Capitolo Cinquantanove
Pov. Leila
Sono passati circa dieci giorni dalla discussione avuta con Andrea, dieci giorni dall' ultima volta che l'ho vista.
Il giorno dopo la discussione mi sono svegliata, sul mio comodino era appoggiato un foglio bianco
Sono tornata a casa.
Sono sicura che passare del tempo lontane mi fa capire cosa sono disposta a fare.
Ti chiedo scusa per le parole orribili che ti ho sputato addosso, non le meritavi.
Ho bisogno di tempo per me, per fare chiarezza nella mia testa.
Spero che tu possa capirmi.
Andrea
Ho pianto per i primi due giorni, incazzata con la vita per aver permesso che accadesse tutto questo.
La sua mancanza mi impediva di respirare, ogni volta mi guardavo intorno in quella casa troppo grande per starci da sola, in attesa di vederla arrivare.
Ma lei non arrivava mai.
Mi ha scritto un messaggio però, anzi più di uno.
Per sapere come stessi, cosa stessi facendo.
Piccoli salvagenti che ha lanciato, ma non sono sufficienti per tenermi a galla.
Mi sento continuamente soffocare senza lei a salvarmi e prego ogni giorno che lei possa tornare qui e decidere di amarmi a tal punto da superare ogni paura.
Lo so, è terrificante il modo in cui siamo messe insieme - così subdolo e meschino- ma posso dire di aver imparato dai miei errori.
Non ho intenzione di commettere nuovamente lo stesso sbaglio, perché ora sono una persona nuova.
In grado di capire quand'è il caso di riflettere sulle cose, senza lasciarmi ancora trasportare dalla corrente.
Perché sono stanca di essere trascinata.
Ora voglio essere io a tirare la corrente.
Voglio essere io a capo della mia vita e non più il dolore ed i sensi di colpa.
Non voglio più che accada quanto successo con Omar e non ho minimamente intenzione di farlo accadere con Andrea.
La amo così tanto.
Osservo il letto vuoto accanto al mio, Stefano è uscito per fare la spesa.
Da quando ha saputo di Andrea si è precipitato a casa e non è più andato via.
Per fortuna.
Senza di lui questi giorni sarebbero stati eterni, una sofferenza infinita che non mi avrebbe portata da nessuna parte.
Invece lui ha colmato parte delle mie mancanze, prendendosi cura di me.
Tiro un lungo sospiro, poi raggiungo la cucina.
Stamattina mi sono svegliata stranamente affamata, così mi cucino velocemente delle uova da accompagnare al pane tostato.
Lei mangiava continuamente uova e pane tostato a colazione. Ricordo che all'inizio lo trovavo terrificante e disgustoso, poi lentamente le abitudini di Andrea sono diventate le mie.
E così eccomi qui, seduta sola al tavolo a mangiare pane e uova a colazione.
Sento le chiavi nella toppa della porta, attendo che Stefano mi raggiunga in cucina.
Dopo dieci giorni ho imparato a smettere di sperare che quelle chiavi nella toppa preannuncino il suo arrivo.
Chissà quando tornerà.
L'ultima volta che l'ho sentita risale a due giorni fa. Mi ha mandato semplicemente la foto di uno splendido tramonto sul mare, così bello togliermi il fiato solo tramite una foto.
Guarda che bel tramonto, l'unica descrizione della foto, ma dopo un rapido scambio di messaggi lei non ha più risposto.
Scuoto la testa
"Ehi" contro ogni aspettativa, non è Stefano a comparire in cucina
"Andrea?" Mi alzo velocemente in piedi.
È in piedi davanti a me, i suoi occhi mi osservano imbarazzati.
La sua pelle ormai è ambrata, scurita dal sole di Napoli.
Come dev'essere bella in costume, la pelle inumidita dal sole e dal mare.
Zitta Leila per favore, il mio subconscio prova distrarmi da quell'immagine afrodisiaca
"Ciao Leila" si gratta il retro del collo "..Come stai?"
"Che domanda del cazzo" rido nervosamente
"Hai ragione" annuisce
"Come mai sei qui? Sei tornata per sparire di nuovo? Per favore, questa volta sii più originale di una semplice lettera lasciata sul comodino" colgo sul suo viso un sorriso triste
"Sì scusami, forse avrei dovuto parlarti prima di sparire"
"Forse" rido nervosamente
"Leila io.. avevi bisogno di mettere a posto un po' di cose nella mia testa. Ti chiedo scusa" si avvicina e me e per quanto vorrei indietreggiare, rimango immobile incapace di muovermi.
Lascio che lei si avvicini, perché ho così disperatamente bisogno di sentirla di nuovo mia, di sentirla di nuovo così vicina a me da sentire il suo profumo inebriarmi.
Lei si avvicina ancora, fermandosi a pochi centimetri da me
"L'hai.. fatto?" balbetto, frastornata dalla sua vicinanza
"Sì" annuisce rapida, senza mai togliermi gli occhi di dosso.
Un brivido mi percorre la schiena, i suoi occhi sono così intensi e provocatori
"Bene, sono felice per te" annuisco, distogliendo lo sguardo da lei
"Non vuoi sapere cos'ho deciso?" posso sentire ancora i suoi occhi su di me, analizzarmi a fondo.
Sì lo desidero disperatamente, perché voglio sapere se i dubbi che mi hanno tormentata per giorni siano giusti, se questo gesto così impulsivo possa averle fatto capire che in realtà non può stare con me.
Mi sale il voltastomaco solo al pensiero
"I tuoi comportamenti sembrano già una risposta" stringo i pugni lungo i fianchi, al ricordo di quella codardia che l'ha costretta a scappare senza nemmeno salutarmi
"Credi davvero sia quella la mia risposta?" mi guarda incredula
"Non lo so Andrea, non so più nulla. Non capisco che cosa ti prende, le cose tra di noi stavano andando bene.." mi blocca
"E continueranno ad andare bene Leila" mi irrigidisco, tornando a guardarla
"Cosa vuol dire?" rido nervosa
"Voglio amarti Leila e voglio viverti. Questo viaggio mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto comprendere quanto tu sia importante e quanto io possa amarti. Non posso e non voglio rimanere sola un altro momento senza te accanto" il mio respiro si accorcia.
Lei si avvicina ancora, ad ogni suo passo le mura di rabbia che avevo costruito intorno a me crollano pezzo dopo pezzo.
Sarà davvero disposta ad amarmi? Oppure come prima dell'arrivo di Davide, mi amerà fino al momento in cui penserà che io stia facendo qualcosa alle sue spalle?
"E come la metti per la questione di Omar e tutto il resto?" incrocio le braccia davanti a me, ho bisogno di proteggermi
"Sono stata una stronza a dire quelle cose, ero fuori di me per la situazione. Lo vedo quanto mi ami, non è lo stesso sguardo che avevi con Omar negli ultimi mesi. So che non giustifica il tuo comportamento, ma ti prometto che non farò più la pazza" mi guarda intensamente "Ma ho bisogno che tu mi faccia una promessa"
"Cioè?" la guardo curiosa
"Sii sincera con me sempre, lascia decidere a me se ciò che succede sia una sciocchezza o meno" il suo sguardo è supplicante
"Andrea.." sospiro
"Ti amo Leila, non voglio buttare all'aria tutto quanto. Ti prometto che non sarò una pazza psicopatica, ma ho bisogno che mi aiuti a non esserlo"
"Andrea io.." insisto ancora, ma lei fa l'unica cosa di cui avevo disperatamente bisogno.
Mi prende il viso tra le mani baciandomi con passione.
Cedo al contatto con le sue labbra, in astinenza ormai da lei e dal suo corpo.
Mi è mancata tantissimo in questi giorni passati lontane, non poter né vederla né toccarla.
A malapena ci sentivamo, ed è stato terribile.
Lascio che mi baci, ricambio con altrettanto desiderio.
Questo è ciò che mi serviva per abbattere ogni muro.
Mi prende in braccio, adagiandomi, come la prima volta, sul bancone della cucina.
Di nuovo la sua bocca scivola veloce sul mio collo, il suo respiro pesante mi provoca brividi in tutto il corpo.
Mi accarezza le braccia, coperte dai brividi che solo lei è in grado di darmi, la sento sorridere contro di me
"Mi sei mancata così tanto" ansima, mentre le stringo le braccia spesse, le mie unghie le graffiano la pelle
"Anche tu Andrea, da morire" rispondo, riportando il suo viso su di me.
Ho ancora voglia di baciarla, fino a perdere il fiato.
La sua mano mi stringe i capelli, costringendomi a piegare la testa indietro. Un ansimo di piacere rilascia rumorosamente il mio corpo
"Vedo che sei tornata Andrea" Stefano è in piedi sulla porta della cucina, ci guarda piuttosto disgustato.
Allontano subito Andrea me, scendendo dalla cucina.
Mi sistemo la maglietta ed i capelli, cercando di riportarmi ad un aspetto presentabile
"Ciao Ste" lo saluto imbarazzata
"Oh, ciao" anche Andrea è palesemente in imbarazzo, i capelli arruffati dalle mie mani
"Beh, bentornata. Andato bene il viaggio?" poggia le buste della spesa sulle sedie accanto al tavolo.
Sono tesa mentre lo osservo muoversi tranquillo per la cucina, perché già so che quel suo comportamento apparentemente calmo in realtà nasconde molto di più
"Uhm? Bene grazie" Andrea osserva confusa Stefano muoversi davanti a noi, il viso arrossato.
È così bella con quel rossore a colorarle la pelle
"Sì ecco, Stefano si è trasferito qui, visto la tua assenza e quella di Janette" mi gratto il retro del collo
"Sì già" annuisce freddo "Oh, non andare in escandescenze se non ti ha detto nulla. Ho un pene, ma sono gay" risponde acido
"Scusami?" Andrea si irrigidisce accanto
"Stefano!" lo rimprovero dura.
Lui semplicemente alza le spalle, per poi sedersi al tavolo. Non dice una parola mentre ci guarda, l'aria di sfida dipinta sul viso.
Andrea stringe i pugni lungo i fianchi, tesa dalla battuta di Stefano.
Sì, è stata decisamente fuori luogo.
So benissimo perché l'ha fatto.
Mi ha visto distrutta in questi giorni in cui lei non c'è stata, era così arrabbiato con lei.
Come se lei avesse colpe.
Scuoto la testa.
La tensione nella stanza sta salendo, sento uno strano disagio pervadermi il corpo.
Tiro un lungo sospiro, portandomi le mani alle tempie.
Pov. Andrea
Ero così felice di tornare a casa. Tornare da lei, finalmente, dopo dieci giorni passati lontane.
Sì, sono stata una codarda a fuggire via alle prima luci dell'alba.
Sono sgattaiolata via nel buio, come un ladro, ma non sarei mai riuscita a guardarla negli occhi e dirle le stesse cose che ho scritto in quella breve lettera.
Avevo bisogno di capire quanto in là potessi spingermi per lei, avevo bisogno di capire quanto profondo fosse il mio amore e per farlo dovevo per forza andare via.
Capire cosa vuol dire stare senza di lei, dopo aver vissuto una storia insieme.
Seppur breve.
Questi giorni passati a casa mi hanno fatto bene.
Tornare da mamma, dal suo sorriso dolce ed ansioso.
Tornare da papà, tra le sue braccia forti che mi hanno sempre fatta sentire al sicuro.
È stato così bello passare del tempo con la mia famiglia, che mi è mancata terribilmente.
Per mesi non mi è stato possibile tornare a casa, così ho dovuto attendere pazientemente per tornare.
Attendere che questa pandemia del cazzo finisse.
Questa è stata l'occasione perfetta per tornare.
Mi dispiace solo per Davide, che avrebbe voluto godersi di più Torino e tutta la sua meraviglia, ma non ce l'avrei fatta a restare in casa con lei.
Avevo bisogno di andar via, ma questi giorni sono stati sicuramente utili per far chiarezza nella mia mente.
Mi è mancata così tanto.
Faticavo a dormire la notte, schiacciata dalla sua mancanza e dai sensi di colpa per quella frase orribile sputata in faccia.
Non volevo essere così cattiva, mi fido di lei, mi fido del suo sguardo innamorato, ma la paura mi fa perdere la ragione.
Ho perso completamente la ragione, perché sono terrorizzata dal fatto che possa andar via.
Che possa trovare qualcuno migliore di me, così come ha trovato qualcuno migliore di Omar.
Quando le nostre labbra si sono incontrate ancora, il mio cuore ha ripreso battere, interrompendo quel sonno intrapreso quando sono andata via da qui.
Che stupida sono stata anche solo a pensare di potercela fare senza di lei. Era ovvio che non potessi farcela.
È stato così bello baciarla ancora, ma quell'attimo perfetto è stato interrotto dall'arrivo di Stefano.
La sua battuta del cazzo mi ha innervosita, così ho semplicemente lasciato la cucina, dando a loro due la possibilità di parlare.
Mi sono sentita così.. fottutamente a disagio mentre lui mi osservava con il suo sguardo carico di sfida, in attesa che io rispondessi.
Non l'ho fatto. Le sue parole mi hanno colto alla sprovvista, togliendomi la lucidità di rispondere.
Svuoto la valigia, nervosa ed ansiosa.
Cosa succederà ora tra me e Leila? Il suo migliore amico mi odia, dunque non farà altro che metterci i bastoni tra le ruote, ma Leila sarà in grado di ascoltare il suo cuore?
Ho paura a scoprire la risposta.
Quasi fosse un segno del destino, qualcuno bussa alla mia porta
"Posso?" Leila si affaccia timidamente
"Sì certo" annuisco tesa
"Ti chiedo scusa per il comportamento inappropriato di Stefano. Ecco, lui purtroppo non è in grado di capire quand'è il momento di stare zitto" abbassa lo sguardo "Gli ho raccontato tutto, perché avevo necessità di parlarne con qualcuno. Lui è corso qui non appena l'ho chiamato"
"È un buon amico"
"Sì ma non sa essere imparziale" lei scuote la testa "Per questo motivo ora è arrabbiato con te"
"Per quella frase, non è vero?" annuisce "Dio ero così arrabbiata, ti chiedo scusa Leila.."
"Lo so Andrea, non preoccuparti. In questi giorni ho avuto modo di pensare anche io e mi rendo conto che in fondo avessi ragione. Non voglio darti di modo di non fidarti di me, ti prometto che sarò sempre sincera con te" mi guarda
"Nessun comportamento del passato mi autorizza a parlarti in quel modo così cattivo. Apprezzo comunque che tu voglia aiutarmi" annuisco
"Vedrai che gli passerà" guarda verso la cucina "Cercherò di farlo ragionare" ride
"Non mi interessa avere la sua approvazione, mi basta il tuo amore. Se tu mi ami, tutto il resto non è importante. Sono tornata Leila, se tu sei a disposta a stare con una testa di cazzo, mi faresti incredibilmente felice"
"Dimentichiamo ogni cosa brutta Andrea. Ti amo immensamente, lo sai" mi guarda, i suoi occhi brillano
"Vieni qui" la stringo forte a me, inspirando il profumo dolce del suo shampoo.
Le mie braccia avvolgono il suo corpo, lo sento giusto per me.
I nostri cuori battono insieme, creando una passionale sinfonia.
Battono talmente forte che mi sembra quasi di sentirli toccare, in questa atmosfera così intima.
Anche lei respira profondamente, quasi volesse godersi appieno la mia presenza accanto a lei.
È bello starle accanto, ora non ho più intenzione di andare via.
Spero che Stefano possa andare avanti, superare questo muro che mi ha costruito intorno, senza possibilità alcuna di appigliarsi a qualcosa.
Per quanto non mi interessi il suo parere, lui è il suo migliore amico, ho paura che le sue parole possano in ogni caso interferire tra di noi.
Non lo so, non posso saperlo, ma ora voglio solo godermi la mia storia con lei.
Superare tutti quei fottuti traumi che mi hanno reso un mostro, perché per amore si cambia.
Ed io per lei mi sento pronta a farlo.
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