CAPITOLO 44:
Non poteva permettersi di avere le spalle scoperte, così mirò subito all'uomo dietro di lei.
Roteando su sé stessa estrasse i piccoli pugnali e li piantò con uno slancio delle braccia nel petto dell'avversario, che ebbe un paio di sussulti prima di stramazzare ai suoi piedi.
Eliminato il problema maggiore rivolse l'attenzione ai tre rimanenti. Stava per colpire uno di loro con un calcio dritto nello stomaco, ma improvvisamente si sentì tirare dalle spalle e sollevare in alto per poi venire scaraventata di lato, sul duro legno del molo.
Quei tipi non scherzavano. Pareva proprio che la mancanza di armi fosse ben più che compensata da altre abilità.
Fortunatamente era riuscita a rotolare un po' distante da loro in modo che non riuscissero a tornarle subito contro, cosa che le diede il tempo di riprendersi un minimo dal giramento di testa causato dall'impatto con il legno.
Adesso non era più davanti alle guardie, ma era stata gettata via, troppo lontana per difendere Jonas e infatti gli scagnozzi di Meìz stavano andando proprio verso di lui.
Selena impallidì comprendendo quanto la giovane vita del ragazzo fosse a pochi passi dal terminare per sempre davanti ai suoi occhi e scattò in piedi partendo di nuovo all'attacco.
Teneva gli occhi fissi sul suo obbiettivo, l'uomo più grosso tra tutti e che probabilmente era colui che era riuscito ad alzarla di peso ed a lanciarla via.
Vedeva solo lui, percepiva i suoi pensieri e immaginava ogni movimento prima che lo eseguisse. Ormai gli era vicina, ma l'uomo non sembrava essersi accorto minimamente di lei.
Non poteva sbagliare; l'avrebbe colpito al collo, uccidendolo subito e degli altri se ne sarebbe occupata in seguito. Doveva solo impedire che raggiungesse Jonas.
~ Attenta!~ esplose una voce.
L'istinto di Selena la fece fermare lì dov'era, con lo sguardo che saettava confuso a destra e a manca cercando il pericolo dal quale doveva guardarsi.
Ciò che le apparve davanti fu così assurdo che non riuscì a dare subito un senso a quelle immagini strane.
Il principe era affiancato da due guardie che, invece di difenderlo, gli rivolgevano contro le pistole mentre quelle rimanenti puntavano le armi verso di lei.
Era così impegnata a correre ed a figurarsi come abbattere quel gigante da non essersi accorta che le stavano sparando?! Che diavolo le prendeva?!
Tutti si erano fermati a guardarla. Gli uomini di Meìz ghignavano davanti alla sua indecisione e si facevano beffe della sorpresa nei suoi occhi.
Una maledetta trappola, ecco di cosa si trattava.
"Dannazione" ringhiò.
Non aveva mai desiderato di sbagliarsi tanto quanto in quel momento, dopo aver criticato gli scarsi valori morali delle guardie.
Lei, l'Assassina di Jávea, la migliore nel suo campo si trovava decisamente nei guai, e tutto per colpa di un gruppo di guardie traditrici!
~ Uccidetela.~ ordinò Meìz, distante da tutta quella baraonda.
L'immenso piacere provato nel pronunciare quella parola era chiaramente espresso dal sorrisetto sul suo viso squadrato.
Si riscosse grazie allo scricchiolare dei molteplici grilletti puntatagli contro e osservò i suoi boia, pronti a giustiziarla dietro ad un miserabile compenso.
Non c'era molto che potesse fare. Se fosse rimasta ferma l'avrebbero sicuramente colpita esattamente come se avesse deciso di correre via.
L'adrenalina che le scorreva nelle vene rendeva impercettibile l'altrimenti pesante dolore al fianco destro sul quale era caduta poco prima e la sua mente era concentrata solo su due punti: non farsi ferire e tenere in vita il principe.
Se non l'avevano ancora ucciso era perché non lo volevano morto; dunque chi rischiava era lei. Avevano ricevuto l'ordine di uccidere lei, non Jonas, e sembravano del tutto intenzionati a farlo.
Arretrò lentamente, avvicinandosi al termine del molo.
Le guardie corressero la mira.
Selena tastò il bordo sottile del legno con lo stivale, dondolandosi su di esso.
Una dozzina di indici si curvarono sui grilletti.
La ragazza fletté le gambe e si gettò in acqua di slancio con l'eco degli spari che accompagnavano lo schianto del suo corpo sulla superficie del mare.
Nessuno se lo sarebbe aspettato e probabilmente fu proprio quello a salvarla. Scalciò con i piedi e si spinse in meno di un secondo dall'altra parte del pontile lungo una decina di metri.
Scalciò ancora e schizzò fuori dall'acqua, afferrando il molo e arrivando in ginocchio dietro le guardie.
Ciò che accadde in seguito fu una grossa macchia indefinita.
Selena combatté con tutte le sue forze, occupandosi prima delle guardie che, a differenza degli uomini di Meìz, erano armate, gettandone il più possibile in acqua. I coltelli ai polsi non erano più utili come prima in quella confusione, così sfilò la spada ad una delle guardie e da quel momento si scatenò il finimondo.
Individuato il principe gli si parò davanti ed attese. Nemmeno lei sapeva cosa fare, ma avere Jonas dietro di lei e quindi relativamente al sicuro la faceva stare più tranquilla.
Aveva il respiro pesante, affannato, ma non avrebbe permesso alla stanchezza di indebolirla. Socchiuse gli occhi e raggiunse quel luogo all'interno della sua mente dove i sensi erano acuiti al massimo e nulla le risultava impossibile.
Lì poteva calmarsi, aumentare la concentrazione e capire come risolvere quel disastro di situazione nella quale si trovava.
Avrebbe risposto ad ogni attacco, l'importante era che non si separasse da Jonas.
~ Devi restare dietro di me, chiaro?~ scandì voltando di poco la testa.
Non attese risposte che comunque non arrivarono. Bensì si gettò sull'uomo più vicino di tutti roteando su sé stessa lo ferì alla coscia e, preso alla sprovvista, lo cacciò in acqua con un calcio.
~ Ho detto~ urlò Meìz. ~ Che la voglio MORTA.~
In seguito a quella strigliata tutti si lanciarono su Selena. Per quanto tentasse di difendersi era in serie difficoltà. Tutti e otto gli uomini rimasti tentavano di farla cadere per immobilizzarla ma la ragazza non poteva permetterselo. Da terra non sarebbe riuscita a fare nulla.
Stava per ribaltare l'uomo di fronte a lei quando qualcosa di pesante e decisamente duro la colpì dritta sulla tempia. Vacillò ma non cadde. Tuttavia il colpo l'aveva stordita e ora erano in tre a tenerla stretta.
La scena le si presentava a immagini confuse, come dei piccoli flash.
Vide diversi corpi intorno a lei.
Saggiò la presa di chi l'aveva afferrata per le braccia. Troppo forte per potersene liberare. Almeno non in quelle condizioni. La giornata era stata troppo dura e lei era esausta per quanto le costasse ammetterlo.
Vide Jonas arretrare davanti alla minaccia di due guardie e di uno di quelli di Meìz.
Lo sguardo del ragazzo scattò su di lei, poi tornò su di loro. E ancora su di lei.
~ Vattene!~ gli gridò.
Ma il ragazzo non si mise a correre. Era evidente, temeva che gli sparassero. Era un istinto più che naturale che Selena conosceva bene, ma per quanto comprendesse le paure del ragazzo non poté fare a meno di insultarlo pesantemente nella sua testa.
Doveva andarsene, maledizione!
Scosse spalle e braccia, allentando la presa su di lei e si gettò con tutto il suo peso sulla gamba del tizio alla sua destra.
Un sonoro scrocchiare seguito dall'urlo dell'uomo segnalò una bella frattura che le permise di sfilare il braccio dalla mano di quel poveretto che, inginocchiato, gridava di dolore stringendosi l'arto malamente contorto.
Si voltò e l'attimo dopo davanti a lei vi fu solo una macchia sanguinolenta sul viso deformato dell'uomo.
Qualcuno urlò qualcosa, parole confuse e indistinte, dunque di poco conto. Anche lei aveva gridato e continuava a gridare.
Corse in avanti, verso il principe, ma uno sparo scosse l'aria.
Selena finì a terra prima ancora di aver realizzato di essere stata colpita.
Di striscio, ma comunque c'era uno squarcio aperto sul suo polpaccio, dannazione.
Non fece in tempo ad alzarsi che tutti i nemici rimanenti le furono sopra, strattonandola, colpendola in risposta ad ogni suo movimento.
~ Selena!~ sentì gridare da Jonas.
Aveva fallito. Non poteva proteggerlo, non riusciva nemmeno a proteggere sé stessa.
Due uomini la sollevarono prendendola da braccia e gambe ma nonostante si agitasse come il mare in tempesta non sembravano faticare più di tanto nel trascinarla all'interno di una nave ormeggiata poco più in là. Anche Jonas stava subendo il suo stesso trattamento. Veniva trascinato via dal molo deserto che probabilmente il suo stesso fratello aveva fatto sgombrare per non avere occhi indiscreti attorno da tre uomini che, a differenza dei rapitori di Selena, si stavano impegnando parecchio.
Vennero portati sul ponte e poi in una stanza sottocoperta. Lì li attendeva Meìz, felice come una pasqua.
~ Sei fortunata ragazzina.~ le mormorò prima di colpirla di nuovo nello stesso punto di poco prima.
Questa volta non ce la fece; svenne, fissando il legno incrostato di salsedine della nave, con il dolore e la vergogna per quel fallimento ad oscurarle la vista ed i pensieri.
Sciao a tutti ragazzuoli!
Ho scritto come una dannata oggi e sono fiera di pubblicare regolarmente!
Visto che casino è successo?
Ma vi dico un segreto: l'avventura è appena cominciata.
Aspettatevi di tutto dalla mia sadica mente, perché tutto può accadere.
Detto questo, buona serata e buona lettura.
Baxi❤️❤️❤️
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