco le dita si annulla qualsiasi tipo di incantesimo... Io non capisco Alexander-

E lì prendo la palla al balzo. -Lucy, ma tu sai che tipo di incrocio è l'ibrido? Voglio dire... E se fosse figlio delle streghe, che sentendo che facevamo domande se la sono svignata?-
"scusate streghe" penso. "ma devo salvare la mia vita e quella della mia famiglia"
Lei sgrana gli occhi. -dannazione!- esclama prima di urlare a pieni polmoni, facendo tremare tutta la casa.
-... E sono diventato sordo- affermo sarcastico sfregandomi le orecchie.
-Dannate streghe! Beh, Alexander dobbiamo tornare dal tuo amico Moose, solo un segugio può seguire questo genere di pista... A meno che tu non abbia, un altro coniglio da fare uscire dal cappello, o qualche altra idea geniale-

Mi siedo a terra, incrociando le gambe, devo pensare; se c'è qualcuno che può trovare le streghe quello sono io.
-Io indago, tu aspettami fuori, stando attenta a non calpestare nulla-
-Bene, Sherlock- dice a denti stretti.
Lei esegue ed io chiudo gli occhi, annusando l'aria: c'è una strana puzza di cadavere.

Salgo velocemente per le scale scricchiolanti a chiocciola, arrivando poi in un corridoio buio. Sull'entrata di una stanzetta secondaria, la puzza è più intensa e vi è anche un alone di energia satura ed evanescente. Una nuvola verdastra che mi sbatte, bruscamente contro la parete opposta.
Esssa prende la forma di Sabine, una strega di acqua che ho conosciuto anni prima.
Ma non è opera sua, ne sono certo; è solo la forza che ne ha preso le sembianze.
-benvenuto sangue maledetto, grande dei grandi, prole sbagliata. Le streghe hanno fatto un grande sacrificio per poterti vedere completo... Vieni guarda, compiacitene-

Mi alzo indolenzito, la figura mi indica proprio quella porticina e avvicinandomi, ho una gran brutta sensazione.
Una brutta sensazione che si rivela ancora più brutta quando, affacciandomi, trovo decine di giovani streghe che hanno solo qualche anno più di Charlotte, distese e morte a terra. Disposte a file, con organi fuori dai corpi e vermi alcuni attorno e alcuni che vi strisciavano sopra. E una marea di sangue.

È più forte di me, mi volto dall'altra parte, rimettendo, mentre lacrime amare mi rigano il viso.
-che bel gesto, non trovi?... Ma guarda là, sul muro, un messaggio per te, mio grande signore-
Osservo dove mi indica, un foglietto; lei lo prende per me e me lo porge:

Accetta te stesso grande ibrido. Alla prima luna nuova brinderemo col sangue delle comunicatrici e al nostro nuovo signore.

E tutto intorno a me, inizia a girare: dalle tasche, tiro fuori, il walkie-talke che da sulla linea privata:
-Bear, sono Lex, a Pix House e ti prego in fretta- e la vista mi si appanna di colpo.

Finale orribile, lo so... Perdonatemi... Poi capirete, intanto ditemi cosa ne pensate...

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