CAPITOLO 38:
Quando le sue palpebre calarono un'ultima volta, Selena si addormentò dolcemente, con le labbra schiuse e leggermente incurvante in un sorriso sereno.
La notte trascorse tranquilla per entrambi, senza incubi o brutti risvegli. Verso le sette Daniel si svegliò e il suo sguardo volò subito su di lei, che ancora dormiva beatamente su un fianco.
Si mise a pancia in sù, tirando un sospiro di sollievo. Aveva temuto che Selena non riuscisse a dormire o che si svegliasse di nuovo urlando per aver fatto un brutto sogno. E dopo tutta la fatica che aveva fatto per farla addormentare gli sarebbe dispiaciuto parecchio.
Dopo un po' il suo stomaco prese a brontolare e dunque decise che avrebbe fatto colazione.
Si spostò verso di lei, le alzò delicatamente la testa sfilando il suo braccio da sotto di essa e trascinò il cuscino verso il basso in modo che vi si appoggiasse, dopo averle sfiorato la guancia con un sorriso.
Il sonno della ragazza non sembrò turbarsi affatto, così Daniel si alzò lentamente e uscì in silenzio.
Mentre lui faceva colazione, lei aprì gli occhi piano piano, realizzando dove si trovava. Rotolò sulla schiena e subito si rese conto con incredulità di aver dormito per quasi dieci ore.
Un ampio sorriso soddisfatto le incurvò le labbra mentre si metteva a sedere sistemandosi i capelli. Si era accorta subito che Daniel non c'era, ma non aveva notato il bigliettino affianco a lei.
Si stropicciò un po' gli occhi ancora lucidi di sonno e prese in mano il foglietto.
Visto? Mai mettere in dubbio le risorse di un assassino esperto come me.
Ben svegliata, dormigliona.
Scuotendo la testa si mise a sorridere dell'ego di Daniel, mentre lo ringraziava con tutta sé stessa per aver compiuto un miracolo.
Si alzò con calma stiracchiandosi, aprì le tende e uscì diretta nella sua stanza per mettere qualcosa di più coprente.
Cominciava a spiegarsi il forte caldo che le era venuto e lo associò all'utilizzo delle sue capacità da mezza sirena, come l'improvvisa stanchezza, anche se a effetto ritardato.
Camminò tranquilla verso la sua camera e indossò la camicia a maniche lunghe della sera precedente. Si sentiva molto sollevata per essere riuscita a dormire. Ormai sembrava che il suo problema fosse risolto, dunque non aveva più nulla per cui preoccuparsi.
Aveva fame, quindi andò subito a fare colazione. La sala era vuota e i domestici stavano già rimuovendo i piatti; nonostante questo le lasciarono qualche minuto per terminare la colazione, visto che fra poche ore avrebbe pranzato.
Aveva appena terminato e stava uscendo dalla sala, quando un gran trambusto proveniente dall'ingresso l'attirò e cominciò a correre verso la fonte del baccano.
Era di nuovo carica di energie e pronta all'azione grazie al sonno rigenerante di quella notte.
Quando giunse alla sua meta trovò un gruppo di ragazzi ricoperti di sangue che venivano aiutati da altri assassini e sembravano messi parecchio male.
~ Che è successo?~ esclamò unendosi ai ragazzi che aiutavano quei poveretti.
~ Una missione decisamente fallita.~ ribatté un ragazzino che non poteva avere più di quattordici anni.
Tirò via dalla mischia una bambina di massimo dieci anni con un lungo taglio sul braccio che piangeva dal dolore.
~ Sta' tranquilla. Ora ti aiutiamo.~ le disse sbrigativa prendendola in braccio e correndo verso le sale mediche.
Le aveva tolto il foulard che teneva al collo e lo aveva stretto intorno alla ferita per bloccare l'emorragia, ma sembrava non bastare per un taglio così profondo.
Accelerò la corsa, sapendo che il tempo in più che ci metteva era tempo in meno nella vita di quella bambina e raggiunse gli alloggi dei medici.
La lasciò lì dopo aver spiegato in breve quel poco che sapeva sull'accaduto e tornò a riprendere altri feriti.
Ne erano rimasti pochi; probabilmente erano appena una decina di ragazzi. Ce n'era uno che sembrava essere il più grande tra tutti, che sanguinava dalla testa. Lo prese per un braccio e, sostenendolo dalle spalle, portò anche lui dai dottori.
Appena uscì dalle sale si trovò davanti Jorge, come lei con qualche macchia di sangue sulla maglia, segno che aveva aiutato anche lui.
Ora che la scarica di adrenalina era terminata Selena cominciava a sentirsi in pena per quei ragazzi, preoccupata per l'accaduto e un po' scossa.
Si scambiarono uno sguardo teso, pensando entrambi alla stessa cosa.
~ Io non glielo dico.~ fece subito lei, alzando le mani.
Jorge le lanciò un'occhiataccia di disapprovazione.
~ Sei tu la protetta.~ ringhió.
~ Ma sei tu quello grosso, quindi vai a dirglielo.~ ribatté lei indicando la direzione per l'ufficio di Daniel. ~"Protetta" è un titolo, non un aggettivo.~ aggiunse.
~ Spiritosa. Come vuoi, glielo dico io.~ sbuffò dirigendosi verso lo studio.
Tirando un sospiro di sollievo, Selena corse in camera a cambiarsi e a fare un bagno per togliersi il sangue di dosso, poi si accucciò sul letto per recuperare del tutto il sonno perso degli ultimi giorni.
Certo, non si addormentò, ma ebbe tutto il tempo per rivedere accuratamente la scena appena trascorsa nei minimi particolari e quel senso di ansia crescente si insinuò di nuovo in lei. Pensava a quella bambina, che piangeva dal dolore e al ragazzo che sanguinava dalla testa. Un sentimento di angoscia le opprimeva lo stomaco. Si sentiva sempre più a disagio a starsene lì sdraiata quando avrebbe potuto essere con loro a rassicurarli.
Pochi attimi dopo era in piedi, diretta verso l'infermeria con il senso di colpa che piano piano si alleviava.
Quando entrò vide che i medici non stavano più sui pazienti, dunque quelli salvi stavano bene.
Individuò subito la bambina che aveva soccorso per prima. Era seduta su uno dei letti con il braccio e una gamba fasciata e quando la vide le sorrise, riconoscendola.
~ Ciao.~ fece Selena sedendosi vicino a lei.
~ Ciao.~ rispose la piccola con i capelli dorati e gli occhi nocciola.
~ Come stai?~
~ Dicono che guarirò presto. Altri due però non riescono a svegliarsi e stanno molto male. Speravo meglio per la prima missione...~ ammise abbassando lo sguardo triste.
Selena le accarezzò dolcemente la guancia, sollevandole il viso.
~ Non preoccuparti. Sbagliare la prima missione non ti condanna a fallire per il resto della vita. La prossima andrà meglio.~ la rassicurò, facendole spuntare un leggero sorriso.
~ Mi spieghi cosa diavolo ti è saltato in mente?!~ esclamò una voce da dietro l'angolo.
~ Te l'ho detto, non è stata colpa mia!~ ribatté un'altra.
~ E di chi è stata allora?~
Selena spostò gli occhi in direzione delle voci, come potesse vedere chi parlava attraverso le pareti. Sembrava una questione seria, ma di qualunque cosa potesse trattarsi c'erano dei feriti che necessitavano di riposo, lì dentro, dunque non era il luogo adatto per litigare. Si alzò e voltò a destra, verso i due che si stavano quasi mettendo ad urlare ed entrò in un'altra sala, trovando il ragazzo che sanguinava dalla testa e Daniel.
~ Che succede qui?~ chiese interrompendo la risposta balbettata del giovane.
Daniel si girò verso di lei, facendola sobbalzare appena vide lo sguardo nei suoi occhi.
Buona domenica! Eccovi il consueto aggiornamento che spero vi piaccia.
Finalmente la nostra Selena sembra essersi completamente ripresa e pronta a tutto. Ma proprio a tutto?
Cosa sta succedendo in quella stanza? Perché Daniel è così furioso?
Vi va di saperlo, eh?
Beh, a domenica prossima!
Bisez❤️
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