Abbandonami al triste destino

"Dan, non ho scampo, le coperte mi intrappolano qui. Portami una fetta biscottata e poi abbandonami al triste destino da prigioniera". Così diceva Jessie ogni domenica, portandosi la mano sulla fronte con fare drammatico. Talvolta cambiava versione, ma l'essenza era sempre la stessa. Non riusciva a scendere dal letto, non prima di pranzo, e la colpa ricadeva sulle coperte.

Ma quel giorno Jessie non fingeva la prigionia. Sembrava essersi già alzata.

Dan afferrò la maniglia della porta e rimase fermo, con un orecchio teso ad ascoltare il silenzio. La casa pareva addormentata. Una sottile inquietudine si insinuò tra le sue viscere. Si domandava perché tutto fosse così immobile.

Provava fin da bambino una forte angoscia. Lo accompagnava in ogni dove. Era un'ombra. Poteva cambiare forma, affievolirsi a causa del sole, ma non svaniva mai. Dan, illuminato dalla luce argentata che inondava la camera, sentiva il cuore stretto dalla sua morsa.

Fece un respiro profondo e abbassò la maniglia. La porta si aprì con un cigolio, lasciando intravedere una sagoma immersa nell'oscurità del corridoio. Dan sussultò per lo spavento.
Davanti a lui vi era Jessie, in piedi. I capelli vermigli e scompigliati gli suggerivano che si fosse svegliata poco prima di lui.

"Jessie, che sorpresa vederti in piedi" biascicò Dan con un sorriso sghembo. Le pettinò i capelli, infilandoci le dita più e più volte, per districare i nodi o, forse, per alleggerire la tensione. L'inquietudine pungolava ancora il suo cuore.

Gli occhi della ragazza annegavano in un abisso di tristezza.

"Jessie?" chiese preoccupato Dan, allontanando le mani dalla chioma, ancora scarmigliata. La fidanzata chiuse le palpebre. Poi le aprì.

Le acque schiarirono d'un tratto. L'oscurità si ritirò, fiatando a pieni polmoni in una corsa disperata. Fuggiva dalla luce, ormai libera dall'anfratto del fondale che la intrappolava.
Lo sguardo di Jessie tornò a essere quello di sempre.

"Perché non sono a letto?" chiese noncurante, con le guance nuovamente arrossate e gli occhi vivaci.

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