CAPITOLO 48:
~ E quale sarebbe la meravigliosa offerta?~ sbuffò Selena.
~ È una scelta. Una scelta che coinvolge i due principali... Ingredienti che ti compongono, possiamo dire.~ le rispose passeggiando davanti a lei. ~ Ma forse è meglio parlarne in privato.~ aggiunse gettando un'occhiata a Jonas, che aveva un'espressione a dir poco confusa in volto.
~ Ma di che parla?~ chiese il ragazzo a Selena, che dal canto suo stava passando il momento più imbarazzante di tutta la sua vita.
~ Meìz!~ tuonò Èspinoza. ~ Trasferisci il Principe.~
~ Scordatelo.~ ribatté immediatamente.
~ C'è stato uno scambio di ruoli? È lui la guardia del corpo, ora?~ ridacchiò l'uomo.
~ Va' al diavolo.~ ringhiò Selena mentre Meìz faceva il suo ingresso nella stanza.
Avanzò verso il principe e, posatagli una mano sulla spalla, lo spinse a terra facendolo cadere e si abbassò vicino a lui.
~ Con permesso, altezza.~ ghignò slacciando le catene legate alle caviglie.
L'afferrò dalle braccia, lo sollevò e lo trascinò fuori per quanto tentasse di ribellarsi scalciando e urlando.
~ Bene.~
~ Ho capito che vuoi fare. Ora dimmi perché.~ lo interruppe guardando con astio la porta dalla quale i due erano appena usciti.
~ No, non credo tu abbia capito. Ma userò parole semplici.~ le disse facendole scorrere un dito sulla linea della mandibola.
~ Levami questo schifo di dosso o giuro che ti stacco quella mano.~
~ Dovresti trasformarti per riuscirci.~ le ricordò con un sorriso. ~ Comunque...~
~ ...Quello che ti propongo è una scelta tra umani e... Sirene.~
~ Nello specifico?~ domandò rinunciando ai convenevoli.
Già da quando le era stato ordinato di uccidere Jonas, Selena era venuta a conoscenza che sapeva su di lei molto più di quanto avrebbe voluto.
Ora doveva capire quanto della sua storia sapesse con esattezza. Magari poteva fregarlo approfittando di un'eventuale -e sperata- ignoranza.
~ Se scegli le sirene, il Principe morirà e tu sarai accusata di omicidio. Con tutte le gioiose conseguenze che ne succederanno.~
~ E se scelgo gli umani?~
~ Mi consegnerai le sirene.~ ribatté impassibile.
~ Credi veramente che sia così facile?~ esclamò spostando il peso sulle gambe. ~ Non hai idea di quello che stai chiedendo.~
~ Ce l'ho, invece. Chiedo la vita eterna, mia cara Selena.~ sussurrò a pochi centimetri dal suo viso.
La ragazza sussultò lievemente, confusa e stupita, spalancando gli occhi chiari nel momento in cui comprese quanto aveva intenzione di fare.
~ Perché vuoi le sirene?~ mormorò stringendo le palpebre.
Lui non poteva saperlo. Non poteva assolutamente conoscere quel segreto che da secoli sirene e mezze sirene si portavano nella tomba, proteggendolo anche a costo della vita pur di non far scoprire niente agli umani.
Quando aveva conosciuto Hidis lei gliel'aveva raccontato, informandola anche che se l'avesse rivelato a qualche umano avrebbe pagato con la vita e nessuna sirena, lei compresa, si sarebbe preoccupata di aiutarla.
Ne andava della loro sopravvivenza.
***
Va bene, Anita non sapeva dove fosse Selena. Quindi, Daniel avrebbe dovuto pensarci da solo.
Dopo il breve dialogo con la bambina, aveva compreso che -nuovamente- si ritrovava a dover fare le cose per conto suo.
Non che fosse un problema, ma prima era il caso che riordinasse le idee nella sua testa confusa e dolorante.
In camera c'era un intruglio preparatogli dai dottori per farlo stare meglio, ma non l'aveva ancora toccato.
Beh, forse era ora che lo facesse.
Non sapeva da cosa derivasse tutto quel scetticismo e pessimo umore che in quei giorni sembravano essere l'unica cosa che lo caratterizzavano.
Probabilmente odiava il fatto di essere ferito nell'animo e nel corpo. Si vergognava immensamente. Dopotutto, era il Capo della più prestigiosa Gilda di assassini, ma non era intoccabile.
Non era colpa sua se il suo corpo non reagiva alla stessa velocità di quello di Selena, peccato che non riuscisse a perdonarselo.
Si sentiva... Inadeguato al suo ruolo. Incerto, insicuro deella profesisonalità di cui si era sempre vantato mutamente.
E a causa di chi?
La sua protetta.
Ecco che di nuovo quella ragazza gli sconvolgeva la testa.
Poteva essere possibile? Un accenno a lei, e la sua sicurezza veniva spazzata via.
Si sentiva male a pensarle, ma non riusciva a farne a meno.
Voleva assolutamente trovarla, però contemporaneamente gli sembrava quasi di essere indegno di rivolgere i suoi pensieri a Selena. E a ragione, vista la lunga serie di errori combinati con lei.
Durante il suo forzato periodo di riposo controllato praticamente a vista dalla dittatrice in erba Roxanne si era costretto a ragionare sull'accaduto e su qualsiasi cosa potesse aver causato tutto ciò che era successo.
La risposta, sempre se la si poteva considerare tale, era che per un qualche motivo non riusciva ad avere con lei lo stesso atteggiamento che aveva con gli altri assassini. Forse per il fatto che conosceva il padre di Selena, forse perché la sua storia era simile a quella di Daniel o forse per semplice istinto, le distanze tenute con lei erano molto più piccole rispetto a quelle rigide che il ragazzo teneva con chiunque altro.
Lui lo sapeva, e crescendo lo scoprì anche lei. Ma nessuno dei due pensava che la vicinanza tra loro potesse causare problemi.
La troppa confidenza tra i due aveva rovinato il loro rapporto, anche se, pensandoci bene, l'assenza di confidenza non avrebbe nemmeno permesso la nascita di quel suddetto rapporto. Era un circolo vizioso.
Daniel era felice dell'amicizia con la sua protetta e sicuramente anche Selena lo era. Non era mai sembrata una cosa negativa o pericolosa, ma lo era diventata.
Perché?
Magari, proprio perché con lei vi era un contatto diverso, si aspettava di più e l'insolenza riservatagli dalla ragazza dopo la missione l'aveva ferito.
E... Beh, poi lui aveva ferito lei, anche se non nello stesso modo.
Quando Selena era tornata a casa non aveva avuto il coraggio di dirle quanto avesse sofferto dopo quella notte, scoprendo che era scappata via.
Non aveva avuto il coraggio perché, oltre al dolore, c'era stata un'altra emozione dentro di lui e ce n'era stata così tanta che sarebbe potuto esplodere: rabbia.
Tantissima rabbia.
Non sapeva con chi, con cosa o perché, ma in quei momenti era stato assolutamente certo che se Selena fosse comparsa davanti a lui l'avrebbe ammazzata. O ci sarebbe arrivato vicino.
Se ne vergognava, e certamente non erano le parole migliori da usare per convincerla a perdonarlo.
Quando, sulla fontana, le aveva raccontato la sua storia non gli era ben chiaro perché l'avesse fatto, ma era stato un gesto istintivo, naturale. E quando qualcosa è naturale non può essere sbagliato. Soprattutto se con quelle parole era riuscito a farsi abbracciare. Sentendosi stringere da Selena era stato felice, colmo di gioia e assolutamente privo di quel peso che gli aveva stretto il cuore per tutto quel tempo, al quale si era abituato ma di cui non aveva mai dimenticato l'esistenza.
Gli era piaciuto illudersi, per qualche ora. Entrare in camera, gettarsi sul letto e, finalmente, buttare fuori quel peso dal petto con un sospiro di sollievo. Vero sollievo.
Con gli occhi chiusi e le mani unite dietro la testa, era stato sdraiato lì ad assaporare la tranquillità, la quiete e la pace di un momento privo di problemi.
Si era illuso. Così come Selena si era illusa di trovare le cose esattamente come prima.
Però, a differenza di lei, Daniel sapeva che era un'illusione. Conosceva quella ragazza troppo bene per credere ciecamente che bastasse qualche parola a fargli ottenere il perdono. L'unica grazia, l'unica espiazione in cui credeva Selena era quella di Dio.
"Siamo creature di Dio, non suoi simili. Perdonare è un atto concesso solo a lui. Noi siamo troppo poveri per poterlo fare." aveva detto una volta.
"Poveri di cosa?" avrebbe voluto chiederle Daniel.
Ma prima ancora di formulare quella domanda aveva compreso cosa intendesse Selena, e non era un concetto esprimibile a parole.
Così era solo rimasto in silenzio.
Poveri di anima, di cuore o di qualsiasi cosa rendesse Dio tanto diverso da noi.
Lui è eterno, e come chiunque avesse mai provato l'ebrezza della vita eterna -nei libri come nelle antiche odi- aveva compreso quanto poco contasse trascinarsi dietro vecchie collere e dissapori per l'eternità.
Ma noi mortali non abbiamo questi problemi. La nostra unica vita limitata ci permette di sopportare tutti i dolori e le preoccupazioni che vogliamo, a patto che impariamo ad accettarli e a conviverci.
Questo faceva Selena. Non avendo la presunzione di cedere in giro il suo perdono, lei accettava gli sbagli e le scuse delle persone, li legava insieme e li conservava nei propri ricordi, accettando qualsiasi cosa fosse accaduta. E sforzandosi di conviverci.
Non l'avrebbe mai perdonato. Quando era tornata aveva creduto di poter convivere con quello che Daniel le aveva fatto poiché oramai era riuscita ad accettarlo.
Non che lo volesse, ma i lividi scuri e giallastri sul suo viso, sulle braccia e sulla schiena non le avevano lasciato molta scelta.
Rendersi conto che quella ragazza dalla faccia tumefatta era lei fu tanto sconvolgente quando rischiarante.
Già, l'accaduto era riuscito a chiarirle tutti i dubbi che aveva.
Quel posto non faceva per lei. Forse prima sì, ma dopo quella sera non sarebbe più riuscita a stare lì, così era andata via perdendo tutto quello di prezioso che era riuscita a trovare.
Scosse la testa così forte da farsi più male di prima e d'improvviso gli fu chiaro dove poteva cercarla: nella casa dei suoi genitori.
Ciao a tutti, bellissime persone!!!
Spero vi stiate godendo le vacanze, perché io sto passando ogni istante a scrivere😊
Intanto, i risultati del sondaggio:
DALENA: 5
JOLENA: 6 (incredibile)
BALENA: 1 ( Lulo0601 non pensavi, eh?)
INDECISI: 2 ( @suzannecollins2000 RaffaellaPuce sinceramente, ragazze, un po' me l'aspettavo 😁)
Beh devo dire che mi ha sorpreso la quantità dei fan di Jonas, ma ne sono contenta.
Grazie a tutti per aver partecipato al sondaggio e buona lettura!
Ps: domani aggiornerò le curiosità su Pirati dei Caraibi
Baci!❤️
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