CAPITOLO 23:


Dopo pranzo Selena decise di andare ad allenarsi, visto che non lo faceva da un po' e doveva mantenersi in forma.
Entrò nella sala e si diresse verso una parete completamente ricoperta di bersagli che arrivavano fino al soffitto, a una quindicina di metri d'altezza;
Lì, gli assassini si allenavano a lanciare i coltelli e qualsiasi arma tagliente.
Per quanto fosse strano, Selena trovava molto rilassante il lancio dei coltelli ed era solita esercitarsi spesso.
Entrò nel vasto magazzino e prese dieci coltelli; a una distanza sufficiente cominciò a lanciarli; puntava sui bersagli alti e piccoli e li avrebbe centrati tutti se al settimo lancio non avesse starnutito e se all'ultimo Théo non le avesse fatto prendere un colpo chiamandola all'improvviso.

~ Uffa, Théo, che c'é?!~ sbottò irritata voltandosi.

~ Vieni a vedere.~ rispose lui.

Ora che lo guardava con attenzione sembrava preoccupato e stupito, cosa assolutamente non da lui. In effetti, bastò la sua espressione a turbarla.
Lo seguì senza chiedere altro; dopo qualche passo cominciarono quasi a correre, mentre il ragazzo la conduceva verso l'ingresso.
La sala da allenamento era al terzo piano, al quale si accedeva tramite una scala che si diramava da una delle due principali. Théo finì la sua corsa vicino al parapetto della scala secondaria, dalla quale vedevano l'ingresso dall'alto.
Davanti alla porta c'era una ragazza bionda; sembrava avere poco più di vent'anni ed era decisamente attraente e bella.
Aveva un viso gentile, con la pelle chiara, le guance e la bocca rosee e gli occhi cristallini. Non vestiva come tutte le donne, ma il suo stile era molto simile a quello di Selena; pantaloni comodi, camicia larga ma adatta a una ragazza e stivali in pelle.
Si accorse immediatamente che era armata con una spada raffinata e una pistola sui fianchi. Dalla sua posizione, Selena ipotizzò che avesse anche un paio di pugnali legati alla coscia, poiché teneva la gamba stesa per evitare di tagliarsi da sola.
Erano silenziosi e attenti a non farsi vedere, ma quando dalla porta vicina a quella principale spuntò Daniel, Selena non poté trattenersi dallo sbirciare con una visione più ampia della scena, così sollevò un po' la testa.

~ Siete voi Daniel?~ chiese la ragazza misteriosa con voce argentea.

~ Si, sono io. E voi siete...?~ rispose Daniel gentilmente.

~ Buon Dio, quella sì che è bella...~ mormorò Théo.

~ Taci, non sento!~ sibilò lei dandogli una gomitata in mezzo alle costole.

~ Mi chiamo Esmeralda, sono qui per parlarvi.~ sussurrò appena, abbassando il viso quando Daniel la raggiunse piazzandosi di fronte a lei.

Selena era disgustata. Non sopportava vedere una donna comportarsi così davanti a un uomo. Era certa che la bellezza di Daniel non contasse nulla per il rossore sul viso di Esmeralda, ma era quasi sicura che dipendesse tutto dal fatto che di rado le donne guardavano negli occhi gli uomini con cui parlavano, il che era davvero una delle cose che odiava di più della sua società.

~ Volentieri, venite nel mio studio.~ disse Daniel affabile.
Selena osservava la scena con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.

~ Come, non le fa lasciare le armi?! È uscito di testa?~ sussurrò a Théo.

~ Bhe, non puoi rimproverarlo se è un po' confuso; l'hai vista quella?~ rispose guardandola.

~ Ci sono comunque delle regole, lo sai.~

~ ...Mi chiedo chi sia...~ aggiunse lei a mezza voce.

~ Magari Daniel te lo dice.~

~ Non penso proprio...~

~ Selena?~ la chiamò dopo un momento.

~ Sì?~

~ Se la mangiava con gli occhi.~ disse ridacchiando.

~ Tu no, eh?~ rispose lei sorridendo. ~ Dai, torno ad allenarmi.~

In poco tempo era di nuovo nella sala a lanciare coltelli. Centrò tutti i bersagli con grande soddisfazione e poi si diede all'arrampicata; scalò due volte la parete con le prese di legno e ostacoli lungo il percorso.
In un paio d'ore era sufficientemente accaldata e stanca, così andò a farsi una doccia.
Si cambiò i vestiti e uscì per far fare una passeggiata a Kreila.
Verso le sei di sera fu di ritorno dalla prateria, leggermente stanca ma felice di aver fatto un giretto salutare. Lasciò la cavalla nel box e stava per rientrare alla Fortezza quando notò la luce accesa dalla finestra dello studio di Daniel; vide il suo profilo e poco dopo un secondo profilo, più basso e minuto, al suo fianco. Quello poteva tranquillamente essere di Esmeralda.
Mentre continuava a camminare osservò i due profili scuri alla finestra.
Quando entrò dall'ampia porta si diresse verso la sua stanza ma a metà percorso una voce la chiamò.

~ Selena.~

~ Dimmi Daniel.~ rispose ancora prima di voltarsi.

~ Non hai ancora avuto occasione di conoscere Esmeralda, la nostra nuova mercenaria.~ le disse sorridente.

Era a una ventina di metri da lui e da Esmeralda, che sorrideva timidamente.

~ No, non direi.~ fece lei incamminandosi verso l'altra con la mano tesa.

Se la strinsero amichevolmente, ma in realtà Selena voleva solo studiarla un po' più da vicino; non era molto più alta di lei, ma il suo fisico era comunque ben proporzionato e si vedeva che era allenata.

~ Selena Ramirez.~

~ Esmeralda Johnson.~

~ Johnson... Sei inglese?~

~ Sì...di papà. Mia mamma è irlandese.~

A Selena vennero i brividi solo sentendo "papà". Non era abituata a chiamare suo padre in quel modo, l'aveva sempre chiamato "padre" perché lo reputava molto più rispettoso.

~ Ora lei è una di noi e vivrà qui. Però le servirebbe un cavallo e mi chiedevo se potevi accompagnarla a Jàvea per farle fare un giro.~ chiese Daniel sorridendole e facendo un passo verso di lei.

~ Non c'è problema. Piuttosto pensi di farti vedere a cena o la tua presenza è troppo per i comuni mortali?~ domandò Selena con una doppia allusione ironica sia alla sua mancanza a pranzo sia al suo segreto.

Esmeralda si mise a ridere mentre Daniel fulminava Selena con uno sguardo mezzo di rimprovero, mezzo divertito.

~ Bene, Esmeralda. Se mi accompagni un momento in camera usciamo subito.~ disse lei voltandosi a guardarla.

~ Sì, va bene.~

Selena si avviò verso il corridoio che portava alla scala della torre est, ma quando si accorse di sentire solo i suoi passi si voltò in tempo per vedere la ragazza che si alzava sulle punte e baciava Daniel sulla guancia sussurrando un leggero "grazie".
Aspettò che la raggiungesse e si voltò ricominciando a camminare.

~ Tu, ragazzina, non tornare tardi; ho bisogno di parlarti.~ disse lui ad alta voce.

~ Se mi chiami di nuovo "ragazzina" non avrai più una bocca con cui parlare.~ rispose Selena senza guardarlo e scatenando un altro risolino di Esmeralda.

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