CAPITOLO 22:
In poco tempo Selena si vestì con pantaloni beige e camicia bianca stretta in vita da un cinturino intrecciato di cuoio marroncino.
Uscì dalla stanza e si trovò davanti Daniel con le braccia conserte e un piede sbatacchiante per terra, impaziente.
~ Ce l'hai fatta?~ chiese squadrandola.
~ Sì, possiamo andare.~ rispose lei sorridendo dolcemente.
Camminarono fianco a fianco fino allo studio di Daniel.
~ Buongiorno Jorge!~ cinguettò la ragazza quando la guardia davanti alla porta dello studio si spostò a lato per farli entrare.
Jorge era un uomo di quaranta/quarantacinque anni con una grossa cicatrice sul volto da sopra l'occhio sinistro allo zigomo e dal carattere duro e rude. Parlava raramente e proprio per questo era la guardia personale di Daniel, oltre che uno degli assassini più abili e fidati della gilda.
Era estremamente alto, dalla carnagione scura e dagli occhi neri come pozzi infiniti e freddi. I capelli li teneva semi rasati senza che se ne potesse definire il colore.
Quando lei lo salutò lui rispose con un grugnito. La conosceva bene; in fondo, Daniel mandava quasi sempre lui a riprenderla quando da piccola scorrazzava per la gilda come una scimmietta assassina impazzita.
~ Di che dobbiamo parlare, esattamente?~ domandò lei stiracchiandosi sulla morbida poltrona.
~ Del Principe, forse?~ disse Daniel ironicamente, prendendo posto dietro alla scrivania.
~ Più precisamente?~ domandò ancora imitando il tono del ragazzo.
~ Tu ti rifiuti di ucciderlo.~
~ Puoi giurarci che mi rifiuto.~
~ Non potrai più stare qui se Èspinoza rivela il tuo segreto.~
~ Posso sempre ammazzarlo prima che lo faccia.~
~ No che non puoi. Èspinoza è più protetto dei principi.~
~ È impossibile, Daniel. È solo una voce che ha messo in giro lui.~ disse Selena sicura.
~ E se non lo fosse? Non potresti restare qui comunque, perché se una delle sue guardie ti uccidesse e poi tu rispuntassi fuori un mese dopo, tutti si farebbero delle domande.~
rispose lui.
La ragazza si appoggiò completamente allo schienale della poltrona con gli occhi chiusi e le mani su di essi.
~ Tu vuoi che lo uccida?~ chiese sospirando.
~ Non mi dispiace come persona, però mi dispiacerebbe di più se tu dovessi andartene.~
~ Io non voglio ammazzarlo!~ esclamò lei lamentandosi con voce piagnucolosa.
~ Lo so, Sel; ma la scelta da fare è o tu o lui.~ scandì.
~ Sì, Daniel; l'ho capito, ma non mi piace l'idea.~ disse scuotendo debolmente la testa.
~ Dammi un'alternativa.~ fece lui.
~ Non ce l'ho l'alternativa...~ mormorò lei.
Seguì un silenzio pesante e carico di tensione che nessuno dei due, per quanto lo desiderassero, riusciva a alleggerire.
~ Maledizione, Daniel. Io non voglio farlo. So che non lo merita e chissà cosa ha in mente Èspinoza per desiderare la morte di un reale!~
~ Senza contare quello che accadrebbe se fallissi.~ asserì lui.
~ Non sopporto che quel bastardo abbia il controllo delle cose.~ ringhiò a voce bassa Selena.
~ Beh, se ci pensi, non è per forza tutta responsabilità tua.~
~ Una responsabilità in meno non schiarirà la mia coscienza dopo che l'avrò ucciso...~ disse piano.
Un altro silenzio seguì queste parole. Si udivano solo i loro respiri.
~ E se parlassi con il Principe?~ domandò lei all'improvviso alzando la testa.
~ Per dirgli cosa?~
~ Che un uomo vuole ucciderlo.~
~ Sei impazzita?! Penserebbero che tu sia complice e ti sbatterebbero in prigione! No, Sel, non dirai un bel niente.~ rispose lui.
~ Ma se decidessero di credermi non dovrei più preoccuparmi di nulla.~
~ Ti rendi conto del rischio che correresti?~ ribatté Daniel.
~ Certo, come se tentare di uccidere il Principe o vivere in una città dive tutti sanno che sono una mezza sirena non fossero dei rischi.~ sbuffò roteando gli occhi. ~ Andiamo, Daniel. Sono in una pessima
situazione e voglio uscirne al meglio.~
~ Il punto è: sei sicura che dirlo al Principe sia la scelta migliore?~
~ Potrei scappare dalla prigione quando voglio con le mie capacità. Non sarebbe un problema.~
~ Mmh...Non lo so, Selena...~
~ Io non sono qui per la tua benedizione; sono qui per un consiglio. Non cerco nessun permesso.~ disse lei seria.
~ Lo so... Ma non mi piace per niente.~ rispose duro.
~ Cosa? Quello che voglio fare o non avere potere su di me, per una volta?~ chiese lei sorridendo.
~ Entrambe le cose. Sei ancora troppo piccola per gestirti da sola.~
~ Ho diciassette anni, Daniel.~ gli ricordò lei rimproverandolo.
~ Appunto. Troppo piccola per gestirti da sola.~
~ Ma figurati! Ho ucciso più uomini del valore in oro della mia testa e sono ancora al mondo.~
~ Questo solo perché se...~
~ Nessuna ferita è mai stata abbastanza grave da uccidermi e lo sai.~ lo interruppe.
~ Senti Selena, io penso che sia un grosso rischio ma d'altronde hai ragione anche tu a dire che i rischi sono molteplici in tutti i casi. Dire tutto al principe è l'unica possibilità che hai di uscirne al meglio, quindi, credo sia la scelta migliore.~ disse Daniel guardandola negli occhi.
Lei era stupita e incredula. Non ci avrebbe mai sperato. Certo, non era lì per un permesso, ma comunque sarebbe stata più tranquilla se l'opinione del ragazzo fosse stata uguale alla sua.
~ Sul serio, Daniel?~
~ Hai fatto un ragionamento giusto, non posso negarlo. E per quanto mi irriti vedere la mia miglior assassina in prigione, sarebbe peggio vederti andare via per il tuo segreto.~ ammise scuotendo la testa.
Anche lui aveva diversi pensieri in testa, diverse opinioni, diverse idee; una peggiore dell'altra. Così fu d'accordo con Selena.
Parlarono un altro po' del più e del meno poi la ragazza tornò nella sua stanza.
Guardò l'orologio riccamente decorato sulla parete di fronte al letto; era ora di pranzo.
Si legò i capelli e scese nella grande sala.
Quando cominciò a mangiare tutto le sembrava invisibile e silenzioso; o meglio, le sembrava come di non esistere. Tutti parlavano ma lei stava zitta a meno che non le rivolgessero una domanda. Era tesa e preoccupata, come se avesse una pena di morte sulla testa.
Bhe, tecnicamente lei aveva una pena di morte sulla testa, ma prima dovevano catturarla, il che all'interno della Fortezza d'Avorio era impossibile.
Daniel non venne a pranzo. Restò chiuso nel suo studio o nella sua stanza e non uscì mai. Selena sapeva che con quel comportamento lo stava davvero preoccupando e si sentiva in colpa per questo. Inoltre, non sapeva quanto lui avrebbe retto prima di rivelare a qualcuno il suo segreto, ma nel suo cuore sperava che non lo facesse mai.
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