Capitolo Diciotto

Pov. Leila

Leggo distrattamente su Wattpad, sperando il tempo passi più in fretta, ma non sembra funzionare.

Il sole illumina la mia stanza.

La giornata è meravigliosa, mettendomi ancor più di cattivo umore.

Vorrei uscire da quella porta, camminare sotto il sole finalmente caldo, gli auricolari nelle orecchie.

Tiro un lungo sospiro.

Sono sdraiata sul letto, che ormai è diventata la mia seconda pelle.

I miei occhi vagano veloci per la stanza, i fiori di Omar stanno appassendo.

Vorrei dar la colpa al mio scarso pollice verde, ma la verità è un'altra. Da quando li ho messi in quel vaso, non gli ho dedicato le giuste attenzioni.

L'acqua probabilmente è finita da un po', ma non ho voglia di metterla.

Non ho voglia di avere ancora quel segno di lui qui dentro.

Così sto solo aspettando che muoiano, così da poterli buttare.

Inutile parlare dei sensi di colpa che mi stanno contorcendo lo stomaco da giorni.

Sto cominciando a perdere peso, non riesco a mangiare granché.

Mangio poco e male.

Non riconosco più il mio corpo.

Questo è da sempre stato un mio grande problema.

Ogni volta che c'è qualcosa che non va, il mio corpo è il primo a pagarne le conseguenze.

Più di una volta sono arrivata a pesare il minimo indispensabile per sopravvivere, non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi.

Più volte è capitato che ferissi il mio corpo, quasi a punirmi per le cose brutte della mia vita.

Come se la morte della mamma fosse stata colpa mia.

Come se questa pandemia mondiale, e tutto ciò che ne è seguito, fosse colpa mia.

Mi osservo allo specchio, i fianchi ormai sono diventati uno spigolo pungente, le braccia sono sottili.

Anche il mio viso è pallido e segnato da tutti i miei tormenti.

Distolgo lo sguardo, incapace di guardarmi ancora.

Raggiungo velocemente la cucina e butto giù due calici di vino.

Andrea ama il vino, è una delle poche cose che non manca mai in questa casa.

Sorrido, ripensando alla scena dell'altra sera, davanti al frigo.

Lei era così vicina da togliermi il fiato, il suo profumo mi ha avvolto.

Il viso era arrossato, rendendola adorabile.

Le sue labbra rosee erano così vicine alle mie. Per un attimo ho temuto di non resisterle.

Ho temuto davvero di cedere alle mie tentazioni più recondite.

Poi fortunatamente - o sfortunatamente? - Janette mi ha dato una via di fuga.

Sono letteralmente scappata via, prima di incastrarmi in qualche situazione che avrebbe comportato solo un sacco di complicazioni e basta.

Eppure.. perché non riesco a togliermi dalla testa l'idea di incontrare le sue labbra?

È un pensiero fisso ormai, mi accompagna in queste giornate lunghe e tristi

 "Oh, ciao" Andrea entra in cucina, ma si blocca non appena mi vede "Stai bevendo il mio vino? Alle tre del pomeriggio?" inarca un sopracciglio

 "Hai buon gusto in fatto di vini" alzo in alto il calice, quasi volessi brindare

 "Io ho buon gusto in molte cose" mi tira una rapida occhiata, prima di togliermi la bottiglia dalle mani "Forse è il caso di finirla qui" aggiunge togliendomi anche il calice.

La osservo, bella come sempre, finire ciò che è rimasto nel bicchiere, poi mettere via la bottiglia.

Vorrei dare la colpa all'alcool per quello che sto per fare, ma la verità è che lo desidero così tanto.

Sobria o sbronza, questo non cambia

 "Non avevo finito" ringhio avvicinandomi a lei.

In un primo momento rimane spiazzata dal mio tono, mi si ricompone in fretta

 "Non è un mio problema" alza le spalle allontanandosi.

Ragione e sentimento non riescono a comunicare, il mio cuore ed il mio cervello hanno smesso da tempo di farlo.

Senza nemmeno rendermene conto le blocco un polso, avvicinandomi a lei quel tanto che basta a farmi inebriare dal suo profumo.

Lei sgrana gli occhi, impreparata dalla mia vicinanza e dal mio gesto, ma il suo sconcerto dura pochi secondi

 "Cosa vuoi Leila?" sussurra, lo sguardo sulle mie labbra.

La sua voce è un sussurro soave, in grado di accendermi.

Non riesco più a contenermi.

Mi avvicino a lei, comincio a baciarle il collo. Lei si irrigidisce, paralizzata dal mio gesto.

Appoggio le mani sui suoi fianchi, avvicinandola a me.

La mia mente è libera da ogni pensiero, non riesco a pensare a niente di diverso da Lei.

Il centro del mio corpo brucia dal desiderio di averla

 "Leila.." cerca di allontanarmi, ma le sue spinte sono deboli.

Anche lei non sta aspettando altro che questo

 "Sh, zitta Andrea" sorrido, ripensando alle sue parole dell'altra sera.

Le poso un dito sulla bocca, ma al contrario mio, non lo bacia.

Serra le labbra, quasi a volersi costringere a non fare nulla.

Continuo a baciarla dolcemente, in attesa di una sua reazione, ma rimane immobile.

Mi allontano da lei, prendendole il viso tra le mani.

Prima che possa baciarla, lei si scosta

 "Sto solo cercando di preservarti Leila" sospira "Cosa ne sarà di te ed Omar?" un brivido mi percorre la schiena non appena pronuncia il suo nome

 "Non pensarci ora" le prendo ancora il viso tra le mani "Ci siamo solo io e te".

Lei si allontana da me, rimane in silenzio per qualche secondo, lo sguardo teso.

Cammina nervosamente davanti a me, fissando il pavimento.

Sono così trepidante che faccia anche la più piccola mossa, ma lei continua solo a camminare.

Il suo petto di alza ed abbassa velocemente, segno che è agitata tanto quanto me.

Mi avvicino a lei, bloccando i suoi movimenti.

Le prendo il viso tra le mani, osservando le sue labbra lucide, belle come non le avevo mai viste.

L'adrenalina mi scorre dentro le vene, riempiendomi di vita.

Il mio cuore esplode dal desiderio di Lei.

È la mia occasione di cambiare le cose.



Pov. Andrea

 "Non pensarci ora" mi prende nuovamente il viso tra le mani "Ci siamo solo io e te".

Mi allontano immediatamente da lei, incapace di controllarmi.

Sì è vero, ora ci siamo solo io e lei, ma dopo? Quando tutto tornerà alla normalità? Saremo ancora solo io e lei?

Mi prendo la testa tra le mani. Non riesco ad essere lucida, sento la voglia di lei scorrermi nelle vene.

Mi desidera, mi vuole tanto quanto la voglio io. Non le importa di Omar, non le importa quali saranno le conseguenze.

È disposta a buttare via tutto, per me.

Ma lo è veramente? È davvero pronta a rinunciare a tutto quello che ha costruito con lui?

Lei ti vuole, mi ricorda il mio subconscio, te lo sta chiedendo.

Questa pandemia ci ha resi tutti più fragili, insicuri.

Ha messo in dubbio ogni aspetto delle nostre vite.

Ciò che prima era una sicurezza, ora cos'è diventato? Un asfissiante presenza nella nostra quotidianità.

Ma Omar è davvero diventato solo questo per lei?

La osservo, i suoi occhi brillano di desiderio mentre mi osserva camminare davanti a lei.

Questa potrebbe essere la mia unica occasione per farle capire cosa davvero lei stia provando ora.

Forse ha solo bisogno di una piccola.. spinta.

Si avvicina a me, prendendomi il viso tra le mani.

Osserva le mie labbra, leccandosi le sue.

Le sue mani sul mio viso mi mandano in confusione, fatico a respirare.

Cogliendo il mio momento di difficoltà mi bacia.

Inizialmente provo a respingerla, tutto questo è dannatamente sbagliato.

Penso ad Omar, il mio amico a cui sto facendo lo sgarbo peggiore.

Ué Piccerè, ricordati sempe ca 'a uagliona degli amici nun se tocca, mi ha sempre ripetuto mio fratello.

Penso a Leila, a come si sentirà dopo tutta questa storia. Starà uno schifo, perché so quanto amore provasse per Omar.

La mia mente continua a pensare, ma mano a mano che mi lascio andare in quel bacio tanto atteso, ogni pensiero svanisce

Fanculo, ringhio nella mia testa, abbandonandomi alle mie tentazioni.

Le prendo il viso tra le mani, baciandola con passione.

Le nostre labbra si incontrano, sento il centro del mio corpo accendersi.

Le nostre lingue si uniscono, si cercano.

Un bacio lungo, che racchiude l'incontrollabile desiderio che abbiamo l'una dell'altra.

La spingo contro il bancone della cucina, la mia parte bassa preme contro di lei.

Sono le prime labbra che sfioro dopo quelle di Elisa.

Provo uno strano connubio di sentimenti che non riesco nemmeno a decifrare.

Eccitazione forse. Fibrillazione, disagio misto a piacere.

Sono così contenta che finalmente stia accadendo, mi rendo conto solo ora quando io l'abbia desiderato in questi giorni, eppure sento una strana sensazione agitarsi dentro di me.

Per quanto io le abbia desiderate, sento le labbra di Leila così estranee.

Dopo aver passato due anni con la stessa persona ed averla amata come io ho amato Elisa, è inevitabile sentirsi così stranita nel baciare una persona diversa da lei.

Eppure mi sento così felice mentre ci uniamo, sento la vita scorrermi nelle vene.

La tiro su, adagiandola sul bancone della cucina. Le bacio il collo, succhiando e mordendo la sua pelle dolce al sapore di vaniglia.

Mi godo il suo sapore, le mie mani stringono il suo sedere.

Lei è estasiata dal mio tocco. Butta la testa all'indietro, respirando profondamente.

Si spinge verso di me, quasi servisse a sentirmi di più.

Mi allontana dal suo collo, per poi tornare a baciarmi.

Si trascina giù dal bancone, finendo tra le mie braccia.

Goffamente cammino verso camera sua, ancora persa in quel bacio che vorrei non terminasse mai.

Ci stacchiamo solo quando l'adagio sul letto.

Il viso è arrossato dal nostro bacio intenso, la sua pelle luccica.

È così bella

 "Sei sicura?" la guardo seduta di fronte a me, la gambe divaricate

 "Tu che dici?" inarca un sopracciglio abbassando poi lo sguardo sulle sue gambe.

Sorrido, sdraiandomi su di lei. Continuo a baciarle il collo, voglio che il suo corpo si infuochi sotto il mio tocco.

Lei inarca la schiena, stringendo le lenzuola tra le dita

 "Andrea aspetta" ansima, cercando di fuggire al mio tocco

 "Cosa c'è?" la guardo confusa e preoccupata.

Avrà forse cambiato idea?

Lei si alza da letto e raggiunge la scrivania. L'orribile mazzo di fiori di Omar è ormai ridotto ad un groviglio indefinito di fiori secchi e rami spezzati.

Anche il palloncino ormai è un floscio pezzo di gomma che nemmeno fluttua più.

Butta nell'immondizia i resti del povero bouquet, poi torna da me

 "Vedo che il regalo è stato apprezzato" ghigno

 "Sta' zitta" riporta il mio viso su di lei, ricominciando a baciarmi.

Iniziavo a temere che sarei morta nella solitudine delle barriere che io stessa avevo costruito per proteggermi dal dolore. Pensavo che non avrei più provato queste sensazioni, ma il tempo è la cura ad ogni male.

Il tempo passa ed il peso sul petto svanisce. Portato via da una raffica di vento della vita.

Perché la vita si abbatte su di noi come una bufera. Alle volte ci sono giornate tranquille, altre invece ti travolgono come un tornado.

Oggi è una di quelle.

La vita si è abbattuta su di me nel migliore dei modi. Mi ha portato Lei, ed insieme a lei anche la voglia di ricominciare.

Mi sembra tutto così assurdo.

Le sfilo la maglietta rivelando il suo corpo seminudo.

Sotto la grossa maglietta non porta nemmeno il reggiseno

 "Cristo Leila, vuoi farmi venire un infarto?" la osservo sotto di me.

È più piccola di quanto mi aspettassi, i suoi soliti vestiti larghi non rendono giustizia al suo corpo eccessivamente magro.

L'accarezzo delicatamente, stringendole il seno.

Lei morde il labbro tra i denti.

Potrei osservarla per ore nella bellezza dei suoi momenti più intimi.

Le sfilo anche la grossa tuta.

Sorrido quando osservo nella sua completezza il corpo seminudo di Leila.

È più bello di ogni mia immaginazione.

Le dedico un ultimo sguardo, prima di toglierle gli slip.

Lei annuisce solamente.

Lentamente faccio scivolare gli slip lungo le sue gambe, il centro del suo corpo luccica sotto la luce del giorno.

Il mio cuore batte così in fretta che temo possa esplodermi.

Fatico quasi a respirare, mentre avvicino lentamente la mano al suo corpo.

Lei in un primo momento sussulta al contatto con la mia mano, tanto che decido di allontanarla, ma mi blocca il polso.

Bacia delicatamente la mia mano, osservandomi con i suoi grandi occhi verdi, incantandomi. Le sue palpebre cadono lente e seducenti, ipnotizzandomi.

Sono in balia di lei, dei suoi gesti così giusti e perfetti da perdere il contatto con le realtà.

Le sue labbra morbide inumidiscono la mia pelle, i denti mordicchiano leggermente.

Prende in bocca il mio indice, la sua bocca scivola veloce su di esso. Il mio respiro si fa lento, cadenzato con ogni suo movimento.

Continua ad assaggiare la mia mano, si porta ancora il dito alla bocca ed io vorrei solo sapere cosa si prova ad avere quella lingua scorrere sul corpo.

Una volta terminata questa lenta danza della seduzione, riporta la mano su di lei, accerezzandosi dolcemente. Questa volta sono io a sussultare non appena sfioro quella pelle che per settimane ho immaginato di poter assaggiare.

Mi guida nei suoi punti più sensibili, spostando la mia mano su di lei.

Non appena riesco a trovarli, i suoi ansimi aumentano, la presa sulle lenzuola si stringe.

Mi accanisco dapprima dolcemente su quel punto magico.

Le sento inumidirsi subito, sotto i miei movimenti lenti e delicati. Voglio godermi appieno questo momento, sentire la sua pelle nuda contro le mie dita.

Perché finalmente è tutto vero, perché finalmente non lo sto solo immaginando.

Il suo respiro si fa pesante, mentre si agita sul letto.

Le mie dita ormai stanche di quel ritmo lento, ora aumentano la velocità. Si muovono a tempo con il suo respiro, che diventa incredibilmente veloce.

I suoi ansimi risuonano rumorosi nella stanza, ed io sono semplicemente ammaliata da quel suono.

Aumento la velocità, solo per poter sentire più forti quegli ansimi dall'effetto ipnotico

 "Cristo santo" sussurra inarcando la schiena.

Mi abbasso per compensare i miei movimenti con la lingua. Dove prima agivano le dita infatti, ora la mia bocca si gode il suo sapore dolce. Mi muovo rapida, mentre le mie mani spingono violentemente in lei.

È tutto così incredibilmente perfetto.

Spingo un paio di volte ancora, poi chiude le gambe impedendomi altri movimenti.

Le bacio la parte alta dell'inguine, poi torno su accanto a lei.

Ha il viso arrossato, piccole gocce le imperlano la fronte.

È così seducente in questa veste così intima

 "Gesù Andrea" mi guarda ridendo, l'ossitocina le rilassa il corpo e la mente

 "Complimenti Leila per il concerto, i vicini avranno apprezzato" ghigno, e lei semplicemente mi mostra il dito medio.

Si perde a guardare il soffitto, così mi sdraio accanto a lei. Sono terrorizzata da ciò che potrebbe succedere ora. Quali saranno le conseguenze di questo piccolo.. incidente di percorso su Leila?

Non parlo, lascio che il silenzio venga riempito solo dai nostri respiri e dalla tensione tra noi.

Mi volto a guardarla.

Il profilo è fine, ma la pelle è solcata dai segni del tempo.

Cosa può aver passato da portarla ad essere così.. tormentata?

Quali segreti nasconde?

 "Perché mi fissi?" ride imbarazzata

 "Così" le sorrido, tornando poi a fissare il soffitto.

Approfittando del mio momento di distrazione si avventa sul mio collo.

Sì posiziona sopra di me, baciandolo, succhiando avidamente la mia pelle.

Mi mordo il labbro, godendomi il suo tocco aggressivo.

Le stringo il sedere nudo, la sento strusciarsi contro di me, provocandomi un brivido lungo la schiena.

Senza perdere troppo tempo, mi spoglia.

Si sposta da sopra me, sfilandomi velocemente la maglietta ed aiutandomi a sfilare i pantaloni.

Per assecondarla nei movimenti, mi siedo sul bordo del letto.

Non appena porta a termine il compito, si riposiziona nuovamente a cavalcioni su di me.

Le mie gambe sono appoggiate al pavimento, mi danno stabilità mentre lei si muove sinuosa sopra di me.

Mi prende il viso tra le mani, baciandolo con passione. Muove la parte bassa del suo corpo contro di me, mi manca il fiato.

Poi si allontana, prendendosi del tempo per osservarmi. Osserva la mia tartaruga, tracciandone i lineamenti con le dita. I suoi occhi languidi continuano il loro lento movimento, ipnotizzandomi.

Scende poi velocemente da sopra di me, osservandomi ancora.

Il centro del mio corpo brucia in attesa di Lei.

Si inginocchia in mezzo alle mie gambe, con la lingua delinea i tratti marcati del mio addome, per poi finire sulla parte più bassa.

Le mani stringono i miei fianchi, sento le unghie incidermi la pelle.

Lascia piccoli baci bagnati, seguendo la linea naturale del mio addome, fino a scendere giù.

È così bello sentire di nuovo queste emozioni.

Una volta raggiunto il mio centro, comincia ad assaggiarmi. La sua preparazione in materia mi sorprende.

Sa già come deve comportarsi? Quali punti giusti deve toccare?

A giudicare dalla sua sicurezza e determinazione direi proprio di sì. Le lascio fare quello che più desidera, curiosa di scoprire cos'è in grado di fare sul corpo di una donna.

Si muove lenta, insiste nei punti più giusti.

Stringe forte le cosce tra le mie mani, mentre continua ad assaggiarmi.

Porto le mani nei suoi capelli, osservandola inginocchiata davanti a me.

Sento la pressione aumentare nel centro del mio corpo, mentre osservo il suo corpo magro terminare in mezzo alle mie gambe.

La lascio fare, perché mi piace il modo sicuro con cui tocca il mio corpo, perché mi piace il modo in cui riesce a trovare tutti i miei punti più sensibili.

La sua bocca poi si sposta dal mio collo al mio orecchio, i suoi respiri caldi ed affanosi risuonano rumorosi nella stanza, le dita mi accarezzano violentemente fino a portami all'apice.

Mi riverso così sul letto, il fiato corto.

Lei mi sorride, posandomi un casto bacio sulle labbra, poi torna a fissare il soffitto in silenzio.

Io mi godo invece quella sensazione di formicolio in tutto il corpo, mentre lentamente torno a respirare ad un ritmo regolare. 

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