1. Iris


E me ne sto li seduta.
Tutto è fermo.
Il ticchettio dell'orologio sulla parete è l'unica cosa che impedisce al silenzio di essere totale.
Lo sguardo perso, le gambe incrociate.
Troppo bello sarebbe se la stessa calma regnasse anche nella mia mente.

Ad un tratto la porta difronte a me si apre e ne esce un uomo quasi calvo.
- È il suo turno signorina -
Impiego qualche secondo per comprendere che quest'uomo si sta rivolgendo a me.
Mi alzo barcollando leggermente e lo seguo.

Chiude la porta alle mie spalle e mi trovo davanti ad un lungo tavolo dove siedono i sei esaminatori.
Dietro di loro quattro cani annoiati mi osservano.
- Iris Zanna. Buongiorno, cominciamo subito con le domande... - interviene uno degli esaminatori.
- Dopodiché, se passerà la prima parte orale di questo esame, affronterà la pratica - aggiunge un secondo uomo al di la del tavolo.
Lancio uno sguardo distratto a un pastore tedesco che sbadiglia.
Un sorriso di sfida mi increspa le labbra.

*

Esco dalla sala con un plico di fogli in una mano e un mazzo di chiavi nell'altra.
- Allora? Ti hanno presa? -
Mi volto in direzione del'uomo calvo che un ora e mezza prima è venuto a chiamarmi.
- Sì!! Da oggi sono ufficialmente una sua collega - rido e indico i fogli che stringo in una mano.
- Benvenuta quindi! A presto Iris! -

Appena fuori dall'edificio vado in cerca di un posto tranquillo dove realizzare quello che è appena successo.
Dopo tre anni di faticosi e impegnativi corsi e stage, finalmente venivo assunta come addestratrice cinofila in un grande centro di addestramento per cani.
L'esame era filato liscio, sebbene fosse piuttosto tosto.
Osservo l'ora sul display del mio cellulare. Ancora dieci minuti e sarei dovuta andare alla segreteria del centro.
Metto le cuffie.
Ah cosa farei senza musica!
Trigger degli In Flames mi invade la mente spazzando via tutta l'ansia rimasta dall'esame.
Mi incammino verso gli uffici al secondo piano dell'edificio.

Costretta a mettere in pausa la canzone, metto il telefono in tasca.
- Buongiorno sei tu Iris Zanna? - mi viene in contro un uomo sulla trentina con i capelli neri tenuti cortissimi.
- Sì, buongiorno - gli stringo la mano cercando di non far cadere i fogli.
- Io sono Alessio. Per qualche mese sarai la mia collaboratrice. Difficile l'esame eh? Siete passati solo in sei -
Spalanco gli occhi a quella scoperta, visto che a tenere l'esame eravamo in ventitre.
- Vieni ti mostro il mio ufficio, puoi lasciare li le tue cose. -

Seguo Alessio cercando di memorizzare il percorso per arrivare al suo ufficio, visto le numerevoli porte su quel corridoio.
Appena il ragazzo apre la porta, un beagle e due setter inglesi ci saltano addosso.
- Ehi! Terra! - al comando di Alessio, i due setter si accovacciano sul pavimento senza però smettere di scodinzolare.
Il beagle non ne vuole sapere di obbedire.
Sorrido a quella scena, al settimo cielo per il mio nuovo lavoro.

- Questa è la tua scrivania e qui puoi tenere le cose che ti servono. Ti avverto da subito che questo ufficio lo vedrai di rado - Alessio scoppia a ridere, contagiandomi con la sua allegria.
Appoggio ciò che ho in mano dove mi ha indicato il ragazzo.

- Il primo cane di cui ti occuperai è lui... ti presento Hunter - Alessio indica il beagle.
- Ha quasi un anno... È una vera peste, ti avverto - sghizza e mi fa l'occhiolino.
- Benissimo! E i setter? - osservo i due cani vivaci ancora accucciati sul pavimento.
- Loro sono Sally e Iron. Tra poco arriva il loro padrone. Con loro ho finito -
- Pensavo che i padroni partecipassero alle sessioni di addestramento... non è così? -
- Beh... dovrebbe essere così. Ma la maggior parte non ha abbastanza tempo e quindi sei costretta a educare il cane e poi anche il padrone -
Non riesco a trattenere una risata e dopo pochi secondi anche Alessio ride di gusto.
- Va bene, allora cominci il lunedì della prossima settimana. Ti voglio qui alle sette in punto. Ricordati che abbiamo anche la pensione da gestire e al momento ci sono sedici box occupati. Poi cominceremo con Hunter. Ci si vede Iris -
Saluto Alessio ed esco dall'ufficio.

*

Dopo quasi due ore di viaggio, arrivo a casa.
- Devo trasferirmi al più presto... cazzo! - mi blocco con la mano sulla maniglia della porta di ingresso.
I miei genitori che litigano, sento le loro urla fino in giardino.

Sto per entrare in casa quando la porta si spalanca all'improvviso e ne esce mio padre, con due valigie al suo seguito.
Si ferma di fronte a me; ha gli occhi infuocati di rabbia ma nel vedermi sento che qualcosa crolla.
Le valigie gli scivolano dalle mani e con due lunghi passi mi raggiunge. Mi abbraccia e in tanto piange.
Sono confusa e sconvolta, non l'ho mai visto così.
- Papà ma cosa succede? - lo guardo con ansia.
Impiega qualche secondo per rispondermi, con la voce che trema.
- Io me ne vado, non c'è più posto per me qui. Sei abbastanza grande per capire Iris. Ti voglio bene - mi bacia la fronte e in fretta afferra nuovamente le sue valigie ed esce dal cancello di casa.
- No ma... aspetta!!! - mi volto troppo tardi, inciampo su un gradino delle scale, lo vedo sfrecciare via con la sua macchina.

Il dolore comincia a bruciare.
So perché è andato via.
Mia madre. Quella strega. Sempre scontenta, dispettosa e infedele.
Pochi giorni prima l'avevo vista in una macchina sconosciuta con un altro uomo.
Quanto la odio.

È una frazione di secondo. Prendo anch'io la mia decisione.
Salgo in camera mia, trovo mia sorella impegnata a truccarsi davanti allo specchio completamente indifferente a ciò che sta accadendo.
Afferro la custodia del mio basso elettrico passando poi all'amplificatore.

Sistemo queste due cose in macchina.
Me ne vado anch'io.

Eii :-)
Ho scritto questo capitolo senza nemmeno pensate.
Ho impiegato venti minuti scarsi ahahaha
Non so come mai, ma ho avuto un'idea e subito dopo la voglia bruciante di scrivere.

Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e vi ringrazio di cuore per averlo letto :-)

Vi prego immensamente di farmi sapere cosa ne pensate!!

:-*

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top