CAPITOLO 42:
Cercava di prendere respiri calmi e profondi, schiaffeggiandosi il viso per costringersi a trattenere le lacrime.
La spiaggia non era lontana, ma Selena intendeva fermarsi ben più in là di essa. Quella sottile lingua di sabbia era troppo esposta e visibile per i suoi gusti da ragazza estremamente riservata.
Doveva attraversare il molo adiacente al porto per poi percorrere quanta più spiaggia possibile per isolarsi da quel mondo bastardo ed infame che appena trovava un po' di pace tornava puntualmente a tormentarla.
L'ennesimo respiro la scosse un po', incendiandole la gola. Prese a tossire debolmente, con voce da bambina ma mettendosi subito a tacere con sforzo immane mentre un fastidioso pizzicore le correva dal fondo dello stomaco alla lingua.
Superò sempre con passo svelto la zona residenziale addentrandosi in quella portuale e mercantile. Il profumo di salsedine si mescolava a a quello dei carichi che venivano portati giù dalle imponenti navi ormeggiate, riempiendo l'aria di odori vari e differenti tra loro.
La sua figura tagliava l'aria mentre scivolava svelta verso la tanto agognata solitudine.
Salì imperterrita sul molo di legno scuro che prese a ticchettare sotto alla pressione degli stivali in pelle nera tipici di Selena.
Sentiva delle voci; parecchie, visto l'orario, ma le parole da esse pronunciate non giungevano abbastanza a fondo nella sua mente perché riuscisse a comprenderle. Teneva lo sguardo basso, insicuro, restringendo il campo visivo al minimo indispensabile per non finire a sbattere contro qualcosa.
Era immersa nel vuoto della sua testa, dove da diversi minuti echeggiava un unico imperativo affatto negoziabile: "vai alla spiaggia."
Alle spalle di quel comando ne albergavano altri, secondari rispetto al bisogno fisico quanto mentale di raggiungere il luogo che da sempre era il testimone di ogni sua tristezza, ansia e confessione.
Essi andavano dal più semplice del quale occuparsi, "sfogati", al più complesso e doloroso; "decidi cosa fare".
Cosa avrebbe potuto fare?
Ingoiare il rospo e tornare alla Gilda, dove sarebbe stata inevitabilmente costretta a sopportare giornalmente la presenza di Daniel, magari subendo di nuovo lo stesso trattamento?
Scappare ancora? E dove?
Mentire un'altra volta al Duca e rifugiarsi a Swansea?
Poteva farlo sul serio?
Stava ancora camminando sul lungo molo, fiancheggiando barche, navi, vascelli mercantili e...
Che diavolo ci faceva una nave della flotta reale ormeggiata nel bel mezzo del porto?
Scrollò le spalle e proseguì nella sua marcia, apparentemente ignorando quella voce che continuava a chiamarla ma senza invece riuscire a recepirla.
Essa non smetteva, anzi, si faceva sempre più forte e chiara. Brillante di una luce accesa nel buio dei suoi pensieri.
Selena si riscosse all'improvviso dal suo stato si trance. Alzò di colpo la testa guardandosi intorno alla ricerca della fonte della voce.
Ed apparteneva nientemeno che al principe Jonas.
Le si stava avvicinando rapidamente, con un'espressione preoccupata sul viso. Dietro di lui, più di una dozzina di guardie tese e sull'attenti si guardavano intorno con circospezione mentre alcune di loro erano intente ad analizzare ogni centimetro di Selena, rintracciando eventuali armi che potessero compromettere la preziosa vita del principe.
~ Selena cos.... Che vi è successo al viso?~ le domandò appena riuscì a fermarsi. A pochi passi di distanza.
Inorridita, la ragazza si portò una mano alla guancia, dove la presenza dell'ampio libido tra il viola ed il verde non faticava certo a farsi notare.
~ Niente è.... È stato un incidente.~ balbettò ad occhi bassi, sperando con tutto il cuore che le credesse.
Rialzata la testa, l'ostilità che trovò nello sguardo che Jonas le rivolgeva fu una chiarissima risposta ai suoi dubbi: no, non le credeva affatto.
Fissava assorto la chiazza scura sulla pelle altrimenti perfetta e delicata della ragazza e pareva quasi dirle "mi prendi in giro?!" con un'ostilità tale da riuscire a mortificarla.
~ Vi ha picchiata Rias?~ chiese all'improvviso.
Un'imprecazione esplose nella mente di Selena mentre tentava, restituendo uno sguardo quasi supplichevole, di inventare una scusa minimamente credibile per il principe.
Come accidenti aveva fatto ad indovinare?!
Lentamente, una certezza s'impose nella sua testa come sciroppo, calmando le sue ansie. Una certezza che era la soluzione al suo problema e che non avrebbe mai dovuto dimenticare.
Nascose quella patetica espressione preoccupata dietro una maschera di pura freddezza e si preparò a rispondergli tentando di essere il più convincente possibile.
~ Sapete, sono un'assassina. La migliore di Spagna, per la precisione. E non lo sono certo diventata dal giorno alla notte. L'arte dell'uccidere richiede un'ampia dose di duro allenamento.~ disse gelida, socchiudendo le palpebre e usando un tono quasi canzonatorio.
"A differenza del nascere principe" rimase sospeso nell'aria, ma alle orecchie di Jonas apparve chiaro come se gliel'avesse urlato.
Non gli sfuggì il brusco cambiamento della ragazza. Durante il loro ultimo incontro era stata educata e gentile, così impeccabile in ogni cosa da risollevare ampiamente l'opinione che aveva sempre avuto degli assassini e dei mercenari su commissione, ma forse tutte le considerazioni che aveva fatto su di lei erano state premature a giudicare da come gli si stava rivolgendo in quel momento.
Pensò di aver toccato un nervo scoperto insinuando che Daniel Rias l'avesse picchiata, ma la reazione della giovane altro non faceva che convincerlo di essere nel giusto, e di certo non intendeva scusarsi per aver indovinato.
Presero ad osservarsi l'un l'altra; lui le rivolgeva uno sguardo gentile, tentando istintivamente di dirle con esso che non doveva aver paura, ma ciò che trovava in risposta erano due occhi dall'espressione sicura e sprezzante, indifferente alle sue rassicurazioni.
Lei non ne aveva alcun bisogno.
~ Altezza, è quasi ora. Dobbiamo far presto.~ intervenì una guardia ad alta voce, interrompendo il contatto silenzioso e surreale creatosi tra i due ragazzi.
Uditala, Jonas si era voltato e aveva rivolto un secco cenno di assenso alla guardia per poi tornare a girarsi verso Selena che aveva assunto un'aria interrogativa.
Improvvisamente associò quanto aveva visto sul molo nel suo stato di trance, che aveva reso il tutto ininfluente anche se non lo era affatto, a ciò che aveva appena sentito.
Jonas stava lasciando Jàvea!
~ Ve ne andate?~ chiese con enorme sforzo per restare calma.
~ Sì... Alcune guardie hanno riferito a mio fratello di aver visto diversi uomini aggirarsi intorno al palazzo mentre altri si fingevano messaggeri per entrare o architettavano svariati espedienti per dare un'occhiata in giro.. Praticamente lui e mio padre si sono convinti che qui non sono più al sicuro, perciò vogliono farmi raggiungere il palazzo di uno zio a Cuba.~ spiegò in fretta ma senza il minimo accenno a voler dar retta alla guardia.
~ Maledizione!~ esplose Selena. ~ E nessuno ha avuto la geniale idea di dirmelo?! Come diavolo dovrei fare a proteggervi se partite e non mi avvisate?!~
Il principe apparve sinceramente stupito e confuso quando rispose allo scatto della ragazza.
~ Proteggermi?~
~ Sul serio pensate che loro siano così affidabili? Con quel che pagate quei pover'uomini per fare il loro mestiere anche un bambino borghese potrebbe corromperne uno!~ esclamò con rabbia. ~ Senza contare l'orribile organizzazione di cui godono.~
L'addestramento delle guardie era nulla in confronto a quello a cui i capi delle Gilde sottoponevano i propri assassini. Le era bastato gettare un'occhiata a quegli uomini in divisa per individuare svariati errori di formazione, portamento, e utilizzo delle armi così assurdi che se Daniel li avesse visti commettere da lei l'avrebbe cacciata a calci dalla Gilda.
Una fitta di dolore al petto la colse di sorpresa appena formulò quel pensiero. In quel momento il paragone con Daniel era stato inevitabile, ma per il suo stesso bene era meglio non farne più.
~ Quindi una guardia è più facile da corrompere di un mercenario?~ ribatté Jonas decisamente irritato dall'insinuazione della ragazza sull'inesperienza delle sue guardie.
~ Provate a corrompere un corrotto, poi mi dite come va a finire.~ sibilò lei con un decisamente papabile orgoglio nella voce.
~ Si può sapere cosa state insinuando?~ sbottò infine il principe.
~ Io non insinuo, sono certa che partire solo con loro equivarrebbe ad un suicidio bello e buono!~
~ Anche restare qui non vi sarà molto d'aiuto...~ tuonò una minacciosa voce maschile alle spalle di Selena che, intenta com'era a litigare, non si era accorta di quella presenza.
Ciao ragazzi!!!
Voilà il capitolo. Di chi è la voce? Si accettano tentativi, ma dubito riusciate ad indovinare eheh... Ma se qualcuno dovesse riuscirci giuro che ve lo farò sapere nel prossimo aggiornamento perché sarebbe proprio da premiare.
Selena è troppo nervosa? Povero Jonas, l'ha cazziato gratuitamente...
Comunque, buona lettura e ciao, vado a studiare biologia :3
Kizz❤️❤️❤️
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