CAPITOLO 61:

L'attesa si era fatta insostenibile; da più di un giorno erano in mare aperto alla ricerca di Èspinoza, e Selena stava cominciando a dubitare di se stessa, a pensare che magari aveva seguito una rotta diversa o che la storia delle sirene fosse solo un depistaggio ben architettato.
Ma ormai era troppo tardi per cambiare idea. Poteva solo sperare e andare avanti.
A metà pomeriggio un grido dalla coffa la riscosse dai suoi pensieri.
"Nave a tribordo!" diceva l'uomo di vedetta.
Appena la sua mente ebbe realizzato quello che l'uomo aveva gridato scattò in piedi e corse sul ponte, dove si stavano ammassando tutti i marinai.
Si avvicinò al timone, dov'erano il capitano e Mister J.
Il cuore le martellava nel petto: doveva essere Èspinoza. Non poteva assolutamente essersi sbagliata, avrebbe voluto dire che era stato tutto inutile e che la ormai piccolissima speranza di trovare Jonas vivo poteva anche andarsene al diavolo.
Mister J le porse un cannocchiale. ~ È quella?~
Con un gesto secco Selena aprì lo strumento e vi guardò dentro.
L'ottone era gelido contro la sua pelle e il vetro sporco le dava l'impressione di guardare dentro una bottiglia ma sì, maledizione! Era lei! La nave di quel bastardo.
Non poteva essere che quella.
Ancora guardando nel cannocchiale in cerca di Èspinoza Selena annuì.
Ciò che accadde dopo quel suo gesto fu un insieme di urla confusionarie, ordini gridati e corpi in agitato e frenetico movimento.
Tutti correvano ad armare i cannoni e ad arraffare il maggior numero di pistole, fucili, sciabole e spade possibile, mentre lei si faceva largo per avvicinarsi al parapetto di prua.
Ora non aveva più il minimo dubbio; restava solo da vedere se c'era ancora una possibilità di trovare il principe vivo.

L'altra nave non impiegò molto a segnalare la resa e a richiedere un colloquio con i capitani.
Il suo cervello ora era sveglio, attivo, e il suo cuore bramava di veder scorrere il sangue di Èspinoza.

~ Vado io.~ si era subito offerta appena era riuscita a trovare suo padre.
Lui aveva riso. ~ Per? Mandare al diavolo il sacrificio di quel ragazzino facendoti catturare di nuovo?~
~ Non vorrai che stia qui ad aspettare!~ sbottò lei, incredula.
~ Certo che no.~ si aggiunse Mister J. ~ Tu sarai il nostro asso nella manica.~
Selena si calmò per un secondo. ~ Cioè?~
~ Noi li distrarremo. Tutto l'equipaggio o quasi sarà sul ponte, così tu avrai tutto il tempo per salire da poppa, entrare in quello squarcio nella vetrata e salvare il tuo bel principe prima che chiunque se ne accorga.~
La ragazza era titubante. ~ Ci saranno per forza delle guardie...~
~ Non ti ho affidata agli assassini perché diventassi brava a constatare cose ovvie.~ Il capitano incrociò le braccia sul petto, l'espressione dura. ~ Ma se hai paura non ho problemi a mandare qualcun'altro,.~
~ Proprio perché sono stata tra gli assassini sono l'unica in grado di farlo. Andrò io.~

2

Corse nella sua stanza a prendere le armi dell'Isola di Leon e pochi minuti dopo si stava gettando in mare da un punto cieco, in modo che nessuno la vedesse.
Strinse i denti sentendo il cambiamento nella parte inferiore del suo corpo dove le gambe si stavano unendo a formare la coda, ma doveva per forza passare molto sotto la superficie dell'acqua per evitare di essere avvistata.
Non sarebbe durato molto, le bastava raggiungere l'altra nave poi avrebbe avuto bisogno delle sue gambe per arrampicarsi fino alla vetrata.
Quando si trattò di passare attraverso il vetro fracassato incontrò la prima difficoltà; mani e braccia le si riempirono di tagli così come le cosce e le ginocchia poco dopo, quando dovette strisciare sul pavimento temendo di essere vista.
Mister J aveva davvero indovinato. Il corridoio che si intravedeva dalla porta semichiusa pareva essere deserto e gli unici rumori che si sentivano erano molto lontani da lei, che li associò al trambusto della ciurma sul ponte.
Con un po' più di sicurezza si alzò in piedi, si accostò alla porta e, controllato che il corridoio fosse effettivamente vuoto, uscì.
Passo dopo passo la memoria tornò e riuscì ad orientarsi meglio. La stanza dove era stata prigioniera non doveva essere troppo lontana.
Stando attenta a non fare il minimo rumore continuò ad avanzare, scendendo scale e imbattendosi in un paio di vicoli ciechi. Dopo il terzo tantativo, riuscì a trovare la strada ma noto subito che c'era qualcosa che non andava.
La porta della cella era aperta! Come poteva Jonas essere lì dentro se era aperta?
Si avvicinò comunque per dare un'occhiata, e infatti la stanza era vuota, così come se la ricordava.
~ Non ci credo...~ sussurrò a malapena, digrignando i denti.
Poi un movimento alle sue spalle l'allertò. Selena fece in tempo solo ad afferrare l'impugnatura della spada prima che qualcosa di pesante e metallico le venisse scagliato dietro la testa.
Quasi volò via a causa dell'impatto e in un istante si ritrovò per terra, mentre diverse paia di mani la sollevavano come se non pesasse nulla.

Durante i minuti successivi perse conoscenza diverse volte, ritrovandosi sempre in zone differenti della nave, finché il forte aumento dell'odore salmastro del mare la spinse a sollevare la testa per vedere dove fosse, così realizzò di essere sul ponte circondata da decine e decine di persone tra le quali riconobbe Mister J e suo padre, con le espressioni sconcertate abilmente nascoste.
Tornò completamente lucida pochi istanti dopo, come se la consapevolezza della situazione le si fosse schiantata addosso tramite una secchiata d'acqua gelida.
Poi sentì una serie di applausi provenire da dietro di lei, che si raddrizzò pur restando tra i due armadi le cui mani enormi la tenevano stretta.
Una risata secca si accompagnò al battere ritmico dei palmi di qualcuno che, lo sentiva chiaramente, si stava avvicinando dalla sua destra per poi entrare nel suo campo visivo; era Èspinoza.
Accolse lo sguardo inferocito della ragazza con un'altra risata di scherno poi le si mise a pochi centimetri dalla faccia, esattamente tra lei e suo padre.
~ Sei diventata così prevedibile di questi tempi, Selena, che quasi non ti riconosco più.~ sghignazzò accompagnato da tutta la sua ciurma la quale teneva ben sotto tiro con qualunque tipo di armi quella nemica.
~ Credo di sapere perché sei qui.~ continuò, con il sorriso maligno che gli si allargava sul viso come una malattia infettiva.
Fece un gesto verso due uomini che sparirono subito sotto coperta e ne riemersero poco dopo trascinando una persona in mezzo a loro, esattamente come i due bestioni ai lati di Selena avevano fatto con lei.
Sapeva già di chi si trattava ma restò comunque sconcertata nel riconoscere in quell'uomo zoppicante e coperto di tanto sangue secco e vecchio quanto di fresco e nuovo il principe Jonas.
Era ridotto malissimo e Selena era ben consapevole che derivava tutto dal sacrificio da lui compiuto, poiché era all'oscuro del suo segreto.
Se l'avesse saputo non sarebbe stato difficile capire che il primo a doversi salvare era lui e non di certo lei.
Anche Jonas le venne messo davanti, ma i suoi occhi non sembravano riconoscerla. In realtà a malapena si vedevano, gli occhi, perché li teneva socchiusi come fosse esausto, cosa probabilmente vera.
~ Bene, eccotelo qua.~ fece Èspinoza battendo una mano sulla spalla del ragazzo, che incassò il colpo come se a colpirlo non fosse stata una mano ma una mazza chiodata.
Non avrebbe retto ancora per molto in quella situazione, questo era chiaro per lei, ma in quanto a come salvarlo c'era solo buio totale nella sua mente.
~ Ormai pare aver perso la sua utilità, sai, e visto che non so che farmene...~
Èspinoza la guardò come se il seguito dell frase fosse ovvio, ma non c'era nulla di ovvio con lui.
~ ...intendo fargli fare un salutino ai fondali, ovviamente! Ti chiederei di accompagnarlo, ma sarebbe stupido cercare di ammazzarti usando una cosa con cui hai tanta familiarità.~
Si cacciò a ridere insieme a tutta la sua ciurma, un suono gracchiante e velenoso per le orecchie e l'orgoglio della ragazza.
Ma a Selena venne un'idea.
~ E fallo~ disse spavalda. ~ Non ero di certo qui per quello.~
Un'altra risata scosse il ponte della nave e i nervi della ragazza, la cui pazienza stava pericolosamente raggiungendo il limite minimo di sopportazione.
~ E perché sei passata, allora, per un thè?~
~ Per ammazzarti, idiota.~
Questa volta nessuna risata giunse né Èspinoza fece uno dei suoi sorrisetti denigratori: Selena aveva parlato con una furia e una rabbia spaventose, impossibili da prendere per un bluff.
~ Be', questo tuo desiderio era decisamente scontato. Ma temo di non poterti accontentare. Piuttosto penso che sia ora di far fare al nostro principe la sua ultima nuotata.~
Le lanciò uno sguardo tra l'indagatore e il divertito, ma lei restò impassibile.
Piegò le labbra in un sorriso che provò a far sembrare dolce e rispose: ~ Accomodati. Anzi, vuoi una mano?~
Pe tutto il tempo aveva cercato di non incrociare lo sguardo con Jonas, infatti nell'unico istante in cui osò farlo trovò dall'altra parte una dose di indignazione e di rabbia impressionante.
Ma Jonas non doveva occupare I suoi pensieri in quel momento.
Per fortuna non si era ribellata troppo quando l'avevano catturata, e così aveva risparmiato energie che progettava di impiegare di lì a poco.
Intanto al principe erano state tolte le catene e al loro posto vi era una corda con, legata al termine, una palla di cannone.
I due armadi ai suoi lati lo trascinarono vicino al parapetto, tutto sotto agli occhi di Selena, la cui espressione era ossessivamente controllata dal capitano nemico.
Tutti stavano guardando l'ultima camminata del ragazzo, una sequenza di barcollanti e strascicati passi verso la morte.
Mancavano pochissimi metri; Selena prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e si concentrò.
La presa dei due uomini sulle sue braccia era diminuita, così quando con una semplice scrollata se li tolse di dosso non subì gli effetti del suo stesso attacco.
Tramite i suoi poteri riuscì a muoversi così in fretta che l'uomo alla sua destra nemmeno si accorse che gli aveva preso la spada finché non se la ritrovò piantata nello stomaco, mentre l'altro venne velocemente abbattuto con un colpo all'altezza del collo.
Prima che chiunque, sulla nave, avesse realizzato cosa stava accadendo lei aveva già neutralizzato due dei marinai più vicini a Jonas, ma poi un urlo squarciò l'aria;
Èspinoza, furibondo, stava gridando ai suoi uomini ordini, insulti e bestemmie che spaventarono così tanto i due aguzzini del principe da farli affrettare a gettarlo in acqua, come se Selena non avesse già abbastanza problemi.
Accompagnò il loro gesto con un'imprecazione visto che ora si ritrovava sotto attacco e a corto di tempo.
Con enorme sforzo dovette far di nuovo ricorso alle sue capacità da mezza sirena per sopravvivere alla dozzina di marinai che le si erano gettati contro, ma nella sua testa sentiva solo l'urgenza di sbrigarsi.
Infatti, lasciò che la minaccia delle spade la spingesse indietro, verso il parapetto, e si tuffò in acqua appena poté.
I suoi occhi si erano istantaneamente abituati alla scarsa luce del mare, così continuò a nuotare sempre più in profondità per trovare il principe che, ridotto com'era, sarebbe affogato presto.

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