Party da spie (2) - Levi x Reader (AU)
Continuo di "Giochi da spie" e "Party da spie (1)"
Avvertenza! Spoiler identità dei vari giganti!
Inoltre ho modificato il finto cognome di Levi nel capitolo precedente, ora è Kuchel.
La mia mente ci mise qualche secondo per elaborare la frase che era uscita da quelle labbra.
Dobbiamo era chiaramente un verbo utilizzato al plurale, ma io non avevo intenzione di andare da nessuna parte .
- Dobbiamo?- ripetei fissandolo dubbiosa.
- Vedo che sei dura di comprendonio.
Sta' zitta e seguimi.-
A grandi falcate si allontanò da me, per qualche secondo considerai l'idea di andare dalla parte opposta e non fare quanto detto, ma poi mi ricordai della mia attuale situazione.
Con passi veloci lo affiancai e subito cominciai a porgli altre domande.
- Evito di commentare la tua volgarità, ma si può almeno sapere cosa diamine sta succedendo?
E guai a te se inizi con la storia delle informazioni riservate, non sono un'idiota.- mi scoccó un'altra occhiataccia.
- Ti concedo tre domande.-
Mi accontentai, tanto sapevo che altre risposte mi sarebbero presto arrivate.
- Ho visto che quei due tipi mi conoscevano e immagino che sia stata opera tua, quindi da quanto tempo mi segui spacciandoti per il mio agente?-
- Da quando hai messo piede su questa nave, non mi stupisco che tu non te ne sia accorta.-
Non badai al velato insulto alla mia intelligenza presente nelle sue parole e passai alla questione seguente.
- Ti potrei denunciare, lo sai?-
Il sorrisetto arrogante che comparve sul suo volto mi fece capire che avevo commesso un errore.
Senza scomporsi mi rispose con tono freddo.
- No, non puoi. Ti avanza una domanda.-
Roteai gli occhi annoiata a quell'affermazione, sapevo che non avrebbe fatto passare il mio errore.
Mentre proseguivo con il mio interrogatorio mi accorsi che ci eravamo addentrati all'interno della nave e fermati davanti a un ascensore.
Decisi di sprecare la mia ultima domanda, ormai non mancava molto.
- È stata una farsa sin dall'inizio? Vacanza gratis compresa?-
- Esattamente, da quando ti è arrivata quella mail.-
- Mi pareva un po' sospetto in effetti.-
Il ting delle porte dell'ascensore segnalò che era arrivato.
Furtivamente Levi si guardò intorno per poi salirci su, intimandomi di fare la stessa cosa.
In fretta schiacciò uno dei pulsanti, talmente veloce che non riuscii nemmeno a vedere a quale piano fossimo diretti.
Di sottecchi lo osservai, la postura dritta e composta, braccia incrociate all'altezza del petto e uno sguardo freddo che puntava dritto di fronte a lui.
All'improvvisò volto leggermente la testa verso la mia direzione, probabilmente accortosi che lo stavo fissando un po' troppo insistentemente.
Distolsi subito lo sguardo, imbarazzata di essere stata colta in flagrante.
Un silenzio imbarazzante aleggiava tra di noi fino a quando non decisi di romperlo.
Un ghigno divertito nacque sulle mia labbra pensando a una specifica domanda.
- Come ti è venuto in mente di chiamarmi Windex*? Potevi trovarmi un nome un po' più carino.-
- Tre. Domande.- dalla decisione presente nella sua voce capii che forse era meglio non infastidirlo più di tanto.
Ad un certo punto udimmo il suono che annunciava l'apertura delle porte dell'elevatore seguito dall'azione preannunciata.
Non riconobbi il piano che avevamo raggiunto e non ebbi nemmeno il tempo di cercare indizi che potessero dirmelo, che mi venne dato un ordine perentorio.
- Da questa parte, sbrigati.-
"Sbrigati, muoviti, non più di tre domande, ma chi si crede di essere?"
Infastidita dal suo completamento feci quanto detto.
Percorremmo un corridoio con delle pareti bianche che finiva esattamente davanti a una porta a spinta del medesimo colore, uno strano rumore proveniva dall'esterno
L'uomo dai capelli scuri la aprì e la oltrepassò, non preoccupandosi di tenerla aperta per me.
- Che galantuomo.- ironizzai ancora più seccata.
Come misi piede all'esterno fui accecata dalla luce, un rumore continuo mi martellava le orecchie e delle folate di vento mi travolsero, facendo svolazzare l'asciugamano che avevo addosso.
Sbattei le palpebre un paio di volte e finalmente capii la situazione, l'elicottero che aveva catturato l'attenzione di Levi stava atterrando di fronte a noi, precisamente sulla H simbolo dell'eliporto che si trovava sul ponte superiore della nave.
Chiusi gli occhi e mi tappai le orecchie , sperando che il mio "vestiario" avrebbe retto anche senza il mio aiuto.
Aspettai di togliere le mani fino a quando non sentii diminuire le raffiche, per fortuna non ci volle molto.
Aprii gli occhi: un elicottero grigio scuro si trovava a qualche metro da me, con le pale che giravano sempre più lentamente.
Notai Ackerman dirigersi verso delle casse depositate poco lontano e frugare dietro di esse.
Non lo persi di vista e subito tornò con in mano oggetti che in quel momento avrei potuto riconoscerla a chilometri di distanza: le mie valigie.
Provai due sentimenti contrastanti a quella vista: gioia, per il ritrovamento, e rabbia, verso chiunque avesse organizzato tutto.
L'uomo mi si avvicinò e depose tutto di fronte a me.
Rimasi di stucco di fronte a tale comportamento, già che c'era poteva gettarle in mare.
Mi ero già messa a raccogliere tutti i miei bagaglio, quando il portellone dell'elicottero si aprì.
Non mi stupii nemmeno notando la figura che stava scendendo dal mezzo, quel camice da laboratorio era inconfondibile.
- Ehi! Come va?- chiese con una nota di felicità mista alla sua classica euforia.
Dietro di lei, ancora seduto sull'aeromobile si trovava una testa bionda che mi salutava lenti movimenti della mano, con quella che sembrava una faccia imbarazzata.
Almeno la presenza di Armin non avrebbe fatto danni alla mia salute mentale.
Con tutti i bagagli in mano mi diressi verso la nuova arrivata che nel frattempo si stava già dirigendo nella mia direzione, ci incontrammo a metà strada.
- Allora? Piaciuta la vacanza?-
Non capivo come facesse a essere sempre così esuberante e soprattutto non potevo credere che avesse seriamente fatto quella domanda.
- Una meraviglia, guarda. Ho apprezzato particolarmente lo stalker incluso nel pacchetto. - feci un cenno con la testa in direzione di Levi.
- Sapevo che ti sarebbe piaciuta, ma ora abbiamo qualcosa di cui parlare, forza, andiamo!-
Prima che potesse voltarmi le spalle le mollai in mano uno dei miei bagagli, poi ci dirigemmo entrambe verso l'elicottero dove feci la conoscenza del pilota.
Mike ci rivolse un cenno di saluto dall'interno, per poi tornare a schiacciare pulsanti e attivare levette.
Io fui l'ultima a salire a bordo del mezzo di trasporto.
Non appena mi sedetti, Armin mi porse un paio di cuffie con attaccato un microfono che subito indossai.
Ero leggermente in ansia, non ero mai salita su un elicottero, ma tutti gli altri sembravano tranquilli, quindi cercai di evitare momenti di panico.
Non appena ci sollevammo dalla piattaforma la voce di Hanji ci risuono nelle orecchie, trasmessa dalle cuffie.
- Bene, direi che per qualcuno è il momento delle spiegazioni.-
- Oh, finalmente, grazie mille.- dissi parlando nell'apparecchio - Ma non è che così disturbiamo il pilota?- aggiunsi preoccupata.
- Le sue cuffie sono sintonizzate su un'altra frequenza, stai tranquilla.-
Alla tecnologia elicotteristica ero totalmente estranea.
- Ora, sperando che nessuno mi interrompa, vorrei cominciare.-
Prese una cartellina nera che si trovava di fianco a lei, la aprì e ne tirò fuori alcuni fogli.
Me li porse e io allungai una mano per prenderli, improvvisamente li tirò di nuovo indietro e mi fece una domanda.
- Ti ricordi quell'allenamento che hai fatto all'agenzia circa un mese fa e che sarebbe dovuto servire a capire i tuoi punti deboli?-
Annuii, non avrei potuto dimenticarmi quella bizzarra e improvvisa esercitazione.
- Ecco, in realtà il video che ti abbiamo mostrato per evidenziare le tue mancanze è stato successivamente montato e spacciato per un pezzo di un film d'azione in cui tu sei la protagonista.-
- E perchè lo hanno visto quei due tipi sulla nave?- avevo qualche idea in mente, soprattutto grazie a quel invito che avevo ricevuto, ma era sempre meglio accertarsi.
- Come ormai sai tutta la storia della vacanza gratis era una farsa, in realtà io e il mio team eravamo venuti a sapere qualche tempo prima che Zeke avrebbe dato un importante party al quale avrebbero partecipato importanti personalità di tutti i campi.
Così ci siamo dati da fare per riuscire a partecipare.
Prima di tutto siamo venuti a conoscenza della vacanza di Zeke e ne abbiamo approfittato.
All'inizio pensavo di coinvolgere solo Levi, ma poi mi sono ricordata della tua incredibile performance sul tetto del quartier generale, ho modificato un po' il filmato et voilà: da spia ad attrice che interpreta una spia, quale copertura migliore di questa?-
Le parole che continuavano a fuoriuscire dalla bocca della donna mi fecero venire mal di testa, ma lei non accennò nè a fermarsi nè a parlare più lentamente.
- Tre giorni prima della partenza della nave ti ho inviato la mail alla quale tu hai abboccato come un pesce.
Salita a bordo tu non te ne sei resa conto, ma nella cabina vicino alla tua si trovava Levi che, mentre ti divertivi, si è lavorato i due gorilla di Zeke: Reiner Braun, il biondo e Bertholdt Hoover, quello alto.- finalmente mi diede due dei fogli che teneva in mano, su ognuno c'era la foto e le informazioni più importanti che riguardavano quei due.
- Levi, spacciandosi per un agente cinematografico e presentando te come la sua migliore attrice, è riuscito a ottenere l'invito.
Quindi ricordati che sabato prossimo dovrai partecipare a una festa di gala.-
Nonostante il dolore alla testa causato da un misto tra altitudine, rumori di sottofondo e chiacchiere, ero riuscita a capire più o meno tutto; anche se il mio capo aveva dimenticato una parte fondamentale.
- Scusa, ma chi è Zeke?-
La domanda sembrò piu che lecita a Zoe, che subito rispose, oltre a darmi altri fogli.
- Zeke, nome in codice: Beast.
È un pezzo grosso di una delle più grandi organizzazioni criminali conosciute: la Titans.
Ricordati: qualsiasi cosa di illegale è passata nelle mani della Titans.
In passato Zeke era uno scienziato di poco conto, lavorò nel campo della ricerca fino a quando non venne radiato dall'albo a causa di alcuni suoi studi riguardanti la natura umana.
Per alcuni anni non si seppe più niente di lui, scomparve del tutto per poi riapparire misteriosamente quindici anni dopo nelle vesti di finanziere ricco sfondato e filantropo.
Non ti sembra strano tutto ciò?-
- Come potrebbe non esserlo.- risposi mentre sfogliavo il dossier che mi aveva passato.
- In ogni caso è da qualche anno che i nostri agenti gli stanno con il fiato sul collo e hanno scoperto questo.-
La donna mi diede un altro paio di fogli, la carta era ingiallita e tutti erano pieni di formule, scritte quasi illeggibili e disegni del corpo umano.
- Che roba è?-
Questa volta fu un'altra voce più giovanile a rispondermi.
- Quelle che vedi sono gli studi di Zeke, formule chimiche per la composizione di quello che noi chiamiamo il siero.-
- Il siero?-
Subito Hanji mi diede un'altra spiegazione.
- Non sappiamo ancora di cosa si tratti di preciso, il foglio che hai tra le mani è stato recuperato qualche mese fa da un agente, risale a prima della sua improvvisa sparizione.
Quelli della scientifica hanno provato a ricrearlo e i risultati sono stati orribili; in ogni caso il siero sembra potenziare l'organismo che lo riceve in diversi modi.
Ti ricordi la tua prima missione operativa?-
- Come potrei dimenticarla.- questa volta fu il mio turno di scoccare un'occhiataccia verso Levi.
- L'oggetto che dovevate recuperare era un siero sperimentale, mentre quelli che avete affrontato erano i pesci piccoli della Titans: la squadra di The Ripper, o per meglio dire: Kenny, nella quale si era infiltrato Levi.
Anche loro erano interessati al nostro prototipo rubato, per fortuna siamo riusciti a sgominarli prima.-
- Ok, fin qui ci sono, più o meno; ma cosa dobbiamo fare a quella festa?-
Questa volta fu il turno del corvino a rispondere.
- Tch. Certo che il tuo cervello deve essere proprio piccolo se non ci sei ancora arrivata.
Bisogna recuperare le sue ricerche, sembra siano contenute all'interno di un computer dal quale non si separa mai; è per questo che ho dovuto avvicinare i due gorilla, lui è rimasto tutto il tempo nella sua cabina.-
In effetti tutto quello che mi era stato raccontato aveva un suo senso.
- E devo andarci io?- domandai leggermente intimorita, da quel che sembrava non sarebbe stata una passeggiata.
- Esattamente, tu insieme ad Armin, Annie...-
La interruppi subito non appena sentii quel nome sconosciuto.
- Chi è?-
- Una ragazza della scientifica, ma ha ricevuto un allenamento adatto per le missioni sul campo.-
- Al contrario di qualcun'altro.-
Non feci caso alla frecciatina acida rivoltami dal mio scorbutico collega.
- Quindi siamo solo noi tre?- chiesi sperando nel profondo del mio cuore che una certa persona non ci fosse.
- Più Levi.-
Sentire il suo nome fu come un improvviso colpo in testa, non sarei riuscita a sopportarlo.
Senza preoccuparsi di come ero impallidita nel giro di tre secondi quella donna proseguì, tirando fuori altri fogli.
Su alcuni c'erano foto da ogni angolazione di una sontuosa villa, mentre altri rappresentavano la planimetria della casa e di ogni singolo suo piano.
Hanji tolse dal taschino del camice un pennarello rosso e cominciò a fare dei segni, per poi mostrarci il suo capolavoro e spiegarcelo.
- Questo è il piano: Armin e Annie sono già stati ingaggiati rispettivamente come cameriere e chef, quindi entreranno insieme al servizio catering da questa porta laterale e si preoccuperanno di coprirvi le spalle.-
Ci indicò uno dei punti dove aveva scarabocchiato.
- Tu e Levi invece siete stati invitati, quindi vi comporterete come tali.
Potrete muovervi senza destare sospetti e cercare il computer.
Visto che la città dove si tiene la festa è lontana arriverete in un albergo la mattina stessa con tutto il necessario per la festa e una macchina da noi fornita, lo stesso per gli accessori.- Hanji fece il segno di due virgolette immaginarie, facendoci intendere che non sarebbe stato il genere di accessori comuni.
- E il computer dove si dovrebbe trovare?-
- Pensiamo che ci sia un caveau o qualcosa di simile dentro la villa, ma non sappiamo dove, sta a voi cercarlo.
Noi vi forniremo tutto il materiale necessario, ma tutto sarà nelle vostre mani.-
Il tempo passò e la data della festa si avvicinava sempre di più, non mi resi nemmeno conto che il giorno fissato era ormai arrivato.
Erano le sei del mattino, stavo finendo di infilarmi le mie scarpe da ginnastica quando il rumore del citofono giunse alle mie orecchie.
Solo una persona poteva suonare a quell'ora.
Presi il borsone che avevo preparato con tutto il necessario, uscii e chiusi la porta a chiave.
Dopo due minuti mi trovai all'aperto e vidi qualcosa di inaspettato.
Levi si trovava appoggiato a braccia incrociate, con quella sua solita aria menefreghista, a una costosa auto sportiva quattro posti di color nero.
Anche il suo abbigliamento era in linea con la vettura, sportivo ma allo stesso tempo elegante.
Non appena mi vide fece il giro e salì sulla macchina al posto di guida, si allacciò la cintura e poi mi guardò, una muta intimazione a imitarlo.
Stavo per avviarmi verso i posti dietro quando la sua voce mi bloccò.
- Non sono il tuo chauffeur, lascia lì quella fottuta borsa e sali davanti.-
Feci quanto detto.
Quello sarebbe stato un lunghissimo viaggio.
Durante il tragitto l'uomo mi informò di tutto quello che avrei dovuto sapere, mi disse il motivo della festa, alcuni degli ospiti più importanti e tanto altro; memorizzai solo la metà di tutto quello che mi stava raccontando, forse perchè troppo stanca a causa dell'orario a cui mi ero svegliata.
Poi fu il mio turno di parlare e chiesi degli altri due compagni, lui rispose che sarebbero arrivati insieme ai loro provvisori colleghi di lavoro.
Giungemmo all'albergo verso le dieci e mezza.
Ci recammo alla reception e dopo aver ricevuto la tessera per la stanza, e un "Buona luna di miele" da parte del gestore (il che mi fece presumere che nelle nostre finte carte d'identità risultavamo sposati), mollammo tutte le nostre cose in camera.
Arrivati lì il corvino mi mostrò tutte le meraviglie tecnologiche che Hanji Zoe ci aveva fornito e dopo una mezz'ora sparì, senza nemmeno dirmi dove andava.
Approfittai dell'occasione per occuparmi del mio vestiario della serata e di dare un occhiata ai nuovi giocattolini elettronici.
A pranzo Levi non si presentò e la cosa cominciava a sembrarmi sempre più sospetta, anche se non me ne preoccupai più di tanto.
Infine la stanchezza prese possesso di me e decisi di fare un pisolino, almeno durante la serata non avrei sbadigliato troppo.
Fui svegliata da alcuni rumori, dei fruscii continui e quello che pareva un aprirsi e chiudersi di zip.
Quando aprii gli occhi vidi il mio collega intento ad abbottonarsi una camicia bianca e quel gesto mi fece rendere conto di un particolare.
- Che ore sono?!- esclamai mentre mi catapultavo giù dal letto alla ricerca del vestito che avevo scelto per la serata.
- Le cinque e quarantadue.-
In quel momento fermai la mia frenetica corsa e lo fissai con uno sguardo impassibile.
Mi aveva fatto credere di essere in ritardo per una festa che si sarebbe tenuta alle sette e mezza della sera, quando erano a malapena le sei?
- E perchè ti stai vestendo adesso?- domandai scrutandolo in volto.
- La villa di Zeke è dall'altra parte della città e dista mezz'ora da qui, sperando di non rimanere imbottigliati nel traffico insieme a un branco di persone costipate che...-
- Va bene, ho colto l'antifona. Farò in un lampo.-
Lo fermai subito prima che potesse proseguire la frase, essere fermo in coda doveva essere un grosso problema per lui.
Presi tutte le cose che avrei dovuto indossare e mi fiondai dentro il bagno per prepararmi in modo appropriato.
Finii di sistemarmi una quarantina di minuti dopo, forse un tempo eccessivo, ma non avendo mai preso parte a feste del genere ero entrata in panico sulla scelta di vestiario che avevo fatto.
Non appena uscii mi trovai davanti una visione che non mi sarei mai aspettata, anche se forse avrei dovuto almeno sospettarlo, e fui costretta ad ammettere che il mio partner non era così male.
Lo smoking nero che portava sembrava essere stato fatto su misura per lui, cosa che in effetti poteva anche essere vera.
L'unico bottone della giacca era allacciato e si intravedeva la camicia bianca, il tutto insieme a un paio di pantaloni neri perfettamente stirati e delle scarpe del medesimo colore.
Mi stupì la cura nei dettagli: il papillon perfettamente dritto, i polsi della camicia risvoltati e chiusi con i gemelli, insieme ad altri piccoli particolari.
Levi Ackerman aveva certamente un suo fascino.
- Tch. Hai finito di fissarmi, mocciosa?-
E non era uno stupido.
Ignorai volutamente la domanda per evitare balbettamenti e imbarazzo.
Infilai le scarpe che avevo scelto da abbinare al vestito e ficcai nella minuscola e inutile pochette tutto ciò che ci poteva stare, cioè gli aggeggi forniti dal mio capo saggiamente camuffati, oltre a quelli che avevo già indosso, e il mio telefono.
La presi con una mano mentre nell'altra tenevo l'invito
- Bene, sono pronta.- annunciai tirandomi in piedi - Ma non hai caldo, Levi?-
- Sto bene, mentre dormivi ha piovuto e ora fa piuttosto fresco.- mi squadrò da capo a piedi con sguardo scettico - Pensavo che ti saresti presentata vestita da stracciona, ma a quanto pare sei accettabile, anche se non un granchè.-
Non seppi se sentirmi insultata o elogiata.
- Come sei gentile, - replicai ironizzando - ma al contrario di te, io non partecipo a feste mondane ogni sabato sera.
Fai conto che fino a quando non ho letto l'invito non avevo idea che esistesse un "Dress Code" con un sacco di varianti, ho dovuto cercarlo su Google.
Che poi per voi uomini è molto più semplice, indossate uno smoking nero e siete a posto.-
Levi gettò una fugace occhiata al suo orologio da polso.
- Dobbiamo andare, non abbiamo tempo da perdere in chiacchiere come delle vecchie comari.-
- Ma la nostra roba? La lasciamo qui?-
- Verrà qualcuno a recuperarla, ora muoviti.-
- Come vuole, Mr. Bond.- lo canzonai.
Note
* Windex, il nome che Levi ha inventato per voi è una famosa marca, lascio a voi scoprire di cosa.
* Il cognome di Bertholdt ha due varianti: Hoover o Fubar.
Con il nuovo aggiornamento dell'applicazione mi capitano solo casini, se trovate più pubblicazioni sapete perchè.
Angolo autrice
Salve!
Ecco qui la seconda parte, sì lo so, dovevano essere solo due, ma io non ce la faccio a fare le cose corte.Anche perchè se una one-shot è corta finisce subito e poi a me non piacciono le storie scritte in fretta.
Questo è un capitolo di passaggio, nel terzo le cose saranno mooolto più movimentate, avrei anche dovuto pubblicare un'altra cosa ma alla fine non ho avuto il tempo.
in ogni caso la terza parte è quasi finita, anche se non so quando pubblicarla.
Devo decidere, se questa parte otterrà più di 20 voti la pubblico prima, altrimenti aspetto un attimo, anche perché devo regolarmi con le tempistiche tra gli aggiornamenti.
Ciaoo *si smaterializza*
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