CAPITOLO 17:
Selena, come da lei promesso, non chiese altro; solo si "dimenticò" di rispondere alla domanda sulla sua passeggiata con il principe.
"Affari" aveva detto Daniel. Non riusciva proprio a capire che tipo di affari si potessero fare con Èspinoza, ma per quanto desiderasse saperne di più, stette zitta.
Furono di ritorno alla Fortezza in qualche minuto dopo un lungo silenzio teso.
~ Quindi? Parli o no?~ ricominciò lei non appena ebbe varcato la soglia.
~ Vestiti comoda e vieni nel mio studio; ne parleremo allora.~ rispose lui guardandola a malapena, con quel tono autoritario che ormai non udiva da tanto.
Lo fissò per qualche secondo prima di accorgersi che se ne stava andando, lasciandola lì. Si voltò e s'incamminò verso la sua stanza, troppo curiosa e preoccupata per dare peso a quell'irritazione che le si era insinuata dentro.
Canticchiò la melodia eseguita a teatro mentre saliva la scala a chiocciola e mentre si levava il vestito, chiedendosi come facessero certe donne a metterli e toglierli da sole in pochi minuti. Si cambiò i vestiti ma lasciò il trucco; con camicetta, pantaloni leggeri e piedi nudi si avviò velocemente verso lo studio di Daniel.
Bussò e aprì la porta nello stesso momento. Il suo capo era in piedi rivolto verso la finestra.
~ Siediti e datti una calmata.~ disse annoiato, senza neanche voltarsi.
~ Èspinoza ti ha turbato così tanto?~ ribatté lei sedendosi sulla poltrona vicina al camino con le gambe incrociate.
~ Francamente sembri tu quella turbata.~
~ La curiosità non é turbamento.~
~ Riesci ancora a essere curiosa?~ le domandò ironico, sedendo di fronte a lei.
~ Ed essere curiosi non é essere infantili.~ rispose ancora.
~ E se la finissi con queste perle di saggezza forse riuscirei a dirti quello per cui sei qua.~ disse zittendola.
Era incredibile la velocità con cui era cambiato tutto. Una splendida serata a teatro era diventata un lungo e nervoso momento di tensione tra lei e Daniel, il cui atteggiamento era variato in fretta anch'esso.
~ Bene. Perché affari?~
~ Perché Èspinoza ha una missione per te.~
Lo sconcerto di Selena fu qualcosa di indescrivibile. Lei provava un grosso disgusto per quell'uomo e aveva la netta sensazione che non fosse cosa nuova per lui.
Improvvisamente si fece sospettosa; anche se si fidava di Daniel, non sapeva cosa aspettarsi da quella situazione e negli anni aveva sviluppato un grosso bisogno di mantenere il controllo su ogni cosa.
~ Che tipo di missione?~ chiese lentamente socchiudendo gli occhi e alzando il mento, studiando l'espressione del ragazzo.
~ Sarà lui a dirtelo.~ rispose Daniel spostando lo sguardo.
~ Maledizione, Daniel!~ esclamò lei scattando in piedi. ~ Hai idea di quanto me ne importi di chi sarà a dirmelo?! Visto che la missione andrebbe affidata alla sottoscritta, pretendo di sapere di cosa si tratta senza questi stupidi giochetti, altrimenti può scordarsi che io accetti.~
~ Se me lo permettete, sarei lieto di esporvi i particolari.~ fece una voce.
Si voltò verso la porta, lanciando fulmini con lo sguardo.
Presa dai suoi strilli non si era accorta che era entrato qualcuno. E quel qualcuno era Èspinoza in persona, che la guardava dall'alto con aridi pozzi neri negli occhi.
Daniel si alzò tranquillamente, dirigendosi verso di lui e offrendogli la mano. Se la strinsero, poi entrambi rivolsero di nuovo lo sguardo su di lei.
~ Signorina Ramirez.~ disse l'uomo inchinandosi.
Selena lo fissò con disprezzo, restando impassibile.
~ Èspinoza.~ ringhiò cercando di apparire a suo agio e rilassata.
~ Mi è parso di avervi sentita dire che volevate sapere di cosa si tratta la vostra missione.~ continuò.
Lei lo squadrò. Alto; capelli corvini lunghi fino alle spalle, lisci; pelle chiara, innaturale e un'espressione crudele nel fondo degli occhi. Il sorriso era gentile, ma era solo il bastoncino che sorreggeva la maschera educata sul suo viso. Lui non era gentile, era la malvagità e l'egoismo personificati.
~ Si occupa il mio capo di questo. Capirete che sono parecchio stanca, quindi, con permesso...~ rispose muovendosi verso la porta.
~ Ma temo che questa non sia una missione come le altre che avete affrontato. Dunque, vi pregherei di restare.~ la trattenne Èspinoza senza scomporsi, ma facendo un passo verso di lei.
Nemmeno una ruga sul suo viso si incurvò; eppure, aveva almeno quarant'anni. La sua espressione era chiara. Diceva :" È meglio che resti. Ti concedo di trattarmi come ti aggrada solo perché mi servi, ma posso anche adattarmi alla fatalità della tua morte."
~ Vi sorprenderà scoprire quanta memoria possieda il mio capo. Sono certa che mi riferirà ogni particolare esattamente come l'avete pronunciato.~ disse tagliente piegando il capo e ricominciando a camminare.
Sia Daniel che Èspinoza erano ingombranti in quello spazio troppo piccolo per contenerli entrambi e non poteva davvero restare un secondo di più nello stesso posto con quell'essere ripugnante. E di cose ripugnanti lei ne aveva fatte, ma quello era assolutamente troppo.
~ Selena.~ disse solo Daniel duramente, con voce profonda.
Si bloccò dov'era. Dannata abitudine.
~ Resta qui. Qualche minuto di sonno perso non ti ucciderà.~ ordinò ferendola con un'occhiata ostile e con una lieve ironia.
Sapeva perfettamente a cosa alludeva. Ma per quanto fosse bastardo era il suo capo e doveva rispettarlo. Almeno davanti agli altri.
Gli restituì uno sguardo furioso, che dovette far sembrare rassegnato, giusto per fare un po' di scena.
Tornò a sedersi sulla poltrona, accavallando le gambe.
~ Parlate, vi ascolto.~ mormorò.
Abbassò gli occhi per non vedere l'espressione soddisfatta sulla faccia di Èspinoza.
I due si sedettero sulle poltrone davanti alla sua.
Li guardava entrambi, senza sapere cosa aspettarsi né da chi.
Parlò Èspinoza: ~ Bene. Intanto vorrei dirvi subito che molto probabilmente sarà la missione più difficile che vi sia mai stata assegnata e...~
~ Se dubitate delle mie capacità potete sempre rivolgervi a un'altra gilda.~ lo interruppe arrogantemente Selena, sfidandolo.
Lui non fece una piega. Restò perfettamente controllato e educato, cosa che la mandò su tutte le furie. Odiava l'abilità con cui quell'uomo riusciva a fingere. Nessuno poteva avere quell'autocontrollo.
~ Non dubito di voi. Semplicemente cercavo di mettervi a conoscenza del fatto che non sarà uno scherzetto.~
~ Sarò io a giudicare la difficoltà dell'impresa; voi dovete solo espormela e gradirei che lo faceste in fretta.~ rispose lei.
Lo stava deliberatamente punzecchiando, attendendone la reazione. Nessuno poteva essere così pacato; né per davvero né per finta. Cercava solo di farlo esplodere per non dover più averci nulla a che fare e sembrava che ci stesse riuscendo.
~ Molto bene, allora.~ disse Èspinoza sorridendole. ~ Voglio che uccidiate il principe Jonas.~
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top