CAPITOLO 6:

Daniel la invitò subito a seguirlo nel suo ufficio, dove avrebbero parlato.

~ Non finisci la tua cena, principino?~ lo derise Selena non appena le disse di volerle parlare.

~ Immagino che tu abbia qualcosa di urgente da dirmi. E comunque sarebbe maleducato mangiare quando in questa tavola non c'è un posto per te.~ rispose tagliente.

~ Non mi aspettavo niente di meglio...~ commentò la ragazza con una risata secca.

~ Ti credevo un po' cresciuta. O quantomeno ci speravo.~ aggiunse lui socchiudendo gli occhi, gesto che non diminuì minimamente l'intensità delle emozioni che scaturivano da essi.

~ Spiacente di averti deluso.~ ribatté sarcasticamente.

~ Non ho dubbi.~

Con un gesto della mano e un sorriso gentile, la invitò a precederlo nel percorso per andare nello studio.

~ Ricorderai la strada, immagino.~ mormorò.

Selena cominciò a camminare, svelta e aggraziata. Sentiva chiaramente la presenza di Daniel dietro di sé. La presenza di quell'uomo -per chi lo conosceva- era impossibile da ignorare. Era percepibile e ingombrante, come se fosse costretta in un luogo troppo stretto per contenerla. Selena -che lo conosceva bene- riusciva addirittura a identificare le sue emozioni senza vederlo. Stupore, rabbia, curiosità e...
"...imbarazzo?!" pensò la ragazza. "Quest'essere disgustoso è imbarazzato?"
Proseguirono in silenzio.
Ricordava bene l'ultima volta che aveva fatto quella strada, avviandosi -allora inconsciamente- verso il suo massacro. Quando arrivarono davanti allo studio, Daniel la superò agilmente e le aprì la porta; un gesto che più che commuovere Selena, la fece arrabbiare, anche se cercò di non mostrarlo. Purtroppo Daniel la conosceva almeno quanto lei conosceva lui, il che è tutto dire, quindi non si impegnarono troppo a nascondere le loro emozioni.
Selena non aspettò un invito per accomodarsi: si diresse subito verso una delle poltrone di velluto rosso sangue.

~ Bel colore.~ commentò lei. ~ Immagino ti sia stato utile spesso in questi anni.~
~ Anche se il verde smeraldo si intonava meglio all'arredamento.~ aggiunse con indifferenza.

~ Dovrei ringraziarti, dunque?~ chiese lui. ~ In fondo è proprio a causa tua che le ho cambiate e queste sono molto più comode.~

Selena gli scoccò uno sguardo che avrebbe fulminato chiunque, ma non Daniel. Uno sguardo furioso, stupito e, per quanto tentasse di nasconderlo, ferito. Era ferita dal modo con cui aveva preso la sua presenza. Nemmeno aveva accennato a scusarsi, e addirittura osava guardarla negli occhi. Lei, che era svenuta sotto i suoi pugni.

~ Non sarai ancora arrabbiata per quella storia?~ le domandò cogliendo la sfumatura triste nei suoi occhi.

~ Quella storia?!~ esclamò Selena. ~ Mi hai picchiata fino a farmi perdere i sensi solo perché avevo fallito una missione, l'unica in undici anni.~ ringhiò.

~ Beh non si può dire che tu abbia trascorso tutti quegli undici anni qui tra noi.~

~ Vuoi picchiarmi anche per questo?~

~ Certo che no...~ rispose subito Daniel spostandosi nella stanza con lo sguardo che saettava da lei al pavimento. ~ ...Sai sono pentito per quello che ho fatto.~

Quell'affermazione lasciò Selena impietrita. Non per lo stupore, ma per la furia che sentiva crescersi dentro.

~ Ho capito subito dopo che te ne sei andata di aver esagerato. Eri la mia assassina migliore e mi ero abituato ai tuoi successi. So di averti stressata e di averti affidato troppe missioni in troppo poco tempo. Ormai ti credevo una specie di essere infallibile. È stata la mia delusione a colpirti.~ spiegò calmo ma senza guardarla direttamente.

Si era decisamente acquietato e sembrava essersi finalmente reso conto che sì, Selena era ancora arrabbiata per "quella storia" e lo sarebbe stato ancora a lungo. E, parlando di delusione, anche lei era delusa da lui, ma certamente non intendeva spaccargli la faccia.

~ Ah. Quindi ti ho deluso.~ disse Selena con il suo steso tono, alzando le sopracciglia in segno di arrogante e finto stupore.

~ Sì. E molto anche. Se dovevi fallire una missione potevi farlo in una più difficile ed evitare ti far ammazzare tre Mercenari su dieci che ti eri portata.~ ringhiò Daniel sentendo il tono canzonatorio nella voce di Selena. In un istante era ritornato la stessa persona della sala da pranzo. Freddo, duro e arrabbiato.

~ Quindi io ti ho deluso?~ gridò Selena. ~ Io, avrei deluso te?!~ esplose la ragazza alzandosi in piedi. ~ Come puoi permetterti di giustificarti così? Come puoi pensare di avere una giustificazione per quello che mi hai fatto?!~ continuò. ~ Non è stata nemmeno colpa mia! Il fratello di quell'uomo è arrivato all'improvviso, non ne sapevamo nulla!~

~ Era solo un uomo, potevi uccidere anche lui.~ rispose Daniel guardandola come se fosse una stupida a non capirlo.

~ No che non potevo. Avevo dei feriti da riportare qui e con lui c'erano una decina di guardie.~ ribatté Selena agitandosi.

~ Siete tutti assassini esperti, bastavano tre di loro ad ammazzarli tutti.~ sentenziò Daniel con tono duro.

~ Ma ti ricordo che tu mi hai costretta a portare solo dieci assassini con me! Sapevamo entrambi che erano troppo pochi e te ne sei fregato!~ strillò ancora. ~ E comunque, se erano esperti non sei certo tu a saperlo visto il tuo normale interessamento.~

~ Vedo che non hai dimenticato neanche un dettaglio.~ commentò Daniel spostando lo sguardo mentre passeggiava intorno alla scrivania tracciandone il percorso con le dita.

~ La cosa ti meraviglia, noto. Francamente non mi aspettavo che tu te ne dimenticassi così in fretta.~

~ Non me ne sono dimenticato. Infatti di chiedo scusa, mi dispiace. Voglio davvero che ritorni tra noi. Chi diventa un mio assassino lo resta per sempre, no?~ disse sorridendo timidamente.

~ Sarò anche un'assassina ma di certo non sono tua.~

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