~ Capitolo 7 ~
- 10 luglio -
Sono passati tre giorni da quando ho visto Leonardo l'ultima volta. Ho chiamato Arielle per sapere se fosse sfuggita qualche mia informazione, ma sono ancora la pittrice anonima di sempre. Il bel turista americano è proprio strano, chissà perchè ha insistito tanto ad un'uscita con me e poi è sparito in quel modo. Non é stata una serata terribile, mi sono anche stranamente trovata bene, anche se la fine é stata disastrosa.
«Ciao Sophie.»
«Ciao Claude.» rispondo sorridendo mentre passa davanti al negozio e si ferma come al solito. «Posso invitarti ad uscire questa sera?»
La risposta corretta sarebbe un no, ma davanti ai suoi occhi da cucciolo speranzoso non riesco. «Cosa pensavi di fare?»
«Quello che vuoi!» risponde immediatamente sistemandosi meglio la maglia scura. «Possiamo cenare in un ristorante e poi fare un giro per la città, oppure possiamo andare a Cannes. Cenare, fare un giro sulla ruota del porto e poi passeggiare sul lungo mare.»
Sorrido colpita dalla sua iniziativa già meditata e dal suo entusiasmo. «Preferisco stare qui.»
«Finisci sempre alle otto?»
Annuisco. «Ti aspetto qui al solito orario.»
Mi schiocca un bacio sulla guancia e poi se ne va. Porto una mano sulla guancia e anche se é stupido, ci passo le dita sopra. Non mi piacciono più i baci da tempo e non credo nemmeno che Claude si sia accorto di quanto mi sia irrigidita per la sua vicinanza. Vorrei farne a meno, ma non posso controllare il mio corpo.
«Ciao.»
Mi volto di scatto incontrando le iridi calde di Leonardo. «Ciao.»
Ai piedi porta con mia sorpresa delle espadrillas con la parte del tallone abbassata usandole come ciabatte, abbinate a dei jeans scuri e una maglietta chiara a maniche corte. I capelli come al solito sono scompigliati e lo sguardo caldo mi scruta attentamente. Sento il rossore invadermi il volto sotto quegli occhi al cioccolato fuso e non riesco a capirne il motivo.
«Sono venuto a prendere il quadro.»
Annuisco sorpresa di vederlo e agitata al pensiero che abbia sentito Claude. Gli interessa? Impossibile. Inoltre non dovrei nemmeno pormi il problema, non mi interessa e posso fare quello che voglio.
Mi avvicino alla scrivania sentendo il suo sguardo puntato sulla schiena e i suoi passi seguirmi all'interno del negozio. Giro intorno alla scrivania per prendere il dipinto e lo appoggio sul ripiano. «Mi ha dato più di quello che mi deve.»
Scuote la testa. «Ritengo sia un prezzo più adeguato rispetto a quello proposto.»
«Non posso accettare.» dico restituendogli l'assegno.
«Ne hai parlato con l'artista?» chiede incrociando le braccia al petto. «Sono certo che non rifiuterebbe dei soldi.»
«Io...»
«Ne hai parlato?» chiede nuovamente e non posso dirgli che sono io l'artista e i soldi che mi ha dato sono davvero troppi.
Per quanto io sia affezionata a quel quadro e per quanto lui possa permetterselo anche ad una cifra più alta, non voglio approfittarmi di lui. Voglio che l'arte sia alla portata di più persone e anche se dovrei alzare i prezzi per il mio benestare, non voglio. Mi sono ripromessa che avrei trattato tutti i miei clienti allo stesso modo, senza mai approfittarmene, a mio rischio e pericolo.
Ci guardiamo negli occhi, ma continua a tenere le braccia incrociate al petto e nonostante la mia testardaggine capisco che non l'avrò vinta contro di lui. Non si riprenderà indietro questo maledetto assegno e non ho voglia di mettermi a discutere.
«Grazie.» rispondo facendogli firmare i vari documenti e mettendo nel cassetto l'assegno. «Vuole vedere altro?»
«Vorrei farmi perdonare per l'altra sera.» dice mettendosi le mani in tasca e abbassando lo sguardo come se fosse imbarazzato. «Non volevo comportarmi in quel modo e... vorrei invitarti di nuovo a cena.»
«Leonardo, non posso accettare.»
«L'invito del biondo però l'hai accettato.» dice mettendo su un broncio da bambino.
Sorrido senza nemmeno accorgermene. «É stato convincente.»
«Posso esserlo anche io.»
«Non penso che sia una buona idea.» dico cercando di rimanere calma ed essere convincente. «L'altra volta ho accettato e non é andata bene, inoltre le ricordo che è un cliente e non voglio uscire con dei miei clienti.»
Scuote la testa ridacchiando. «É la scusa più stupida che io abbia mai sentito.»
«Non é una scusa.» ribatto prontamente perché in parte invece lo é.
Alza gli occhi al cielo. «Ho comprato questo dipinto e basta. Non sono più un tuo cliente Francesina.»
Sospiro. «É davvero insistente.»
«Accetti il mio invito di domani sera? Passo per le otto a prenderti.» apro la bocca per rifiutare per l'ennesima volta, ma mi blocca di nuovo. «Prometto di non infastidirti più Francesina. Accetta l'invito.»
Posso permettermi un'altra uscita con lui? Non so se ne sono in grado. Ho paura di quello che potrebbe diventare, ho paura che non sia la persona che si é mostrata. Non tutti sono come il mio ex, devo solo stare attenta.
Sospiro sperando di non pentirmene. «Va bene.»
Sorride soddisfatto prendendo la tela fra le braccia. «A domani sera.»
Se ne va senza lasciarmi il tempo di dire altro, probabilmente il ripensamento di aver accettato.
Ci vedremo domani sera e lo stupido sorriso che mi aleggia sulle labbra deve sparire.
«Bonjour ma cher» dice Arielle varcando la porta. «A cosa devo quel sorriso? Sei felice di vedermi?»
(Ciao mia cara.)
«Bonjour Arielle.» rispondo sorridendo.
Si avvicina alla scrivania appoggiandosi e incrociando le braccia al petto.
Indossa una scura gonna aderente che le fascia i fianchi stretti e mette in risalto le sue lunghe gambe insieme a dei tacchi chilometrici che ogni volta mi chiedo come faccia a camminare fra i ciottoli senza slogarsi la caviglia. La camicia azzurro pastello di seta le scivola morbida sul seno prosperoso e con una manicure perfetta si sposta una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
«Non mi vuoi dire come mai tutta questa felicità?»
Mi stringo nelle spalle. «Nulla di importante.»
Assottiglia lo sguardo non credendo ad una sola parola. «Per caso é l'uomo con cui sei uscita?»
«Quale uomo?» chiedo sistemando i documenti di Leonardo all'interno dell'apposita cartelletta e infilandoli nel primo cassetto della scrivania. «Sai che non esco mai.»
«Il turista con cui sei uscita.» risponde alzandosi e mettendo le mani sui fianchi. «Quello per cui mi hai chiesto se fossero trapelate tue notizie.»
«Lui...»
Cosa posso dire? Di Leonardo non so nulla e ho già accettato una seconda cena che mai avrei dovuto. Cosa stavo pensando? Lo so bene, stavo pensando a quanto fosse affascinante e io stupida. Dovrei aver imparato dal passato, ne ho passate talmente tante che avrei dovuto rifiutare senza pensarci due volte, eppure quegli occhi castani mi hanno fatto vacillare.
«Lui?» chiede Arielle trattenendo un sorrisetto.
Alzo gli occhi al cielo. «Non farti strani film mentali, sai che voglio stare tranquilla.»
«Sophie.» dice dolcemente e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. «Uscire con qualcuno può farti solo bene, conoscere persone nuove va bene. Proprio non capisco perché sei così restia e poi...» sulle sue sottili labbra appare un sorriso malizioso. «Ogni tanto bisogna lasciarsi andare nel letto di qualcuno.»
«Arielle!» esclamo diventando rossa.
Non mi lascerò mai andare nel letto di Leonardo. Come le può venire in mente? Prima di tutto di lui so solo il nome e poco altro e poi non potrei mai farlo. Mi irrigidisco quando un ragazzo si avvicina troppo, anche solo per sfioramenti casuali, figuriamoci se si andasse nell'intimità, scapperei a gambe levate.
Mi porto la mano al collo, strofinandomela sul fianco nervosamente mentre i ricordi cercano di invadere la mia mente. Non é decisamente il momento di farsi sopraffare dall'incubo che ho passato. Ricaccio indietro tutto e cerco di pensare a qualsiasi cosa che non sia legata agli ultimi miei anni in America.
Mi mordo il labbro e guardo le tele per calmarmi, ma quella che mi riportava alla realtà é stata appena portata via. Devo trovare una nuova ancora di salvezza, una nuova tela che possa rassicurarmi.
«A te ci vuole proprio una scopata.» dice sorridendo e schioccando un bacio nell'aria verso di me. «Questa sera ti va di cenare insieme?»
«Sono impegnata.» mormoro sperando che non mi senta, ma ha capito benissimo.
Gli occhi azzurri si accendono d'interesse e vorrei maledire la mia boccaccia, ma tanto le avrei raccontato questa uscita. «Con chi? Ancora una volta il turista?»
Scuto la testa. «Il turista domani, stasera con Claude.»
Sgrana gli occhi sorpresa e poi scoppia a ridere. «Quanto ti invidio amica mia! Due uomini che vogliono te, non farteli sfuggire.»
Io vorrei fuggire volentieri, ma evito di farglielo sapere. Sorvola sempre su quanto io sia restia alle uscite, ma non sono pronta a raccontarle del mio passato. Sa qualcosa, ma non tutto e non lo saprà mai. Ho paura di quello che potrebbe pensare e perdere l'unica amica che mi sono fatta.
«Vedremo come va.» dico stringendomi nelle spalle. «Con il turista potrebbe andare ancora male ed essere l'ultima volta.»
Sicuramente sarà l'ultima volta, non ci saranno altre uscite. Devo concentrarmi sul lavoro e non far entrare nessuno nella mia vita perché vorrebbe dire raccontare di me e ho troppi segreti. Ho un passato che non voglio rivangare.
«É andata male, ma hai accettato di nuovo il suo invito.»
Alzo gli occhi al cielo, ma per mia fortuna le squilla il cellulare e sorridendomi per scusarsi esce a rispondere. La seguo con lo sguardo invidiando la sua vitalità e il suo riuscire a stare in mezzo alla gente a parlare di affari come se nulla fosse. Si é seduta su uno degli sgabelli e non bada a quelli che la circondano, mentre io mi sentirei in imbarazzo. Se ci sono troppe persone ho paura che qualcuno possa avvicinarsi troppo e inizierei a crollare.
Scuoto la testa e cerco nuovamente la mia tela fra le pareti, ma non c'è. Non avrei dovuto venderla a Leonardo.
Arielle rientra con ancora il cellulare premuto all'orecchio e alza la mano per salutarmi. Le sorrido e dopo aver raccolto la sua borsa se ne va.
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