Benvenuti al "Wings of Liberty"- Di chiavi smarrite e sedie fluttuanti
Di chiavi smarrite e sedie fluttuanti
Passai in rassegna tutto ciò che era presente nella stanza: alle pareti erano stati appesi quadri con disegni inquietanti, i moderni lampadari parevano invecchiati di centinaia d'anni, ora erano fatti di legno con candele di cera vera e propria; buona parte dell'arredamento era stata coperto da teli bianchi, lungo il corrimano dello scalone c'erano statue di gargoyle con facce spaventose.
Tutto l'hotel sembrava tornato indietro nel tempo e invecchiato di colpo, dal nulla erano comparse delle ragnatele in ogni angolo e le uniche fonti di luci provenivano dalle candele dei vari candelabri e lampadari sparsi in giro.
"Come hanno fatto! È incredibile!"
Mi ricongiunsi con Hanji e gli altri.
- Bene. Cosa facciamo?- chiese Sasha.
- Tanto vale fare un giro, potrebbe essere divertente.- disse Armin.
- Sì, vi prego, amo le case stregate.-
"Figurati se non piacevano a Hanji"
-Muoviamoci allora, finiamo questa cosa in fretta.-
- Cos'hai Jean? Paura dei fantasmi?- Eren non perse l'occasione per stuzzicare il ragazzo.
Jean non replicò, limitandosi a fissare con astio la persona da cui era uscita quella che aveva chiaramente interpretato come un'offesa.
- Se ne stanno andando tutti, sbrighiamoci! - esclamò Hanji.
Ci incamminammo per quei lugubri corridoi che ci sembrava di non aver mai percorso.
Le armature lungo i lati di quello spazio parevano seguirci con i loro gelidi sguardi, mentre le fiamme tremolanti delle candele appese ai muri creavano macabri giochi di ombra e di luce.
A un certo punto qualcosa si sovrappose al rumore dei nostri passi.
Un clangore metallico.
Metallo che veniva trascinato lungo il pavimento.
- Sono io che soffro di allucinazioni uditive o lo sentite anche voi?- chiesi sospetta.
-È inutile che ti spaventi, sarà qualche effetto sonoro registrato.-
- Grazie Levi, sei così incoraggiante. È ovvio che non è qualcosa di paranormale.-
Notai che lui indossava dei pantaloni grigi di una tuta e una maglia nera a maniche corte.
- Non per intromettermi, ma io accelererei il passo.- Sasha sembrava leggermente agitata.
Con nonchalance Levi si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e con due falcate si ritrovò in testa al gruppo.
Cercando di non dare nell'occhio lo seguii, fra tutti era quello con cui mi sentivo più al sicuro.
Continuammo a proseguire per quel lugubre corridoio, girando ogni tanto a destra e a sinistra, come sottofondo avevamo rumori spettrali e Sasha che discuteva degli argomenti più svariati con il primo che le capitava a tiro per mascherare la fifa.
Dopo qualche altra svolta mi accorsi che il borbottare di Sasha era sparito, mi voltai e mi resi conto che gli altri non erano più dietro di noi.
Mi avvicinai di più a Levi e gli picchiettai sulla spalla nel tentativo di fargli notare la situazione che stava consciamente ignorando.
-Ehm...Levi, ti dispiace se torniamo indietro.- lui si voltò e guardandolo rimasi impietrita dal suo sguardo di ghiaccio che non mostrava emozioni.
-Tch. Non è un film horror, non succederà niente se ci separiamo, idiota.-
"Figurati se non aggiungeva il nomignolo."
- Lo so, ma non potremmo...-
- Andiamo avanti.-
- Parlare con te è come parlare al muro!- Pestai un piede a terra in modo infantile e mi fermai di botto, nella speranza che lui mi prestasse attenzione.
La sua camminata però non accennava a rallentare e nel giro di pochi minuti mi sarei ritrovata da sola, l'idea non mi allettava più di tanto
-Ho cambiato idea, aspettami.-
Così lo raggiunsi e camminai al suo fianco pur non essendo contenta del fatto di avergliela data vinta.
- Hai paura?- nelle sue parole era presente una punta di scherno.
- Assolutamente no.- era il mio orgoglio a parlare.
Alla fine del corridoio c'erano tre porte identiche.
"Non ricordavo che questo albergo fosse così grande."
- Dove vogliamo andare?- chiesi
- Destra.- aprì la porta sulla destra a ci addentrammo nella stanza.
L'interno della stanza era piccolo e l'unica cosa che trovammo fu una pericolante scala a chiocciola di legno.
Nonostante le mie proteste Levi volle salire al piano superiore e così fui costretta a stargli dietro.
Crick
Crick
Ogni passo era uno scricchiolio poco rassicurante, ma ancora pochi gradini e avrei rimesso i piedi per terra.
In quel momento un rumore diverso giunse alle mie orecchie.
Crack
L'ultimo scalino sul quale avevo poggiato il piede solo un paio di secondi prima si era appena rotto.
Rimasi terrorizzata pensando che uno di noi due avrebbe potuto rimetterci seriamente.
"Questo gioco sta diventando più pericoloso del previsto."
Anche Levi si fermò e osservò quello che era successo, poi riprese la sua camminata ed io fui costretta a seguirlo con addosso però una brutta sensazione.
Attraversammo un altro corridoio, ogni tanto scorgevo Levi osservarmi di sottecchi, probabilmente voleva solo accertarsi che non facessi danni.
"Come se a lui importasse."
Varcammo un'altra soglia e scoprimmo che la planimetria dell'hotel era cambiata radicalmente, ci ritrovammo così in un enorme biblioteca.
Tutta la stanza era strapiena di scaffali contenenti libri polverosi e le ragnatele infestavano ogni angolo, nonostante questo la sala era ben illuminata tanto che si poteva riuscire a leggere il titolo di qualche libro.
Ci osservammo intorno per capire il prossimo passo che avremmo dovuto fare, ma qualcosa d'altro catturò la nostra attenzione.
- Ma che c...- bloccai subito l'esclamazione di Levi.
- Stai zitto! Ascolta.- Una melodia si stava diffondendo velocemente nell'aria e l'ambiente mi sembrava diventato improvvisamente più cupo.
- Per Elisa di Beethoven.- sussurrai tra me e me.
- Scelta appropriata.- disse Levi che in qualche modo doveva avermi sentita.
Quella musica malinconica e inquietante continuava, il pianoforte a coda nero posto sulla destra non accennava a smettere di suonarla.
Dopo poco quella melodia mi catturò completamente, mi immobilizzai e chiusi gli occhi perdendomi tra le ipnotiche note emesse dallo strumento.
Un tonfo mi risvegliò dallo stato di trance in cui ero caduta e mi ci volle poco per capirne l'origine, soprattutto perché la scena si ripeté davanti ai miei occhi.
- Si può sapere cosa stai facendo? Perché prendi a calci una porta?-
Lui non mi prese nemmeno in considerazione.
Mi diressi verso Levi che si trovava vicino all'entrata che avevamo individuato come via d'uscita prima che la musica mi rapisse.
- È bloccata.- impallidì di fronte a quelle parole, lui invece sembrava il ritratto della calma.
- Non possiamo semplicemente uscire da dove siamo entrati?- proposi, mentre già mi dirigevo verso la porta usata in precedenza.
Poggiai la mano sulla maniglia e la girai, come lo feci un brivido mi percorse lungo la schiena.
Bloccata.
La saccenza di Levi mi colpì dopo pochi secondi.
-Tch, pensavi che non ci avessi già provato?-
- Bene, cioè non proprio, comunque dobbiamo tener conto che è un gioco, quindi ci sarà di sicuro una chiave o qualcosa di simile nascosta qui dentro per aprirla, basterà solo trovarla e usciremo di qui in poco tempo. - Il pianoforte non aveva ancora smesso di suonare come se avesse vita propria.
- Non credo abbiamo altre alternative.-
- Chissà che smacco per il tuo ego.- dissi con l'intenzione di prenderlo un pò in giro.
-Sconfitto da delle porte ammuffite.- conclusi.
- Chiudi quella bocca, a meno che tu non voglia che te la tappi io.-
Quella minaccia mise fine a tutte le mie provocazioni e fu un ottimo motivo per dedicarsi esclusivamente alla ricerca della chiave.
Iniziai a spostare alcune colonne di libri polverose che si trovavano a terra, nella speranza di trovare il fantomatico oggetto della nostra ricerca, poi passai in rassegna alcuni scaffali delle librerie.
Qualcosa catturò la mia attenzione, una sorta di filo che penzolava leggermente dallo scaffale più alto.
Mi guardai intorno per cercare qualche cosa che mi aiutasse a salire, il mio sguardo si posò su una di quelle scale con le rotelle che si potevano spostare comodamente da un posto all'altro.
La mossi e il cigolio provocato dalle ruote non promettè niente di nuovo, probabilmente era vecchia di chissà quanti anni.
Salì con attenzione e mi ritrovai al livello del ripiano più alto, la musica era improvvisamente diventata più forte.
Trovai il filo scorto in precedenza, lo presi in mano e con quel gesto capii che non era un filo, ma un cavo collegato a qualcosa d'altro.
"Vuoi vedere che..." lo tirai leggermente e notai che nel mentre di quel movimento feci cadere i due libri ai suoi lati che lo stavano intrappolando.
-Oi. Si può sapere cosa stai facendo?- Levi camminò nella mia direzione e si posizionò ai piedi della scala.
- Credo di aver trovato qualcosa. Una sorta di cavo.-
- Tch. Sarà qualche cosa che servirà per l'effetto del piano, cerca la chiave piuttosto.- Detto questo si rimise a cercare l'oggetto.
Non prestai ascolto alle sue parole e continuai a tirare quel pezzo di filo nero che partiva da un buco nel muro e finiva in un altro.
"Nasconderlo dietro i libri e lasciarne un pezzo fuori, di sicuro è fatto apposta.
Ci deve essere la chiave nascosta qui da qualche parte, magari tirando un pò di più."
Misi una mano appoggiata vicino a uno dei buchi e con l'altra iniziai tirai più forte il cavo.
"Fra poco cado."
Riuscì però a compiere la mia impresa senza riportare danni, così nella mia mano tenevo una parte del filo, ma della chiave neanche l'ombra.
L'unica cosa che ottenni fu quella di fermare la musica.
"Grazie al cielo, mi stava facendo venire mal di testa.
Ora devo vedere se magari qua dietro c'è la chiave, il mio intuito dice che è qui, quindi qui deve essere."
Spostai, o per meglio dire feci cadere a terra, altri libri polverosi, non preoccupandomi se alla fine avrei dovuto ripagare i danni: il mio unico obbiettivo era uscire da quella stanza.
Finalmente il palmo della mia mano tasto qualcosa di freddo e da una forma conosciuta, la afferrai velocemente e il mio sguardo luccicò appena me la misi davanti agli occhi, chiusi la mano a pugno per evitare di perder la chiave.
"Bene, problema risolto, possiamo uscire."
Spostai un piede sullo scalino inferiore e poi l'altro.
Una delle finestre catturò la mia attenzione: non aveva ancora smesso di piovere a dirotto.
Feci un altro passo per ricominciare la mia discesa.
In quel momento un potente tuono sembrò rimbombare per tutta la biblioteca.
Per lo spavento misi giù male il piede e presa dalla paura feci una delle cose più stupide che avessi mai potuto fare: staccai le mani dalla scala.
Chiusi gli occhi e non emisi un sospiro mentre mi sentivo precipitare verso il pavimento, speravo solo di non farmi troppo male.
Qualcosa fermò la mia caduta.
Per lo shock continuai a tenere gli occhi chiusi, mi appoggiai a quella cosa mentre con la mano la strinsi di più.
Il cuore sembrava volesse uscire dal petto per lo spavento preso.
"Un momento...cosa sto stringendo? Non sarà..."
Lentamente sollevai il volto da quella che doveva essere stoffa e riaprì gli occhi, vedendo così la faccia del mio salvatore.
Sbattei un paio di volte le palpebre giusto per accertarmi della realtà, successivamente il mio volto divenne rosso dall'imbarazzo.
Ero letteralmente caduta tra le braccia della persona più fredda del mondo.
Un suo braccio era sotto le mie ginocchia, mentre l'altro attorno alle mie spalle.
"Ok, tranquillizziamoci, ora basta chiedere gentilmente di lasciarmi e risolviamo tutto."
Un suono che esprimeva fastidio arrivò alle mie orecchie
- Puoi staccarti dal mio petto e lasciarmi, vorrei rimetterti giù, anche perchè non sei proprio un peso piuma.- i suoi occhi grigi fissarono dritti i miei, lasciandomi senza parole per ribattere.
Non sostenni più il suo sguardo, concentrai l'attenzione su qualcosa d'altro capendo finalmente il perchè della parola lasciarmi, le mie mani erano sulle sue spalle e stavo stringendo la stoffa nera della sua maglietta.
-Si, scusa. Comunque non peso così tanto, eh.- balbettai, mi staccai e lui mi rimise giù dolcemente.
- Grazie mille, se non ci fossi stato tu... -mi interruppe prima che potessi porgergli le mie scuse per intero.-
-Ringrazia solo che stavo cercando la chiave lì sotto, altrimenti una bella caduta non te l'avrebbe tolta nessuno.-
"Giusto, la chiave."
Per fortuna l'avevo tenuta nel mio pugno per tutto il tempo.
- Parlando di chiave... l'ho trovata, ora possiamo uscire.- gliela diedi in mano e lui si avvio verso la porta. finalmente riuscimmo ad aprirla.
Attraversandola ci trovammo in un altro corridoio simile a quelli trovati prima.
- Stai bene?- chiese.
-Sì, grazie.- risposi quasi sottovoce.
- Perfetto.- poi fece una cosa che non mi aspettai, allungò il suo braccio e con la mano mi scompigliò i capelli in modo affettuoso, subito dopo lo ritrasse e si rimise la mano in tasca.
-Bel pigiama.- aggiunse ed io non potei fare a meno di sorridere.
Continuammo il nostro giro e questa volta ci ritrovammo davanti a un enorme portone di legno, dall'interno sembravano provenire dei colpi e dei rumori secchi, come se si stesse rompendo qualcosa.
Spalancammo il pesante portone ed entrammo, capendo l'origine del frastuono.
La sala era adibita come enorme sala da pranzo e al centro stava un lungo tavolo; la cosa che ci lasciò senza parole furono le sedie che fluttuando sembravano voler colpire due ragazzi all'interno della sala.
Anche i ragazzi però a livello di stranezza non scherzavano, infatti stavano combattendo contro l'arredamento.
Il portone si chiuse alle nostre spalle con un tonfo e tutta l'attenzione venne catapultata su noi due.
Una sedia sfrecciò nella mia direzione intenzionata a colpirmi, feci appena in tempo ad abbassarsi che il mobilio si infranse alle mie spalle contro il portone.
-Corriamo, forza.-
Corremmo verso il portone situato dalla parte opposta del salone schivando le sedie che volavano nella nostra direzione.
A un certo punto sentì degli spari.
Cercai con lo sguardo il loro autore e lo trovai nello strambo ragazzo che il mago aveva descritto.
Gli spari proseguirono.
-Levi! Il tipo con i capelli bianchi sta parando alle sedie e ha delle pistole.
Non una, due pistole. Due.-
-Zitta e muoviti.- fu la sua risposta.
Senza fiato tentai di aprire il portone.
"No, non di nuovo."
All'improvviso si udì di nuovo l'allarme antincendio, tutte le sedie caddero improvvisamente a terra e la porta si aprì.
Finalmente quell'assurdo gioco finì.
Levi ed io ci dimenticammo totalmente degli altri e decidemmo di tornare nelle camere per riuscire a dormire, essendo ormai le tre del mattino.
Finalmente mi trovai davanti alla mia stanza.
- Grazie ancora Levi.- dissi con un sorriso.
Posai la mano sulla maniglia, scordandomi però di un dettaglio fondamentale.
"Perché non si apre, oggi non è giornata.
Non dirmelo...ho dimenticato la tessera dentro, non è possibile."
-Tch. Idiota, hai dimenticato la tessera vero?- chiese freddo.
- A quanto pare.- sbuffai.
- Puoi venire da me, se vuoi.-propose.
"Ok, chi sei? Cosa hai fatto a Levi?"
- No, non voglio disturbare.-
- Non te l'avrei chiesto se disturbassi.-
-Allora credo vada bene.- risposi un pò intimorita.
Giungemmo nel suo appartamento che poco differiva dal mio.
Mi voltai verso Levi per ringraziarlo
-Grazie per prestarmi il tuo divano.-
-È sporco.-
- Ma passano ogni giorno a pulire le camere e comunque credo di essermi sporcata più io a cercare la chiave in quella polverosa biblioteca.-
- È comunque sporco, inoltre è scomodo.-
-Ma..-
-Tch, usa il mio letto, per adesso non ho sonno.-
- V-va b-bene.Grazie.-
FINALE ESTESO
-Non sono adorabiliii.- gioiva Hanji mentre tra le mani teneva una foto ottenuta in un certo modo ritraente due soggetti ben conosciuti in una certa libreria in un preciso istante.
-È così strano vedere Levi in questo modo.- puntualizzò Armin.
- Vado a cercarli per fargliela vedere.-
Così poco dopo l'uragano sotto forma di ragazza si trovò a bussare di fronte alla camera di Levi.
- Oi. Cosa vuoi quattrocchi per svegliarmi a quest'ora?-
- Dovevo farti vedere una cosa.- disse la ragazza mentre entrava nella camera.
-Bella stanza.-
- Guarda quest...- il suo sguardo vagò fino alla camera dove la porta era stata lasciata aperta.
-Ecco perché non rispondeva.- sogghignò Hanji.
- La foto posso farvela anche vedere dopo. Ci vediamo giù.-
E la porta si chiuse con un tonfo.
Angolino dell'autrice.
E con questo si conclude "Benvenuti al Wings of Liberty", ma non cantate vittoria perchè ogni tanto potrei decidere di aggiungere altre situazioni.
Come vi è sembrato questo capitolo? Ve lo aspettavate diverso, vi è piaciuto, era così così; di sicuro è il più lungo che abbia mai scritto, mi congratulo se avete avuto la pazienza per arrivare fin qui.
Grazie moltissimissimo per tutto: visualizzazioni, voti, commenti (veramente un alto numero) e chi ha aggiunto la storia al suo elenco di lettura.
D'ora in poi posterò quando raggiungerò un discreto numero di visualizzazioni, commenti e/o voti, soprattutto con l'avvento della scuola.
Mi sono sempre dimenticata di dirlo, ma se avete richieste per le one-shots scrivetemelo e farò il possibile per accontentarvi.
Detto questo commentate, stellinate e spero vi sia piaciuto.
Ciaooo *si smaterializza*
Notizia del capitolo
L'uno e il due settembre per chi non lo sapesse uscirà nei cinema la seconda parte del film dell'Attacco dei Giganti, intitolata "Le Ali della Libertà".
Andrete a vederlo?
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