CAPITOLO 37:

Aprì l'armadio e ne tirò fuori una stretta camicetta azzurra senza maniche.
Era molto strano ma improvvisamente, senza muoversi o fare altro, le era venuto molto caldo che andava lentamente aumentando.
Per non farlo aspettare troppo corse giù dalle scale e ripercorse la strada al contrario fino allo studio.

~ Wow, che cambiamento...~ commentò Daniel quando la vide, stendendo le braccia dietro alla testa e poggiandovela sopra.

A dispetto di quello che era, si ostinava a comportarsi troppo simile a un principe. Lo sembrava davvero ma Selena non sapeva se lo facesse per convincere sé stesso o semplicemente per sfizio personale.

~ Scusa, che pretendevi?~

~ Hai caldo e seriamente pensi di stare con quella sottospecie di camicia?~

~ Perché non dovrei?~ chiese andandosi a sedere accanto a lui, che si era sdraiato e coperto le gambe una col ginocchio alzato e l'altra stesa con il lenzuolo.

~ A mio parere finiresti con l'andare incontro alla fine che poco fa ha quasi fatto il sottoscritto. Se ho caldo io, tu ai i tuoi livelli moriresti.~

~ Sorvoliamo sull'argomento.~ sbuffò lei rabbuiandosi.

~ Non te la prendere, Sel...Insomma, mi riferivo al fatto che saresti molto più a tuo agio senza quell'inutile pezzo di stoffa, no?~ disse incurvando maliziosamente le labbra.

~ Tu dici?~ chiese lei sbattendo gli occhi.

Anche Selena sorrise, intanto gli si avvicinò aggraziatamente con uno sguardo dolce, poi gli mollò uno schiaffo sulla testa.

~ Ahi! Perché?~

~ Lo sai bene perché. Stare con Théo ti fa male.~

~ Cioè?~

~ Guai a te se ripeti una cosa del genere.~

~ Se proprio vuoi...~

L'occhiataccia che lei gli lanciò lo ammutolì, ma non gli rimosse quel sorrisetto dalla faccia.

~ Torniamo al discorso di prima.~ disse serio.

~ Sì...~

~ Dovrei darti una mano.~

~ Sarebbe gentile.~

~ Fammi capire come farti passare questa "paura"...~ mormorò virgolettando la parola "paura" con fare pensieroso.

Selena si appoggiò alla testata del letto, osservando dall'alto il suo viso assorto che fissava il vuoto.

~ Perché hai paura che muoia?~ chiese voltandosi a guardarla.

~ Te l'ho detto, non ne ho idea. Non è una cosa razionale a cui posso pensare come "ho paura del mare perché sono quasi annegata"... Non ha un motivo preciso, o almeno non lo trovo.~

~ Hai paura del mare?!~ fece Daniel spalancando gli occhi.

~ No, Daniel, era un esempio.~ sbuffò lei.

~ Ah ecco... Ma dimmi una cosa, perché ti sentivi in colpa?~

~ Io mi sento tutt'ora in colpa.~

~ Dai, Selena, non scherzare.~

~ Non sto scherzando. È così difficile capirne il motivo?~

~ Già.~

~ Ti rendi conto o no che ti ho quasi ammazzato?!~

~ Ah, quindi quella eri tu con una parrucca bionda... Ora capisco.~

~ Piantala di scherzare! Io sono seria. So che è tutta colpa mia.~ strillo con la voce alterata da un singhiozzo represso.

~ Smettila, Sel.~ le ordinò serio prendendola per le spalle. ~ Non ne posso più di vederti fare così.~

Lei abbassò la testa, chiudendo gli occhi e sospirando.

~ Non ce la faccio...~ sussurrò scuotendo debolmente la testa.

~ Perché no?~

~ Perché ho visto con quanta facilità un'azione stupida e insignificante può portare grosse conseguenze e... Ho paura di fare di nuovo un errore simile...~ bisbigliò con una lacrima di rimorso che le scendeva lungo la guancia.

~ Non accadrà. Lo sai.~ le rispose con tono sicuro ma delicato.

~ È quello che pensavo prima e guarda il bel risultato...~

Daniel sospirò inclinando la testa, incapace di consolarla e fortemente frustrato per questo. Doveva essere più forte di lei, farle vedere che non c'era motivo di preoccuparsi ma non vi riusciva e sapeva bene il motivo.
Non era rimasto impassibile a quanto gli era accaduto. Come Selena, anche Daniel si stava inconsciamente abituando a non fallire mai. Nella parte incontrollata della sua mente lui era imbattibile e la morte una legge che non lo riguardava. Pensare di essersela ritrovata fuori dalla porta, così vicina che il suo alito caldo gli aveva sfiorato il collo bastava a provocargli leggeri e imbarazzanti brividi in tutto il corpo, grande vergogna per il Capo della Gilda.

~ Sel...~

~ Ho paura di agire di nuovo in maniera stupida e finire a fare del male a qualcuno. E nemmeno capisco perché ho detto quelle cose... Non me lo spiego. Con il maledetto senno del poi non l'avrei mai fatto.~ lo interruppe.

~ Eri arrabbiata?~

~ No... Cioè sì, ma non so perché.~

~ C'è la possibilità che fossi... Insomma... Gelosa?~ le chiese titubante.

Era indiscreto? Fuori luogo? Ma da quando si preoccupava di essere indiscreto con lei?

~ Cosa vuoi che ti risponda?~ ribatté con quello che sembrava il suo primo sorriso.

~ Tu cosa vuoi rispondere?~

~ Ehm... Non lo so?~

~ Non sai troppe cose.~

~ Dimmelo tu, allora.~

~ Per me un po' lo eri.~ rispose spostando fulmineamente lo sguardo.

~ Va bene, allora lo ero.~

~ No, no, no. Non funziona così.~

~ Sì, Daniel. Lo ero, contento?~ fece roteando gli occhi.

~ Dipende... Stai mentendo?~

~ Magari sto mentendo, magari no.~ rispose con un sorrisetto.

~ Mmh... No, sei sincera.~

~ Se lo dici tu. Ma è parlando delle cotte per te che sono in giro che cerchi di aiutarmi?~

~ Perché? Hai una cot...~

~ Ti piacerebbe.~

~ Non ne ho idea.~

~ E non l'avrai mai.~

~ Va bene, ehm... Io non so che dirti a parte che non accadrà mai più una cosa del genere. E che non è stata colpa tua.~ continuò stringendole le spalle.

Selena scosse ancora la testa, rabbuiandosi. Non stava soffrendo abbastanza. Voleva che Dio la punisse, perché quella volta aveva esagerato. Attendeva e bramava la sua meritata punizione che avrebbe accettato a braccia aperte, incitando il suo boia ad andarci più pesante. Poteva continuare all'infinito. La sua coscienza e il suo cuore sapevano bene quanto avrebbe dovuto stare male per poter espiare la sua colpa e di qualunque quantità si trattasse a lei sarebbe andata bene.

~ Ti prego, Sel. Smettila.~

~ Non riesco a non sentirmi in colpa... Sul serio...~

~ Basta. O finisce che mi sento in colpa io.~ sospirò Daniel sporgendosi verso di lei e circondandole la schiena con le braccia.

Selena scattò verso di lui, attratta magneticamente, con la guancia premuta sul suo petto e attese di smettere di singhiozzare.
Una mano prese ad accarezzarle dolcemente i capelli mentre le braccia robuste la dondolavano piano piano.
Purtroppo quei gesti non ottennero l'effetto sperato da Daniel, perché la ragazza cominciò a piangere di nuovo, ma stavolta si sentiva più tranquilla. Era un pianto silenzioso, calmo. Serviva a sfogare la sofferenza, non a causarne altra.

~ Mi dispiace così tanto...~ singhiozzò con un filo di voce.

~ A me dispiace per quello che stai passando.~

~ Vorrei solo che non fosse mai successo nulla...~

~ Infatti, non è successo niente. Io sto già bene ed è tutto passato, giusto?~ le sussurrò alzandole il viso.

Non ricevendo risposta, Daniel non insistette a farla parlare, creando un serio silenzio cristallino. L'orologio suonò le undici, spezzando l'aria intorno a loro.
Selena si pulì il viso dalle lacrime e all'improvviso un profondo sbadiglio la scosse, facendole luccicare gli occhi come un cucciolo assonnato, di quelli che sciolgono il cuore.

~ È stato così orribile, Selena?~

Doveva sentire la risposta. Solo così sperava di capire davvero cosa stesse succedendo nella mente annegata di dolore della ragazza.

~ Se... Se fossi morta io sarebbe stato meglio.~

Daniel spalancò lievemente gli occhi. Selena non poteva morire, era ovvio che non sapesse di cosa parlava. Lei era sempre stata così piena di vita e di innocente gioia tipica della sua età che mai aveva pensato alla morte se non quando si armava per le missioni. Doveva essere un concetto estremo, lontano. Non avrebbe dovuto pensarci prima di una quarantina d'anni, pensava lui. Si sentiva responsabile di quell'improvvisa crescita della ragazza. Era colpa sua se la giovane era stata costretta a dire addio alla sua beata ingenuità e spensieratezza da diciassettene?

~ Non puoi dire una cosa del genere. Davvero. So che non lo pensi.~

~ Invece lo dico ed è la verità. Quando tieni a una persona... guardarla morire e peggio che morire tu stesso. E credo di averlo realizzato solo ora.~ rispose con gli occhi lucidi.

~ Vieni qui...~ mormorò Daniel premendole una mano sulla spalla per farla sdraiare.

Stese il braccio sinistro verso di lei e Selena vi appoggiò la testa sopra poiché da dov'era arrivava appena sotto il suo mento e quindi non riusciva neanche a sfiorare il cuscino.
Gli si raggomitolò vicino appoggiando la fronte e gli avambracci contro al suo petto, socchiudendo leggermente gli occhi e buttando fuori lentamente l'aria nei suoi polmoni.
Ogni respiro di Daniel premeva contro la pancia e il petto di Selena, che la trovava una cosa molto rassicurante.
Allungando l'altro braccio glielo appoggiò sulla spalla e prese a sfiorarle la schiena con la punta delle dita, creando dei moti concentrici cercando di farla rilassare un po'.
Selena sapeva che Daniel non era ancora guarito del tutto; le uniche "barriere" tra lei e lui erano le sue braccia schiacciate tra i loro corpi e la coperta che copriva il ragazzo dal bacino in giù mentre lei invece era fuori da essa.
Tra il calore del tessuto, quello che sentiva da poco prima e quello della febbre che accaldava la fronte di Daniel avrebbe retto poco se fosse stata completamente attaccata a lui.
Dopo un po' lo sentì spostare la testa e l'attimo seguente si accorse che le aveva preso una ciocca di capelli tra le dita e la stava lisciando spostandogliela vicino al collo.
"Probabilmente gli faceva prurito al naso." pensò Selena con gli occhi che si chiudevano, cullata un po' dalla regolarità del respiro di Daniel e un po' dalle dita sulla sua pelle.
Stando così vicino a lui le sembrava quasi assurdo pensare che fino poco prima temeva che le morisse davanti. Aveva riacquistato il suo atteggiamento forte e sicuro che in quel momento la faceva stare molto bene, anche se si sentiva un po' in colpa.
In fondo era lui quello che che aveva rischiaro di morire, non lei. Dunque era lui quello che andava rassicurato, non lei.
Si sentiva sciocca ad apparire così debole ma non poteva farne a meno. Lei credeva fortemente alle cose che aveva detto.
Se tieni davvero a una persona, guardarla morire è peggio che morire tu stesso.
Questo comunque distruggeva un po' l'idea che con gli anni si era fatta di lui; all'improvviso aveva realizzato che perfino Daniel era impotente davanti alla morte. Nemmeno il forte, abile e coraggioso capo della gilda poteva fare qualcosa per evitarla o posticiparla ed era questo a farla stare male.
Si sentiva narcisista, ipocrita ed egoista a farsi coccolare da lui, dalla persona che era stata a pochissimo dalla morte ma che ora consolava lei, una mezza sirena immortale che non può neanche ferirsi. Nonostante questo, pregava che non smettesse mai di essere lì ad abbracciarla.
Era crollata in pochi secondi davanti a un evento che, se ci pensava bene, non era mai stato improbabile poiché anche lui svolgeva delle missioni; nonostante questo, la sua mente l'aveva raccolto e accatastato in un angolo descrivendolo come "impossibile" anche se non lo era affatto.
Vederlo in quello stato, così debole e ferito, l'aveva sconvolta molto e di nuovo tutte le sue certezze erano crollate.
Per questo aveva paura di dormire. Per questo non voleva chiudere gli occhi. Temeva di riaprirli e trovarsi in un mondo senza Daniel, che magari se n'era andato via mentre lei riposava senza neanche poterla salutare.

Ciao a tutti quanti i miei adorati lettori!
Buona domenica a voi. Ho scritto questo capitolo invidiando con tutto il cuore Selena e spero sia lo stesso anche per voi. Vi pare cambiato Daniel?
Manca poco ai 4K e ne sono davvero felice. I voti sono quel che sono ma le letture aumentano e mi fate molto contenta, quindi grazie a tutti.

**MESSAGGIO IMPORTANTE**
La mia sis, SofySoo che ho già pubblicizzato nei capitoli precedenti, ha un problema. Un bel problema che mi fa davvero arrabbiare.
Lei, da grandissima fan di Hunger Games, sta scrivendo una splendida raccolta di curiosità assurde e impensabili sulla bellissima saga che, immagino, la maggior parte di voi conosce.
Ebbene sono venuta a sapere che le curiosità che scrive vengono P-U-N-T-U-A-L-M-E-N-T-E copiate e pubblicate in altri libri dei quali non conosco il nome e che comunque non citerei nemmeno.
Questa cosa mi manda davvero in bestia. Io sono una drogata di fantasia e non aggiornerei per mesi piuttosto che rubare idee altrui.
Aggiungo solo che per colpa di ciò lei non aggiornerà per un po', cosa che dispiace parecchio a me come ai suoi lettori.
Non copiate, ragazzi. Davvero.
Baci❤️

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