~ Capitolo 6 ~
É il primo ragazzo che faccio entrare in casa mia. Da quando mi sono trasferita in questo appartamento ci siamo state solo io e Arielle e non so nemmeno cosa mi sia saltato in mente di portarlo proprio qui. Potevamo fermarci in un bar e invece ora siamo gocciolanti all'ingresso di casa.
Accendo la luce e quasi mi vergogno di dove vivo. Sarà abituato ad ampi spazi, ville con piscine e non a un appartamento piccolo con il soppalco. Io adoro questo posto perchè è giusto per me, nulla di superfluo e ho tutto ciò che mi serve. Mi sono innamorata appena l'ho visto e il fatto che il prezzo fosse molto contenuto ha agevolato la mia scelta. I soldi a mia disposizione non erano tanti e questo era uno dei pochi che potevo permettermi, gli altri erano delle vere topaie.
Ci togliamo le scarpe appoggiandole accanto alla porta e una volta chiusa alle mie spalle, quasi mi sento soffocare. Dalla finestra alta tutta la parete non si vede nulla a causa della pioggia e i tuoni mi confermano che non finirà presto questo temporale.
«Il bagno è lì.» dico indicando le scale. Faccio un paio di passi appoggiando i nostri sacchetti sul tavolo rotondo della cucina. «Credo di avere qualcosa per te, ma non ti assicuro nulla. Fatti pure la doccia.»
Sento i suoi passi salire le scale e poi la porta del bagno chiudersi.
Tiro un sospiro di sollievo e mi guardo intorno. Al mio fianco fornelli e lavandino sono puliti e gli armadietti dalle ante laccate di bianco tutti ben chiusi. Davanti al tavolo della cucina con due sedie c'è il televisore appoggiato ad un mobiletto e poi il divano a due posti e accanto una poltrona, entrambi dall'imbottitura di colori tenui, come il resto della casa, fatta a accezione del tappeto verde scuro sotto il tavolino nero lucido.
Le scale conducono al soppalco dove si trova il bagno dalle tinte azzurre e poi la camera da letto con una cassettiera bianca e due comodini bassi ai lati del letto in stile giapponese. Ci sono solo delle doghe di legno massiccio che divide il materasso matrimoniale dal pavimento e poi le coperte colorate.
Prendo un profondo respiro e salgo le scale per poi togliermi gli abiti arrivata alla camera da letto e indossando dei pantaloni e una maglietta sbracciata bianca sporca di pittura e che nonostante numerosi lavaggi non viene via. Cerco nella cassettiera qualcosa che potrebbe andare bene a Leonardo, ma è alquanto difficile. Chiaramente non abbiamo la stessa taglia e non ho nulla di maschile in casa.
Prendo una maglia larga, sperando che gli possa andare bene e dei pantaloncini elasticizzati che probabilmente gli faranno da boxer, ma è meglio di niente.
Busso alla porta del bagno. «Ho trovato qualcosa, spero vadano bene.»
Leonardo appare davanti a me con il suo fisico scolpito e intorno ai fianchi il mio asciugamano. Avevo intuito che fosse messo bene, ma non immaginavo così tanto. Cavolo! Si allena ogni giorno? Mi piacerebbe passare le mani sul suo petto e... Che vado a pensare? Niente ragazzi!
«Sono per me?» chiede Leonardo strappandomi dai miei pensieri e indicandomi gli indumenti che ho in mano.
Annuisco incapace di parlare. Glieli posizioni fra le mani e praticamente scappo giù dalle scale pregando di non fare altre figuracce. Dovevo proprio incantarmi a guardarlo? Chissà ora cosa pensa, crederà di essere fin troppo affascinante e poter fare tutto quello che vuole. Devo ammettere di non essere immune alla sua bellezza, ma come è possibile? Lo conosco da cinque minuti, ma mi sono trovata bene con lui nonostante non mi abbia fatto una gran bella impressione all'inizio. Devo stare ben ferma sulla mie idee e smetterla di far vagare la mia testa dove non dovrei. Che cavolo vado a pensare? Un ragazzo come lui? Fuori discussione.
«Grazie per gli abiti.» dice comparendo alle mie spalle e facendomi sobbalzare. «Anche per avermi ospitato, non pensavo lo facessi.»
Scorro la sua figura con lo sguardo e vorrei non averlo fatto, solo in parte in realtà. Quei pantaloncini sono davvero attillati e non nascondono nulla e la maglietta gli stringe leggermente, ma non è così lunga da nascondere la sua protuberanza. Non male il ragazzo, decisamente non male.
«Ti piace ciò che vedi?»
Sgrano gli occhi davanti al suo sorrisetto strafottente. «Vuoi finire la cena?»
«Potremmo fare qualcosa di più divertente.» continua avvicinandosi e io indietreggio. «Non ci vuole molto a togliere questi abiti.»
Schivo la sua mano e recupero il cibo avanzato dai nostri sacchetti. «Propongo cena e film.»
Appoggio il resto della cena sul tavolino e accendo la televisione sperando che ci sia qualche film interessante da vedere. Mi andrebbe bene qualsiasi cosa, basta che io non continui a fissare il bel turista come una maniaca e lui distolga la sua attenzione da me.
Mi schiarisco la voce e mi siedo sul divano sperando che lui mi raggiunga e non dica nulla di imbarazzante.
«Di solito le ragazze mi saltano addosso.» dice sedendosi accanto a me con il suo solito sorrisetto stampato in faccia. «Tu invece mi proponi cena e film? Sei strana Francesina.»
Sbuffo alzando gli occhi al cielo. «Sono perfettamente normale.»
Ridacchia e mi pizzica il fianco facendomi sussultare sul divano. Prendo la bottiglia di birra che avevo appoggiato sul tavolino e gliela metto fra le mani insieme alla sua quiches in modo che abbia le mani occupate. Prendo il telecomando cambiando canale fino a quando non trovo un film così che non debba nemmeno parlare.
Il temporale continua a imperversare su Mougins e io non so cosa sperare. Da una parte voglio che smetta in fretta così che Leonardo si possa levare di torno, ma dall'altra parte non voglio che se ne vada. Sono agitata e sento una strana confusione nello stomaco, ma è anche piacevole e so che è solo per la vicinanza del turista.
Il film procede e noi continuiamo a cenare in silenzio, ma in realtà non sto guardando la televisione. Gli ho lanciato solo un paio di occhiate perchè poi non ho più osato. Ogni volta l'ho trovato ad osservarmi e sento il peso di quegli occhi al cioccolato anche adesso.
«Non ti piace il film?» chiedo continuando a fissare lo schermo.
«C'è qualcosa di più interessante.»
Alzo gli occhi al cielo. «Ci stai davvero provando?»
«É così strano?»
Mi volto alzando un sopracciglio. «Tu cosa ne dici? Leonardo tu...» che cosa dovrei dire? Farei la figura della scema e non ho voglia di esprimere quei pensieri ad alta voce. Lo fisso e mi ritrovo a dire tutt'altro. «Perchè ti chiami così?»
Rimane sorpreso dal mio cambiamento e mi guarda per poi aggrottare le sopracciglia. É come se si fosse ammutolito e ho quasi paura di aggiungere qualcosa. Devo essere sembrata una pazza per passare da un argomento all'altro in questo modo. Il suo sguardo si perde nel mio, ma non mi sta davvero guardando. Chissà a cosa sta pensando.
Allungo una mano verso di lui toccandogli il braccio. «Parliamo di arte?»
Il suo sguardo torna al presente e si accende di divertimento, come le sue labbra che si stendono in un sorriso allegro. «Vuoi parlare di arte?»
«Non so che altro dire.» rispondo stringendomi nelle spalle.
Ridacchia scuotendo la testa e si volta verso il televisore dove i titoli di coda riempiono lo schermo. «Mia madre.» dice e non capisco ora che cavolo voglia dire. É più strano di me. «É stata mia madre a scegliere il mio nome, amava Leonardo da Vinci e ha deciso di chiamarmi così.» si volta verso di me sorridendo e la tristezza che ho scorto nel suo sguardo è sparita. «Tutti mi chiamano Leo, puoi farlo anche tu Francesina.»
«Pensavo che ti chiamassero Leonardo l'arrogante.»
Ridacchia. «Preferisco Leonardo lo stronzo, Francesina.»
«Ti si addice.» concordo sorridendo. «Smettila di chiamarmi così.»
Avvicina il suo viso al mio. «Va bene, Sophie.»
Rimango a guardarlo incantata perchè il mio nome pronunciato da lui è carico di sensualità come non lo è mai stato. Riesco a vedere la sfumatura calda dei suoi occhi e il respiro caldo sul mio viso. Le sue labbra piene sembrano chiamarmi e vengo avvolta dal suo profumo speziato che mi punge dolcemente le narici.
Schiudo le labbra affascinata dal volto tanto bello, ma soprattutto dal suo sguardo che esprime calore, tanto da scaldare anche me. Vorrei allungare una mano verso di lui, toccarlo, ma ho paura. Al contrario, lui è più temerario e una sua mano scivola sul mio collo accarezzandomi la guancia con il pollice.
Si avvicina a me lentamente dandomi il tempo per potermi tirare indietro, ma non voglio. Non sto tremando e non sento il cuore battermi nelle orecchie per la paura. É la prima volta dopo tanto tempo che ho davvero voglia di baciare un ragazzo, che voglio avvicinarmi a lui e la mia mente continua a farmi presente di quanto sia affascinante quello che ho davanti.
Le nostre labbra sono a un soffio di distanza, si sfiorano, ma il rumore di una suoneria ci interrompe prepotentemente. Mi allontano in fretta maledicendomi da sola per la mia debolezza. Sono già stata scottata in passato, cosa mi è saltato in mente? Stavo davvero per baciare uno sconosciuto?
Leonardo prende il suo cellulare dal tavolino e l'occhio mi cade sullo schermo. Lisa. Un nome femminile, magari la sua ragazza. Lui senza nemmeno pensarci chiude la chiamata, ma riprende subito a squillare e compare un altro nome femminile. Abigail, Lisa e probabilmente voleva aggiungere anche il mio nome alla sua squallida lista.
Quanto sono stupida!
Mi alzo in piedi raccogliendo gli avanzi e buttandoli nel cestino. «Puoi dormire qui se vuoi. Piove ancora tanto.»
Non ho il coraggio di guardarlo, ma non posso farne a meno perchè sento il suo profumo più vicino di quanto dovrebbe essere. Mi volto e i nostri occhi si scontrano di nuovo. Allunga una mano verso di me, ma mi scanso in tempo e scuoto la testa.
Vedo l'esatto momento in cui il castano caldo del suo sguardo diventa freddo e sulle sue labbra si ripresenta il solito sorrisetto strafottente. Non accetta un rifiuto, ma io non sono disposta a farmi prendere in giro in questo modo.
«Qui, dove?»
«Sul divano.» rispondo saggiamente. «Leonardo, lei è un mio cliente e la serata è meglio se si conclude qua. Domani mattina potrà portare via il suo quadro.»
Stringe i pugni lungo i fianchi e mi fissa mentre anche il sorrisetto sparisce. «Si conclude qui?»
«Sì e comprenderà che è meglio in questo modo.»
Lo vedo innervosirsi, ma cerca di nasconderlo. «Mi stavi per baciare, Francesina.»
«E stavo per sbagliare.»
Scuote la testa facendo un passo verso di me e io indietreggio. «Tu mi vuoi baciare.»
«Lei deve smetterla.»
«Sophie.» dice sospirando e passandosi una mano fra i capelli. «Cosa ti è preso all'improvviso? Stavamo passando una bella serata, ti ho detto di mia...»
Si blocca all'improvviso e corruga la fronte. Lo vedo irrigidirsi e senza dirmi una parola sale le scale e lo seguo stranita dal suo comportamento. Arriva in bagno e si infila in fretta i suoi pantaloni ancora umidi, per poi prendere anche la maglietta e voltarsi verso di me.
Ci guardiamo qualche istante, ma nessuno dei due dice niente.
Mi supera ed esce di casa sbattendo la porta alle spalle. Fisso il legno chiaro cercando di capire cosa sia successo, ma non me lo spiego. Davvero fa tutta questa sceneggiata per un rifiuto? Non deve proprio esserci abituato, ma capisco anche da sola che non può essere solo per questo, non mi ha dato l'idea di essere tanto stupido.
Sospiro mettendo da parte i pensieri e una volta spenta la televisione e riordinato il salotto, vado in bagno a farmi una lunga doccia calda.
Chissà se si farà vedere domani in negozio.
--------------
Buongiorno! Finalmente qui da me splende il sole dopo giorni di pioggia e nuvolosi. Mi devo ancora abituare che alle 5 è gia tutto buio 😭
Ecco qui un altro capitolo e la conclusione della serata, della prima uscita fra Leonardo e Sophie. Cosa ne dite?
Sophie ha fatto bene a non approfondire il bacio?
Fatemi sapere!
Baci G^^
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top