Capitolo Ventinove
Pov. Leila
Sono in silenzio, seduta sul sedile dell'auto di Omar, mentre lui guida per tornare a casa.
Il pomeriggio appena passato è stato.. intenso.
Abbiamo visitato quella meravigliosa casa in zona Crocetta.
Sì, quella con il lucernario sopra l'enorme letto matrimoniale.
Era semplicemente bellissima, con le sue enormi finestre e i piccoli particolari che la rendevano sofisticata e moderna.
Ci è piaciuta da subito.
Camminare per quelle stanze però, mi metteva a disagio.
Certo, è ovvio che ti mettesse a disagio. Hai tradito Omar con la tua coinquilina, mi ricorda il mio subconscio ma cerco di zittirlo.
Ho vissuto per un attimo quello che è stato il nostro sogno per mesi.
Sono almeno sei mesi che ne stavamo parlando, ed ora che finalmente quel momento è arrivato, non ho sentito tutte quelle emozioni che prima avvertivo anche solo parlando di casa nostra.
Ora ad agitare il mio corpo c'erano solo disagio e voglia di scappare via da quella situazione che mi faceva mancare l'aria.
L'agente immobiliare, un bel ragazzo in giacca e cravatta, ci ha raccontato la storia della casa mostrandoci anche i suoi punti di forza e le sue caratteristiche più belle, ma io sentivo solamente una voce ovattata in lontananza, quasi io non fossi lì con loro.
Non abbiamo ancora dato una risposta all'agente immobiliare, come non abbiamo parlato nemmeno una volta delle nostre impressioni sulla casa.
Omar non ha tirato fuori l'argomento ed io nemmeno.
Tiro un lungo respiro.
Ora Omar mi sta riportando a casa mia, dove passerò la notte.
Avevo bisogno di allontanarmi da lui, di tornare a.. respirare almeno per qualche ora.
Domani pomeriggio andremo a vedere un'altra casa.
Solo l'idea mi da la nausea, ma cerco di non pensarci
"Grazie" mi volto verso di lui, una volta fermato davanti all'ingresso del mio palazzo
"Prego" mi sorride "Allora domani ti passo a prendere verso le tre, d'accordo?" mi guarda, quasi volesse analizzare la mia espressione
"Sì d'accordo" annuisco "A domani" mi avvicino a lui e gli poso un casto bacio sulle labbra
"Ciao Leila" si volta serio, tornando a guardare davanti a sé.
Scappo via velocemente da quell'auto, da quella situazione soffocante che da due giorni mi tiene prigioniera.
Mi rilasso solo una volta varcata la soglia del mio palazzo, quando Omar mette in moto l'auto e riparte.
Come sempre l'ascensore è all'ultimo piano.
Sbuffo.
Salgo velocemente le scale, una strana sensazione mi agita lo stomaco.
Sono due giorni che non vedo Andrea, e la sua assenza intorno a me si è fatta sentire.
Perfino la sua assenza riesce ad essere così.. ingombrante.
Una volta arrivata davanti alla porta di casa, mi fermo a riprendere fiato. La corsa per le scale non è stata affatto facile, l'ansia mi impediva di respirare bene.
Tiro lunghi respiri, cercando di calmare il mio cuore agitato.
Ho voglia di sentire il suo profumo, ho voglia di star con Lei.
Anche se dovessimo litigare, andrebbe bene uguale, mi basta tornare da Lei.
Apro la porta di casa solo quando il mio respiro si è regolarizzato, ma davanti mi si presenta un profondo silenzio
"Ciao ragazze" saluto quasi emozionata all'idea di essere di nuovo qui.
Non ricevo alcuna risposta.
Cammino silenziosa per la casa, alla ricerca delle mie coinquiline
"Andrea? Janette?" provo a chiamare, ma non ricevo alcuna risposta.
La camera di Janette è aperta. Infilo la testa dentro, per vedere se lei sia lì, ma di Janette nemmeno l'ombra.
Camera di Andrea invece è chiusa, ma non mi avvicino e raggiungo camera mia.
Poso lo zaino vicino al mio letto inspirando profondamente quell'odore di vecchio e stantio che non è mai stato così rassicurante.
Ironico, fino a tre fa giorni non vedevo l'ora di scappare da qui, ma ora che so cosa si prova ad essere lontano da questo posto beh.. tutto assume un altro aspetto.
Raggiungo la cucina, piuttosto affamata, ma ciò che mi ritrovo davanti mi fa decisamente passare l'appetito
"Elisa?" guardo confusa la ex ragazza di Andrea cucinare distrattamente qualcosa
"Oh cavolo, Leila ciao!" esclama lei, imbarazzata
"Questo è decisamente inaspettato, non pensavo di trovarti qui" il mio è quasi un ringhio
"Oh, beh.. comprensibile" annuisce
"Ciao Leila" Andrea ci raggiunge.
Inizialmente sembra sconvolta di vedermi lì, il suo sguardo si muove velocemente sul mio corpo, osservandomi intensamente.
Per quanto la situazione sia surreale, Elisa infatti ci sta guardando curiosa in attesa delle nostre prossime mosse, è così bello poterla guardare di nuovo negli occhi.
Andrea sorride leggermente non appena incontra il mio sguardo, ma si ricompone in fretta.
Guarda prima me, poi Elisa ed infine riporta lo sguardo su di me.
È visibilmente a disagio
"Che ci fai qui?" mi chiede, spostando lo sguardo da me.
Si muove tesa verso Elisa, in attesa che io parli.
Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione simile.
Io, Andrea ed.. Elisa.
Non di nuovo almeno.
Cerco di controllare la rabbia che aumenta ogni secondo che gli occhi di quella fottuta stronza rimangono fissi su di me.
Perché è tornata? Aveva detto di non provare più lo stesso, allora perché la ritrovo nella mia cucina, con indosso una maglia di Andrea, alle prese con mestoli e padelle?
"Sono tornata solo per la notte, ma non volevo di certo disturbarvi. Avresti potuto avvisare che avessi ospiti, non sarei tornata" rido nervosamente
"Vado a vestirmi" Elisa interrompe la conversazione, lasciandoci sole.
Andrea le sorride, sostituendola ai fornelli
"Non pensavo tornassi. Credevo fossi fuggita al libera tutti" Andrea ricomincia a parlare solo quando sente la sua porta chiudersi
"Elisa? Sul serio?" la guardo incredula
"Non vedo cosa ci sia male" alza le spalle
"Davvero Andrea? Davvero non vedi cosa ci sia di male? Potrei darti dieci buoni motivi per cui lei non dovrebbe essere qui e fidati che sarebbe solo una minima parte" ringhio, avvicinandomi a lei
"Cosa ti da davvero fastidio Leila? Avermi trovata con lei oppure ti stai solo preoccupando per me?" Andrea si volta, in un attimo ci ritroviamo faccia a faccia.
La distanza tra di noi è minima.
Mi si chiude lo stomaco, travolta dal suo profumo forte.
Mi avvolge deciso, ricordandomi tutti i bei momenti passati insieme.
I miei occhi si posano sulle sue labbra, al momento serrate dalla rabbia.
Non riesco a ragionare, così vicina a lei da farmi inebriare dal suo profumo.
Lei avvicina leggermente il viso al mio, le sue labbra si rilassano. Sono incredibilmente rosee, a causa della pressione esercitata per tenerle serrate.
I nostri respiri sono lenti, mentre si uniscono davanti a noi.
Non riesco ad allontanarmi da lei, sono attratta dal suo fascino magnetico.
Le sue mani sono strette a pugno, le spalle contratte dalla tensione
"La.. seconda ovviamente" sussurro, osservando ancora quelle labbra tanto belle
"Che gesto gentile da parte tua preoccuparti per me" interrompe quell'attimo magico, allontanandosi da me "Non ho bisogno della tua protezione, non ho alcun bisogno di te" ringhia, cambiando tono.
Le sue parole mi feriscono.
Ero così felice di tornare qui, da Lei. Sono tornata perché avevo bisogno di vederla, di sapere che stesse bene.
E cosa mi ritrovo davanti? Una delle scene più raccapriccianti che potessi mai immaginare
"Credevo che la vostra conversazione fosse durata poco" sento la rabbia montarmi dentro.
Mi ha presa in giro. Per tutto questo tempo mi ha presa in giro.
Ho rovinato la mia relazione con Omar a causa sua. Ho rovinato l'unica cosa bella che mi è capitata dalla morte della mamma, per cosa?
Per essere presa in giro, manipolata da Lei.
Mi sento così stupida
"Non credo siano affari tuoi Leila" si volta di nuovo, dandomi le spalle.
Un velo di delusione mi avvolge.
Avrei voluto che mi guardasse ancora, che rimanesse così vicina a me da sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
Forse, però, è meglio così. Dobbiamo tenere un certo distacco, non posso di certo permettere che accada ancora ciò che è successo in passato.
Non dopo aver visto tutto.. questo.
Faccio un paio di passi indietro, per aumentare nuovamente la distanza tra di noi
"Non preoccuparti, non sarò un fastidio per voi fidanzatine" alzo le mani "Domani Omar verrà a prendermi, andremo a vedere un'altra casa"
Andrea si blocca, sotto la canotta sportiva intravedo la sua schiena contrarsi.
Abbassa lo sguardo, tirando un lungo respiro
"Sono contenta per voi" annuisce
"Grazie" sputo, raggiungendo la mia camera.
Mi chiudo la porta alle spalle, e soffoco un urlo contro il cuscino.
Cosa diavolo le è passato per la testa? Tornare da lei, dopo tutto quello che c'è stato tra di noi?
Forse mi sono immaginata tutto. Forse tutto quello che c'è stato tra di noi è stato solo da parte mia e non anche sua.
Come ho fatto ad essere così stupida?
Ho distrutto tutto ciò che avevo per essere un attimo effimero del suo lockdown.
Era sola, era annoiata, ed ha approfittato di me.
Vederla con Elisa mi ha scossa più di quanto immaginassi. Apro e chiudo nervosamente la mano, osservando le vene gonfiarsi.
Lo specchio è ancora appeso al muro. La parte superiore è rimasta quasi intatta, mentre della parte inferiore è rimasta ormai solo la cornice.
Sospiro.
Tornare a casa è stata la scelta più giusta che potessi fare, almeno ho avuto modo di vedere che tipo di persona fosse Andrea, prima di mandare definitivamente all'aria la mia storia con Omar.
Pov. Andrea
Questi due giorni senza di Lei sono stati eterni.
Li ho passati insieme ad Elisa, dopo il suo messaggio di lunedì mattina.
È stato tanto inaspettato quanto strano, ma più di tutto mi ha stupito la mia totale indifferenza nei suoi confronti.
Quando l'ho rivista, quando ho sfiorato di nuovo il suo corpo dopo più di un anno, è stato tutto incredibilmente distaccato e senza alcun coinvolgimento.
Le emozioni che prima mi agitavano il cuore, sono state completamente sostituite da un senso di estraneità e distacco.
Lei sembra essersene accorta.
Non ho ancora capito quali siano le sue intenzioni e nemmeno mi interessa conoscerle.
Avevo bisogno di qualcuno che mi occupasse la testa, soprattutto oggi.
È andata a vedere una casa con Omar.
Ho sperato fino all'ultimo che cambiasse idea, ho sperato fino all'ultimo di vederla tornare indietro pentita per essere andata via.
Per aver buttato via del tempo fingendo di amare qualcuno che sì, è stato importante, ma ora non lo è più.
Invece più il tempo passava, più prendevo coscienza del fatto che Lei non sarebbe tornata.
Così mi sono ritrovata a consolare la mia crisi da abbandono con la stessa persona che poco più di un anno fa mi ha abbandonata.
Ironico.
Non so perché Elisa mi abbia scritto. Dopo la conversazione avuta qualche settimana fa non ci eravamo più sentite, fino a lunedì.
Il suo è stato un messaggio diretto:
11.50 | Ehi, so che può sembrare strano ma.. ti va di vederci? |
Senza troppi fronzoli o giri di parole.
Diretta, come lo è sempre stata.
D'altronde, cosa avevo da perdere? Di certo non mi immaginavo di veder piombare qui Leila.
Pensavo stesse già scegliendo i mobili per arredare la sua casa del cazzo, con il suo fidanzato del cazzo.
È stato così inteso vederla nuovamente, dopo due giorni passati lontane.
Anche lei avrà passato le notti insonne come ho fatto io? Anche lei non sarà riuscita a dormire lontana da questa casa, lontana.. da me?
A giudicare dai profondi segni neri che le contornano gli occhi, direi di sì, eppure non riesco a non trovarla bella, tanto da togliermi il respiro.
Quando l'ho rivista davanti a me, ho sentito il mio cuore tornare a battere dopo giorni di letargo e dolore.
Leila sembrava piuttosto infastidita dalla presenza di Elisa qui.
Sorrido.
La osservo lasciare la cucina, sbattendosi la porta di camera sua alle spalle.
Questa conversazione con Lei è stata incredibilmente.. intensa. Davvero vuole farmi credere che il suo essere così infastidita dipenda unicamente da un fattore di protezione nei miei confronti?
Perché diavolo non si lascia andare?
Perché non si lascia andare ai suoi veri sentimenti?
Forse non è ancora in grado di capire cosa stia realmente provando.
Scuoto la testa.
Questo affronto mi ha decisamente messo di cattivo umore.
Raggiungo camera mia, dove trovo Elisa sdraiata sul mio letto, lo sguardo languido sul viso
"Finalmente sei tornata" civetta osservandomi, mordendosi il labbro
"Sì ecco Elisa devi.. devi andar via" la guardo, la sua espressione cambia immediatamente
"Scusami?" per un attimo sembra essere sconvolta dalle mie parole, ma si riprende in fretta
"Grazie per queste ore passate insieme, ma questa cosa tra di noi finisce qui" scuoto la testa
"Che succede tra te e lei?" chiude gli occhi a fessura, quasi volesse esaminarmi
"Non capisco di cosa tu stia parlando" alzo le spalle "Non so cosa pensavi di ottenere da questo incontro, ma da me non avrai nulla" inizio ad innervosirmi
"Che ne diresti di vederci ogni tanto?" mi osserva in attesa di una mia risposta
"Elisa tra di noi c'è molta.. chimica, questo è evidente" sospiro "Ma è l'unica cosa ad unirci, e sai bene che il sesso al di fuori della relazione non mi interessa" distolgo lo sguardo
"Peccato, ho sempre amato il modo in cui sfiori il mio corpo" si riveste "Beh, quando avrai voglia di divertirti sai dove trovarmi" sussurra al mio orecchio, prima di lasciare la stanza.
Non ci sarà mai un ritorno di fiamma tra di noi. È passato più di un anno, l'amore che ci ha legato è stato fortissimo, ma il dolore e la delusione che provai nel momento in cui lei mi lasciò, superano ogni cosa.
E poi c'è Lei.
Finché Leila mi sarà intorno, sarà impossibile per me andare avanti.
Sospiro, lasciandomi andare sul mio letto
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