Capitolo Uno
Pov. Leila
Osservo distrattamente la tv, le immagini si ripetono come un loop infernale durante ogni telegiornale.
Le stesse, tristi immagini mandate in onda ormai da dieci giorni.
Sono seduta sul divano, schiacciata da un peso che mai avrei pensato di dover portare.
La mia testa viaggia, ricordando tutti quei giorni in cui libertà e quotidianità coincidevano.
Lo ricordo bene l'ultimo giorno in cui siamo stati.. liberi.
Era l'undici marzo.
Quello è stato l'ultimo giorno in cui lo vidi, l'ultimo giorno in cui le nostre labbra si sono incontrate.
Se avessi saputo che sarebbe stato l'ultimo per molto tempo, avrei reso eterno quel bacio.
Anzi, non sarei proprio scesa dalla sua auto.
Osservo il calendario.
Oggi è il ventun marzo, sono passati appena dieci giorni, eppure sembra passata un'eternità.
Tutto mi sembra così diverso ora che questo.. coronavirus ha stravolto le nostre vite.
Osservo il mondo là fuori, attraverso la finestra della mia torre d'avorio.
È tutto incredibilmente silenzioso, non mi sembra nemmeno di vivere ancora nello stesso posto di prima.
È tutto così spaventosamente estraneo ora.
Lì fuori c'è solo desolazione e paura.
Sospiro
"Sto preparando il pranzo, vuoi mangiare?" Andrea si avvicina a me, osservandomi
"Uhm? Sì grazie" annuisco "Tra poco arrivo"
Torno a guardare il mondo là fuori.
Ad interrompere l'inquietante silenzio che da giorni ci sta avvolgendo, solo le sirene spiegate delle ambulanze che sfrecciano veloci, per soccorrere l'ennesima vittima di questo disastro.
Come siamo arrivati a questo punto?
Ricordo ancora quando la sera del nove marzo, il presidente del Consiglio Conte annunciò il lockdown.
Lockdown.
Nemmeno sapevo cosa fosse fino a dieci giorni fa. Ed ora?
Ci ritroviamo a vivere prigionieri delle nostre case, nella paura che quella.. cosa ci contagi.
Quel giorno io ed Omar passammo il pomeriggio insieme.
Andai a casa sua, lui finì finalmente la sua tesi, mentre io gli stavo accanto.
Facemmo l'amore un'ultima volta, poi mi riaccompagnò a casa.
Sì, avevo già sentito parlare alla tv di questo virus, ma le ultime notizie che avevo sentito - risalivano circa a qualche giorno prima - lo ritenevano ancora un lontano ed innocuo problema.
Poi, un giorno mi sono semplicemente svegliata, e lui era qui.
Nessuno si è premurato di dirci quando finirà tutto questo.
Forse domani, forse tra un mese.
Non lo so.
So solo che mi manca da morire Omar.
Mi manca il suo profumo, mi mancano i suoi abbracci, i suoi baci.
Mi manca sfiorare il suo corpo, mi manca semplicemente lui.
Passiamo quasi ogni sera in videochiamata, ci teniamo compagnia in questa assurda situazione, ma non basta.
Sospiro.
Un profumo di verdure alle piastra mi invade le narici.
Mi allontano dalla finestra, un senso di inquietudine mi pervade.
Andrea è ai fornelli, intenta a non bruciare ciò che sta cucinando.
La osservo dilettarsi tra pentole e stoviglie, mentre mi avvicino al tavolo.
Sorrido, grata alla mia vita per avermi permesso di incontrare una persona buona e pura come lei.
Mi posa davanti un piatto con delle zucchine grigliate
"Grazie" le sorrido, lei ricambia.
Prima di iniziare a mangiare aspetto che anche Andrea mi raggiunga al tavolo
"Buon appetito" mi porto una forchettata alla bocca
"Altrettanto" annuisce lei
"Come.. stai?" la osservo, curiosa di sapere come lei stia davvero.
Da quando ci siamo trovate rinchiuse in questa casa, non ho ancora avuto modo di capire come lei stia vivendo tutto questo
"Uhm? Bene, credo" mi guarda "Difficile dirlo" scuote la testa
"Lo so, questa situazione è così assurda" abbasso lo sguardo
"Passerà, tornerà tutto come prima" annuisce
"Lo spero" sospiro, mentre una strana sensazione mi assale.
Perché sento questa strana sensazione agitarmi lo stomaco?
Cala il silenzio nella stanza.
La nostra coinquilina Janette è chiusa in camera sua, in una sorta di ritiro spirituale.
Da quando ci siamo ritrovate chiuse in casa, non l'abbiamo più vista.
Si è rinchiusa nella sua stanza, tra incensi e candele profumate completamente assorta in strani ritiri con la sua setta.
Paradossalmente la vedevamo molto di più prima della pandemia, quando ognuna di noi viveva la sua vita ordinaria, senza immaginare minimamente quello che stava per accadere.
Mando una foto del mio piatto ad Omar
13.45 | Super pranzo oggi | aggiungo una faccina sorridente alla fine del messaggio
13.47 | Ti mantieni in forma | ride
Blocco il telefono, finendo di mangiare.
Andrea mastica velocemente, lo sguardo basso. I grossi occhialoni neri da nerd le scivolano sul viso.
Andrea è.. semplicemente Andrea.
Da anni è amica di Omar.
Si conoscono per vie traverse in realtà.
Micaela, una delle più care amiche di Andrea, è stata per qualche tempo con Lorenzo, uno dei coinquilini di Omar.
Dopo la rottura, rimasero in buoni rapporti e nel giro di poco tempo la notizia che stessi cercando una casa è arrivata ad Andrea.
Quando scoprì che ero alla disperata ricerca di una casa, contattò Omar informandolo che la sua coinquilina era appena andata via.
Quando arrivai in questa casa, mi accolse con un gran sorriso sul volto.
Dal primo giorno provò a mettermi a mio agio, nonostante l'imbarazzo iniziale.
Di lei mi colpì subito il suo essere così razionale ed obiettiva.
Il mio polo opposto.
Forse per questo è stato facile per noi andare d'accordo
Conviviamo ormai da due anni, da quando decisi che fosse arrivato il momento di andar via dalla casa del mio migliore amico, dopo due anni passati a casa sua.
Il mio stipendio da commessa, però, non mi permetteva di certo di vivere da sola.
Così eccomi qui, a convivere con questi due.. strani personaggi, con cui fortunatamente si è creata una vera e propria amicizia.
Terminiamo in silenzio il pranzo, poi mi alzo per lavare i piatti.
So che in fondo Andrea ha ragione, che tutto questo passerà.
È solo questione di tempo, ma come si sopravvive ad una mancanza che ti appesantisce il petto?
Che ti toglie il sonno la notte?
Come si sopravvive in una situazione del genere? È tutto così assurdo ed.. irreale.
Non avrei mai pensato di potermi trovare in una situazione simile, lontana dall'amore della mia vita.
Se lui fosse qui, tutto sarebbe più semplice.
Vorrei che tutto questo finisse.
Vorrei tornare indietro a qualche settimana fa, quando ignari di tutto vivevamo le nostre vite che odiavamo e che ora ricordiamo con tanta malinconia e tristezza.
Tornare indietro ai momenti felici passati con Omar e che ora sono l'unica cosa che mi permette di andare avanti.
Sospiro, continuando a lavare i piatti, nella vana speranza che tutto questo finisca il più in fretta possibile.
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