Benvenuti al "Wings of Liberty"- Di beach volley e gelosie
Di beach volley e gelosie
Esistono davvero moltissime attività e sport da poter fare in spiaggia: surf, vela, windsurf, canoa, bocce, una partita di carte, una nuotata in mare, fare un giro con il pedalò, acquagym, racchettoni... si potrebbe andare avanti per un bel po' ad elencare tutte le scelte; ma probabilmente l'attività universalmente riconosciuta come sport da spiaggia per eccellenza è il beach volley.
E quale modo migliore di passare la giornata se non una avvincente e sana competizione con un ricco premio in palio?
Questo torneo però non sarà apprezzato proprio da tutti e inoltre è noto che la gelosia, quando ci si mette, sa essere una brutta bestia.
Tra sole, mare, spiaggia, divertimenti e imprevisti spero che vi godiate la vostra vacanza offerta dalla qui presente scrittrice.
Benvenuti all'hotel "Wings of Liberty".
-Devo dire che io mi diverto ogni volta.- sogghignai maligna, osservando buona parte del gruppo muoversi a ritmo di Despacito, sculettando da una parte all'altra.
Vedere gente come Eren, Jean, Armin e soprattutto Levi ballare musiche così sensuali era uno spasso.
Quell'animatore era riuscito a incastrarli in modo non indifferente, sembrava avesse un radar tarato su di loro.
Ogni volta che mettevamo piede in spiaggia riusciva sempre a trovarli, sembrava non avessero via di scampo.
Quel tipo doveva avercerla particolarmente con la parte maschile, soprattutto per quanto riguardava il ballo, invece a Mikasa, Sasha, Hanji e me proponeva altre attività.
La canzone finì e tutto il gruppetto si fermò per riprendere fiato.
I loro sguardi infuriati si incrociarono con il mio divertito.
Alzai il pollice in segno di approvazione con un sorriso sornione stampato in faccia.
Se le loro occhiate avessero potuto lanciare fulmini, in quel momento sarei già stata incenerita.
Passò a malapena un minuto che subito venne messa su dell'altra musica.
Osservarli ballare Gentleman di Psy sarebbe stato uno spettacolo senza precedenti.
Nel frattempo io ero lì tranquilla, sdraiata sulla sdraio, un sole quasi bollente mi scaldava tutto il corpo ed aspettavo solo che tornasse qualcuno per poter andare a fare il bagno.
In quel momento l'unica nullafacente della comitiva ero io e detto sinceramente non potevo essere più felice.
Mikasa era impegnata in una lezione di windsurf, riuscivo persino a vederla in lontananza all'orizzonte; Hanji e Sasha invece stavamo partecipando a una gara di sculture di sabbia. Dentro di me però ero certa che prima o poi sarebbe stato il mio turno ad essere obbligata dall'organizzatore a partecipare a chissà quale iniziativa.
Ad un certo punto la musica terminò nuovamente e la scena che mi si presentava davanti mi scatenò una risata senza precedenti.
Un gruppo di signore sulla settantina aveva letteralmente circondato i miei ballerini preferiti e non sembravano intenzionate a lasciarli andare.
- Quei quattro hanno fatto colpo.- commentai interessata da quell'avvenimento mentre mi mettevo seduta sempre più interessata a quella scena.
Ad un certo punto Armin si accorse del mio sguardo fisso su di loro e attraverso i suoi occhi azzurri riuscii a intercettare una richiesta di aiuto.
- Guarda cosa mi tocca fare, è l'ultima volta che faccio il cavaliere dall'armatura scintillante che va a salvare le donzelle in pericolo.-
Mi alzai dalla sdraio e mi rimisi in piedi sulla sabbia.
Appena il biondo mi vide muovermi capì subito le mie intenzioni e un'espressione sollevata si fece largo sul suo volto.
Con passi lenti e misurati, per prolungare l'agonia di quel gruppo, mi mossi verso di loro.
- Buongiorno, come sono andati i balli?- chiesi una volta raggiunti quei quattro, portando tutta l'attenzione delle signore su di me.
Armin approfittò subito del mio intervento per sgattaiolare via da lì e affiancarmi con nonchalance.
-Molto bene, sono stati davvero divertenti.-
A quella considerazione del giovane dagli occhi azzurri, tutti gli altri alzarono lo sguardo al cielo annoiati, per niente d'accordo con lui.
Non feci in tempo a pronunciare un'altra frase che una donna che aveva sorpassato la mezza età ci rese partecipi delle sue idee.
- Oh, ma che carini che siete. Dimmi cara, lui è il tuo ragazzo, vero?- domandò riferendosi alla persona alla mia destra.
Spalancai gli occhi, sorpresa; era ormai un fatto assodato che le signor di una certa età facessero osservazioni di questo tipo, ma non me ne aspettavo una in quel momento.
- No, signora. È un mio amico.- risposi gentilmente mentre osservavo di sottecchi Armin, che aveva assunto un colorito purpureo sulle guance.
Quella adorabile signora dal costume intero a pois però non si diede per vinta e continuò a insistere sull'argomento.
- Eh, ma dovrai pur stare con uno di questi giovanotti, sembri una ragazza così carina e a modo.-
Arrossii per i complimenti, allo stesso tempo imbarazzata da quelle opinioni espresse in presenza degli altri "giovanotti".
- La ringrazio, ma davvero, sono solo miei amici.- ribadii, sperando che quell'anziana dai capelli biondo cenere, probabilmente tinti, non venisse fuori con qualche altra cosa.
Questa volta però fu la sua amica ad intervenire.
- Con tutti questi bei ragazzuoli non c'è proprio nessuno che ti piaccia? Guarda che belli che sono.-
Sapevo che venire a salvarli sarebbe stata una pessima idea, mi ripromisi che se si fossero ancora trovati circondati da attempate gentildonne non sarei mai più intervenuta.
- Sì, sono dei bei ragazzi, ma...- venni interrotta prima che potessi finire.
- E voi, giovanotti!- li indicò con un indice accusatorio -Vi state lasciando sfuggire una splendida occasione.-
In quel momento avrei voluto sotterrarmi, prendere una paletta e scavare una buca dove mettermi dentro a nascondermi.
Armin, Jean, Eren e persino Levi non sapevano come reagire, erano pietrificati.
Fu Eren a mettere fine a tutta quella discussione lasciandomi a bocca aperta
- Avete ragione, signore, rimedieremo.
Ora se non vi dispiace abbiamo delle altre attività in programma.
È stato un piacere conoscervi.- e dopo aver sfoderato un sorriso ammaliatore riuscimmo ad uscire da quell'impiccio.
Stavo per voltare le spalle alla comitiva di donne arzille quando quella con il costume a pois mi chiamò.
- Comunque cara, nel caso quei quattro non si facessero avanti, ti presenterei volentieri a mio nipote, dovrebbe essere qui in vacanza anche lui.
Sai, lui lavora per l'Associazione Eroi, qualche volta può sembrare un po' annoiato, ma è un bravo ragazzo; dice che fa l'eroe solo per hobby, non lo capirò mai.
Inoltre devo aggiungere che ha davvero un bel fisico.- poi mi fece l'occhiolino ed io non riuscì a trattenere una risata.
- La ringrazio signora, lo terrò in considerazione.
Le auguro una buona vacanza, anche alle sue amiche.-
- Anche a te, cara, divertiti.-
Quelle vecchiette alla fine si erano rivelate piuttosto simpatiche.
Ritornai dal mio gruppo che si era fermato ad aspettarmi.
- Che cosa ti ha detto?-
- Niente che ti riguardi, Jean. Non preoccuparti.
Comunque Eren, si può sapere come ti è venuto in mente di dire una cosa del genere?-
- Non ci avrebbero più mollati altrimenti, è stata una misura estrema.-
- Tch, una misura estrema per fuggire da delle settantenni.-
- Senti, Levi, tu eri quello più a rischio, alcune ti avevano già addocchiato.
Ed ora forza, donzelle, andiamo.- replicai secca.
Di nuovo alle nostre sdraio venimmo raggiunte da Sasha, Hanji e Mikasa che avevano terminato le loro attività e cominciarono le domande di rito.
- Ehi Mikasa, come è andata la lezione?-
- Molto bene, Eren, domani siamo iscritti a quella di barca a vela.-
- Siamo?- ripeté dubbioso.
- Sì, bisognava essere minimo otto persone, quindi ho dato il tuo nome.-
E mentre loro discutevano su come avrebbero trascorso la giornata successiva, io intavolai una conversazione con qualcun altro.
- Invece com'è andata la vostra gara?- domandai curiosa a Sasha e Hanji.
- Tadaa!- insieme all'effetto sonoro mi mostrarono il trofeo che avevano probabilmente vinto.
- Wow, come vi siete classificate?-
- Solo terze.- rispose scontenta Hanji.
- Come "solo"?-
- Io volevo arrivare prima, si vede che non sono riusciti ad apprezzare la mia opera d'arte.-
Quando parlava così Hanji mi faceva paura, chissà cosa avevano creato.
-Qual era il tema della vostra scultura?-
- Il titolo era "Gigante al buffet"- intervenne Sasha esuberante.
Capii perché erano arrivate terze, anche se ciò che avevano realizzato era perfettamente in linea con le loro preferenze, o ossessioni.
- In ogni caso i miei complimenti, siete state brave, comunque vi...-
Qualcuno dietro le spalle di Sasha catturò completamente la mia attenzione, impedendomi di completare la frase.
Quei capelli così arancioni erano riconoscibili a chilometri di distanza e se si stavano dirigendo verso di noi c'era solo un motivo.
"Ed io che pensavo di averla scampata oggi..."
Più quel tipo si avvicinava, più io volevo allontanarmi, ma sapevo che se lo avessi fatto il conto dell'hotel non si sarebbe pagato da solo.
Hanji mi schioccò le dita davanti agli occhi svegliandomi da quella trance in cui ero caduta.
- Si può sapere cosa stai guardando?-
Anche lei si voltò e vide la fonte della mia preoccupazione.
La sua bocca assunse la forma di una piccola "o" capendo la motivazione del mio momentaneo estraniamento.
- Buona fortuna.- mormorò poggiandomi una mano sulla spalla.
- Salve! Come va? Mi auguro tutto bene e che vi stiate divertendo.- arrivato da noi l'animatore cominciò a parlare a raffica e con un'energia illimitata.
- Volevo solo rendervi partecipi delle attività di questo pomeriggio, dato che c'è qualcuno che oggi non ha ancora fatto niente.-
Oltre alla frecciatina mi lanciò anche un'occhiata intimidatoria.
- L'attività di oggi pomeriggio è il paracadutismo.-
- Cosa?!-
Sentendo quella parola mi venne da svenire, non avrei mai fatto uno sport del genere, ci tenevo alla mia vita.
- No, tranquilla, stavo scherzando.- mi diede delle leggere pacche sulla spalla in un vano tentativo di rassicurarmi.
- Oggi è stato organizzato un torneo di beach volley a coppie.- mi spiegò aspettando la mia partecipazione.
-Va bene, partecipo.- gli lasciai il mio nominativo.
- E chi sta con te?-
Mi ero già dimenticata di quel particolare.
Scrutai uno a uno i miei compagni sperando che qualcuno di buon cuore partecipasse.
Nessuno si fece avanti.
- Begli amici che siete.- commentai.
Un'idea mi passò per la mente e la sussurrai all'orecchio l'organizzatore.
D'altra parte mi doveva già un paio di favori ed era venuto il momento di riscuoterli.
L'arancione annuì soddisfatto, scarabocchiando il nome sul suo quadernetto.
- Perfetto, Hanji Zoe è la seconda giocatrice.- esclamò il ragazzo cogliendo tutti di sorpresa.
- EEHH?!- urlò la ragazza nominata
- Ti ricordo tutto ciò che ho fatto per te.-
Lei sembrò pensarci su, ma alla fine acconsentì.
- Io allora me ne vado, il torneo inizia alle tre. Siate puntuali.-
E con questo il giovane iperattivo si dileguò.
Tutti tirarono un sospiro di sollievo, contenti di non essere stati coinvolti.
Mi stavo sedendo sulla mia sdraio quando la voce della mia compagna di squadra mi interruppe.
- Cosa stai facendo? Dobbiamo andare ad allenarci.-
La guardai con occhi sbarrati, non poteva essere seria.
- Perché?-
- Perché dobbiamo vincere!- l'ardore presente nel suo animo non mi convinceva affatto.
- Io contavo di farmi eliminare al primo turno e poi andarmene.-
- Tu mi hai obbligato a partecipare ed ora io pretendo di vincere.- sentenziò, decisa e spietata come l'avevo vista solo poche volte.
- Come vuoi, anche se la vedo dura.- sospirai rassegnata a quel folle pensiero.
- Forza, andiamo a cercare un pallone.- mi afferrò per un braccio e mi trascinò poco delicatamente dove voleva lei.
- Non disturbateci se non per il pranzo!- gridò a coloro che non erano stati coinvolti nel folle piano.
Arrivammo al campo di beach volley, stranamente libero e con dei palloni a disposizione per chiunque avesse voluto giocare.
Hanji ne prese uno giallo, viola e bianco, se lo giró tra le mani e infine fece qualche palleggio sopra la testa per poi fermarlo.
- Questo va bene. Tu sai giocare, vero?-
- Sì, non sono proprio un genio del beach volley, ma me la cavo.-
Subito venni ripresa per ciò che avevo detto, nemmeno l'avessi insultata.
- Me la cavo?! ME LA CAVO?! Non esiste me la cavo.
Noi dobbiamo vincere, hai capito?- mi mise le mani sulle spalle nude, stringendole con forza.
Scossi la testa lentamente, quando si comportava così sapeva essere davvero terrorizzante.
Lei e il sergente Hartman erano praticamente uguali in quell'istante.
- Ottimo, iniziamo.-
Cominciammo con qualche passaggio tranquillo, palleggi e bagher non troppo impegnativi.
Andava tutto bene anche se ogni tanto la palla fuggiva dal nostro controllo e finiva da tutt'altra parte ed ogni volta che succedeva Hanji non esitava a farmi notare che così non saremmo mai riuscite a battere gli avversari.
Dopo passammo ad esercitarci con le battute e infine con le schiacciate.
Presi la rincorsa per schiacciare una palla alzata da Hanji, ma appena saltai una voce mi distrasse.
- Cosa ne dite se facciamo una partita?-
Presa di sorpresa non riuscii a colpire il pallone, che cadde a terra seguito da me.
Un'altra figuraccia fatta di fronte a degli estranei da aggiungere alla lista.
Di scatto mi alzai, togliendomi via la sabbia che mi si era attaccata dalle gambe.
Davanti a noi sostavano due ragazzi dall'aspetto molto simile, entrambi avevano i capelli rossi e gli occhi verdi, erano completamente vestiti ed io mi domandai come potessero andare in giro così con il caldo che c'era.
Tutti e due portavano degli occhiali da sole sopra la testa, mentre solo uno un cappello Fedora.
Avevo la sensazione di averli già visti, inoltre mi davano una sensazione poco piacevole.
Continuai a fissarli sospetta, ero sicura di aver già fatto la loro conoscenza.
Mi tornò in mente la serata di qualche giorno prima, il tizio con il cappello era quello che aveva letto la carta del mago, mentre l'altro doveva essere uno dei suoi amici inquietanti.
Non sapevo cosa rispondere a quella strana coppia, per fortuna Hanji intervenne.
- In effetti potremmo fare una partita veloce di prova.-
Sbuffai delusa, io volevo solo andare a mangiare, non restare lì.
-Perfetto, che ne dite di una partita da due set ai quindici, con un cambio di squadra a fine set?-
La parte del cambio di squadra non mi convinceva per niente, soprattutto a causa dello sguardo ammiccante del rosso che lo aveva proposto.
Mi voltai verso Hanji per consultarmi e notai che mi scrutava fin troppo attentamente.
Quando aveva quell'espressione bisognava sempre stare attenti, lo avevo imparato ormai, sapevo che gli ingranaggi dentro la sua testa si erano messi in moto e stavano macchinando chissà quale piano, se facevo silenzio riuscivo addirittura a sentire il loro rumore.
In quell'attimo mi sentii come un agnello circondato da lupi.
- Ok, iniziamo.- accettò la castana senza esitazione. -Tu- mi indicò -Vai con... come ti chiami?- si riferì poi allo sconosciuto.
- Laito, lui è Ayato.- fece un cenno in direzione dell'altro che si stava mettendo gli occhiali.
- Forza, koneko-chan, vediamo di vincere.-
- Koneko-chan?- domandai interdetta dal nomignolo che mi aveva dato.
Lui non rispose, limitandosi a un ghigno dal dubbio significato.
La partita cominciò e dopo una lunga sudata finimmo il primo set quattordici a sedici per la squadra di Hanji, eravamo arrivati ai vantaggi ed io mi ritenevo soddisfatta.
Stavamo per attuare il cambio di squadre quando qualcuno ci interruppe.
- Oi, guardate che siete in ritardo, noi ce ne stiamo andando.-
In tutta la sua altezza Levi si stagliò di fronte a noi.
- Arriviamo, non preoccuparti.-
Hanji ringrazio gli altri due giocatori e li salutò con un gesto della mano gli altri due giocatori ed io la imitai,
però, prima che potessi muovere un passo, un braccio mi strinse le spalle avvicinandomi al suo proprietario.
- È stato davvero un... piacere giocare con te, vediamo di vederci ancora per altre attività, cosa ne dici koneko-chan?-
Quella proposta sussurrata nell'orecchio mi fece venire i brividi nonostante ci fossero minimo trenta gradi, nelle sue parole sembrava si nascondesse un altro significato.
- Non siamo qui ad aspettare i tuoi porci comodi, mocciosa. Muoviti.-
- Arrivo, Levi, arrivo.-
Sfruttai quel richiamo per liberarmi dalla stretta di Laito, quel ragazzo mi faceva gelare il sangue nelle vene.
Tirai un sospiro di sollievo una volta lontana da quei due, girai leggermente la testa, controllando se si trovassero ancora dietro di noi ed erano lì, fermi a fissarci.
Di scatto ripresi a guardare avanti e questa volta notai Hanji che stava correndo via.
- Levi, possiamo sbrigarci?-
- Perché? Qual è il problema?-
- Quei due là, sono strani, uno più dell'altro.-
- Così forse la smetterai con quel tuo vizio maledetto di parlare con tutti.-
- Ma mica sono andata da lui, è stato lui a venire da me.- mi difesi.
- Un motivo in più per non parlarci, idiota.- replicò freddo e imperturbabile.
- Mamma mia, Levi, come sei suscettibile.- mi lamentai.
La conversazione andò avanti in quel modo sino a pranzo.
Dopo invece pensai solamente al torneo, ero un po' in ansia per quell'evento.
Alle due e mezza del pomeriggio andai a bussare alla porta di Hanji come avevamo concordato durante il pasto.
Aspettai davanti alla porta che lei mi aprisse, dall'altra parte sentivo provenire dei passi strascicati e poi, all'improvviso, un pesante tonfo.
- Hanji?- battei ancora una volta sulla porta.
Nessuna risposta.
Riprovai.
- Hanji, tutto bene? C'è qualche problema?-
Dalla sua camera non proveniva un suono.
Cominciai a preoccuparmi e la chiamai per la terza volta, colpendo forte la porta, ma ancora nessuno fiatò.
Preoccupata pensai a tutto ciò che poteva esserle successo e iniziai ad andare in panico.
Corsi alla stanza più vicina di qualcuno del mio gruppo e bussai alla sua porta.
Nemmeno un suono venne fuori dalla camera di Mikasa, probabilmente non era lì.
La stanza affianco era quella di Eren, tentai anche lì, ma la risposta fu uguale a quella precedente.
Presa sempre più dal panico mi diressi da qualcun altro, bussando forte e senza interrompermi alla sua porta.
Quando vidi la maniglia abbassarsi provai un forte sollievo.
- Si può sapere cosa ti è saltato in mente in quel tuo cervello...-
Come i suoi occhi grigi si posarono sul mio viso interruppe la frase.
- Cosa è successo?-
I miei respiri nel frattempo erano aumentati sempre di più rendendomi quasi difficile parlare.
Mormorai qualcosa di incomprensibile; avevo bisogno di tranquillizzarmi, non potevo comportarmi in quel modo, non sarebbe stato d'aiuto a nessuno.
- Oi, guardami.-
Le sue mani si posarono salde sulle mie braccia, poi ripeté lentamente
la domanda.
- Non lo so, c'era Hanji, per la pallavolo, poi è caduta sulla porta.- buttai lì le prime parole che mi vennero in mente in una frase senza capo né coda.
- Ripeti con più calma.- mi incoraggiò con tono pacato.
- Sono andata da Hanji per il torneo e lei stava per aprirmi la porta quando ho sentito un tonfo, ho provato a chiamarla, ma non mi ha risposto.-
- Tch, quattrocchi di merda. Vieni con me.-
Lui uscì dalla stanza e con una mano mi afferrò un polso riportandomi verso la stanza di Hanji.
Una volta di fronte non esitò a sbattere la mano stretta a pugno contro il legno, ma ancora una volta non successe niente.
- Passami il cellulare.- mi ordinò il corvino.
Immediatamente lo cercai nella borsa a tracolla che avevo con me e poi glielo passai.
Lui lo utilizzò per chiamare la reception dell'hotel avvisandoli del problema.
La sua mano non si era ancora staccata dal mio polso, sentivo chiaramente il suo pollice fare su e giù sulla mia pelle, in una dolce carezza che non capii se fosse volontaria o meno.
Passò a malapena un minuto ed arrivarono due persone.
- Avete chiamato voi?-
Io annuii sicura.
Poi uno di loro aprì la porta tramite un'apposita tessera.
Di fronte a noi trovammo Hanji distesa a terra di schiena, con le palpebre che continuavano a sbattere come se si fosse appena svegliata.
Subito i due inservienti dell'hotel corsero in suo soccorso.
La aiutarono a tirarsi su e la misero sul letto, mentre Levi e io entrammo nella stanza.
Uno dei due soccorritori tirò fuori dalla valigetta che aveva con sé alcuni strumenti.
- Non preoccupatevi, è un medico.- ci rassicurò l'altro.
- Che mal di testa...- commentò Hanji.
- Hanji!- esclamai contenta.
- Ehi, mi sa che sono svenuta.-
- Sai solo combinare casini, vero quattrocchi?-
Lei si lascio scappare una risata per poi tornare su un altro argomento.
- Devi andare al torneo, saranno quasi le tre.-
Quella sua considerazione mi lasciò senza fiato, come poteva pensare a quello stupido torneo in un momento come quello?
- Ma Hanji!- obbiettai.
- Niente ma, non ci siamo allenate per niente, ora tu vai là, trovi un'altra persona con cui fare coppia e fai il sedere a tutti.
Levi, assicurati che ci vada.-
- E tu cosa farai?-
-Starò qui a riposarmi fino all'ora di cena, il sole deve avermi fatto male.
Però ora vai, forza.- mi spronò muovendo la mano, segnalandomi di andare via.
- Riprenditi.- le augurai.
- A dopo quattrocchi.-
Levi ed io uscimmo dalla camera e ci dirigemmo verso la spiaggia.
Gli spalti che circondavano il campo da pallavolo erano pieni di persone ed io tra tutta quella folla cercavo l'animatore per avvisarlo della situazione, ma fu lui a trovare me.
Una volta spiegato il mio problema lui fu lesto a fornirmi una soluzione.
- C'è un ragazzo che è rimasto senza partner, dovrebbe essere da queste parti.-
- Mi cercavi, koneko-chan?-
Quel tono suadente e soprattutto il nomignolo usato rendevano facilmente identificabile colui che sarebbe dovuto essere il mio nuovo compagno.
Laito si trovava esattamente dietro di me, nemmeno mi ero accorta della sua presenza, era comparso all'improvviso.
- Ah eccolo! Sarai in squadra con lui, entrate in campo quando verrete chiamati al megafono, buona fortuna.-
E poi se ne andò lasciandomi sola con quell'individuo.
- Non pensavo ci saremmo rivisti così presto, koneko-chan.
Che fine ha fatto la tua amica?-
- Per favore, puoi evitare il nomignolo? Comunque è stata male.-
- Mi dispiace, be' il lato positivo della faccenda è che possiamo passare un po' di tempo insieme.-
Quel ragazzo dagli occhi smeraldo mi piaceva sempre meno.
- Uhm... comunque sappi che io voglio vincere.- pronunciai sicura di me stessa, non potevo deludere Hanji e di certo non avevo intenzione di perdere in compagnia di questo tipo.
- Vedo che ardiamo di passione, koneko-chan.-
- Oh, ti prego, pensa al torneo piuttosto.-
Dopo quel commento da parte mia ci limitammo a osservare in silenzio la partita, fino a quando non terminò e vennero annunciati le prossime squadre.
Quando udii il mio nome deglutii a vuoto, era giunto il momento.
Il primo match lo concludemmo con una vittoria schiacciante e quasi tutto per opera di Laito.
Era bravo, dannatamente bravo, il suo livello era totalmente superiore a quello che ci aveva mostrato giocando con noi durante la mattinata.
Non riuscivo a capire come fosse possibile una cosa del genere.
Accaldata, bevvi un sorso d'acqua dalla mia bottiglietta, curiosa di scoprire chi avrebbe giocato la prossima partita.
- Si rechino sul campo i seguenti giocatori.
Squadra numero uno: Haruhi Fujioka e Tamaki Suo.-
La coppia formata da un maschio e da una femmina entrò in campo tra gli applausi.
- Ed ora la squadra numero due: Mikasa e Levi Ackerman.-
Sentendo quei nomi l'acqua mi andò di traverso e non riuscii a fermare i colpi di tosse.
Quando li vidi arrivare non potei fare a meno di avere paura, quei due insieme sarebbe riusciti a causare la fine del mondo.
"Gli Ackerman insieme, non abbiamo speranze, siamo spacciati!"
Mi rivolsi all'altra parte del mio team per renderlo partecipe di ciò che stava per accadere.
- Perderemo.-
- Perché?-
- Li vedi quei due dai capelli scuri? Ci distruggeranno senza pietà.-
Un fischio segnalò l'inizio della sfida, che si concluse fin troppo in fretta.
Gli Ackerman avevano ottenuto una vittoria schiacciante su tutti i fronti.
Avevano vinto entrambi i set con un punteggio di venticinque a tre.
- Mi sa che per vincere contro di loro dovrai impegnarti un bel po', koneko chan.
Lui poi non è il tipo di questa mattina?-
- Già, e non capisco cosa vuole fare, non ha mai avuto intenzione di partecipare a questo torneo.-
A quella mia affermazione gli smeraldi di Laito sembravano contenere una scintilla misteriosa.
- Oh, ora capisco.-
Il duo che era appena stato sconfitto uscì dal campo stremato, non gli avevano concesso un attimo di tregua.
Il torneo proseguì per tutto il pomeriggio, fino a quando non si arrivò alla tanto attesa finale e mai, proprio mai, mi sarei aspettata di lottare per il primo posto.
Quella partita era stata la più combattuta della mia vita, nessuna delle due squadre aveva intenzione di arrendersi ed era un continuo di attacchi e difese, rare erano le volte che il pallone toccava terra.
Era inevitabile però che non ci fosse un punto di rottura in quel precario equilibrio che avevamo creato.
Dopo aver sbagliato una ricezione ed aver fatto cadere la palla, gli Ackerman segnarono un punto dopo l'altro, arrivando alla vittoria.
Appena terminato il match passammo subito alle premiazioni ed io e il mio compagno ottenemmo una coppa a testa e un set di teli da mare.
Nonostante non avessi ottenuto la posizione a cui bramavo ero soddisfatta, battere gli Ackerman sarebbe stato impossibile.
Dopo la premiazione del secondo posto venne chiamato il primo, ma solo il componente femminile della squadra si presentò.
- Dov'è finito, Levi?- domandai alla ragazza.
- Non lo so, è sparito appena finita la partita.-
La mia indole da ficcanaso mi portò ad allontanarmi dal campo di beach volley e ad andarlo a cercare.
Passeggiai per tutta la spiaggia nella speranza di trovarlo a girovare in qualche punto.
Il destino sembrava essere a mio favore e dopo un paio di minuti lo trovai che camminava in riva al mare in direzione dell'hotel.
- Levi! Si può sapere perché te ne sei andato? Dovevano premiarti.-
Lui spalancò gli occhi, sembrava quasi stupito di vedermi lì.
- Non mi interessa il premio.-
- Allora perché hai partecipato? Quando l'ho chiesto stamattina nessuno voleva prendervi parte.-
- Non lo so, di sicuro non per il premio.-
-Che cos'era?- nessuno me ne aveva mai parlato.
- Una cena in riva al mare o qualche cosa di simile organizzata dall'hotel.-
Dopo questa scoperta realizzai che essere arrivati secondi era di sicuro meglio che essere primi, soprattutto con Laito.
Lì mi sorse un dubbio, ma preferii non darci peso e continuai a far finta di niente.
Tanto era impossibile che potesse accadere.
- Ancora non capisco perché tu abbia partecipato.-
- Certo che da piccola la botta che hai preso dal seggiolone deve essere stata bella forte.-
- Se c'è qualcuno che da piccolo ha avuto un trauma quello sei tu.-
- Tch, comunque non era il premio il mio obiettivo.-
- E allora cos'era?-
- Niente di importante, ora torniamo indietro, ho bisogno di una doccia, sono sporco da far schifo.-
- E va bene, andiamo.-
Passò qualche minuto di silenzio quando mi venne in mente un dettaglio.
- Allora la cena la lasci a Mikasa?-
- Sì, conoscendola inviterà quell'altro moccioso di Eren.-
Nel frattempo, nella solita, parte di hotel che sono solito visitare e venire poi cacciato stava accadendo qualcosa di molto più interessante.
Tre individui occupavano un ufficio, uno era seduto a una scrivania mentre gli altri due erano di fronte a lui.
- Ottimo lavoro, voi due.- si complimentò questo.
- Sì, ammetto che abbiamo recitato alla perfezione.- rispose uno.
- Così come sta procedendo il nostro piano. Ora potete anche andare, godetevi pure la vacanza, ragazzi.-
Una volta usciti, questo si rivolse a me infuriato.
- Per la millesima volta, fuori da qui!-
Angolino dell'autrice
Ho iscritto la storia ai wattys2017 hahaha, non ho possibilità.
Salve!
Come vedete sono tornata e con una fantastica (come sono modesta haha) serie.
Questo capitolo era in bozza dal primo Wings of Liberty di quanto? Un sacco di tempo fa?
Comunque dati che quella serie mi divertiva e avevo voglia di scriverla ecco qui una nuova parte.
Fatemi sapere cosa ne pensate soprattutto se vi è piaciuta o invece preferivate qualcosa di nuovo.
Alla prossima e buone vacanze!
Ciaoo *si smaterializza*
P.S. È stata annunciata la terza stagione di Aot per il 2018, mi auguro che non la spostino più in là
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top