CAPITOLO 58:
1
Selena aprì gli occhi ancora, e ancora sentì il morbido abbraccio delle coperte nelle quali si era arrotolata durante il suo secondo riposo forzato, cominciato quando suo padre, ripresosi dagli stravaganti racconti della figlia, le aveva comandato di riposarsi ancora un po' prima di alzarsi, anche e soprattutto perché non si era certo risparmiato di avvisarla che l'avrebbe chiusa a chiave dentro la stanza.
Seppur sveglia, era sospesa in un momento di quiete quasi irreale, composta da luce fioca e suoni ovattati; un piccolo paradiso in terra, troppo piacevole per essere abbandonato.
2
~ Ancora non ti sembra reale, eh?~
~ No, Joseph. Non mi sembra affatto vero.~ ammise il capitano Ramirez osservando l'orizzonte.
~ Le somiglia molto, sbaglio?~
L'uomo annuì, continuando a fissare l'andamento calmo del mare.
Non solo somigliava alla madre, ma trovare sua figlia donna avendola lasciata bambina era stato un duro colpo per lui, che si era trovato davanti sua figlia e lo spettro di sua moglie contemporaneamente. Cosa piuttosto infame da parte del fato, considerando che era su un uomo distrutto dal dolore che stava rivolgendo la sua crudeltà.
~ Rafael.~ lo chiamò Joseph, riscuotendolo dai suoi dolci e dolorosi pensieri sul passato. ~ Sei un uomo fortunato.~
~ Lo so. Spero solo che anche lei sia una donna fortunata.~
~ E dire che fino a ieri era una bambina.~
~ Fino a ieri era morta.~ lo corresse. ~ Comunque, pensandoci bene, se Èspinoza le dà la caccia non può affatto ritenersi fortunata.~ aggiunse il capitano, tornando con i piedi per terra.
~ Senza dubbio. Ma sono sicuro che appena si sarà ripresa potremo discutere sul dafarsi. È coinvolto addirittura il principe, hai detto?~
~ Già. A quanto pare saremo i primi pirati che invece di derubare un nobile gli salveranno il fondoschiena.~
Jospeh sapeva anche quello che era accaduto a Selena. In quanto comandante in seconda e migliore amico d'infanzia non che compagno di scorribande del capitano si era guadagnato da tempo il diritto di essere il suo principale confidente.
Era rimasto molto meno sconcertato di quanto Rafael si fosse aspettato, ma dopotutto era tipico di Joseph restare così calmo.
~ Vuoi farlo veramente?~
~ Non ci permetterà di lasciarlo in mano a loro, lo sai. Dovesse andarlo a prendere da sola.~
~ Questo è vero.~ disse Selena, spuntando fuori da dietro l'angolo.
Entrambi rimasero momentaneamente confusi nel constatare un cambio di abbigliamento della ragazza, che aveva indossato un semplicissimo vestito bianco in lino dalle maniche lunghe e le spalle scoperte con un corpetto in pelle chiuso con dei lacci sul davanti, molto più comodo e morbido di quelli che doveva mettere a Swansea.
~ Voglio assolutamente salvarlo. Se è in questa situazione è a causa mia, lo volevano usare solo per ricattarmi.~
~ Al momento, però, Selena, sarai d'accordo che ci è impossibile fare qualunque cosa. Dobbiamo acquistare dei viveri e soprattutto armarci molto meglio se vogliamo mettere in difficoltà Espinoza.~
~ Certo, immagino sia vero.~ ammise. ~ Sprecheremo molto tempo?~
~ Siamo a pochissima distanza da Leon, ma il problema è un altro. Come troviamo Espinoza?~
Selena chiuse gli occhi, tornando con la mente a quando Jonas l'aveva buttata giù dalla nave.
Pensò a dove si era trovata rispetto all'isola e quindi alla nave di suo padre.
~ Dove puntavate quando vi siete fermati vicino all'isola?~
~ Est.~ rispose subito Mister J.
~ Allora erano diretti a sud. Sicuramente.~
~ Perché a sud?~
"Già, cosa c'è a sud?" pensò la ragazza, ma poco dopo un'orrida idea su fece strada nella sua testa.
~ Aguas Criaturas!~ esclamò.
~ Quel posto non esiste.~ sentenziarono subito i due uomini.
~ Ci siete mai stati?~
~ Ovviamente no. Nemmeno i pescherecci ci vanno, non si trovano pesci per miglia.~
~ Appunto. Secondo voi perché non ci sono pesci?~
~ Le sirene non dovrebbero fare paura. Almeno non ai loro simili.~
~ Avete la testa piena di leggende e storielle. Nessuno sa qualcosa di sirene, ma a quanto pare dovrò presentarvele.~ li liquidò la ragazza.
3
Erano davvero a pochissima distanza da Leon, l'isola dove pirati e malfattori potevano trovare qualsiasi cosa di remotamente utile al loro mestiere.
A meno di un'ora di tempo prima di raggiungere l'Isola di Leon Selena sedeva nello studio del padre, accarezzando le vecchie mappe ingiallite e maneggiando con cura gli oggetti che consentivano di tracciare le rotte posati disordinatamente su di esse.
Poco dopo, come promesso, il capitano la raggiunse e prese posto di fronte a lei.
~ Allora Selena.~
~ Sì?~
Le domande che seguirono furono tante e vaghe, ma tutte indirizzate a scoprire cosa avesse passato sua figlia in quei nove anni.
In verità l'uomo sperava di trovare qualcosa che potesse giustificare l'angoscia nei suoi confronti, che lo escludesse dalla categoria "padri iper-protettivi"; ma probabilmente il solo fatto che la madre le fosse morta davanti agli occhi bastava a giustificare il suo timore.
~ Ora che ci penso!~ esclamò l'uomo dopo qualche istante di silenzio seguito al racconto dettagliato della ragazza su come era stata torturata sulla nave di Èspinoza. ~ Non hai nemmeno un'arma.~
~ Temo di no, padre.~ ammise lei con una fitta al cuore. La spada regalatale da lui era rimasta là.
~ Leon ne è piena, non preoccuparti. Ben equipaggiati daremo del filo da torcere a quel cane bastardo.~ assicurò con un sorriso.
Selena annuì, tentando di sorridere a sua volta ma riuscendoci a malapena.
Il capitano, scorta l'espressione della ragazza, si alzò e le passò un braccio intorno alle spalle, cosicché potesse appoggiarsi a lui.
~ Ce lo riprenderemo, tesoro. Il tuo bel principe. Con una ricompensa, magari.~ ridacchiò.
~ Sempre il solito...~
~ Puoi giurarci.~
Le arruffò i capelli scoccandole un bacio, che però non sortì l'effetto sperato.
~ Sta' tranquilla, si risolverà tutto. Ma ora, si cena. Vieni.~ le disse prendendola da un braccio e accompagnandola fuori, poi lungo il corridoio e infine in un'altra stanza.
Un lungo tavolo scuro occupava la maggior parte dello spazio, e su di esso erano sparsi vettovaglie e piatti colmi di cibo straripante.
~ Pensavo che avessimo quasi finito le scorte...~
~ Infatti, ma poiché siamo quasi arrivati a Leon possiamo anche permetterci di terminare tutto.~ le rispose Mister J portandosi un calice di vino alle labbra.
~ Esatto. E sull'isola dove ti abbiamo trovata abbiamo anche catturato un paio di animali, abbastanza da mangiare da signori per stasera!~
Quando lei, suo padre e un altro comandante che non conosceva si furono accomodati venne servita loro la cena, non molto varia ma comunque deliziosa.
Selena aveva appena terminato di divorare il suo terzo pezzo di carne quando il cuoco della nave, un uomo sulla cinquantina di nome Bartolomeo, detto Barto, fece il suo ingresso nella stanza.
~ Ho sentito che la principessa di bordo è tornata tra noi!~ esordì cercando la ragazza con lo sguardo, che non poté trattenersi dal sorridere.
~ Sembra di sì, Barto.~ disse alzandosi.
Solo in quel momento l'uomo la vide, a causa della vista bassa che aveva sempre avuto, e le andò incontro con un sorriso da orecchio a orecchio.
~ Oddio!~ esclamò quando l'ebbe più vicina. ~ E io che cercavo una niña con vestito e treccine!~
La stritolò in un portentoso abbraccio poi quando la liberò si soffermò ad osservarla.
~ Ma sei patitissima, Selena! Quando mi hanno chiesto qualcosa da mangiare, quei due disgraziati, non sapevo fosse per te, o ti avrei preparato un piatto più sostanzioso!~ esclamò mandando un'occhiataccia al capitano e al suo comandante in seconda.
~ Non ti preoccupare, Barto, sto bene.~ assicurò. ~ Ti vuoi unire a noi?~
~ Oh, no, no, sono passato solo un momento...~ fece lui scuotendo la testa colma di capelli.
~ Avanti, insisto!~
~ No, no, Selena, davvero...~
~ Siediti Barto.~ fece Mister J scostando una sedia dal tavolo.
Dopo un momento di titubanza, l'uomo si sedette e presto ebbe anche lui qualcosa da mangiare.
~ Non sai quanto mi è mancata la tua cucina...~ commentò la ragazza finendo un altro pezzo di carne.
~ Per favore, Selena, troppo buona. Non ho la presunzione di credermi un cuoco eccellente.~
~ È proprio per questo che lo sei.~
~ Capito Rafael? Col cavalo che le mancavi tu o io, a lei mancava la cucina di Barto!~ disse Mister J rivolgendo alla ragazza un sorrisetto.
~ Che stupido!~
Ma la ragazza ormai aveva rivolto i pensieri altrove; a Jonas per l'esattezza, che poteva star facendo qualsiasi cosa ma sicuramente non stava cenando con amici.
Si sentiva in colpa a divertirsi e rilassarsi quando probabilmente il ragazzo veniva torturato per averla liberata, però la prospettiva di essere a poco dal salvarlo era un lenitivo per quel malessere.
La cena era quasi finita quando dal ponte si udì un grido: ~ Terra!~
Poco dopo l'ancora venne calata e alcuni uomini vennero mandati sull'isola per permettere ai mercanti di procurarsi i viveri che l'indomani avrebbero acquistato.
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