I sentimenti fluirono
Si era detto di controllarsi, filtrare il racconto con la lente della normalità. Dan non voleva essere etichettato come "malato". Temeva che quella parola potesse incrinare la perfezione che perseguiva da tutta la vita. Eppure, le lacrime scesero, i sentimenti fluirono. Quando tacque, il viso avvampò per la vergogna. Cercò negli occhi di Marin qualche giudizio, ma non ne trovò. Lei lo osservava in silenzio. Il foglio sotto le sue mani era pieno di scarabocchi e schemi. Dan si chiedeva se la propria mente fosse ingarbugliata come quegli appunti. Nel mentre, il ticchettio dell'orologio scandiva attimi di quiete. La voce calda della dottoressa riempì di colpo la stanza, mettendo fine all'attesa del ragazzo.
Marin parlò a lungo, discorrendo per immagini e metafore fino al termine dell'appuntamento. Una stretta di mano e una fattura suggerirono a Dan che l'incontro si era concluso. Il giovane uscì dallo studio e avvolse la sciarpa al collo. Si sentiva rincuorato. Marin non lo considerava pazzo. A detta sua, era un ragazzo dalla fervida immaginazione. Il resto del discorso non gli interessava. Bastava quella spiegazione.
Sorrise e si incamminò verso casa.
La neve scricchiolava a ogni suo passo, unico lamento in quel pomeriggio candido. Dan avanzava spedito nel gelo. Il naso pizzicava e le mani parevano sul punto di staccarsi dal polso.
"E pensare che prima c'era il sole" esclamò a gran voce, conscio che nessuno l'avrebbe sentito. Si strinse nel cappotto e accelerò, districandosi tra il vento e fiocchi.
Tra gli alberi in lontananza una zampa giocherellava con una pozza di sangue.
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