Pov. Leila
Oggi ho deciso di sistemare un po' la mia stanza.
Svuoto il mio armadio, fin troppo grosso per i vestiti che davvero possiedo e comincio a mettere da parte tutti quelli che non metto più.
Non perché io non voglia o non mi piacciano più, semplicemente perché sono troppo logori e scoloriti per essere utilizzati ancora.
Stringo tra le mani il primo paio di pantaloni che comprai con il mio primo stipendio. È una semplice tuta grigia, consumata nell'interno coscia.
Il tessuto si è assottigliato talmente tanto da diventare quasi trasparente
"È stato un piacere" li stringo forte al mio petto, prima di buttarli per terra
"È sempre difficile staccarsi da una parte del proprio passato, anche quella che sembra la più inutile" Janette compare sulla mia porta
"Cristo Jan, che paura" sussulto "Come fai ad essere così silenziosa?" mi volto verso di lei
"Ho avvertito tanto dolore mentre buttavi per terra quei pantaloni, stai soffrendo tanto" mi osserva
"Ti sbagli, sono solo un paio di pantaloni" scuoto la testa, eppure so che ha ragione.
Quegli stupidi pantaloni non rappresentano solo una tuta sgualcita, ma rappresentano tutto ciò che da sola solo riuscita ad ottenere.
Tra mille difficoltà, mille rinunce, il dolore che provai quando lasciai casa mia
"Nulla è mai solo una cosa, tutto ha una valore, più o meno importante" mi poggia una mano sulla spalla "Sei così tesa.." mi allontano dal suo tocco
"Sì, la ginnastica di ieri mi ha decisamente irrigidita" taglio corto, continuando ad esaminare i capi del mio armadio
"Sei sempre così fuggiasca Leila" scuote la testa "Ma ricordati che non puoi scappare dalla tua anima" mi sorride, lasciandomi sola nella stanza.
Janette mi lascia continuamente senza parole.
La sua capacità di comprendere gli stati d'animo delle persone, va oltre le capacità umane, risultando quasi inquietante.
Lei è riuscita a captare, in un modo che ancora non riesco a capire, che c'è qualcosa che mi angoscia.
Quella strana sensazione che sto provando da giorni ancora non mi ha abbandonata, ma non nemmeno io riesco a capire di cosa si tratti.
Una strana e recondita paura che stia per succedere qualcosa di.. brutto.
Scuoto la testa.
È inutile angosciarsi per nulla, probabilmente è solo un po' di ansia da lockdown-e-pandemia-mondiale.
Giusto?
Non lo so, ma non ho intenzione di continuare ad appesantirmi il petto ed il cuore con questi assurdi pensieri
"Andrà tutto bene" mi sussurro piano, come per autoconvincermi che possa davvero essere così.
Nel giro di pochi minuti ai miei piedi vi sono circa una decina di pantaloni logori, molti ancora del periodo in cui vivevo da papà
"Hai deciso finalmente di rifare il guardaroba?" Andrea mi guarda divertita
"No, decisamente no. Sono troppo affezionata alle mie tute per rifare il guardaroba. Sto solo buttando ciò che non è più utilizzabile" le mostro una tuta bucherellata e consumata.
"Beh dato che ci sei potresti anche comprarti qualcosa di carino" mi guarda
"Questo è il mio qualcosa di carino" rido e lei scuote la testa.
Vengo attirata da un suono proveniente dal mio pc. La notifica di Skype compare sul mio schermo.
"Piccola" il volto sorridente di Omar compare sulla schermo
"Ciao amore" gli sorrido "Come stai?"
"Bene e tu? Che stavi facendo?" guarda curioso dietro di me
"Guarda!" alzo il pc, inquadrando il mucchio di vestiti per terra
"Stai rifacendo il guardaroba?" mi osserva
"Non ci sperare Omar, la tua ragazza è un caso perso" interviene Andrea, salutando Omar
"Ciao Andrea" lui le sorride "Ti prego, tienimela d'occhio, mi fido solo di te" sospira lui
"Certo, te la mantengo anche in forma. Te l'ha detto che ieri ci siamo allenate insieme?" Andrea mi ruba il pc dalle mani e si siede sul mio letto.
Comincia a parlare divertita con lui, mentre io continuo la pulizia.
Parlano animatamente di un videogame che nemmeno conosco, ridono e scherzano insieme ed io li guardo sorridendo.
Da quando si sono conosciuti Omar ed Andrea sono sempre andati d'accordo. La sintonia tra loro due è palpabile, forse perché entrambi hanno quell'animo un po' nerd che li accomuna.
Sento il cuore perdere un battito mentre osservo una delle mie più care amiche parlare con Omar, e per un attimo torno indietro a quei giorni ormai lontani.
Quando eravamo felici e nemmeno lo sapevamo.
Io, Omar ed Andrea seduti sul divano ed un episodio di The Big Bang Theory in riproduzione sulla tv.
Sospiro.
Una volta terminato di buttare i vecchi vestiti, do una rapida pulita all'armadio.
Andrea ha lasciato la stanza da un po', sul letto è poggiato il pc.
Omar mi sta guardando
"Senti.. possiamo parlare?" attira la mia attenzione
"Uhm? Che succede?"
"Ecco stavo pensando ad una cosa.. Forse mi prenderai per pazzo. So che avevamo detto di aspettare ancora ma.. se cominciassimo a cercare casa? Ovviamente finita tutta questa assurda situazione" rimango senza parole
"Stai scherzando?" lascio cadere lo straccio per terra, avvicinandomi al pc
"No" scuote la testa "Tutta questa assurda situazione mi sta facendo capire che non c'è limite al peggio, che il mondo lì fuori fa schifo ma se.. se tu sei al mio fianco diventa tutto più bello. Se dovesse ricapitare tutto questo, voglio viverlo con te" mi guarda, posso scorgere anche attraverso lo schermo un luccichio nei suoi occhi
"Omar io.." mi si incrina leggermente la voce "Io.. sì d'accordo" annuisco semplicemente
"Davvero?" un sorriso a trentadue denti compare sul suo viso
"Sì Omar" annuisco
"Ti amo piccola" mi guarda sorridendo
"Ti amo anche io" sorrido
Ancora fatico a credere a quanto successo poco fa con Omar.
Sì, ne avevamo già parlato ma era sempre stato fatto quasi con superficialità.
Era tutto un quando poi sarà.., ed ora che quel quando poi sarà si è trasformato in tra qualche mese sento il cuore battermi all'impazzata.
Tra sei mesi potrei essere sotto il suo stesso tetto, ad aspettarlo per cenare insieme, dormire nello stesso letto ogni giorno della nostra vita.
Non riesco a trattenere un sorriso
"Avverto tanta felicità" Janette entra in cucina, sorridendomi.
Sono sul divano, facendo distrattamente zapping in tv, mentre Andrea è alle prese con la cena
"Avverto, avverto, avverto. Janette sai parlare come una persona normale?" sbuffa Andrea
"Sei così cinica e piena di rabbia Andrea" scuote la testa "Invece rispetto a stamani sembri un'altra persona Leila" mi sorride nuovamente Janette
"Sì può darsi" sorrido mordendomi il labbro
"C'è qualcosa da festeggiare?" Andrea mi guarda confusa
"Finita questa.. cosa, io e Omar andremo a vivere insieme!" esclamo
"Oh, ma che notizia meravigliosa!" Janette mi abbraccia
"Beh, congratulazioni Leila" Andrea mi sorride
"Grazie ragazze" sorrido osservandole.
Per quanto io sia felice di fare questo passo con Omar, mi mancherà averle intorno.
Loro che da sempre, con le loro stranezze, mi hanno accolta in questa casa, prendendosi cura di me.
In questi due anni passati insieme, tra i mille impegni che caratterizzavano le nostre vite, si sono addentrate sempre più dentro di me, fino a diventarne una parte quasi indispensabile.
Una parte di me rimarrà sempre in questa casa, insieme a queste due strambe ragazze, che con la loro semplicità mi hanno aiutata più di quanto immaginino.
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