CAPITOLO 24:


Dopo essere state un momento nella stanza di Selena, le due andarono nelle stalle per prendere Kreila e un altro cavallo per Esmeralda.
Insieme, si diressero verso la piazza di Jàvea dove avrebbero acquistato un cavallo anche per lei.

~ Non che abbia fretta, ma quanto pensi che ci metteremo?~ chiese Esmeralda voltandosi verso l'altra.

~ Qualche decina di minuti.~ rispose Selena spronando la sua cavalla al galoppo.

~ Dimmi, quanti anni hai Selena?~

~ Ne ho diciassette. E tu?~

~ Ventitre. Sai che sembri più grande? Te ne darei almeno venti.~ rispose lei sorridendole.

~ Davvero? Beh, grazie.~

~ Da quanto sei un'assassina?~ chiese Esmeralda.

~ Più o meno da quando avevo cinque anni. Tu?~

~ Anch'io circa da quell'età lì. Si parla spesso di te, Selena; dicono che sei brava.~

Lei arrossì lievemente ma mantenne un'espressione decisa e tranquilla, cercando di non apparire troppo interessata alle dichiarazioni della sua accompagnatrice.

~ Ti ringrazio, ma non ho la presunzione di considerarmi la migliore esistente.~ disse con un'alzata di spalle.

~ Ma la migliore di Spagna sì, non è vero?~ fece Esmeralda ironicamente.

~ Non me lo sono scelto io quel soprannome.~ rise Selena.

~ Lo so, tranquilla. Comunque devi essere davvero brava se Daniel parla così bene di te.~ aggiunse con un sorriso.

~ Daniel cosa?!~ esclamò incredula.

~ Parla bene di te. Ma è normale, sei la sua miglior assassina dopotutto.~

~ Ti sei informata molto sulla gilda.~ commentò Selena voltandosi a guardare il paesaggio davanti a sé.

Mancava poco che arrivassero; galoppavano verso il mare dal quale proveniva una corrente fresca dal profumo di salsedine.

~ Sai, per me la scelta di cambiare gilda non è stata facile e volevo trovarne una almeno all'altezza della prima.~

~ Ti ci sei affezionata, eh?~ chiese lei concedendosi un momento per osservare il viso pallido della ragazza.

~ Già, molto. Mi mancano.~ rispose Esmeralda abbassando lo sguardo.

~ Di che gilda facevi parte?~ domandò Selena, all'improvviso interessata.

~ Guarda, siamo arrivate finalmente!~ esclamò l'altra indicando la piazza che si avvicinava.

Entrambe si ammutolirono mentre facevano rallentare i cavalli, guidandoli davanti alla stalla. Smontarono dagli animali e Selena bussò sulla robusta porta di legno.
Ne uscì un ragazzetto giovane dall'aria agitata.

~ Ciao Miguél. Potresti portarci dentro i cavalli, per favore?~ gli chiese gentile.

~ Ciao a te, Selena. Certo, lo faccio subito.~

~ Grazie mille.~

~ Già, grazie.~ aggiunse Esmeralda sorridendo e sbattendo gli occhioni.

~ Forza, andiamo.~ disse Selena.

Una ventina di minuti dopo stavano già tornando alla gilda con in più un cavallo dal manto bruno scuro.
Era passata poco più di una mezz'ora da quando erano partite, quindi era ancora in tempo per il discorso che Daniel intendeva farle.
Lasciarono i cavalli nella stalla e si separarono nell'ingresso.
Quando fu in camera, Selena si cambiò la camicia e scese un'altra volta nello studio di Daniel.
Quando si trovò davanti alla porta, Jorge si spostò di lato per permetterle di bussare e fu quello che fece.

~ Avanti.~ comandò la voce di Daniel.

Selena varcò la porta e si trovò un tantino sorpresa nel vedere che non era solo. Anche Esmeralda era nello studio, appoggiata al bracciolo di una poltrona.

~ Ciao Sel. Dimmi pure.~ la accolse lui.

La ragazza corrugò la fronte.

~ "Dimmi pure"? Mi hai chiesto di tornare presto perché dovevi parlarmi, ricordi?~

~ Ah, giusto. Perdonami, me l'ero dimenticato.~ disse lui imbarazzato, muovendosi verso la porta, come a invitare Esmeralda ad uscire.

~ No, non fa niente. Se l'hai dimenticato immagino non fosse importante. Ne parleremo domani.~ rispose lei sbrigativa, voltandosi e facendo per uscire.

~ Selena.~ la chiamò Esmeralda.

Si girò indietro, guardandola.

~ Non ti ho ringraziata per avermi portata a comprare il cavallo. L'ho apprezzato molto.~ fece lei sorridendole radiosa.

~ Figurati.~ disse piattamente uscendo.

Mentre attraversava la Fortezza per tornare nella sua stanza Selena ringraziò di essere così brava a mentire. Non era vero che non le importava; era irritata e scocciata per l'accaduto. Neanche un giorno prima Daniel l'aveva rimproverata per non aver rispettato un impegno preso e ora lui commetteva lo stesso errore.
Tra l'altro, Selena immaginava già di cosa volesse parlarle; probabilmente era il principe Jonas, il che non era un argomento così futile da essere dimenticato, considerando che al minimo errore avrebbe rischiato la vita.
"Evidentemente non sono così importante..." pensava aprendo la porta della sua stanza e sedendosi sul letto.
Legò i suoi lunghi capelli ramati in una stretta treccia che le ricadeva sulla spalla sinistra valorizzando la forma del suo viso.
Si guardò intorno nella stanza e i suoi occhi si soffermarono sul pianoforte a coda bianco posizionato tra la finestra e il balcone. Prese posto sulla sedia e cominciò a suonare l'unica melodia che poteva calmarla: quella che suonava sua madre.
Era quasi ora di cena quando si accorse di non avere per niente fame; si avvicinò alla ciotola di frutta sulla sua scrivania e addentò una piccola albicocca, forte del fatto che qualcosa doveva pur mangiare.
Finito di suonare si mise a leggere uno dei suoi libri preferiti: La magia del porto.
Le pareva di aver letto solo per una decina di minuti, ma appena alzò la testa verso l'orologio rimase stupita di aver letto per almeno un'ora e mezza.
Erano quasi le dieci, così decise di terminare il capitolo trentuno e mettersi a dormire.
Non fu una notte piacevole; uno dei sogni che faceva spesso da piccola era tornato a farle visita e l'effetto era lo stesso di quando aveva cinque anni: la lasciava terrorizzata, infreddolita e tremante. Non che si spaventasse realmente, ma era con quelle sensazioni che si svegliava di soprassalto.
Sognava di essere tornata a quando era bambina e c'era un uomo che le accarezzava le guance; un uomo gentile, che sentiva di conoscere e di cui si fidava, ma di cui non riusciva a ricordare il volto. All'improvviso si ritrovavano davanti allo specchio nella sua cameretta in casa di sua madre e Selena gridava per lo spavento. Il riflesso le mostrava il suo viso completamente insanguinato, ma senza nessuna ferita; quando si voltava verso l'uomo accanto a lei vedeva chiaramente che c'era del sangue sulle sue mani, sulle stesse mani che pochi secondi prima l'accarezzavano amorevolmente.

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