CAPITOLO 57:

Quando Selena riaprì gli occhi, percepiva solo il calore delle coperte che la coprivano fino al naso ed il dondolio rilassante della nave che la faceva sentire quasi come in una culla morbida.
Il giorno prima, stremata nel corpo e nell'anima era stata gentilmente ma fermamente spedita nella sua vecchia stanza perché riposasse.
Suo padre l'aveva mandata avanti, dicendole che l'avrebbe raggiunta di lì a poco, ma lei, troppo stanca per recepire le parole, appena ebbe raggiunto la stanza si sentì attirata verso il letto appena fatto e ci si era gettata sopra preoccupandosi solo di togliersi gli stivali.
Qualche secondo dopo si era infilata sotto alla coperta per poi addormentarsi subito, nell'istante in cui aveva chiuso gli occhi, ebbra di una gioia talmente forte che si era trovata in confusione, con un'insolita e strana pace nel cuore.
La mattina era giunta troppo presto, infatti stava per rimettersi a dormire quando un movimento nella stanza attirò la sua attenzione, così alzò la testa quel tanto che bastava per allargare il suo campo visivo limitato dal buio e dal fatto che si era appena svegliata.
~ Scusami.~ mormorò suo padre quando si accorse che si era svegliata. ~ Non volevo svegliarti.~
~ Non l'hai fatto.~ si affrettò a chiarire Selena, sfregandosi gli occhi con i pugni.
~ Sai, non... Non ho resistito. Credevo di essermi sognato tutto.~ le disse inginocchiandosi accanto al letto.
Lei ridacchiò senza un motivo preciso, ma suo padre sembrò apprezzarlo perché rise anche lui, forse un po' imbarazzato.
~ Giuro. Nemmeno Joseph è riuscito a convincermi che é tutto vero.~
~ Starà andando in paranoia, poverino...~
~ Mica tanto. È insopportabile come lo ricordi.~
Selena voleva rispondere, dire qualcosa di divertente o semplicemente trovare un argomento di conversazione, qualsiasi cosa per non sembrare così stupida standosene lì in silenzio, ma nonostante ci fossero talmente tante cose di cui parlare non riusciva a trovare nulla che le sembrasse decente.
La verità era che nemmeno a lei sembrava vero, anche se non ne aveva la consapevolezza. Agiva senza pensare, inconsciamente tranquilla del fatto che presto sarebbe stata svegliata dall'ennesima secchiata d'acqua che Èspinoza tanto amava riservarle.
Doveva continuamente ricordarsi che era davvero lì, che con lei c'era davvero suo padre e che nulla di tutto quello che stava vivendo era fantasia, ma durante quel poco tempo in cui ne aveva piena certezza provava sentimenti così forti da sfiancarla, lasciandola senza fiato e, come in quel momento, senza parole.
Un improvviso dolore al ventre la costrinse a rannicchiarsi con le braccia strette attorno allo stomaco, che sembrava quasi esser stato perforato da un pugnale.
~ Che cosa...~ iniziò il capitano, poi comprese come stavano le cose. ~ Da quanto non mangi?~
~ Non lo so...~ rispose lei tra una stretta e l'altra. ~ Qualche giorno credo.~
~ Come sarebbe qualche giorno?~ ruggì alzandosi in piedi.
Gli anni non avevano di certo intaccato la sua agilità.
~ Perché non me l'hai detto?~
~ ...Volevo solo riposare, ero stanca...~
Sembrava tornata bambina, quando un solo segno di rabbia o delusione sul viso di suo padre bastavano a rattristarla enormemente.
~ Aspetta qui.~ le disse uscendo in tutta fretta.
Selena sospirò, pentendosene subito a causa di un'altra fitta, e tornò sdraiata ad attendere.
Suo padre non era cambiato molto, pensò.
Come avesse fatto sua madre ad innamorarsi di lui era piuttosto evidente; un ragazzo giovane e affascinante che ti corteggia è già di per sé un buon incentivo, se poi si considera anche l'attrazione per il pericolo che l'essere pirata comporta, si ha il quadro completo.
Quanto a lui, era stato un puro e semplice colpo di fulmine. Non seppe mai con esattezza come e in quale momento l'avesse fatta innamorare, ma qualcosa gli suggeriva che la frase "Potrei sempre rapirti e portarti con me per mare." detta con il suo ghigno sbarazzino fosse stata pressoché fondamentale.
Dopo qualche minuto Mr J entrò nella stanza seguito dal capitano. Entrambi avevano del cibo che, visto dopo tutto quel tempo, quasi non fece piangere la ragazza.
~ Devi esserti presa un colpo di sole.~ la rimproverò il primo ufficiale scuotendo la testa. ~ Come accidenti puoi aver fatto ad esserti dimenticata... Bha.~
~ Non mi sono dimenticata. Ho preferito dormire.~ precisò Selena mettendosi a sedere appoggiata alla testata del letto mentre i due le passavano acqua e un'enorme ciotola di zuppa fredda con dentro un po' di tutto.
~ Non potevi arrivare in un momento peggiore. Stiamo andando a fare provviste.~ le disse il padre.
~ Veramente, Rafael? Adesso che è arrivata la piccola principessina le scorte che abbiamo improvvisamente non bastano più?~ chiese Mister J guardando l'altro con un ghigno e le sopracciglia alzate, che stava sbuffando con un lieve imbarazzo a colorargli gli zigomi.
~ Dio, sei sul serio insopportabile come ricordavo...~ commentò Selena scambiando un'occhiata col padre, che le ammiccò.
~ Pensa a mangiare tu, prima che crolli per terra.~
Con un mugolio, la ragazza si scolò il bicchiere d'acqua, dolce come non le era mai sembrata, e piano piano si gustò la zuppa che per essere un rimasuglio delle scorte non era affatto male.
Durante il breve pasto ascoltò i due uomini parlare di rotte, porti e scorciatoie per l'isola di Leon, dove avrebbero acquistato altri viveri.
Quando ebbe finito capì che tutt'e due attendevano un suo racconto o una giustificazione del perché fosse su quella briciola di terra in mezzo al mare.
La preoccupava molto l'idea di confessare a suo padre come avesse fatto a sopravvivere durante la tempesta. Non sapeva come avrebbe reagito nello scoprire cos'era diventata, né se ci avrebbe minimamente creduto o l'avrebbe presa per pazza.
Mentre tentava di riordinare le idee nella testa dal ponte si udì provenire un improvviso schiamazzo, seguito da rumori strani, al che Mr J si alzò sbuffando per andare a controllare cosa stessero combinando.
Sola con suo padre, si sentì molto più propensa a parlare.
~ Èspinoza. Il suo nome ti dice niente?~
Rafael annuì gravemente, ricordando cosa si sentiva su quell'uomo quando ancora viveva a Jàvea.
~ Mi ha commissionato l'omicidio del Principe secondogenito.~
~ Come? Perché lo vuole morto? E perché proprio a te?~
Selena tacque. Non sapeva più come collegare tutta la storia, tutti gli avvenimenti dall'ultima volta che aveva visto suo padre.
Doveva dirgli di essere qualcosa di soprannaturale o escludere quella parte e passare direttamente al rapimento suo e di Jonas?
Ma quando le avrebbe chiesto cosa voleva Èspinoza da lei? Che avrebbe fatto?
Nonostante tutti quei dubbi, una cosa restava certa: lui era suo padre. Le doveva credere, per forza.
Anche perché come fosse sopravvissuta sembrava importargli molto meno del fatto stesso che era sopravvissuta.
La ragazza sbuffò nervosamente e prese ad aggrovigliarsi la coperta intorno alle dita.
~ C'è qualcosa che hai paura di dire?~ le chiese lui, intuendo benissimo il suo stato d'animo.
~ Non ho paura. È che non mi potresti mai credere.~ confessò a sguardo basso.
~ Non dirlo nemmeno per scherzo. Puoi anche inventarti che riesci ad oscurare il sole e ti crederò, crederò sempre a qualsiasi cosa mi dirai.~
Si sedette sul letto accanto a lei e le rivolse lo sguardo più rassicurante che Selena ricordasse di aver mai visto, e per fare le cose per bene le passò anche il braccio sulle spalle e se la strinse vicino mentre lei gli accostava la testa al petto.
Adesso che era lì con lui non avrebbe più permesso a nulla di separarli e soprattutto mai l'avrebbe lasciata dubitare del suo amore.
Mille volte più tranquilla, Selena si passò le dita tra i capelli ricordando in quel momento di avere ancora gli abiti del giorno prima e di molti giorni prima ancora, solo che la manica le scivolò lungo il braccio e la M sul suo polso non sfuggì all'attenzione di Rafael.
~ Che diamine sarebbe quello?!~ scattò subito sciogliendo l'abbraccio per prenderle la mano in modo da osservare meglio il simbolo. ~ Giura che non è l'iniziale del nome di un ragazzetto, o staccherò personalmente la testa a lui e il braccio a te.~
Si girò per guardarla negli occhi, forse con l'intenzione di intimidirla o di cogliere la risposta nel suo sguardo prima che potesse mentire, ma tutto ciò che la sua espressione minacciosa sortì nella ragazza fu di farla scoppiare a ridere incontrollabilmente.
Il capitano osservò sbigottito la figlia coprirsi il viso con le mani e continuare a deridere le sue parole, finché ogni parvenza di serietà sul suo viso venne meno e sorrise alla dolcezza che gli trasmetteva la bambina cui non aveva mai smesso di pensare negli ultimi nove anni.
Tanto bambina non era più. In verità era il ritratto di sua madre quando l'aveva conosciuta, con il viso gentile, i capelli lunghi, mossi e di quel colore bellissimo. Perfino il suo portamento e alcuni gesti erano simili, talmente tanto da sembrare lei, ai suoi occhi, per qualche momento.
~ Non è l'iniziale del nome di un ragazzo.~ disse Selena con un sospiro, consapevole che di lì a poco avrebbe dovuto vuotare il sacco.
Prese un respiro profondo, lanciò un'occhiata al padre e iniziò quello che sarebbe stato un discorso molto difficile da fare.
Gli raccontò come si era salvata, o meglio chi l'aveva salvata e come, chiarendo così la presenza di quel simbolo sul suo polso.
Attese per qualche istante una reazione da lui, che invece, semplicemente, la invitò a continuare senza lasciar trasparire nulla.
Proseguì con Èspinoza, con la proposta -o meglio, l'ordine- di uccidere il principe, con il suo tentativo di avvisare il ragazzo e poi con il rapimento.
Quando tacque, riposò gli occhi su di lui e osservò come si modificava l'espressione del suo viso. Nel complesso sembrava calmo e posato, ma Selena sapeva che presto sarebbero iniziate le domande.
~ Perché Èspinoza è interessato a ricattarti?~
~ Dio... È una lunga storia anche questa...~
E piuttosto difficile da racontare, aggiunse nella sua mente.
~ Non preoccuparti, ti ascolto.~ le disse posandole ancora il braccio sulle spalle.
Selena prese un profondo respiro, e si gettò nel racconto del desiderio di Espinoza e di come per realizzarlo avesse bisogno di lei o, meglio, delle sirene.
Peccato che solo lei potesse condurlo da loro, e non aveva la minima intenzione di farlo.
Concluse più velocemente di quanto avesse pensato, e il sollievo nel sentire l'ultima parola scivolarle fuori dalle labbra fu a dir poco insesceivibile.
Esausta per i racconti, si lasciò scivolare lungo la testata del letto e attese.
~ Sirene, mezze sirene...~ borbottò Rafael premendosi le tempie.
~ Lo so, lo so che è difficile ma giuro che è la più pura verità.~ esclamò Selena, temendo di risultare folle.
~ Ti credo, tesoro. È solo... assurdo. Tutti conoscono le storie sulle sirene, ma di mezze sirene non avevo mai sentito parlare.~
~ Pochi sanno qualcosa.~
Dopo un sottile silenzio che non si poteva definire imbarazzato, solo confuso, il capitano si alzò.
~ Ti lascio riposare. Ne hai ancora bisogno.~
Sembrava avesse compiuto uno sforzo enorme a staccarsi da lei, ma ci riuscì.
~ No, voglio stare un po' sul ponte...~ ribatté lei, che altro non desiderava che stare un po' di più con lui.
~ Prima ti riposi e recuperi le energie.~ stabilì Rafael.
Era un ordine, puro e semplice, e Selena doveva rispettarlo.
Forse ci ripensò, ma non se la sentì di ritrattare quanto appena detto alla ragazza, così le carezzò la testa e le lasciò un bacio sulla fronte per poi uscire dalla stanza e lasciarla riposare.

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