CAPITOLO 43:


Voltatasi, impiegò meno di un istante a riconoscere Christopher Meìz, l'assistente di Èspinoza, circondato da altri cinque uomini come lui: grossi, possenti e molto, molto minacciosi.
Le giacche in pelle nera, i pantaloni scuri e gli sguardi truci li rendevano molto simili a degli incubi scesi in terra.

~ Che inspiegabile coincidenza trovarti qui! Dov'è il tuo padrone?~ gli chiese lei con voce zuccherina, senza mostrare nemmeno una parte dei turbamenti che le avevano invaso la mente.

~ Èspinoza?!~ sibilò Jonas al suo fianco che cominciava a tremare innervosito.

~ Ah, l'hai informato allora. Sapevi di non doverlo fare.~ ribatté l'uomo.

~ Oh, buon Dio!~ esclamò Selena teatralmente scossa, portandosi entrambe le mani sul cuore. ~ Da quando gira la voce che chiunque può darmi ordini e sperare che li rispetti? Meglio farla smettere subito, prima che qualcuno finisca col crederci sul serio.~ aggiunse mandando uno sguardo arrogante all'energumeno ben vestito che si ritrovava davanti.

~ Bene Ramirez.~ iniziò Meìz facendo qualche passo avanti.

Jonas arretrò subito, mentre Selena avanzò a sua volta finendo col porsi tra lui e quell'uomo.

~ ...Tu sei una mercenaria. Dovremmo intenderci.~

~ Non mi risulta che tra umani e porci si capiscano l'un l'altro.~

~ Potrei sempre ucciderti, ragazzina. Poi ucciderei lui e tutti i miei problemi finirebbero.~ mormorò a voce bassa, gutturale.

La giovane si lasciò andare in un'entusiasmante risata di scherno, per poi schiudere le labbra in un sorrisetto presuntuoso.

~ Uccidermi? Tu e il tuo padrone avete seri problemi di comunicazione.~ sghignazzò. ~ Non puoi uccidermi.~

Il principe dietro di lei cominciava quasi a dare segni di isteria da nervosismo. Perché le guardie non intervenivano?

~ Lui, non è il mio PADRONE!~ gridò Meìz sputacchiando in giro.

~ Dici? Somigli tanto al suo cagnolino preferito. E riguardo ai tuoi problemi, prova ad uccidermi e rimpiangerai di non essere in una tomba tre metri sotto terra.~ ringhiò socchiudendo gli occhi.

~ Selena non mi pare la cosa più opportuna da dire.~ balbettò Jonas arretrando ulteriormente.

~ Perché, vi intendete di situazioni simili? Sto contrattando la vostra vita, lasciatemi fare.~

~ È proprio quello a preoccuparmi.~

~ Facciamo così. Èspinoza, come saprai, è molto ricco. Fai un'offerta.~ tentò Meìz respirando profondamente per evitare di staccare la testa a quella ragazzina impertinente.

La testa rasata dell'uomo veniva scossa debolmente, come per un leggero tic. Gli occhi profondi scrutavano la ragazza di fronte ad essi, analizzandola in ogni suo particolare. Anche lui era addestrato. Si vedeva dal portamento troppo leggero ed elegante per uno che possedeva tutta quella massa muscolare. Pura forza concentrata, con allegata una testa capacissima di usarla. Una macchina dell'omicidio, di fronte all'Angelo della Morte, come alcuni definivano l'Assassina di Jàvea.

~ Ah!~ rise Selena. ~ Per del denaro non mi scomodo nemmeno ad usare le unghie.~ rispose spostando le gambe in una posizione più comoda. Era pronta a tutto.

Nell'aria si percepiva la stessa tensione precedente ad un uragano e nessuno dei presenti era così stupido da farsela sfuggire.
Come se stessero rispondendo ad un comando, i cinque uomini dietro a Meìz presero posizione scoprendo i fianchi che, come notò subito lei, erano privi di armi.

~ Non sono neanche armati! Dannato bastardo, chi ti credi di essere per minacciarmi senza nemmeno avere un'arma in pugno?!~ esplose la ragazza prigioniera di un turbinio di irritazione, umiliazione e rabbia che concentrati dentro di lei creavano una combinazione pericolosa.

~ Ho pensato non servisse che si disturbassero.~ ammise Meìz con un ghigno ed un'alzata di spalle.

~ Hai pensato molto, molto, male.~ sibilò Selena spostando le braccia dietro la schiena dove teneva un paio di coltelli.

La tempesta era vicina.
Le nuove armi create su misura per lei fremevano intorno ai suoi polsi, in attesa di essere provate.
Si trattava di due bracciali in pelle lunghi dai polsi fino a metà avambraccio. All'interno di essi, erano nascosti due piccoli coltellini estremamente affilati, capaci di tagliare il legno come il burro, legati con una sottile catenina di ferro al intorno al braccio di Selena in modo che non li perdesse mai. La tecnica con cui penetravano e poi venivano estratti subito dopo dalla carne era un'efficace metodo per mettere fuori gioco chiunque con un solo colpo.
Sentì dei rumori secchi alle sue spalle. Nemmeno dovette voltarsi per capire che finalmente le guardie avevano imbracciato le baionette.
Jonas arretrò fino ad arrivare dietro di loro, e così lei poté finalmente sentirsi più tranquilla a combattere senza doversi preoccupare di tener d'occhio il principe.
Erano più di lei e grossi il doppio. Sicuramente si sarebbe dovuta concentrare parecchio.
Fece qualche passo verso destra, studiando gli avversari mentre loro studiavano lei con altrettanta attenzione. Le guardie si raggrupparono facendo da da scudo a Jonas.
Era chiaro quanto la ragazza si stesse irritando. Anzi, era furiosa.
Quei patetici omuncoli... Come osavano sfidarla facendo conto solo sulla superiorità numerica, senza disturbarsi a prendere una singola, dannata arma?!
In un'altra situazione non avrebbe dato peso al loro atteggiamento di sfida e li avrebbe lasciati stare, ma dopo quella muta ed insolente provocazione non poteva permetterselo.
Dovevano pagare quell'affronto.
Lo sguardo nei suoi occhi era un chiaro segnale delle sue intenzioni e gli uomini di Meìz l'avevano capito.
Presero a muoversi in linea, accerchiando la ragazza che, acuiti i sensi, stava acquisendo il pieno controllo della situazione.
Sapeva con esattezza dive si trovava ognuno di loro, cosa faceva e dove sarebbe andato. Era pronta, sarebbe stato facile.
Durante i suoi incarichi i combattimenti erano sempre una gran confusine. Si lasciava trasportare dall'azione, quindi chi colpiva colpiva e sperava non fosse uno dei suoi. Per questo in genere gli altri Mercenari del Mare le stavano il più lontano possibile.
In quel caso ogni attacco sarebbe stato chiaro e prevedibile. Un gioco da ragazzi per chi era -come lei- abituato ad attacchi a sorpresa continui.
Come ci si poteva aspettare da uomini leali e giusti come quelli, il primo ad attaccare Selena fu proprio quello dietro di lei.
Sentì lo sfregare dello stivale sul legno ruvido incrostato di salsedine, i passi pesanti che si avvicinavano, puntando dritto alla sua schiena.
La ragazza sporse i gomiti all'indietro e si scagliò verso l'uomo, piantandoglieli nel ventre robusto che incassò il colpo con un grugnito, per poi venir colpito al collo dal pugno ricoperto di cuoio e metallo della ragazza che, così facendo, riuscì a gettarlo nel mare tre metri sottostante.
Ormai le era chiaro di non avere scelta. Doveva utilizzare tutte le sue capacità da mezza sirena se voleva uscirne illesa.
Non udiva niente se non il confusionario battito del suo cuore.
Dopo una pausa basita per quanto quella ragazzina era riuscita a fare, gli altri quattro uomini si scagliarono su di lei.
Non sapeva perché, ma le guardie non osavano far fuoco. Forse temevano di venir attaccati visto che per il momento si rivolgevano tutti solo alla ragazza, e d'altronde il loro compito era di proteggere il principe che, a differenza di Selena, non era in pericolo.
I quattro energumeni partirono all'attacco contemporaneamente su di lei, stringendola nel loro cerchio.
Selena ammorbidì i muscoli, prese un respiro e si preparò a fare ciò che le riusciva meglio.

Buona domenica!! Ciao a tutti, ragazzi.
Mi spiace ma nessuno ha indovinato la voce! Ammetto che non era facile per niente, quindi sfogate pure l'odio che state gentilmente reprimendo nei miei confronti.
Nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle, non vedo l'ora di pubblicarlo.
Ma passiamo a robe più importanti. Immagino che tutti abbiate sentito cos'è accaduto in Francia. Devo ammetterlo, questa cosa mi sta terrorizzando. Di fatti simili ne avevamo sentiti, ma le immagini dei telegiornali erano atroci da vedere e non riesco a immaginare come i sopravvissuti facciano a riviverle nella propria mente. Però c'è una cosa che tengo molto a dirvi. Cercate di imparare quanto più potete su questo. Un mio professore ieri ci ha spiegato tante cose che non sapevo, come che L'Isis non ha niente a che fare con l'Islam. Io ho degli amici che professano quella religione e sentire cosa gli altri ragazzi dicono per prenderli in giro quando gli passano accanto è orribile. Gente, non è colpa loro. Loro sono brave persone, quelli che hanno fatto quel casino a Parigi non sono come loro. Ricordatevelo, prendetevi cura di queste persone che a causa dell'altrui ignoranza vengono incolpati di cose che nemmeno lontanamente farebbero.
Detto questo, buona serata a tutti. Godetevi il capitolo che spero vi piaccia, e già che ci sono buon inizio settimana!
Grazie di leggere le mie storie❤️

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