CAPITOLO 39:
Fu come se un vortice l'avesse riportata indietro nel tempo e ora era nel suo studio davanti alla scrivania, più bassa, giovane e impaurita.
Era furioso. Era impossibile che qualcosa potesse calmarlo prima che avesse ottenuto ciò che voleva, e quasi sicuramente nemmeno lui sapeva cosa fosse.
Ignorandola con freddezza tornò a puntare gli occhi bui e gelidi sul ragazzo sdraiato a letto con le bende a fasciargli la testa, che tremava da capo a piedi.
~ Quindi?~ lo incitò.
~ I-Io non so cos'è successo...~
~ Strano...mi sembrava di aver mandato te in quella missione. O forse mi sto confondendo con qualcun altro?~ ribatté Daniel con voce improvvisamente calma e delicata, provocando un brivido a quel poveretto.
Anche Selena si stava spaventando. Riconosceva quel tono, quell'atteggiamento e quegli occhi nei meandri più oscuri del suo passato. Stava avendo un forte dejà vù che la bloccò lì dov'era, con lo sguardo puntato sul viso teso del ragazzo.
~ No. Ha-hai mandato me.~
~ Avevi gli occhi chiusi, allora? Come fai a non sapere cos'è successo?~ lo prese in giro con la stessa voce tranquilla, alzando il tono alle ultime parole.
Il giovane deglutì. Selena anche.
Temeva di assistere di nuovo a quello che era successo a lei, rivivendo quel momento in terza persona.
~ È successo e b-basta.~
~ È successo e... basta...~ ripeté annuendo leggermente.
Selena represse un brivido. Il suo istinto le diceva che sarebbe successo qualcosa di lì a poco e aveva la forte tentazione di chiudere gli occhi e raggomitolarsi in un angolo con le orecchie tappate finché non fosse tutto finito.
Anche se stava alle sue spalle immaginava chiaramente l'espressione sul viso di Daniel, la sfumatura che avevano preso i suoi occhi, la rigidità del viso e la piega inquietante delle sue labbra.
Scosse la testa per levarsi quel pensiero dalla mente.
Il silenzio nella stanza era pesante, denso e le premeva sui polmoni. O forse quella era solo l'ansia dell'attesa.
Si sentiva orribilmente impotente in quella situazione, ma un senso di risolutezza si insinuò lentamente in lei. Nessuno aveva fatto nulla per aiutarla quel giorno, però lei poteva aiutare quel ragazzo e tutti quelli che gli sarebbero succeduti, perché non lo temeva più.
Anche Selena era stata come lui e come tutti gli altri assassini, un tempo. Aveva avuto paura di Daniel, era stata in soggezione di fronte a lui ed a molto poco dal superare quel sottile confine che separava il rispetto e l'ammirazione dal timore incondizionato.
Poi aveva fallito la missione. E tutto era cambiato.
L'odio e la rabbia che aveva accumulato nei suoi confronti erano stati un lenitivo per la paura e tutto il servilismo che l'avevano sempre comandata. Erano la cura al timore che aveva sempre avuto di lui. E il bello era che Daniel stesso l'aveva curata, in un certo senso.
~ Ti ho affiancato uno dei più giovani e abili assassini per aiutarti. Tobias, che però ora è morto. Era chiaro, mi pare, che se lui fosse morto avresti preso tu il comando e dunque tu devi dirmi cosa avete combinato.~ scandì con rabbia.
Tobias.
Ecco perché Daniel era così arrabbiato. Tobias era un assassino sorprendentemente bravo per la sua età. Se Selena non fosse stata la sua protetta, con molta probabilità sarebbe stato lui a prendere il suo posto.
Sospettava che tenesse molto a Tobias. Spesso l'aveva visto dargli suggerimenti e lodarlo, cosa rara da parte di Daniel. Tobias non veniva da una famiglia ricca. Era orfano dalla nascita. Daniel forse gli voleva bene. Sicuramente gli voleva bene o non sarebbe stato così furioso per un assassino qualunque.
All'improvviso Selena capiva tutto. Capiva, ma comunque non lo giustificava.
Il ragazzo era ancora più pallido di prima. Gli tremavano le mani e le labbra si aprivano e chiudevano come se le parole non riuscissero a uscire.
~ Allora?!~ fece ancora Daniel.
~ Eravamo troppo pochi.~
~ Che hai detto?~
~ Eravamo t-troppo pochi. Le guardie ci hanno sopraffatti.~
~ Non eravate troppo pochi. Hai gestito male la situazione.~ ringhiò.
~ Se lei riesce a uccidere dieci o più uomini in una volta non significa che lo sappiamo fare tutti.~ rispose il ragazzo accennando a Selena con un gesto della testa.
Probabilmente voleva solo distrarre un po' Daniel spostando l'attenzione sulla ragazza che fino a quel momento ne aveva ricevuta ben poca rispetto a lui.
~ Non è di lei che stiamo parlando! Ho perso un promettente assassino a causa della tua inettitudine!~ esclamò.
~ Magari dovevi solo usare un po' del tuo tempo per ragionare sul piano invece di far fare tutto a Tobias.~ ribatté lui, serio per la prima volta.
Selena capì che era andato oltre. Aveva esagerato.
Vide Daniel fare un passo in avanti e sollevare il braccio destro mentre l'altro, che aveva capito anche lui, serrava gli occhi e contraeva il viso. Non pensò nemmeno quando scattò con velocità sovrumana verso di lui e gli afferrò il polso alzandosi sulle punte, impedendogli di ferire ulteriormente quel ragazzo.
~ Basta.~ disse solo chiaramente.
Alzò gli occhi e, vedendo un muscolo contrarsi sul viso di Daniel, capì di avergli preso il braccio ferito, che ancora gli faceva male.
Fece per scacciarla via ma lei non lo lasciò, così si girò verso di lei e, quasi la vedesse per la prima volta, le lanciò uno sguardo arrabbiato e innervosito.
Con la mano sinistra le strappò via le dita dal suo braccio e si girò completamente verso di lei, sempre con la furia negli occhi.
Il cuore della ragazza le martellava nel petto ad una velocità impressionante e l'espressione del suo viso tradiva l'agitazione che sentiva dentro.
"Dove sei, Daniel?" si chiedeva disperatamente Selena. Ed era perfettamente comprensibile. Dov'era quel ragazzo che le aveva parlato così dolcemente poche ore prima, che si era sforzato di fare il meglio per consolarla e che sembrava essere più dispiaciuto per lei che per ciò che gli era successo?
~ Stanne fuori. Non ti riguarda.~ scandì rabbiosamente.
~ Sì che mi riguarda. Sta a me fare le tue veci quando non sei in grado di fare ciò che devi a modo e ora non lo sei affatto.~ rispose in fretta.
~ Come ti permetti di giudicare quello che faccio?!~
~ Sapendo che stai per rifare lo stesso errore.~ disse piattamente.
"Guardami" pensava. "Voglio che mi guardi e che ti vengano in mente i lividi che avevo sulla faccia, i tagli e le ossa rotte che mi hai procurato e tutto ciò che hai fatto per guadagnarti il mio perdono. Sul quale ora ho grossi ripensamenti"
Dopo un lungo momento durante il quale non smisero un solo secondo di fissare l'uno gli occhi dell'altra, Daniel parlò.
~ Vattene.~
~ Come?~
~ Esci da qui.~
~ No.~
~ Ho detto...~
~ So cos'hai detto. E so anche cosa stavi per fare. Non uscirò da qui finché non mi avrai dato la tua parola che non gli farai nulla.~
~ Ah! Ma sentila! Da quando sei la protettrice degli oppressi?~
~ Da quando non sei più in grado di darti una calmata. So che ti dispiace per Tobias. Dispiace anche a me. Ma non è rompendogli la faccia che tornerà in vita.~
~ Non mi costringere a...~
~ A fare cosa?~ lo interruppe. ~ Eh? Cosa?~
~ Tu, Selena, forse stai cominciando a credere di potermi mettere i piedi in testa, ma non è così.~
~ Non l'ho mai pensato. Sto cercando di evitarti un errore.~
~ Non ho chiesto il tuo aiuto né lo voglio. Ti ho detto di andartene.~ ripeté sembrando quasi due volte la sua altezza.
Selena si sentiva più piccola e indifesa più che mai, e questo la mandava in bestia.
~ Sai qual'è il tuo problema? Sei diventato il capo di una gilda senza esserti mai reso conto che chiunque di noi muoia, peserà su di te. Tu sei responsabile per ogni assassino che vive qui dentro e non è incolpando lui che ti libererai la coscienza dalla morte di Tobias. Devi ficcarti in quella testa che un peso del genere non può alleviarsi, ma puoi solo conviverci. Credevo l'avessi capito dopo tutti questi anni. Non avrai i sensi di colpa quando ti sarai accorto che hai solo sbagliato a punire e incolpare lui? E il loro peso non si unirà a quello della morte di Tobias? Evidentemente hai più paura dei rimorsi che della morte, perché hai capito che Tobias non l'hanno ucciso le guardie, ma sei stato tu!~ esclamò arrabbiandosi.
Il suo viso scattò di lato. La guancia bruciava e i capelli le erano finiti davanti alla faccia.
Spalancò gli occhi realizzando ciò che era successo. Ciò che aveva fatto.
Daniel l'aveva colpita.
Buonsalve e buona domenica!
Eccovi l'aggiornamento. Ho la vaga impressione di aver sconvolto qualche fan di Daniel, ma si vedrà. Ditemi se devo pagare qualche intervento di tipo cerebrale o cardiaco.
Non ho altro da dire. Godetevi l'aggiornamento.
Baxi❤️❤️
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