Le Cronache di Reader - Atto III
Atto III- Non è come crede
Reader scese dal cavallo e si guardò intorno spaesata.
E ora cosa avrebbe dovuto fare?
Il vento non le aveva dato altre indicazioni, aveva solamente detto che lo avrebbe capito una volta giunta in città.
Maledisse mentalmente chi l'aveva cacciata in quel casino.
La giovane non aveva la più pallida idea di dove andare, quattro strade partivano dal luogo in cui si trovava, però non sapeva dove conducessero.
Si trovò costretta a ricorrere a un metodo che non utilizzava da quando era bambina.
Ambarabà ciccì coccò
Tre giganti sul comò
Che abbattevano il portone
Con l'aiuto dello scimmione.
Ma la Legione li ammazzò
Ambarabà ciccì coccò.
E così l'imbarazzante conta le consigliò di prendere la strada a destra più interna, che sembrava inoltrarsi sempre di più nel centro della città.
Incerta, Reader afferrò le redini della cavalcatura ed entrambi si diressero verso quella direzione.
Mentre passeggiavano alcuni passanti li guardarono incuriositi, addirittura sembrava che qualcuno volesse chiederle qualcosa, ma poi rinunciasse per chissà quale motivo.
Cammina cammina, arrivarono nella grande piazza al centro del borgo.
La trovò inaspettatamente gremita di gente nonostante non ci fosse l'ombra di un mercato con bancarelle di vario tipo o eventi di qualche genere.
La situazione la insospettì parecchio, molte persone confabulavano tra loro, alcune eccitate, altre confuse, altre ancora stranite.
E proprio mentre la paladina e il suo cavallo si stavano addentrando sempre di più nella piazza, sotto gli occhi di tutti, un suono riecheggiò nell'aria.
"Un corno da guerra? Che ne stia per scoppiare una?"
Di nuovo il frastuono venne udito dalle orecchie di Reader, questa volta più vicino e quasi più... dolce.
Non le sembrava che annunciasse l'arrivo di qualche imminente pericolo.
- Arrivano! Arrivano!-
Reader girò la testa alla ricerca di quella voce.
Un bambino, proveniente dalla strada da dove lei era appena arrivata, stava correndo verso di loro urlando a gran voce.
-Sono alle porte della città! Stanno entrando!-
La folla cominciò ad agitarsi sempre di più, alcuni iniziarono addirittura a spingere per cercare di avanzare, finendo così per tirare delle spallate alla poveretta, ignara di ciò che stava per capitare.
- Ehi! Fate attenzione, insomma! Che diamine!- disse a tutti quelli che la spintonavano di qua e di là senza preoccuparsene.
Altri tre squilli di corno furono uditi, sempre più vicini.
Persa la pazienza, ma anche spinta da un pizzico di curiosità e dall'istinto di sopravvivenza che le diceva che quello era l'unico metodo per non farsi schiacciare dalla gente, la ragazza montò sul suo cavallo e in qualche modo riuscì a farsi strada verso un lato della piazza.
Dall'alto riuscì a scorgere qualcosa che si stava avvicinando sempre di più: una macchia verde che avanzava uniforme, come una gigantesca macchina ben oliata.
La folla, ora silenziosa e intimorita, a quella apparizione si schiacciò sempre di più verso i lati per fare spazio all'enorme formazione che era osservata da tutti con bocche e occhi spalancati.
Quella che sembrava una chiazza di colore erano in realtà degli uomini che indossavano un mantello verde che gli arrivava all'altezza del polpaccio con il cappuccio calcato sulla testa.
Reader rimase sbalordita davanti a quella moltitudine di persone che stava arrivando, erano ordinatamente divise in file da tre e camminavano in sincrono in modo impeccabile; non poté fare a meno di provare una punta di gelosia, loro nell'armata non ci erano mai riusciti.
Non che fosse particolarmente necessario quando combatti giganti, ma era dannatamente scenografico.
Quell'esercito si avvicinava sempre di più ed ora potè notare alcuni particolari, tutti tenevano impugnato nella mano destra un arco e sotto il mantello pareva celarsi una armatura di quelle leggere.
- Non avevo mai visto un elfo in vita mia.- il bisbiglio del vecchio che si trovava di fianco a lei le permise finalmente di comprendere chi erano
i nuovi arrivati.
Elfi.
Aveva letto qualcosa su di loro, in un vecchio libro per bambini se la memoria non la ingannava, creature mitologiche che appaiono eteree.
Non avrebbe mai pensato di incontrarne uno, nemmeno nei suoi sogni; ma magari tutto quello che stava vivendo era proprio un sogno.
L'armata stava facendo in quel momento il suo ingresso nella piazza e lei prestò attenzione a un'altra figura che prima non aveva nemmeno preso in considerazione perché distratta dalla moltitudine.
Li stava guidando un elfo in prima fila in sella a una bianca cavalcatura.
Le fattezze di quello che doveva trovarsi abbastanza in alto nelle scala sociale elfica trasudavano regalità da ogni poro.
Indossava una armatura argentata, i biondi e lisci capelli lunghi erano tenuti fermi da una coroncina intrecciata che sembrava formare sulla fronte dell'uomo due ali, il naso allungato aveva un qualcosa di conosciuto, gli occhi sembravano azzurri, anche se da quella distanza non ne era certa.
E poi aveva quelle sopracciglia, quelle sopracciglia folte che le ricordavano tanto quelle del...
- Comandante!-
Senza rendersene conto si era ritrovata ad urlare quella parola, catapultando su di sé gli sguardi della folla, ma non quelli dell'esercito che continuava a guardare avanti.
Aveva però catturato l'attenzione di qualcun altro.
Quello che aveva definito come comandante girò la testa verso di lei, incuriosito da quel suono.
Con freddezza fece saettare il suo sguardo sulla ragazza, come se la stesse esaminando annoiato.
Poi con una tirata di redini fermò il cavallo, facendo interrompere così anche la marcia del suo esercito, che di botto si fermò, ovviamente in modo impeccabile.
La tensione era palpabile nell'aria e Reader sudò freddo.
Poi successe l'inaspettato.
-Vieni avanti, mortale.- disse l'elfo con fredda voce stentorea.
Reader deglutì e dopo essersi fatta velocemente coraggio spronò il cavallo ad avanzare.
Appena il suo compagno d'avventura mise zoccolo fuori dalla folla, come se fossero un unico essere tutti gli elfi dell'armata girarono la testa nella sua direzione per poi fare la medesima cosa con il corpo e infine poggiarono l'arco a terra all'unisono.
"Mi sento importante come se fossi una principessa, ma allo stesso tempo ho una paura folle."
Reader rimase impalata poco lontana dal loro capo per evitare che qualcuno le staccasse la testa per essersi avvicinata troppo.
- Ho detto: vieni avanti.- ripeté il biondo.
E così la giovane, intimidita, fece quanto detto.
Nemmeno il tempo di avvicinarsi di più che l'elfo si rimise in marcia seguito dall'esercito appiedato.
La ragazza si affiancò all'uomo leggermente imbarazzata, e se quello non fosse stato Erwin? No, era impossibile, lo avrebbe riconosciuto ovunque, soprattutto per le sopracciglia.
Dopo qualche secondo lui si decise a parlare.
- Chi siete, mortale? Avete un volto che mi è familiare.-
"Oh perfetto, sono passata dal mio nome originale, a Reader, a mortale.
Comunque ora cosa gli rispondo?"
- Posso dire la stessa cose di lei, ehm...comandante? Capitano? O qualunque carica voi occupiate.-
- Sire Erwil. E invece voi siete?-
- Mi chiamo... Reader- non ci provò nemmeno a dire il suo vero nome, da ciò che le aveva detto il vento nessuno l'avrebbe chiamata così.
"Magari quando qualcuno si ricorderà della realtà si ricorderà anche di tutto il resto, anche se è più probabile che siano degli alter ego, sarebbe impossibile che tutti siano intrappolati qui, altrimenti anche loro saprebbero di non appartenere a questo mondo.
Inoltre non la capisco proprio questa storia dei nomi, anche quello di Erwin è leggermente cambiato. "
- Che nome singolare.-
- Eh già, non lo dica a me, comunque non è necessario che mi date del voi.
Posso chiederle dove stiamo andando maestà?- domandò incuriosita, il sole stava tramontando e lei non sapeva cosa fare appena fosse scesa la notte.
- Al castello, urgenti affari incombono tra me e re Pixis.-
"C'è anche Pixis in questo mondo?
Possibile che ci siano solo persone altolocate e non qualcuno con cui possa confidarmi o perlomeno nella mia stessa situazione?
Erwin sembra che non si ricordi niente."
- E, se mi posso permettere, allora come mai avete richiesto la mia presenza?- chiese sospettosa mentre osservava di sottecchi l'armata dietro di loro.
- Oltre ad avere un viso familiare come ho già detto, hai anche una strana aura che ti circonda e non ho idea se questo sia un bene o un male.
Qualcosa di potente si muove a Nord e tutti devono essere pronti nel caso si trattasse di una minaccia.-
- Quindi il motivo per il quale siete venuto qui è di attuare strategie insieme al re in previsione di questo pericolo.-
- Esattamente, e tu invece, come sei giunta qui?-
- Come fa a sapere che non abito qui?-
- Il tuo aspetto suggerisce tutt'altro, puoi rispondere alla mia domanda ora?-
- È una storia lunga, sinceramente non so nemmeno come spiegarla.
Diciamo che mi è stato detto di venire in questa città, ma non so altro.- spiegò in modo molto sintetico, non voleva farsi prendere per pazza dal sovrano raccontando tutti i particolari.
Dopo questa breve conversazione tutto il resto del tempo necessario per arrivare al palazzo trascorse nel più totale silenzio, gli unici suoni che si udivano erano i fruscii dei mantelli degli elfi e i loro passi leggeri.
Giunsero davanti all'imponente castello del Re Pixis e proprio davanti al gigantesco portone trovarono il comitato d'accoglienza.
Ad attendere gli elfi c'era un manipolo di soldati, un uomo con un cappello strano di colore verde con una piuma bianca sulla testa che rendeva difficile vederne il volto e quello che doveva essere il re a giudicare dalla corona dorata che indossava.
- Erwil, benvenuto a Stohess.-
Il capo della cittadella lo accolse e si avvicinò con un sorriso sulle labbra, appena l'uomo fece un passo l'esercito elfico ripeté lo stesso trattamento che aveva riservato in precedenza alla ragazza.
- Grazie dell'accoglienza, ma non era necessaria.-
Dopo aver pronunciato tali parole, sire Erwil scese elegantemente dalla cavalcatura.
Reader lo osservò incantata dimenticandosi del resto, si domandò se aveva anche quella regalità anche in veste di comandante o era solo un'aggiunta dovuta ai caratteri elfici.
Il re stava quasi per muovere un passo per avvicinarsi all'altro sovrano quando si ricordò di una cosa.
La giovane era ancora in sella alla sua cavalcatura e persa tra i suoi mille pensieri.
Ad un certo punto un leggero colpo di tosse attirò la sua attenzione.
Guardò alla sua sinistra, la mano del re dagli occhi azzurri era allungata nella sua direzione.
Reader corrucciò le sopracciglia non capendo cosa voleva dirle.
"Cosa sta aspettando? Non vorrà mica essere pagato. No, impossibile."
Poi si accorse che tutti la stavano fissando e finalmente capì.
" Qualcosa mi dice che devo scendere.
Ora si spiega la mano, ma sono capacissima di smontare da cavallo da sola, però se non gli dessi questa soddisfazione lui potrebbe rimanere offeso e non farebbe proprio una grande figura con tutti gli altri presenti.
Va be', diamo soddisfazione al maledetto ego maschile."
E fu così che con un agile mossa, e sfruttando il meno possibile l'aiuto offertole, Reader si trovò nuovamente con i piedi a terra.
I due poi si mossero nella direzione di re Pixis che nel frattempo si stava già dirigendo verso di loro.
Quest'ultimo lasciò perdere tutta la sua compostezza e diede un abbraccio fraterno corredato di pacche sulla spalla a Erwil.
- Quanto tempo, amico mio.-
Re Erwil non seppe come rispondere a quel gesto, che per fortuna non durò troppo, e mantenne la sua solita postura.
- È un piacere anche per me rivederla.- rispose pacatamente appena l'uomo si staccò da lui.
- Oh via tutte queste formalità. Piuttosto... chi è questa incantevole fanciulla? Non dirmi che finalmente hai scelto una compagna.
Bravo amico mio, hai davvero buon gusto, secondo me hai fatto un'ottima scelta.
E dimmi, fanciulla, a quando le nozze?
C'è assolutamente bisogno di festeggiare con del buon vino.-
Reader in quel momento si sentì sbiancare e allo stesso tempo arrossire, come era possibile non ne aveva idea.
Non sapeva se era più imbarazzante il fatto che Pixis, comandante della Guarnigione, si fosse complimentato con lei o per il fatto che la credesse la fidanzata dell'elfo.
La ragazza si affrettò subito a rispondere per evitare che si creassero altri fraintendimenti.
- No guardi, non è come pensa!-
- Ah no? Non siete fidanzati?- domandò il calvo mentre si lisciava un baffo.
- No, Pixis.- rispose tranquillo Erwil.
- Ma quindi siete già sposati, quale gioia! Bisogna festeggiare!
E a quando degli elfetti allora? Sono sicuro che avrete dei bellissimi bambini, avete la mia benedizione.
Quando dovrete scegliere un nome ricordatevi della persona qui presente.- aggiunse con aria ammiccante.
In quel momento Reader sarebbe voluta sprofondare dalla vergogna, le sarebbe andato bene anche essere mangiata da un gigante. Anche se a ripensarci preferiva la prima opzione.
Boccheggiò incapace di pensare a qualcosa con cui controbattere, ma fortunatamente qualcun altro intervenne.
- Non stiamo insieme, Pixis, in nessun senso.- specificò l'elfo trafiggendo l'uomo con i suoi occhi di ghiaccio.
- Che peccato... Ma vi ho fatti stare qui fuori fin troppo, prego accomodatevi e raccontatemi come vi siete incontrati, sono parecchio incuriosito visto che questa fanciulla non sembra avere nessun legame con te.
Per quanto riguarda l'esercito e i cavalli lascerò che se ne occupino i miei soldati.
Avete capito?- rivolse l'ultima domanda ai suoi uomini che annuirono e si affrettarono a soddisfare quell'ordine.
Reader e Erwil invece seguirono il re dentro al castello accompagnati solamente da quel tipo con il cappello con la piuma, che era stato per tutto il tempo silenzioso e con la testa china intento a scribacchiare qualcosa su quello che sembrava un taccuino rilegato in pelle.
- E quindi- riprese il sovrano- come vi siete conosciuti?-
- Poco tempo fa.- sentenziò il biondo.
- Quanto di preciso? Un anno, sei mesi, qualche settimana?-
- Direi circa un'ora fa.- specificò la giovane con sincerità.
L'espressione di quello che nel mondo della donna era il comandante della Guarnigione era qualcosa di impagabile: un misto fra stupore, curiosità e... sospetto.
- E come mai l'hai condotta qui, Erwil?-
Dal tono Reader capì che qualcosa nel suo atteggiamento verso di lei era appena mutato.
A questa domanda il sovrano elfico cominciò a spiegare tutte le ragioni che lo avevano portato a decidere di portarla con lui, dal viso familiare, all'aura e ad altri mille motivi dei quali Reader non aveva idea.
Parla parla, erano giunti al centro di un enorme sala.
Pixis si fermò di colpo inducendo gli altri a fare lo stesso, fatta eccezione per il ragazzo chiudifila che andò a sbattere contro la schiena di Reader.
Egli borbottò delle parole che suonarono come delle scuse e subito riportò lo sguardo sul taccuino.
- Bene! Ho organizzato una festa in onore del tuo arrivo, Erwil; spero che parteciperai e non te ne andrai subito come tuo solito.
Ovviamente è invitata anche questa gradevole fanciulla.- si rivolse alla ragazza gentilmente - Ma ora immagino sarete stanchi.
Ciambellano in prova!- indicò il tipo dietro di noi che smise di scrivere ma non lo fissò in faccia.
- Accompagna questa fanciulla e cerca una stanza in cui possa riposare, poi non so, falle fare un giro del castello o quello che vuoi.
Io e Erwil abbiamo delle questioni importanti da discutere.-
Mentalmente Reader si appuntò un altro soprannome da aggiungere alla lista, fanciulla le mancava.
Così il gruppo si divise e quello che era stato definito ciambellano in prova riuscì a trovare una stanza libera; poi le disse che le avrebbe portato tutto il necessario per la festa.
Nemmeno il tempo di ringraziarlo che lui sparì tra i corridoi del palazzo.
Reader entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle stremata, non sapeva perché ma aveva uno stranissimo presentimento riguardo a questa festa.
Angolino dell'autrice.
Questa volta mi è d'obbligo farlo per spiegare alcune cose.
Finora sono comparsi solo tre personaggi originali, ma non preoccupatevi che prossimamente arriveranno anche gli altri.
Prima di tutto mi sono divertita un sacco quando ho dovuto descrivere Pixis XD, non so perché ma lo trovo esilarante, vi prego non voletemene.
In secondo luogo Erwin versione re elfico non è casuale come scelta, io non faccio mai le cose a caso, ognuna ha una sua motivazione.
Se avete visto il film "Lo Hobbit" avrete sicuramente capito chi mi ha fatto venire l'idea e non potete negare la somiglianza.
Nel caso non lo aveste capito o non lo sapeste mi sono basata su Thraduil, Re di Bosco Atro, nonché padre di Legolas (vedi "Il Signore degli Anelli").
Nel caso ve lo stesse chiedendo sono una grande fan.
Quindi boh, cercate su Google "Thranduil and Erwin Smith" o simili e ditemi se non sono uguali.
Direi che ho finito.
Ciaoo *si smaterializza*
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