CAPITOLO 59:
La notte Selena la trascorse sulla nave, con l'aspettativa della giornata seguente a rallegrarle l'animo ma non abbastanza da combattere la stanchezza che si era malignamente insinuata in lei senza che se ne rendesse conto, per poi farsi sentire tutta d'un colpo nel momento in cui era entrata nella cabina.
Esausta, si era cambiata d'abito e, attirata prepotentemente dal piccolo letto in fondo alla stanzetta, vi si era addormentata sopra dal primo respiro rilassato che aveva emesso.
La mattina era giunta presto, ma lei era sufficientemente riposata da alzarsi pochi minuti dopo che il padre era venuto a chiamarla.
~ Cosa si fa oggi, padre?~ gli chiese rubando una mela dalla fruttiera al centro del tavolo della sala nautica.
~ Compere. Mi risulta che tu sia a corto di armi, e non abbiamo ancora finito con le provviste. Ma a quello ci penseranno gli uomini. Tu, io e Joseph abbiamo altro di cui occuparci.~
La condusse fuori dalla sala e poi giù, su una scialuppa che li portò a terra, sulla fiorente isola di Leon.
~ Primo obbiettivo: armi, Selena. Già faccio fatica ad accettare donne sulla nave, anche se si tratta di te, e il fatto che sei pure disarmata non è certo un incentivo.~ borbottò Mister J conducendoli nel bel mezzo della cittadina.
La ragazza si fece una risatina, nonostante la tristezza per aver perduto la spada regalatale da suo padre.
Era contenta di poter riavere delle armi e magari dei vestiti più adatti al soggiorno su una nave.
Camminarono per una dozzina di minuti in mezzo alla gente, uomini e donne che richiamavano l'attenzione per vendere i prodotti disposti con cura sulle bancarelle affollate l'una sull'altra.
I bambini correvano e si spingevano per terra, sollevando una fitta polvere chiara.
Vita pura e libera sprizzava ovunque, dai visi della gente, dai gesti, dai suoni e dai profumi di spezie quanto di frutta fresca.
Il capitano Ramirez era conosciuto lì, così come Mister J.
Avevano cercato provviste e materiali per la manutenzione della nave parecchie volte in quegli anni e ciò li aveva resi noti agli abitanti di Leon.
Molti uomini e molte donne li salutarono con cortesia, alcuni piegarono anche il capo in segno di rispetto, mentre i ragazzini, interrompendo i loro duelli con bastoni e spade di legno, si limitavano ad osservare il loro passaggio con occhi sgranati.
Per decadi i pirati avevano cercato e ottenuto rifugio nella bella quanto fiorente Leon e mai si erano azzardati a rivoltarsi contro di essa.
Leon era luogo proibito per guerre e combattimenti; qualunque marinaio lì rifugiato smetteva di avere un capitano e si trasformava in semplice uomo. Zuffe o risse con i componenti di altre ciurme erano vietatissime, quasi tabù.
Il trio si diresse sicuro verso una casupola in fondo alla strada principale -che strada non poteva proprio definirsi, ma a questo somigliava- e vi entrarono, uno dopo l'altro, scostando una tendina di perle colorate.
L'esterno prometteva tutt'altro rispetto a quello che vi si trovava dentro, che per la maggior parte corrispondeva ad armi.
Armi, armi e ancora armi; spade di ogni forma e dimensione, pugnali, coltelli dai manici in ogni materiale conosciuto, pistole e anche qualche arco.
~ Buongiorno Matthew!~ tuonò Rafael appena entrato.
~ Capitano!~ esclamò l'uomo di nome Matthew abbandonando su un tavolo di vimini l'ascia che stava affidando con cura. ~ È bello rivederti, amico mio!~
Si stritolarono vicendevolmente in un abbraccio e con Mister J si strinsero la mano, poi l'uomo si accorse di Selena.
~ In buona compagnia, questa volta.~ commentò piegando il capo davanti a lei.
~ Questa è mia figlia, Matthew.~
~ Selena Ramirez.~ si presentò lei con un lieve inchino.
~ Onorato, signorina.~
~ Questo signore lavorava per l'esercito inglese.~ le spiegò Mister J con un mezzo sorriso. ~ Poi si è accorto che lo annoiavano le regole.~
~ Preferisco affermare di aver cambiato i miei orizzonti.~ ridacchiò l'uomo.
Era vestito elegante, nel suo genere, con abiti freschi intonati agli occhi grigi come i capelli, scoloriti prima del tempo. Il suo sorriso era giovane, però, e i suoi occhi brillavano.
~ Come posso esservi utile?~
~ Vedi, siamo appena torn~
~ Ma aspettate, signori! Non vi ho offerto del vino! Sentite questo... ehm... Non ricordo il suo nome ma è portoghese e buono come nettare degli dèi!~ proclamò allontanandosi.
Trafficò un po' nel retrobottega e ne uscì con una piccola botte dalla quale, con ampia destrezza, versò il contenuto scuro in due calici splendenti che offrì ai due marinai.
I due bevvero, con l'attenzione di chi ha assaggiato abbastanza vini da esserne critici.
~ Davvero un ottimo vino, amico mio.~ commentò Rafael facendo ondeggiare il liquido nel calice, nonostante il suo tono tradisse la sua impazienza.
Selena, scattante come un felino, afferrò delicatamente il bicchiere dalle mani del padre e terminò ciò che vi era rimasto.
~ Buono veramente.~ disse sorridendo, accompagnata dalla risata aspra di Mister J.
~ La ragazza sa il fatto suo, direi.~
~ Troppo forse...~ borbottò il capitano tentando di assumere un'espressione di rimprovero.
~ Altro?~ Matthew, con la sua cortesia, sembrava volerli far ubriacare.
~ No, grazie, Matt.~ sorrise Mister J. ~ Siamo qui per comprare.~
~ Oh!~ esclamò l'uomo. ~ Quale gradita notizia!~
Riportò la botte dove l'aveva presa e quando tornò il suo spirito allegro era completamente concentrato sul suo lavoro.
~ Per chi sono i gioiellini?~ domandò prendendo un metro da sarto e contorcendolo tra le mani come dovesse strozzarci qualcuno.
~ Per me.~ Selena fece un passo avanti. ~ Una spada lunga, due pugnali e... otto o dieci coltelli da lancio.~
~ Tale padre tale figlia.~ sorrise l'uomo mentre le si avvicinava stendendo il metro.
Le misurò l'avambraccio dal gomito al polso, dal polso alla punta del dito medio, dal fianco al ginocchio e infine dalla spalla destra al fianco sinistro.
Dopo aver raccolto tutte le misure in un taccuino prese ad esaminarle, mugolando una canzoncina.
~ Sei fortunata, Selena Ramirez.~ le disse sparendo di nuovo nel retrobottega.
Si udirono rumori di scatole che cadevano, i contenuti rivesciati, legno su legno di scrigni che scivolavano sui ruvidi scaffali, il tutto contornato dalle colorite imprecazioni che solo chi ha passato mesi in mare può imparare.
Dopo qualche minuto, Matthew riemerse da una nuvoletta di polvere, con una lunga scatola fra le mani, sopra alla quale era poggiato un cofanetto di fianco a due pugnali e lasciò cadere tutto di schianto sul tavolo di vimini.
~ Dunque,~ cominciò aprendo il cofanetto dal quale prese con delicatezza un coltello da lancio.
Selena lo prese dalle sue mani e lo rigirò tra le dita. Era minuto, con graziose decorazioni sul manico tozzo in contrasto con la lama sottilissima e lucente.
~ Tira dove vuoi.~
Non se lo fece ripetere; afferrato il coltello dal manico lo spostò dietro dietro alla spalla destra, i muscoli in tensione, le dita dalla presa morbida.
Con uno scatto prima del braccia e poi del polso lanciò il piccolo arnese, che roteò più volte in aria per poi conficcarsi nella parete davanti a lei come fosse fatta di burro.
~ Meraviglioso.~ commentò lei estraendo il coltello dalla parete. ~ Sono davvero perfetti.~
~ Troppo buona, signorina. Ma ora dimmi di questi.~ Le porse i due pugnali.
Anch'essi erano finemente decorati lungo tutto il manico ma, a differenza dei coltelli da lancio, la lama era meno sottile.
Selena testò la calibrazione, li fece girare sulle mani, saltare per aria riprendendoli con abilità.
Minuziosamente sfruttò al massimo il potenziale dei due oggetti eseguendo la maggior parte delle tecniche che aveva imparato, dichiarandosi soddisfatta.
La spada fu il pezzo forte; splendeva dalla punta all'impugnatura, la guardia era lavorata e brillante, dalla forma sinuosa e lungo le decorazioni erano incastonati dei piccoli rubini.
La prese in mano e subito si rese conto di quanto fosse ben fatta.
La lama era estesa ma non esageratamente, il giusto per bilanciarla con il codolo.
Le bastò prenderla per capire che era perfetta.
Si legò il fodero intorno alla vita e ripose la spada ringraziando Matthew, che aveva tutta l'aria di essere parecchio fiero del suo lavoro.
Quando ebbe sistemato tutte le armi bianche acquistate uscì dalla casupola come suo padre le aveva detto, un po' confusa per quella richiesta ma senza farsi troppe domande.
Attendendo lungo la strada si trovò a chiacchierare con alcune giovani donne dalle varie provenienze, chi da Cuba, chi dalla Spagna, come lei, e così via fino a ottenere un'enorme quantità di lingue e accenti.
La gente era gentile, la salutava, le chiedeva il suo nome e si complimentava, -chi sinceramente e chi no-, per la sua bellezza offrendole abiti o gioielli.
Il capitano e il suo secondo uscirono dopo una ventina di minuti che Selena non aveva percepito, e con lei tornarono alla nave che intanto si era riempita di viveri e materiali per la manutenzione.
Quando si furono accomodati nella sala nautica, con il trambusto del via vai degli uomini ad animare il silenzio, stesero una mappa sul tavolo e tracciaroni insieme una rotta sotto gli occhi della ragazza, che solo all'ultimo capì dove i due uomini intendevano andare, cioè all'inseguimento di Èspinoza.
Non le sembrava affatto vero, di avere così presto la possibilità di vendicarsi (perché ovviamente voleva vendicarsi per tutto quello che le era stato fatto).
~ Sì, Selena.~ le rispose suo padre quando chiese conferma ai suoi sospetti. ~ È ora di salvare il tuo caro principe.~
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top