Capitolo Diciassette
Pov. Leila
Il mio telefono squilla, facendomi sussultare
"Cognatina!" una voce femminile urla dall'altro lato del telefono
"Ciao Roxi" sorrido, uno strano senso di disagio mi pervade.
Rossella è la sorella di Omar.
Fin dal primo momento in cui ci siamo conosciute, ci siamo trovate così in sintonia l'una con l'altra.
Nonostante il suo carattere così diverso dal mio.
Al contrario del fratello infatti, che è un'anima calma e tranquilla, lei è una ragazza esuberante ed eccentrica
"Come te la stai passando? Qui è tutto terribilmente noioso" sbuffa e la sento buttarsi sul letto
"Già, non dirlo a me" rido nervosamente
"Che stavi facendo?" me la immagino sdraiata sul letto, mentre si arrotola i lunghi capelli rossi nelle dita sottili
"Oh nulla, come da un mese a questa parte" rido, distogliendo i miei ricordi da ciò che è successo ieri.
Andrea sorridente che mangia la torta, lo zucchero a velo che le adornava le labbra.
Avrei voluto passarci la lingua sopra, per sapere quale sapore avesse su di lei.
Scuoto la testa
"Manuel non fa altro che giocare alla play. Passa letteralmente ore davanti a quello schermo, temo gli si sia fuso completamente il cervello" sospira.
Poco prima che il Covid diventasse una presenza ingombrante nelle nostre vite, lei ed il suo fidanzato sono andati a vivere insieme.
Erano così felici ed io ero così contenta per loro.
Un po' li invidiavo.
Li osservavo muoversi in quella casa troppo grande per loro due, sognando il giorno in cui anche io ed Omar avremmo avuto la nostra.
Ora, a distanza di un paio di mesi appena, le cose sono cambiate completamente.
L'idea di lasciare questa casa mi appesantisce il petto.
Cerco di essere partecipe mentre Roxi mi racconta della loro quarantena, di come stiano passando le giornate.
Eppure non riesco a prestarle la giusta attenzione.
Il mio sguardo si posa nuovamente sui fiori di Omar, lo sguardo contrariato di Andrea non appena li ha visti mi si ripresenta nella mente.
Vorrei capire il vero motivo di quello sguardo.
Cos'ha provato quando mi è stato recapitato il mazzo?
La voce di Roxi è una presenza fastidiosa nel mio orecchio, continua a sputare fuori parole ed io forse ne colgo la metà.
Mi sento in colpa anche nei suoi confronti. Lei è così legata a suo fratello, mi ha da subito trattata come una sorella.
Anche perché quando ci siamo conosciute avevamo appena otto anni.
Lei infatti, insieme alla mamma, arrivarono in Italia due anni dopo rispetto al papà ed a Omar.
Scuoto la testa
"Roxi ora devo andare, ti dispiace se ci risentiamo?" la liquido velocemente
"Certo tesoro" posso sentire il suo sorriso dolce anche attraverso il telefono "Buona giornata"
"Anche a te Roxi, grazie per la chiamata" la saluto, prima di attaccare.
Tiro un lungo sospiro, per calmare il mio cuore.
Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione simile. Fino a tre settimane fa ero così convinta del mio sentimento verso Omar, ora invece? Tutto è cambiato.
Mi sento come se stessi camminando sul ciglio di un precipizio: basta una piccola spinta a farmi cadere.
L'unica persona che può darmi questa spinta è Andrea.
Dopo ieri pomeriggio, non abbiamo più parlato.
Mi sono chiusa in camera mia, in preda a strani e confusi sentimenti.
Il desiderio di lei si era impossessato di me, avevo bisogno di isolarmi prima di.. commettere un errore.
Perché questo sarebbe cedere alle mie tentazioni.
Solo un grosso errore.
Leggo distrattamente i messaggi di Omar, sento l'aria mancarmi all'idea di dovergli rispondere.
Dio, è tutto così fottutamente complicato.
Mai avrei immaginato potessi trovarmi in una situazione simile, ed ora mi sento intrappolata in una vita che non sento più mia.
Una vita in cui ho creduto, fino alla fine.
Ma ora? Ci credo ancora?
Non so, non riesco a capirlo.
Sospiro.
Pov. Andrea
Contro ogni aspettativa, il mio compleanno è stato bello.
Lei lo ha reso bello, con la torta, i palloncini.
Tutto così inaspettato, ma mi ha fatto felice il doppio.
Si era creata una bella atmosfera tra di noi, forse facilitata dalla presenza di Janette, ma eravamo serene.
Poi verso sera, è sparita.
Si è chiusa nella sua stanza e da ieri non l'ho più vista.
Vagabondo per la casa, in cerca di qualcosa che riempia le mie giornate, ma nulla le riempie nel modo in cui lo faceva Lei.
Sospiro.
Raggiungo la cucina, ho decisamente bisogno di fumare un po'. Rilasserebbe sicuramente i miei nervi tesi.
Resto in attesa che Marco risponda ai miei messaggi.
Osservo la porta di Janette, ricoperta da tutti quei suoi orrendi disegni e vorrei disperatamente che almeno lei mi aiutasse a colmare questi vuoti.
Conviviamo ormai da quattro anni, il nostro rapporto rispetto a quello con Leila è decisamente diverso.
Sono molto legata a lei, è stata la prima persona che ho conosciuto non appena sono salita su da Napoli. È da sempre stata un'amica fedele, in grado di capire qualsiasi cosa mi passasse per la testa.
Forse facilitata anche dal suo essere una strega in grado di leggere le menti delle persone, ma quello è un altro discorso.
Sospiro.
Cosa si fa in queste giornate dove il tempo sembra non passare mai?
Passo le mattine ad allenarmi, i pomeriggi nella speranza accada qualcosa.
La notte ormai dormo poco, fatico a prendere sonno.
Che schifo
13.45 | Passo da te più tardi | è Marco a rispondermi, e tiro un sospiro di sollievo.
L'erba è ciò di cui ho bisogno ora per stare meglio.
Quando torno in cucina la sera, sono completamente strafatta.
I miei occhi sono semichiusi, la testa che fino a quel momento era appesantita da brutti pensieri, ora è leggera.
Cammino saltellando verso il frigo, la fame chimica mi agita lo stomaco.
Cerco qualcosa in grado di colmare il mio vuoto, ma nulla sembra abbastanza.
Ironico.
Sento una porta dietro di me aprirsi, poi Lei compare
"Ciao Andrea" mi sorride, imbarazzata
"Chi non muore si rivede" ridacchio
"Sei strafatta?" si avvicina a me, curiosa
"Forse" annuisco
"Oh, okay" annuisce semplicemente "Sono venuta solo per posare questi" indica un piatto ed una forchetta che tiene in mano.
Io annuisco semplicemente, voltandole le spalle.
Raggiunge il lavandino, non molto lontano da me.
Rimango tesa mentre lei lava le stoviglie che fino a poco prima aveva in mano.
Rimango a fissare il frigo semivuoto, un po' paralizzata dalla sua presenza accanto a me, dal suo profumo che mi invade le narici, un po' perché so che sarà la mia unica opportunità di starle così vicina, prima che lei si rinchiuda di nuovo nella sua stanza.
Così guardo ogni singolo prodotto del frigo, fino a quando mi decido a chiuderlo.
Mi volto per andarmene, nel contempo, lei fa lo stesso.
Me la ritrovo così tra le braccia, i nostri visi ad una distanza che non avrei mai immaginato.
Il suo profumo mi inebria. Si lecca le labbra, ed io faccio lo stesso.
Per un attimo mi è sembrato che lei si avvicinasse ancora, quasi a voler azzerare la distanza tra di noi.
Rimaniamo immobili in quella stessa posizione per non so nemmeno quanto tempo
"Io.. Ti chiedo scusa.." balbetta, senza però togliere lo sguardo dal mio viso
"Sh Leila" la zittisco, posandole un dito sulle labbra.
Lei lo bacia. Una, due, tre volte.. Sono in estasi
"Buonasera buonasera ragazze!" esclama entrando in cucina "Oh, scusate. Io non volevo disturbare.." ci guarda confuse.
Leila prende subito le distanze, anche se mi sembra di intravedere un velo di delusione nei suoi occhi
"Ciao Janette, sono finiti i tuoi ritiri spirituali?" ride nervosa.
Io non dico una parola, troppo occupata a ripensare a quanto successo pochi secondi fa. La bocca che bacia il mio dito, quello sguardo provocatore, carico di desiderio e voglia di assaggiarsi.
Il mio corpo freme.
Osservo le due ragazze davanti a me conversare, mentre io rimango immobile proprio accanto al frigo.
Leila mi dedica un ultimo, rapido sguardo prima di tornare in camera sua
"Che cosa mi sono persa esattamente?" Janette mi guarda confusa, portando lo sguardo da me alla porta della stanza di Leila e viceversa
"Che dici Jan, nulla" scuoto la testa, prendendo una birra da frigo.
L'incontro ravvicinato con Leila sembra aver cancellato completamente l'effetto dell'erba dal mio corpo.
Mi sento incredibilmente lucida.
Butto giù la bottiglia, cercando di annegare i miei pensieri
"Tu e Leila eravate decisamente vicine" inarca un sopracciglio
"Jan chiudi quella bocca" mi porto una mano sulla fronte "Lei sta con Omar"
"Sì lo so che sta con lui, ma quello che ho appena visto sembra far intendere che non è lui la persona con cui vorrebbe stare" mi sorride
"Cazzate Jan" sbuffo
"Avverto un cambiamento Andrea, sento che qualcosa è cambiato e sta ancora cambiando" si avvicina a me, cercando di attirare la mia attenzione
"La vuoi finire con queste stronzate? Tu e i tuoi avvertire. Nella vita non funziona così. Nella vita contano i fatti, e i fatti qui sono chiari: lei sta con Omar" ringhio "E poi non mi interessa, sto bene da sola" raggiungo la mia stanza.
Che bugiarda.
Non sto affatto bene da sola. Da quando Elisa mi ha lasciata sono caduta in questa sorta di isolamento emotivo.
Volevo solo che quel dolore lancinante passasse e poi quando è passato, non ho voluto comunque riavvicinarmi a nessuno.
Mi sono allontanata da tutto ciò che potesse anche solo lontanamente farmi provare qualcosa, perché ero letteralmente terrorizzata di provare ancora quel dolore orribile.
E poi, non riuscivo a trovare nessuno che davvero scatenasse in me un interesse. Tutto intorno a me, aveva perso di significato, era diventato così noioso.
Poi è arrivata Lei.
Ci ho messo un po' ad accorgermene, la quotidianità mi impediva di pensare e di accorgermi di ciò che mi accadeva intorno. Ed ora che che viviamo una quotidianità diversa, beh.. mi rendo conto di quanto Leila sia diversa e speciale.
Sono terrorizzata, perché l'ultima volta che mi sono lasciata andare con qualcuno ne ho pagato le conseguenze.
Sono stata male per mesi e non sono pronta a provare nuovamente quelle emozioni terribili.
Non sono pronta ad affrontare di nuovo l'enorme peso sul petto che ti impedisce di respirare.
Il lento scorrere del tempo, le giornate che d'improvviso diventano eterne.
Il senso di vuoto e di smarrimento, l'abbandono e tutto ciò che ne consegue.
Un brivido mi percorre la schiena, al ricordo di quel periodo della mia vita.
Per quanto io lo voglia, non sono pronta a lasciarmi andare di nuovo. Preservare me stessa è diventata ormai la mia priorità.
Sospiro, buttandomi sul letto.
Quando finirà tutto questo?
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