CAPITOLO 14:
Passarono solo pochi minuti, poi arrivarono quattro assassine, più o meno dell'età di Selena, accompagnate da Anita.
~ Ciao ragazze.~ le salutò quando entrarono. ~ Ma quanta roba avete portato?!~ esclamò notando l'enorme quantità di trucchi, spazzole, pettini e accessori vari.
Le ragazze si misero a ridere.
~ Il necessario per prepararti.~ disse semplicemente Mihela.
~ Ma non vado a sposarmi, è solo una serata a teatro!~ obiettò lei mentre Johanna la faceva sedere su una sedia.
~ Tranquilla, sarai bellissima.~ assicurò la piccola Anita.
Selena per un secondo si ammorbidì davanti alla dolcezza della bambina, ma si riscosse subito quando notò che stava minacciosamente brandendo una spazzola.
~ Ragazze, tenete quella pazzoide lontana dai miei capelli!~ gridò agitata alle altre quattro, che si misero a ridere dopo essersi scambiate uno sguardo complice.
~ Vi ricordo che voi, a differenza di me, siete disarmate.~ aggiunse per essere più convincente, ma senza alcuna intenzione nociva.
Mihela non si spaventò, ma comunque strappò la spazzola ad Anita e cominciò a spazzolare delicatamente i capelli di Selena.
~ Mi ricordo ancora gli strilli che facevi quando ti ha pettinata lei.~ disse Pamela ridacchiando.
~ Anch'io me lo ricordo.~ brontolò Selena.
All'età di tredici anni aveva commesso il grosso errore di farsi spazzolare i capelli da Anita; un'esperienza che non aveva mai più dimenticato. Era solita dire che la piccola assassina era molto più pericolosa con una spazzola che con una spada.
~ L'abito è davvero stupendo, Sel.~ mormorò Johanna smettendo di mescolare una crema per osservare il vestito delicatamente appoggiato sul letto.
Selena arrossì lievemente.
Lo era davvero; non aveva trovato parole per esprimere quello che pensava del vestito, ma era contentissima che Daniel glielo avesse regalato. Non vedeva l'ora di passare la serata in sua compagnia.
Le quattro ragazze le fecero lavare il viso e poi iniziarono a truccarla: un velo di ombretto dello stesso colore dell'abito e un paio di linee nere sulle palpebre che si interrompevano con un'ondina laterale.
Le arricciarono i capelli perfettamente pettinati in modo da prendere i due ciuffi ai lati della testa e legarli sopra alla nuca, arricciandoli a boccolo, mentre gli altri ciuffi erano lasciati lisci lungo la schiena, abboccolati solo alla fine.
Verso le diciannove e mezza cominciarono a farle indossare l'abito. Fu una vera tortura, ma in confronto agli abiti inglesi era un divertimento. Daniel la conosceva benissimo; secondo Selena era uno dei pochi che la conosceva così bene da comprarle un abito come quello: stupendo e facile da indossare.
Mihela le chiuse il vestito e si allontanò per ammirare il risultato finale.
~ Sei bellissima.~ mormorò guardandola.
Selena sorrise radiosa, osservando le ragazze che le ricambiavano il sorriso. Si sentiva davvero bellissima. Sia dentro che fuori. Era certa di aver subito un cambiamento a livello caratteriale non da poco. Ora riusciva a vedere la bellezza nel male ed era pronta a trovare il male nascosto dal bene. Si sentiva nuova, diversa e migliore.
~ Te lo metti il rossetto?~ le chiese Pamela, porgendole un rossetto rosa leggermente scuro.
Lo passò due volte su ciascun labbro, poi contemplò il suo viso allo specchio.
"Forse Daniel aveva ragione sul mio viso..." Pensò per un momento.
"Nah, figurati. Che vuoi che se ne intenda?"
Si voltò e guardò le ragazze.
~ Le mie consigliere di stile preferite mi danno il permesso di andare?~ chiese ironica.
~ Certamente, signorina.~ risero loro.
Si sedette sul letto per indossare un paio di ballerine -mai e poi mai avrebbe messo quelle ridicole scarpe che facevano un male tremendo- e poi uscì dalla stanza, accompagnata dalle cinque ragazze.
Era estremamente divertente osservare le facce che facevano gli assassini mentre la guardavano passare; non le staccavano gli occhi di dosso. E di fianco a lei Pamela, Mihela, Johanna, Anita e Rosa camminavano fiere, mostrando il loro operato.
Arrivò all'ingresso da una porta laterale, giungendo praticamente a qualche metro da Daniel, elegante e raffinato come sempre.
~ Complimenti! Sembra che abbiate trovato la vostra professione!~ esclamò non appena la vide.
~ Grazie, Daniel. Buona serata.~ rispose Rosa a nome di tutte.
Salutarono e li lasciarono, tornando sui loro passi senza farsi sfuggire qualche bisbiglio concitato.
~ Non sono in ritardo, vero?~ chiese Selena.
~ Puntuale come al solito.~ la rassicurò. ~ E splendida, devo dire.~ aggiunse puntando gli occhi argento su ogni particolare della Selena elegante, che non poté fare a meno di arrossire ancora.
~ Hai fatto davvero un'ottima scelta, devo dire.~ rispose sorridendo e guardandolo di rimando.
Si udì lo scalpiccio improvviso di zoccoli fuori dalla porta. Daniel non si scompose per nulla.
~ Andiamo, allora?~ chiese porgendole il braccio.
Lei vi incrociò il suo e uscì insieme a lui. Una carrozza nera con i sedili di velluto rosso li attendeva poco lontano dalla porta; Daniel la aiutò a salire e si accomodò di fronte a lei.
~ Ho saputo che verrà anche il principe stasera.~ le disse sistemandosi la giacca.
~ Quale dei due?~ domandò lei.
~ Jonas. Il fratello, Alejandro, è troppo impegnato a fare l'aspirante re.~
~ Era da un po' che non se ne parlava, o sbaglio?~
~ In effetti sì. Si vede che aveva voglia di divertirsi, siete tutti uguali voi ragazzini.~
~ Se ti infastidisce la compagnia di una ragazzina potevi portarti Roxanne.~ rispose Selena tagliente come il coltello che teneva nascosto in una tasca interna del vestito.
~ È ancora innervosita per quella storia dell'appuntamento saltato a causa tua...~ le disse con tono annoiato, senza mostrare di aver notato il suo irrigidimento. ~ ...e comunque io gradisco la tua compagnia, Selena. Non quella di una ragazzina.~
~ È un complimento per me o un insulto per Roxanne?~
~ Entrambi, se vuoi.~
~ Mmh...~
Perché era così complicato? Insomma, troppo misterioso ed...enigmatico.
~ ...Tanto lo so che hai accettato di vedermi soltanto per levartela dalle scatole.~ disse Selena sbuffando.
Daniel ridacchiò.
~ Risponderò sinceramente solo se prometti di non dirglielo.~ fece con un ghigno.
~ Non serve una risposta; ti si legge in faccia quello che voglio sapere.~ rispose lei con un sorriso sornione sulle labbra.
~ È un peccato che ti serva così poco per conoscere le persone...~
~ Mi serve poco per conoscere te. Non è colpa mia se sei così prevedibile.~ lo corresse fingendo un vanità che non le apparteneva.
~ Sicura?~
~ Certa.~
~ Attenta alle tue certezze, Assassina di Jàvea; se crollano quelle, sei rovinata.~
~ Le mie certezze sono ben impiantate nel terreno, non temere.~ rispose con sguardo fiero.
~ Non ne sarei tanto sicuro al posto tuo.~
~ Voglio proprio vederti, al posto di una diciassettenne.~ rise Selena.
Anche Daniel ridacchiò, più per fare piacere a lei che per reale divertimento, e, visto così, il suo viso sembrava ancora più giovane.
Selena era elettrizzata; moriva dalla voglia di entrare a teatro, accomodarsi e godersi lo spettacolo insieme a lui. Era incredibile come la sua vita sembrasse tranquilla e perfetta, ora.
Ma la vita di un'assassina non è mai perfetta, né tranquilla.
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