UN'ESTATE INDIMENTICABILE
Agosto 2012
Quell'agosto fu indimenticabile per tre motivi: il trasloco effettuato nel bel mezzo di un'estate canicolare, intere domeniche trascorse a montare mobili Ikea, ma, soprattutto, la faccia di mio padre dopo avergli comunicato che sarei andata a convivere con un uomo.
Era un sabato, uno dei tanti sabati in cui mi riunivo con la mia famiglia per il classico pranzo. C'era una luce in casa che potevo vedere solo d'estate, quando il sole delle due di pomeriggio colpiva proprio la camera da pranzo. Quella era l'unica stanza esposta a nord e durante i mesi estivi veniva inondata dai raggi solari che, filtrando attraverso le colorate tende di organza, creavano all'interno incantevoli giochi di luce.
«Mamma, papà, devo dirvi una cosa» me ne uscii mentre tutti gustavamo un delizioso sorbetto al limone.
L'attenzione di mia madre e di mio padre converse su di me. Alice mi lanciò un'occhiata complice che mi diede la giusta carica per continuare. «Sto traslocando. Vado a convivere con il mio fidanzato» dissi tutto d'un fiato.
Restai immobile a esaminare la reazione di mia madre, poi spostai lo sguardo su mio padre: si era irrigidito e aveva smesso di sorseggiare il suo sorbetto.
«Amore, che significa vai a convivere?» mia madre deglutì a fatica.
«Da quando sei fidanzata, Giuditta?» Mio padre restò a fissarmi finché non intervenne Alice.
«Papà, mamma! Smettetela di guardarla in quel modo! Ha ventotto anni e tutto il diritto di fidanzarsi!»
Quelle parole non sortirono un effetto positivo, al contrario alimentarono le perplessità di mio padre.
«Chi è?» domandò strofinando la mano sopra la leggera barba che gli ricopriva il viso.
«Trentaquattro anni compiuti, fa lo spogliarellista. Papi, dovresti vedere che fisico... Ha il corpo ricoperto da tatuaggi! Però è un tipo a posto.» L'ironia di Alice stava sconfinando oltremodo. Papà divenne torvo in volto e mia madre rischiò un colpo apoplettico.
«Papà, sto scherzando!» continuò lei.
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