Capitolo Tredici

Pov. Leila

Dopo due giorni abbiamo passato di nuovo del tempo insieme.

È stato strano ma.. bello.

Ho passato due giorni chiusa in camera mia, a rimuginare sulle parole di Omar e su quanto in fondo avesse ragione ad essere preoccupato.

Le parole di Stefano mi hanno aiutata a riflettere.

Provo qualche e confuso sentimento per Andrea, non riesco a capire cosa.

Mi piace stare insieme a lei, mi piace lei.

Mi piacciono i suoi tratti forti, mi piacciono i suoi occhi scuri ed intensi.

Quei ricci che le scendono sul viso, scuri come la notte ma che vorrei disperatamente stringere tra le mani.

Così ho semplicemente deciso di isolarmi.

Forse più mi allontano da lei, più in fretta tutto questo passerà.

Perché tutto questo è dovuto solo da questa pandemia del cazzo.

Una volta finita beh.. tornerò ad essere la vecchia Leila, innamorata del suo Omar.

Innamorata del ragazzo che le ha letteralmente salvato la vita, più di una volta.

Lui ha fatto così tanto per me ed io? Lo ripago prendendomi una sbandata per la mia coinquilina.

Per una sua amica, mi ricorda il mio subconscio.

Non è affatto giusto.

Il mio isolamento forzato non è comunque servito a far cambiare le cose. La mia mente tornava sempre a lei ed a come potesse sentirsi dopo essere stata abbandonata da me da un momento all'altro.

Io ed Omar abbiamo recuperato quello che Lorenzo ha interrotto, ma non è stato eccitante quanto la prima volta.

Sì è stato coinvolgente, ma anche questa volta, lei era lì.

È stata lei a permettermi di raggiungere il culmine.

Mi sono sentita tremendamente in colpa.

Ti amo così tanto Leila, ha sospirato lui, riversandosi sulle sue lenzuola.

Anche io, ho sorriso, abbassando lo sguardo.

Ho attaccato la telefonata poco dopo, faticavo a respirare.

Non riuscivo a togliermi dalla mente l'idea di lei che sfiorava il mio corpo.

Ed ora che sono seduta su questo divano accanto a lei mi sento in imbarazzo, ma dopo due giorni, finalmente serena.

Lei sembra infastidita dalla mia presenza, ma soprattutto dalle mie scuse.

Sarà davvero incazzata con me? Vorrei poterglielo chiedere, ma mi sentirei un'idiota a farlo.

Perché lei dovrebbe essere incazzata con me? Non ne avrebbe alcun motivo.

Mi sembra tutto così assurdo.

Le voci di Jake ed Amy riempiono i nostri silenzi.

Mi volto a guardarla e noto che il suo sguardo era già su di me.

Mi si chiude lo stomaco.

Entrambe distogliamo lo sguardo rapidamente, tornando a fissare davanti a noi

 "Janette è viva?" mi volto verso di lei

 "Hum? Sì l'ho intravista stamattina" mi guarda di sottecchi "Come al solito la sua è un'epifania.  Lei arriva, si rivela e poi sparisce di nuovo" scuote la testa

 "Già, hai proprio ragione" rido divertita dalle sue parole

 "Allora come sta Omar?" mi irrigidisco.

Perché vuole sapere di Omar? Parlare con lei di.. lui, mi mette a disagio.

E viceversa.

Sono due argomenti che non possono - e non devono - esistere nello stesso discorso

 "Bene grazie" annuisco seria

 "Come se la sta passando?" continua il discorso

 "Perché vuoi parlare di lui?" mi volto ad osservarla.

Lei regge il mio sguardo, ma sembra in difficoltà.

Mi guarda, il suo sguardo si posa sulle mie labbra per troppo tempo.

Qualcosa dentro di me si accende.

Stringo le gambe, come per calmare quel senso di agitazione che parte dal centro del mio corpo

 "Volevo solo sapere come stesse" incrocia le braccia, tornando a guardare davanti a sé

 "Bene grazie" rispondo secca, alzandomi dal divano.

Sono tesa mentre lavo il mio piatto.

Il fatto che lei possa anche solo nominare Omar, mi mette terribilmente a disagio. Per quale diavolo di motivo voleva sapere di lui? Non trovo un solo motivo per cui le debba importare di lui.

È un suo amico in fondo, mi ricorda il mio subconscio, e se potessi tirargli un pugno lo farei. Talmente tanto forte da farlo svenire fino a quando tutto questo non sarà finito.

Scuoto la testa, tesa a causa dei suoi comportamenti e dei suoi sguardi.

Il suo sguardo sulle mie labbra mi torna alla mente.

La sua lingua è scivolata velocemente sulle sue, bagnandole, ed io avrei voluto solo poterla incontrare.

Dio, che situazione.

Lascio poco dopo la cucina per raggiungere camera mia.

Sì, non ho più intenzione di uscire da queste quattro mura, se non per lo stretto necessario.

Sta diventando tutto troppo da sostenere, non credo di esserne in grado.

Occuperò le mie giornate in modo diverso.

Mi riavvicinerò ad Omar, il ragazzo che amo, e ricostruirò quello che un po' ho rovinato in questi giorni in cui mi sono persa.

Perché il destino ha deciso per me. Andrò a vivere con lui, e saremo felici.

Perché io amo lui e lui ama me.

Giusto?



Pov. Andrea

Non so per quale fottuto motivo del cazzo mi sia passato per la mente di chiederle del suo fidanzatino del cazzo, eppure l'ho fatto.

Inutile dire che mi ha portato solo ad essere un fascio di nervi.

Volevo sapere come andassero le cose tra di loro, se il loro paradiso del cazzo fosse in pericolo, ma sembra tutto fottutamente uguale.

Possibile che lei non percepisca ciò che c'è tra di noi? Quell'alchimia palpabile, la mia irrefrenabile voglia di baciarla e non solo.

Possibile che lei non avverta nulla di tutto ciò?

Mi ha semplicemente lasciata sola, per l'ennesima volta, chiudendosi in camera sua.

Sono rimasta così nuovamente sola, a crogiolarmi nella mia solitudine e nella mia malinconia dei tempi passati.

Mi manca terribilmente la mia vita di prima, che sostanzialmente mi impediva di legarmi emotivamente a qualcuno.

Ero sempre così concentrata su me stessa, concentrata a ricostruire i pezzi che di me erano rimasti dopo la rottura con Elisa.

Mi sono portata dietro gli strascichi ed i cocci rotti per mesi.

Per mesi ho provato a ricostruirmi da sola.

È stato difficile, un percorso incredibilmente lungo, ed ora che finalmente stavo cominciando di nuovo a stare bene arriva questa pandemia del cazzo a rinchiudermi in questa casa di merda.

Insieme a lei.

Sono così sconcertata, perché per la prima volta dopo un anno sento di nuovo la voglia di frequentare qualcuno.

Dopo Elisa, mi sono semplicemente rinchiusa in me stessa, ho tagliato i ponti con l'amore e con le ragazze in generale.

Dopo di lei non c'è stata nessuna. Nessun chiodo schiaccia chiodo, nessun rimpiazzo.

Nulla.

Da più di un anno non bacio e non sfioro il corpo di un'altra persona.

Leila invece.. Ha risvegliato in me sensazioni che temevo di aver perso.

Quella voglia irrefrenabile di sfiorare un corpo diverso da mio, quella voglia matta di incontrare labbra che non siano le.. sue.

Voglio cancellare il ricordo di Elisa, del suo passaggio nella mia vita e Leila è la prima ragazza con cui desidero farlo.

Ironico, perché tutto questo doveva accadere per forza con la ragazza di un mio amico?

È vero, di certo io ed Omar non siamo migliori amici, ci siamo frequentati giusto il tempo della meteora-Micaela-Lorenzo, poi le nostre strade si sono pressoché divise.

Non per questo però, posso fregarmene del fatto che Leila sia la sua fidanzata e per quanto conosca poco Omar, lui è mio amico.

Sospiro.

Rispondo distrattamente ai messaggi delle mie amiche, che si lamentano di continuo di quanto questa pandemia faccia schifo.

Come se non lo sapessi.

Oggi il sole brilla alto nel cielo, illuminando il mondo intorno a noi di primavera.

Esco sul balcone di camera mia, godendomi il sole caldo.

È così bello sentire il sole bruciare la pelle, mi sembra ormai una sensazione così distante.

Eppure eccola lì, latente, pronta ad uscire e a scatenare nostalgia.

Oggi ho solo voglia di allenarmi, scaricare un po' di tensione.

Lo sport mi ha da sempre aiutata a scaricare lo stress, e liberarmi un po' da tutti i pensieri.

Così torno in camera, e dopo aver alzato la musica al massimo volume comincio a tirare su il penso da dieci chili.

Osservo il mio bicipite gonfiarsi, soddisfatta.

Ne faccio una ventina per braccio, sento la fronte inumidirsi.

L'adrenalina mi scorre nelle vene, rendendomi sempre più euforica.

Mi lascio calmare dai miei movimenti, sfogo il nervoso dei giorni scorsi dando il meglio di me.

Mi osservo allo specchio, soddisfatta dei traguardi raggiunti.

Nell'ultimo anno, da quanto Elisa ha deciso di lasciarmi, ho dedicato ogni momento libero alla palestra, formandomi.

Per un po' ho accantonato il mio lato nerd, quello amante della chimica e della scienza, per dedicarmi completamente a me stessa.

Il viso paffuto che avevo prima, è stato sostituito da un viso più rude, smagrito a causa del dolore per la rottura con Elisa.

Anche il corpo di prima non c'è più, le mie forme leggermente morbide, ora non ci sono più.

Ciò che vedo adesso mi piace.

La pancia ormai è piatta, si intravede quasi la tartaruga, le braccia sono forti e spesse.

Mi sento bene con me stessa e stranamente di buon umore.

Una volta terminato l'allenamento e concessa una bella doccia, prendo in mano il cellulare e rispondo ad alcune chat su wapa.

Alcune conversazioni risultano interessanti, altre invece un inutile perdita di tempo.

Osservo le foto e video di alcune ragazze, ma in fondo so che non mi provocano nulla.

Nessuna di queste ragazze smuove qualcosa dentro di me.

Osservo distrattamente quali nuovi profili si sono iscritti all'applicazione, ma nessuno di questi attira particolarmente la mia attenzione.

Poi, ad un certo punto, la vedo.

Lei è lì, bella come la ricordavo.

Troneggia nella home.

Elisa, 22 anni, Torino.

Un brivido mi percorre la schiena.

Ha solo due foto. Una gliela feci io, poco prima che lei mi lasciasse, l'altra invece è stata fatta da qualcun altro.

Le osservo, sorridendo.

È passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo scritte o sentite, ed ora che vedo la sua foto un senso di nostalgia mi pervade.

Non mi manca, non attendo più con ansia che lei cambi idea e torni da me. No, ho smesso di sperarlo tempo fa, ma Elisa è stata così tanto importante per me.

Per lei proverò sempre tanto affetto, perché mi ha dato tanto.

Mi ha insegnato ad amare e mi ha insegnato cosa voglia dire essere amati.

Blocco il telefono, lanciandolo sul letto.

Fisso la porta della mia stanza, indecisa sul da farsi.

Sì è vero lei si è isolata, ma se io.. andassi da lei?

Che idea stupida.

Lei ha voluto prendere le distanze, è inutile che io provi anche solo lontanamente ad avvicinarmi.

E se lei aspettasse solamente che lo faccia io?

Cazzate.

Non avrebbe senso, mi porterebbe solo a stare peggio.

Sospiro, sdraiata sul mio letto.

Forse dovrei solo attendere che tutto questo finisca, che tutto torni ad essere come era un tempo.

Ognuno per conto proprio, le nostre quotidianità che si incrociavano una volta ogni tanto e nulla di più.

Forse è giusto così.

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