La sera è semplicemente sera
La sera divampava tra le sue spire di tenebre. Fiammeggiava in lembi dalle tinte atre. Dan e Jessie erano immersi in quella danza di ceneri e fumi. Camminavano verso il bar, calpestando l'asfalto di una strada deserta. Oltre il cemento, il bosco. Dan sbirciò al di là dei primi alberi e vide in lontananza le fronde aguzze di un pino. Sorvegliava la selva e tentava di proteggerla dall'incendio della notte. Era lo stesso pino su cui pensava di aver inciso le iniziali. Scostò lo sguardo per non arrovellarsi e prese per mano Jessie. Le sue mani gli sembravano più fragili del solito, ali di farfalla. Ma parevano poter raggirare il vento senza spezzarsi. Erano ali furbe.
Giunsero al paesino, volando tra le ceneri della sera, senza bruciarsi. Jessie aveva scacciato le scintille dell'oscurità, senza respingerle.
Il ragazzo deglutì. Pareva che il cuore della ragazza avesse accolto i brandelli dell'ombra notturna.
"La sera è semplicemente sera. Non ci sono fiamme. Non c'è nulla da temere" gli disse la ragione. Ma l'angoscia di Dan non poteva essere sopita dal senno.
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