Le Cronache di Reader - Atto I

Atto I - Annoiato


Ci sono quei giorni in cui le persone si annoiano.
Proprio a causa di ciò tendono a riempire quel momento vuoto in cui non sanno cosa fare, c'è chi cucina per divertimento, c'è chi legge, chi passa del tempo al computer o guardando la televisione.
Anche io in questo momento mi sto estremamente annoiando.
Ma non è quel tipo di noia che tendi a rimpiazzare con qualcosa d'altro.
No.
È quella in cui ti trovi a fissare il nulla perché troppo svogliato per fare qualcosa di produttivo.
Che situazione...
In cinque minuti si poteva considerare quasi un record passare continuamente da una posizione a un'altra così tante volte, in piedi e poi di nuovo a gambe incrociate per terra, seguita da una camminata veloce e infine di nuovo a gambe incrociate sul pavimento.

Mi osservai nuovamente intorno, ci doveva per forza essere qualcosa da fare che potesse intrattenermi.
Il mio sguardo si posò su qualcosa che non avevo tenuto in considerazione, un singolo oggetto che mi avrebbe portato molto divertimento.
Eccome se lo avrebbe fatto.

Era da ore che una testa bionda si stava aggirando per quella che sembrava essere una biblioteca non troppo fornita.
Si affannava per cercare all'interno di quel luogo qualcosa che potesse suscitare il suo interesse e finora non poteva ancora considerare compiuto il suo intento.

Il ragazzo camminava lentamente esaminando attentamente le copertine di tutti quei libri malconci che parlavano sempre degli stessi argomenti.
Ad un certo punto si piegò, nella speranza che negli scaffali più bassi avrebbe trovato qualcosa che stuzzicasse la sua curiosità.

Niente, anche questa volta.

Si rialzò e osservò i tre manoscritti che teneva in mano: "Passo dopo passo: come allevare un gigante", "Strategie e trucchi: livello avanzato" e " L'arte della pulizie per principianti."
All'inizio si era domandato perché il caposquadra Hanji Zoe gli avesse chiesto di prenderli, ma poco dopo ci aveva rinunciato. Era impossibile comprendere cosa passasse per la testa del superiore.

Già poco dopo la sua richiesta stava fantasticando se non avesse potuto approfittare di quell'occasione per scovare qualche cosa anche per lui; ma purtroppo non fu così.

Il giovane sbuffò e scosse la testa sconsolato, aveva assolutamente bisogno di leggere.
In quei giorni la Legione Esplorativa si stava dedicando ad attività piuttosto tranquille.
Non c'erano spedizioni in programma e quindi tutti passavano il loro tempo ad allenarsi con il movimento tridimensionale oppure a tirare a lucido il quartier generale da cima a fondo.

Non che a lui la cosa dispiacesse, certo che no, sempre meglio che diventare cibo per giganti.
Solo che in quel momento si stava annoiando, non sapeva nemmeno lui il perché, ma sentiva che qualcosa non andava.

Posò i tre volumi su un vecchio tavolo di legno che si trovava attaccato a una parete, dopodiché si sedette su una sedia vicina ad esso.
Appoggiò i gomiti sul tavolo, mentre la sua testa veniva sorretta dalle mani.
Si ritrovò così a pensare.
Ultimamente si sentiva così strano, così... così... oppresso.
Ecco, quello era l'aggettivo adatto a definirlo in quel momento: oppresso.
Lui si sentiva oppresso.

In effetti si era sempre trovato in quella situazione.
Da piccolo veniva preso in giro dagli altri ragazzini solo perché voleva vedere quel che c'era oltre le mura.
Poi era arrivato il turno dei giganti, che avevano portato via tutto a lui e ai suoi amici.
E infine c'era quella gigantesca barriera, se solo non ci fosse stata, se solo non ci fossero stati i titani, le cose sarebbero potute andare mille volte meglio.

E invece no.

Lui poteva solamente limitarsi a sognare quel mondo esterno che sperava prima o poi di riuscire a esplorare, ma sin da bambino c'era sempre stato qualcuno a infrangere quei sogni e a tarpargli quelle ali.
Le ali della libertà a cui ambiva.

Andando avanti era arrivato quel tempo in cui riuscì a ottenere quelle ali, ma alla fine che cos'erano?
Solo un simbolo cucito su una giacca.

All'inizio il giovane la pensava così. 

All'inizio aveva semplicemente seguito Eren e Mikasa, le uniche due persone care che gli erano rimaste.

All'inizio non sapeva cosa fare.

Dopo aver visto la distruzione creata dai giganti l'idea di uscire dalla quella cerchia, che aveva tenuto imprigionata l'umanità per chissà quanto tempo, non gli
saltava in testa così spesso.

Dall'altra parte poteva esserci una distruzione ancora più grande.

Lentamente però aveva cominciato a cambiare idea, aveva capito come rendersi utile e non essere sempre un passo indietro agli altri.
Era come una continua gara, e lui era sempre l'ultimo che vedeva tutti gli altri che correvano davanti a lui.

Ma alla fine si era reso conto di qual era la sua capacità e dimostrare di essere degno di indossare quello stemma.
Progettare piani e strategie per ogni situazione non era una cosa da niente, assolutamente no.
Tutti quelli che aveva intorno, con i suoi stessi ideali (chi più, chi meno),  riponevano fiducia in lui e perciò non aveva intenzione di tradirla.

Fu così che quella vena da esploratore che c'era in lui si riattivò e riuscire a vedere il mare non gli sembrò più qualcosa di così impossibile.

Attraverso questo flusso di pensieri il ragazzo capì che quella che provava in quel momento non era oppressione, bensì noia, pura e semplice noia.
Cercava semplicemente qualcosa che lo potesse tenere occupato, magari leggere una bella avventura non sarebbe stato così male.

Improvvisamente gli venne l'istinto di guardare fuori dalla finestra e si rese conto che il sole stava ormai per tramontare.
"Ho perso troppo tempo, devo assolutamente consegnare questi libri al caposquadra."
Velocemente si alzò dalla sedia e riprese in mano i tre scritti.
A grandi falcate si avvicinò alla porta, quando...
Uno degli ultimi raggi di sole illuminò qualche cosa che era sfuggita alla vista del biondo.
Il ragazzo vide una sorta di riflesso provenire da sopra uno degli scaffali.
Incuriosito si mosse verso il luogo da dove proveniva quello strano bagliore, poi però si ricordò del suo compito.
"Vado o prendo quella roba la sopra?
Magari trovo qualcosa d'interessante e se così fosse potrei consegnare i libri al caposquadra in ritardo dicendo che ho trovato un oggetto particolare, potrei mostrarglielo e lei si potrebbe trovare d'accordo con me, così mi eviterei la sgridata.
Vada per la curiosità."

Lasciò nuovamente i tomi sul tavolo e s'avviò vicino al mobile da dove sembrava provenire il bagliore.
Guardò l'ultimo ripiano per vedere se quella luce provenisse da lì.
Pochi secondi dopo vide delle scintille scarlatte originate da un punto che si trovava ancora più in alto, probabilmente sopra lo scaffale.
"Che cos'è? Chi ha avuto la brillante idea di mettere quella cosa così in alto?
Mi toccherà prendere la scala."

Cercò con lo sguardo quell'oggetto utilizzato precedentemente e che ricordava d'aver lasciato da quelle parti.
Niente, non lo trovava.
Passò in rassegna tutta la stanza per cercarlo, eppure di esso neanche l'ombra.
Decise allora di prendere la sedia che dove si era seduto prima, ma anche questa volta l'oggetto sembrava scomparso.
"C'è sicuramente qualcosa che non va."

Pensò ad altre soluzioni per riuscire a raggiungere qualsiasi cosa ci fosse là sopra.
Gli venne in mente il tavolo dove aveva poggiato i libri, era sicuro che quello ci fosse ancora.
"Un mobile del genere non può scomparire nel nulla."

Come si voltò verso di esso rimase a occhi spalancati.
I tre volumi erano a terra e del tavolo non c'era traccia; si chiese se forse non era totalmente impazzito.

Cercò di progettare un altro piano, escluse l'ipotesi di una precoce pazzia e ancora più determinato tentò di prendere ciò che pensava fosse la causa di tutto ciò.
Allungo un braccio e spiccò un balzò nel tentativo di riuscire almeno a sfiorare l'oggetto misterioso, ma purtroppo la sua altezza non fu d'aiuto.
Improvvisamente, senza che lui se ne accorse in quanto troppo impegnato a saltare su e giù, la porta di legno della biblioteca si aprì, rivelando uno dei suoi amici.
- Armin, sono ore che ti cerco.-

Il nuovo arrivato fu alquanto confuso nel vedere l'amico atteggiarsi in tale modo.
-Ehm...Armin?- tentò nuovamente di richiamare la sua attenzione.

A quel punto l'altro ragazzo si accorse della sua presenza.
- Ehi, Eren! Già finito con le pulizie?- gli chiese con caldo sorriso sul volto.
- Si...- rispose un po' stralunato - Hai per caso bisogno di aiuto?- domandò pensando alla situazione nella quale aveva colto il biondino.
Gli occhi di Armin luccicarono a tale proposta.
- Una mano mi farebbe comodo, devo prendere una cosa qua sopra.- spiegò.
- Non c'è problema, faccio io.-
Fu così che anche Eren tentò l'impresa: prima si alzò sulle punte e allungò il braccio, poi vedendo la mal riuscita cominciò a utilizzare la stessa tattica di Armin mostrandosi esternamente alquanto ridicolo, ma anche questa volta fallì.

-Mi dispiace, Armin.-
- Non importa, ho un'idea migliore.- ammise quest'ultimo.
Gli spiegò il suo piano e il castano acconsentì.
- Bene, ora fammi mettere sulle tue spalle.-
Tra stivalate, manate e calci in faccia e sulla testa, Armin si trovò finalmente a cavalcioni sulle spalle di Eren, formando una torre umana accettabile.
A entrambi venne però in mente un particolare.
- Com'è che ci siamo allontanati così tanto dallo scaffale?- domandò Eren.
- Non lo so, ma ora forza, a tutta dritta.-
-Armin, ti senti bene?-
- No, è tre ore che tento di raggiungere quella cosa e non ci sono ancora riuscito.-
Fu così che Armin, in sella al suo fantastico destriero -volevo dire amico-  raggiunse il luogo agognato.
I suoi occhi videro la causa di tutti i suoi problemi: un libro dalla rilegatura rosso vermiglio.
Si sporse un po' di più per riuscire a prenderlo, la punta delle sue dita stava toccando quella spessa copertina, lentamente lo tirò verso di sè e finalmente riuscì ad agguantarlo con tutte due le mani: ce l'aveva fatta.
- Bene, e ora come scendo?-

In quel momento una voce risuonò nelle loro orecchie.

- Armin! I miei libri insomma, lo sai quanto diventa esigente Levi se uno non sa pulire come si deve.
Inoltre ne ho assolutamente e indiscutibilmente bisogno per studiare i titani, che bizzarre creaturine.-
Il caposquadra Hanji Zoe fece il suo ingresso nella sala insieme ad altre due donne.
Mikasa al vedere quella scene emise una singola parola carica di preoccupazione.
- Eren!-
Il ragazzo si avvicinò a lei con ancora il compagno sulle spalle.
- Ehi, Mikasa come va?-
Una terza voce divertita risuonò nella stanza.
- Si può sapere cosa state facendo?-
A parlare era stata una ragazza, una novità potremmo dire, che nel giro di poco tempo era riuscita a diventare caposquadra.
- È una storia lunga da raccontare.- disse Eren - o perlomeno credo.- aggiunse poi in un sussurrò.
Nel frattempo Armin aveva incominciato a sfogliare il nuovo manoscritto, facendo inconsapevolmente dondolare le gambe che andavano a colpire il petto dell'amico.
-Armin, così mi farai perdere l'equilibrio.-
- Oh scusa, solo che stavo guardando questo libro, è molto strano.
Comunque ora scendo subito.-
Iniziò così l'ardua impresa del duo che oscillava pericolosamente
- No, non muoverti, Eren. Perdo l'equilibrio.-
- Ahia, mi hai tirato una botta sul naso.-
- Oh, scusami.-
Le tre stavano guardando tutta la scena e decisero, per la loro incolumità, che era giunto il momento d'intervenire.
Tentarono di prendere Armin per tirarlo giù, ma proprio in quel momento Eren si sbilanciò all'indietro
facendo finire tutti contro lo scaffale.
Quest'ultimo movimento, per qualche inspiegabile motivo, fece cadere tutti i libri creando una gran confusione e i cinque si ritrovarono anche loro a terra.
Subito Armin in quella confusione cercò freneticamente il volume che gli era costato tanto sudore.
Richiamato dalla confusione creata, un'altra figura entrò nella biblioteca.
- Oi, si può sapere cos'è tutto questo casino?-

In quel momento Armin trovò il volume richiuso, sotto altri scritti e lesse un titolo impresso sulla copertina che prima non si ricordava di aver notato.
Lo aprì per vedere se anche all'interno era cambiato qualcosa.
Come lo fece una forte luce investì tutti quanti e poi...
E poi...
Chissà.

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