Capitolo Cinquantasette
Pov. Leila
Cammino distrattamente verso il bar, per raggiungere Lorenzo.
Gli ho chiesto di non dire nulla ad Omar, che avevo bisogno di parlargli.
Lui non ha obiettato, ha semplicemente accettato il mio invito, ed ora che cammino verso di lui sento lo stomaco in subbuglio.
Ho preferito andar da sola, perché presentarmi davanti ad uno dei migliori amici di Omar con Andrea mi sembrava decisamente di cattivo gusto.
È un problema che ho creato io, e devo essere in grado di risolverlo da sola.
Vedo Lorenzo seduto ad un tavolino, fuma una sigaretta mentre scorre con il grosso dito lo schermo del suo cellulare.
Tiro un lungo respiro e mi avvicino a lui
"Ehi" lo saluto timidamente
"Ehi Leila" mi sorride lui "Come stai?" mi guarda preoccupato
"Bene, bene" abbasso lo sguardo "E tu?"
"Sì bene" annuisce "Un po' sconvolto dalla notizia della vostra rottura, devo essere sincero" mi guarda triste.
Mi si stringe lo stomaco, l'ansia mi sta divorando dentro
"Sì lo so, è stato piuttosto.. inaspettato per tutti" mi volto dall'altra parte
"Allora? Mi vuoi dire che succede?" mi guarda curioso
"Ecco.. proprio di questo volevo parlarti. Vorrei raccontarti cos'è realmente successo tra me ed Omar"
"Leila, credo siano cose vostre io.."
"Non entrerò nei dettagli, è giusto rimangano.. nostri. Ho bisogno che tu sappia la verità, perché solo così potrai davvero aiutare Omar"
"Leila mi sta spaventando" lui mi guarda preoccupato "State bene vero? Nessuno dei due morirà a breve, non è vero?"
"Sì Lorenzo, stiamo bene" rido nervosamente "Ecco, la colpa della nostra rottura è mia" abbasso lo sguardo.
Lui mi guarda curioso, restando in silenzio
"Ho fatto un casino, un enorme casino. Ho perso la testa Lorenzo.." sospiro "E l'ho persa per la mia coinquilina" lui sbianca, sgranando gli occhi
"Io.. Ho tradito Omar e l'ho fatto con Andrea"
"Andrea.. quell'Andrea?" mi guarda confuso
"L'amica di Micaela, sì" annuisco
"Oh cazzo" sussurra portandosi la mano alla bocca
"Ora io e lei stiamo insieme ed io sono felice, ma Omar invece.. Per questo motivo te l'ho detto, lui ora ha bisogno del suo migliore amico"
"Non mi ha detto nulla" scuote la testa "Ma voi stavate cercando casa, cos'è successo?"
"Lo so, non l'ha raccontato a nessuno, nemmeno alla sua famiglia. Ha voluto proteggermi, nonostante il dolore che gli ho provocato" abbasso lo sguardo "È complicato Lollo, è un insieme di cose, ma non entrerò nei dettagli. Volevo solo che tu sapessi il vero motivo della rottura tra di noi"
"Non so cosa dire" abbassa lo sguardo
"Non devi dire nulla Lollo, ho solo bisogno che tu mi faccia una promessa"
"Cioè?" si irrigidisce sulla sedia
"Prenditi cura di Omar, perché lui ha disperatamente bisogno di te" abbasso lo sguardo
"Certo" annuisce "Grazie per essere stata sincera con me, non dev'essere stato facile"
"È giusto che tu sapessi, per aiutare al meglio Omar. Grazie per avermi ascoltata"
"Così tu ed.. Andrea state insieme ora?" mi osserva.
Posso notare quanto il suo sguardo sia cambiato, i suoi occhi ora mi guardano severi, anche se in fondo posso scorgere ancora un po' di quell'affetto che per anni ci ha uniti
"Sì" annuisco "Sono.. felice, e questo non fa altro che aumentare i miei sensi di colpa. So che tutto questo non mi aiuterà a redimermi, mi porterò per sempre dietro il peso di averlo distrutto, ma sapere che ci sarai tu ad aiutarlo, mi alleggerisce un po'"
"Vorrei dire che sono felice per te Leila, ma mentirei. Mi fa piacere che almeno tutto questo sia valso a qualcosa" si volta dall'altro lato
"Grazie" abbasso lo sguardo, terribilmente a disagio per la piega che ha preso la conversazione
"Io ora.. dovrei andare" sospira, tirando fuori il portafoglio
"Lascia stare è il minimo che possa fare" lo blocco "Buona giornata Lollo"
"Beh, grazie. Anche a te Leila".
Lo osservo andare via, allontanarsi con la testa bassa.
So di aver perso un amico, un caro amico, ma non potevo di certo continuare a frequentarlo come se tra me ed Omar sia finita in un modo così.. infelice.
Lorenzo, tra tutti gli amici di Omar, è sicuramente quello che più mi è entrato nel cuore.
Così dolce e simpatico, alle volte un po' inopportuno, ma sempre così divertente e gentile.
Era bello passare del tempo insieme, perché era sempre in grado di rubarmi un sorriso.
Anche quando litigavo con Omar.
È capitato più di una volta che litigassimo a casa loro. Lollo pazientemente ascoltava prima lui e poi me, cercando di trovare un punto d'incontro.
So di averlo perso, ma so che Omar ha bisogno di lui, più di quanto possa averne io.
Lorenzo mi dedica ancora un triste sguardo prima di sparire dietro l'angolo.
Ho solo voglia di star sola. Di godermi il silenzio intorno a me, la mia solitudine.
Perché alle volte abbiamo bisogno anche di questo, del silenzio.
Di stare soli a combattere contro i demoni che ci portiamo dentro e che non ci lasciano respirare, perché solo così potremmo essere in grado di guarire.
Mi porto alla bocca la tazzina ormai fredda di caffè, il sapore amaro mi appesantisce la bocca.
Ripenso a quelli che sono stati gli ultimi mesi, a quante cose sono cambiate.
Fatico a stare al passo con la svolta che ha preso la mia vita, soprattutto per il modo in cui l'ha presa.
Violento, cattivo.
Un cambio di rotta così improvviso da schiacciarmi il peso di ogni cosa sul petto.
Eppure, nonostante tutto questo dolore, sento di non essere mai stata più felice di così.
La strada che faticosamente ho impegnato, è quella giusta, ne sono più che certa.
Amo Andrea, forse anche più di quanto io abbia mai amato Omar.
Certo, nessun amore può essere paragonato.
Quando mi misi insieme ad Omar ero una ragazzina bisognosa di attenzioni a cui era morta la mamma da poco e che il papà non riconosceva più come sua figlia.
Avevo un enorme vuoto dentro che Omar con il suo amore è riuscito a colmare, ma con il passare del tempo questo vuoto si colmava sempre di più ed io mi rendevo conto di non aver più bisogno di Omar.
Non come prima almeno.
Ho amato tanto Omar, davvero tanto per una ragazzina di soli sedici anni, ma quando le mie ferite hanno cominciato a rimarginarsi, la mia visione del mondo è cambiata.
Vorrei poter tornare indietro, parlarne con Omar e raccontagli cosa davvero stesse accadendo nel mio cuore e nella mia testa.
Sono stata così egoista, ma ora sento che tutto può iniziare di nuovo.
Io posso ricominciare, ma soprattutto lui può farlo.
Ricominciare da zero, con una persona disposta ad amarlo più di quanto abbia fatto io.
Mi asciugo una lacrima che lentamente scivola sul mio viso, il peso sul mio petto non mi impedisce più di respirare come prima.
Quando rientro a casa, la trovo estremamente silenziosa.
La TV è spenta e nemmeno la radio riproduce ad un volume troppo alto la musica fastidiosa di Andrea
"Andrea?" la chiamo
"Uè sorellina!" una figura vestita di nero sbuca all'improvviso dalla cucina, un forte accento del sud sottolinea l'affermazione appena pronunciata
"Cazzo!" indietreggio "Davide?" lo guardo bene.
Erano parecchi mesi che non lo vedevo più, sembra quasi un'altra persona.
I grandi occhi verde smeraldo sono messi in risalto dalla folta barba curata che gli ricopre il viso. Non c'è un solo pelo fuori posto, è tutto perfettamente acconciato, le rifiniture sono perfette.
Un'eccessiva dose di profumo lo avvolge, impestando tutta la cucina.
È bello tanto quanto la sorella
"Ué ué Lèila! Comme staij? Quanta tiempe è passato dall'ultima vota ca ce simme visti?"
"Cosa ci fai qui Davide?" lo guardo confusa
"Tenghe fottuto nu paio e chiavi a sora mij l'ultima vota ca so' state cca" ride divertito "Allora, comme staij? Mamme mij seje sempe cchiù belle"
"Sto bene, grazie Davide. E tu?" raggiungo la cucina, imbarazzata dai suoi complimenti.
Mi sento a disagio sola a casa con lui.
Mi sentivo a disagio quando ero la fidanzata di Omar, figuriamoci ora che sono la fidanzata di Andrea.
Mi guardo intorno, cercandola ma di lei nemmeno l'ombra.
Mi aveva detto che sarebbe uscita con Rebe, ma non pensavo avrebbe fatto tardi.
Gli occhi di Davide mi osservano curiosi ed al contempo maliziosi, ed io fatico davvero a stare calma
"Sì sto appost grazij" annuisce avvicinandosi alla cucina.
Prende un bicchiere dalla credenza e una bottiglia di coca cola dal frigo
"Vuo'?" agita la bottiglia davanti a lui
"Oh no no, grazie" scuoto la testa "Andrea.. Andrea sa che sei qui?" lo guardo impaziente
"None, chella scema e sora mij ultimamente nun si fa sentere" scuote la testa "Accussi' tenghe deciso e farle na sorpresa"
"Ne sarà sicuramente felice" annuisco sorridendogli
"Mamme mij ca sorriso ca tiene" mi guarda sorridendo "A' ro' tiene lasciate chillo auglione ca te purtave sempe arrete?"
"Davide, alle volte faccio davvero fatica a comprenderti" rido nervosamente, cercando di comprendere le sue parole sputate in dialetto ad una velocità decisamente non umana
"Scusami, 'o uaglione neapolitan che c'è in me ha sempre la meglio" ride, stavolta cercando di parlare in italiano "Dicevo, dove l'hai lasciato il tuo fidanzato?"
"Oh, io ed Omar non stiamo più insieme" mi irrigidisco.
Bene, deduco che Andrea non abbia ancora detto nulla alla sua famiglia di noi, nemmeno a suo fratello.
Lui cambia espressione, avvicinandosi a me
"Oh povera Leila, me dispiace assaij. Si vuo' so' bravo a occuparmi re cuori spezzatti" faccio un passo indietro da lui, tesa come una corda di violino
"Grazie dell'aiuto Davide, ma per ora sto bene così"
"Nu mma dicere ca tiene natu uaglione?" mi guarda, quasi sconvolto.
Rido nervosamente, per cercare di scappare da questa assurda situazione.
Davide da sempre ha avuto un debole per me, già quando stavo con Omar.
Certo un debole come può averlo una persona che vuole palesemente portarmi a letto, ma non è mai stato inopportuno.
Lui è così, sincero e schietto. Mi ha fatto capire più di una volta che qualsiasi cosa io avessi voluto fare, lui sarebbe stato ben felice di accontentarmi.
Ora però sono la fidanzata di sua sorella, mi sento così terribilmente a disagio sotto quella mole di complimenti e avances non richieste.
Sì comporterebbe allo stesso modo se sapesse la verità?
Sento il tintinnio delle chiavi nella toppa, poi la voce di Andrea riempire quel silenzio imbarazzante che si era creato tra me e Davide
"Leila, sono a casa!" urla, ed io sento il mio cuore esplodere per l'agitazione.
Pov. Andrea
Il pomeriggio con Rebe si è protratto più del dovuto.
L'ho accompagnata dal veterinario, stavolta per la sua gattina Milù, poi abbiamo portato giù Spike.
Il sole caldo di giugno ci scaldava la pelle, l'aria fresca ci inumidiva i capelli ed i vestiti.
È stato così bello passeggiare, quell'inebriante atmosfera rendeva tutto migliore.
Poi Rebe mi ha accompagnata sotto casa ed ora sto salendo, curiosa di sapere come sia andata la chiacchierata di Leila con Lorenzo.
Una volta saputa la verità, l'avrà guardata con occhi diversi? Sì probabilmente sì, è il migliore amico di Omar, è inevitabile che accada.
Come si sentirà lei a riguardo?
Apro la porta di casa, uno strano silenzio mi avvolge
"Leila, sono a casa!" urlo per attirare la sua attenzione.
L'unica luce accesa è quella della cucina.
Poso velocemente lo zaino in camera mia, per poi raggiungere Leila.
Ho solo voglia di abbracciarla, e so che lei ne ha tanto bisogno quanto ne ho bisogno io
"Ma che diavolo?!" esclamo entrando in cucina
"Sorpresa!!" urla mio fratello venendomi incontro.
Mi abbraccia forte e da un lato sono felice di vederlo. Il suo profumo così familiare, che sa di.. casa, mi travolge trasportandomi in un bellissimo viaggio dei ricordi.
Leila invece è rigida dietro il tavolo, ci guarda in silenzio
"Che ci fai qui Davide?" Lo guardo confusa
"Nun te facive cchiù vare', accussi' tenghe deciso e veni' ij. Nun seje cuntente e vedermi?"
"Sì certo Davide, lo sono" annuisco "È che sono così confusa"
"Ma tu 'o sapive ca Leila nun teneve cchiù 'o nnammoràto? Pure si credo ca mo ne tene natu" sussurra a bassa voce
"Cos'hai fatto Davide?" stringo i pugni lungo i fianchi
"A ca senso?" mi guarda confuso
"Con Leila, cos'hai fatto?" ringhio
"Andrea nulla, non ha fatto nulla" interviene subito lei.
Sul suo viso un'espressione di terrore si dipinge velocemente
"Ma ca te piglie Andrea?" mi osserva stranito
"Davide, io e Leila stiamo insieme ora" mi porto le mani alle tempie "So' ij 'o nuovo uaglione soja" alzo gli occhi al cielo
"Oh cazzo, staij scherzando?"
"No Davide" sospiro avvicinandomi a Leila che abbassa lo sguardo
"Oh cazzo" si porta le mani sulla testa "Aggio fatte a carte co 'a uagliona e sora mij"
"Cos'hai fatto scusami?" lo guardo
"Pecche' cazzo nu mma haje ritte subbeto vuji site 'a uagliona toja?" mi guarda sconcertato
"Ti avevo avvertito che fossero cambiate un po' di cose"
"Sì certo, ma nun immaginavo cheste ccose" scuote la testa, ancora sconvolto.
Sento la rabbia montarmi dentro. Davide ci ha provato con lei, ma Leila non me l'ha detto.
Anzi, sosteneva che lui non avesse fatto nulla.
Perché cazzo deve mentirmi?
Non sono arrabbiata con Davide, lui ci ha sempre provato con Leila, tutti conoscono il suo debole per lei. Quello che più mi fa rabbia è come lei abbia voluto nascondere tutto.
Cazzo, come posso fidarmi di lei se non è nemmeno in grado di dirmi una cosa del genere?
"Tu non hai niente da dirmi?" mi volto verso Leila che ci sta guardando preoccupata e confusa.
Abbassa lo sguardo, senza dire una parola
"Beh, complimento Leila, bella mossa del cazzo" lascio Davide e Leila soli in cucina, per raggiungere camera mia.
Sono fuori di me per il comportamento omertoso di Leila. Questa volta è andata bene, a provarci con Lei c'era mio fratello che sicuramente smetterà qualsiasi stupida avances ora che sa che io e lei stiamo insieme, ma se dall'altra parte ci fosse stato un altro?
Come si sarebbe comportata?
Avrebbe comunque taciuto, o mi avrebbe raccontato quanto accaduto?
Dio, la nostra storia è cominciata con un tradimento, come posso fidarmi di lei se mi tiene nascoste anche queste piccole cose?
Soffoco nel cuscino un urlo.
Ora avrei solo bisogno di scaricare la tensione, di correre per i prossimi dieci chilometri o forse più, per sciogliere quella tensione che mi immobilizza le spalle.
Sono così delusa da Leila e dai suoi comportamenti del cazzo.
Mi rendo conto che può sembrare esagerato, ma io e lei ci siamo avvicinate in questo modo, alle spalle di una terza persona.
Non voglio essere l'Omar di turno, e soprattutto non voglio che lei mi nasconda cose come questa.
Mi lascio andare sul letto, nel silenzio assordante della mia stanza.
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