CAPITOLO 26:
~ Dunque... Intanto mi dispiace per ieri. Non so che mi è preso, l'avevo completamente dimenticato.~ si scusò subito lui, gesticolando.
Lo faceva quando era imbarazzato o innervosito o in preda a qualsiasi emozione più eccessiva della calma totale.
~ Non c'è problema, tranquillo. Vuoi parlare qui?~ chiese lei abbassando un paio di volte gli occhi.
Era raro che parlasse seriamente con qualcuno in un luogo che non fosse il suo studio. Per questo Selena era un po' incerta. Esmeralda doveva proprio averlo sconvolto.
~ Se per te non è un problema...~
Un improvviso rumore simile ad un brontolio attirò entrambi i loro sguardi sulla pancia di Selena che spostò lo sguardo imbarazzata.
~ È dal pranzo di ieri che non mangio...~ si giustificò.
~ Potevi dirmelo subito. Facciamo colazione insieme?~
~ Non hai ancora mangiato neanche tu?~
~ No, ma almeno ho cenato. Mentre tu, che mi hai specificatamente chiesto di essere a cena, non ti sei presentata.~ rispose con una punta di rimprovero.
~ Va bene, ho capito. Andiamo?~ chiese lei impaziente.
~ Dopo di te.~ fece lui sorridente, con un gesto che la invitava a uscire.
Camminarono fianco a fianco verso la sala sapendo che ormai, visto l'orario, non ci sarebbe stato nessun assassino a fare colazione alle otto passate e quindi avrebbero avuto un po' di privacy.
Daniel non rinunciò al suo posto a capotavola e Selena si sedette alla sua destra servendosi di coscette di pollo, uova, pane e formaggio e di frutti freschi, mentre lui preferì pane e marmellata con del caffè.
~ Ti costa tanto mantenere un po' di grazia mentre mangi?~ le chiese Daniel guardandola divertito.
~ Vuoi vedermi morta di fame? Non sto mica masticando a bocca aperta!~ protestò lei sbuffando.
Lui scosse la testa, mentre la osservava ingurgitare tutto quello che poteva lontanamente sfamarla e cominciò a fare colazione anche lui.
~ Puoi parlare, ti ascolto.~ disse la ragazza interrompendosi un momento con un toast fermo a mezz'aria che l'attimo dopo finì nel suo stomaco.
~ Che gentile che sei, grazie...~ commentò Daniel odiosamente sarcastico.
~ Senti, ti ricordo che ieri hai dimenticato di dovermi parlare; e presumo che l'argomento fosse il Principe, il che rende la tua dimenticanza ancora più riprovevole.~ rispose acida.
~ Calmati o ti soffocherai con quel panino.~ ribatté.
~ Sono seria.~ ringhiò lei.
~ Mi sono già scusato. Ora smettila di frignare come se te ne importasse qualcosa.~ sbottò antipatico.
~ Ah! Questa è bella, sai? Prima mi riprendi perché ho dimenticato un impegno e dopo lo fai tu?~
Daniel sbuffò sonoramente appoggiandosi allo schienale della sedia e si mise a fissarla insistentemente.
~ Che c'è?~ fece lei smettendo di mangiare e guardandolo a sua volta.
~ Hai subìto una regressione, forse?~ le chiese alzando le sopracciglia.
Selena non disse nulla. Si limitò ad assumere la sua stessa espressione apparendo molto arrogante e strafottente.
~ Perché comincio seriamente a pensarlo.~ aggiunse.
Era davvero tentata di sputargli in faccia quello che Roxanne e Théo le avevano mostrato. Sapeva che la sua distrazione era dovuta unicamente a Esmeralda e stava quasi per rinfacciarglielo. Giusto per vedere la sua espressione nel caso gli avesse detto che sapeva tutto.
Non era arrabbiata per la sua dimenticanza, ma per la causa della sua dimenticanza; oltre al fatto che l'aveva accusata di non essere interessata a lui e a ciò che doveva dirle. Non intendeva in alcun modo crepare perché il suo capo si faceva distrarre da una novellina con belle curve, quindi o si dava una regolata da solo o gliel'avrebbe data lei.
~ Io sono interessata. In questa storia del principe ne va della mia vita.~ disse seria.
~ Ne andrebbe della tua vita.~ la corresse lui.
~ Daniel ti conviene smetterla con queste precisazioni. Davvero. Mi sto pentendo seriamente di avertene parlato.~
~ Non voglio che te ne penta. E non voglio che qualcuno lo venga a sapere. Tantomeno per causa mia.~
~ E allora piantala. Non passerà molto prima che qualcuno ti senta e inizi a farmi delle domande.~ fece dura. ~ Mi basta già Èspinoza come mio nemico.~ aggiunse amaramente scuotendo la testa e abbassando lo sguardo.
~ Lo so, ma ascolta...~ cominciò Daniel. ~ ... Prometto che nessuno verrà mai a saperlo. Non certo per causa mia, ma spero neanche per colpa di Èspinoza. Va bene?~ chiese parlando a bassa voce con tono dolce e rassicurante.
Aveva palesemente capito di aver sbagliato ad arrabbiarsi avendole dato buca lui per primo. E poi, considerando tutto quello che era successo tra lui e Selena, una sua sfuriata poteva causare chissà quali reazioni in lei.
Selena annuì, calmandosi e riprendendo a mangiare.
Sperava comprendesse quanto fosse difficile per lei quella situazione. Il terrore di dover lasciare la Spagna, la sua casa, perché un uomo ricco ed odiosamente potente sapeva qualcosa che poteva distruggerla senza sforzo. Bastava solo liberare qualche parola nel vento della città, e così, da bocca a bocca, presto tutti avrebbero conosciuto il segreto della famosa Assassina di Jàvea.
~ Dunque di cosa devi parlarmi, esattamente?~
~ Tu quando pensi di andare dal Principe?~
~ Ecco... Non lo so proprio. È il genere di cosa che programmi di fare ma senza dargli una data precisa.~ ammise con un sorriso tirato.
~ Già, immagino. Ma comunque devi deciderti. Vuole la sua morte entro una settimana e hai già perso del tempo.~
~ Me ne rendo conto. Che ne dici di questo pomeriggio?~ propose.
~ È una decisione tua, Sel. Comunque ritengo sia giusto informarti che non puoi presentarti al palazzo così.~
~ Così come?~ chiese, abbassando lo sguardo sulla stoffa che la copriva.
~ Bhe, per quanto ti stia bene quel vestitino non credo sia adatto al Principe.~ spiegò con un po' di divertimento nella voce.
~ Ah...~
~ Avanti, Sel, non offenderti. Sei molto carina così, ma dovresti indossare qualcos'altro.~ rise Daniel.
~ Mmh... Come vuoi.~ fece lei fingendo un broncio e alzando le spalle.
Ormai avevano finito di fare colazione, quindi lui l'accompagnò in camera sua per aiutarla a decidere cosa mettersi.
~ Mi spieghi perché ridevi, prima? E cosa facevano Théo e Roxanne qui?~ le domandò una volta entrato nella stanza.
"Dannazione..."
~ Non posso, Daniel. Ho promesso di non dire nulla...~
"Ti prego, ti prego, credici..." pensò disperatamente.
~ Va bene, se hai promesso. Ma adesso è il caso di pensare a cosa farti mettere.~ ribatté gettandole una semplice occhiata disinteressata.
Ma qualcosa brillava all'interno dei suoi occhi grigi, e Selena li conosceva abbastanza da sapere che non era finita lì. Non doveva abbassare la guardia.
~ Niente di pomposo. È a conoscenza del fatto che non sono esattamente un tipo elegante e non c'è alcun bisogno di preoccuparsi troppo.~ chiarì subito tirando un mentale sospiro di sollievo.
Per fortuna non aveva insistito, quindi probabilmente non aveva sentito Théo pronunciare il suo nome. Ora doveva solo farlo concentrare su altro, così da distrarlo.
~ E come farebbe esattamente a saperlo?~
Lei tacque. Conosceva Daniel, e quella era una frecciatina bella e buona.
~ Come vuoi, ma un abito non te lo toglie nessuno.~ disse poi, autoritario.
Non c'erano parole per descrivere quanto Selena apprezzasse il suo aiuto. Fino a pochi minuti prima litigavano, ma in un momento le cose si erano sistemate e solo per poter concentrarsi sulla situazione in mezzo alla quale era finita.
Cominciarono a tirare fuori abiti dall'ampio armadio e Selena rimase molto sorpresa di vedere una decina di vestiti che non le appartenevano.
~ Cosa sono questi? Li hai messi tu nel mio armadio?~ chiese lei.
~ Sì. Quello dell'uscita a teatro è da sera, ma te ne ho presi altri nel caso servissero.~ rispose tranquillo.
~ Oh... Bhe, grazie, ma perché l'hai fat~
~ Non import. Che ne dici di questo? È abbastanza semplice, no?~ chiese mostrandole un abito turchese simile a quello che aveva indossato a teatro ma un po' più semplice.
~ Direi che va bene.~
Prese l'abito in mano e lo osservò studiandone i dettagli. Era decisamente giovanile, con le maniche strette a metà avambraccio, la gonna lunga leggermente ampia con dei ricami dorati e il corpetto morbido legato dietro la schiena con un nastro di raso turchese come il resto del vestito.
Vedendo Daniel, nessuno immaginerebbe che sprechi del tempo a consigliare le sue assassine su cosa indossare, ma sono pochi quelli che comprendono davvero quanto l'aspetto sia importante nel mestiere del mercenario.
Non c'è anima che poserebbe occhio su di te se sei vestito da straccione e stai seduto per terra vicino ai negozi. Nessuno sospetterebbe che una giovane donna, bella, con gioielli e abiti eleganti possa aver ucciso qualcuno.
L'apparenza è estremamente importante, cosa che Selena aveva imparato molto presto, come aveva imparato a valorizzare il suo aspetto e a mentire meglio del diavolo. Se riesci a convincere la gente di essere innocente puoi convincere chiunque di qualsiasi cosa.
~ Dovrò richiamare le ragazze.~ disse Daniel con un bel sorriso tra l'allegro, il divertito e il canzonatorio.
~ E se provassi a metterlo da sola?~ chiese lei con un sorrisetto malizioso, sbattendo le ciglia.
~ Dubito che ci riusciresti.~ rispose Daniel scoppiando a ridere.
Selena lo guardò fulminandolo con gli occhi, sembrando scocciata e offesa. Solo che entrambi sapevano quanto fosse falsa quell'espressione.
~ Lo sai anche tu che è vero, sei in grado di metterti solo le camice.~ aggiunse prendendola in giro.
Per quanto fosse suscettibile e permalosa, Selena apprezzava particolarmente quel tipo di presa in giro che illuminava il volto di Daniel grazie ad uno splendente sorriso. Ovviamente solo a lui concedeva certe libertà, anche se a volte se ne pentiva.
~ Senti chi parla.~ fece lei sistemandogli il colletto bianco che esponeva leggermente il petto dalla pelle abbronzata.
~ Lo vuoi un consiglio?~
~ Sul vestire? Da te?~ chiese ironico.
~ In generale.~
~ Prego.~
Lei fece segno di avvicinarsi e, alzandosi sulle punte, accostò le labbra all'orecchio di Daniel.
~ Se proprio vuoi che tutti scoprano la tua tresca cerca di dirlo a parole; sarebbe più semplice. Altrimenti consiglio un po' di discrezione in più.~
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