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Tommy pov's
Velocemente raggiungemmo casa di Andrea: era grande quasi quanto la mia, solo che la sua era in città, luogo molto più pericoloso; le finestre della casa erano già chiuse e barricate, mentre davanti alla porta c'era suo padre che impugnava un frullatore.
Andrea corse incontro a suo padre abbracciandolo, quasi fossero passati dei mesi dall'ultima volta che si erano visti.
Sua madre ringraziò il cielo vedendo tutti sani e salvi.
Per un giorno rimanemmo da loro al sicuro in casa. Nessuno voleva andarsene, ma dovevamo ancora trovare i nostri genitori, vivi o morti.
Il secondo giorno partimmo di prima mattina dopo aver ascoltato le baggianate che diceva la tv.
Non riuscii ad ascoltare per più di due minuti che mi venne la ridarola.
Consigliavano di colpire gli arti per evitare che gli zombie arrivassero a noi. Che fesserie.
Il problema è che il padre di Andrea ci credette, almeno finché noi non gli spiegammo alcuni trucchetti.
Prima di partire, però, scambiammo informazioni con il capo di casa per capire meglio come orientarci in città e dintorni. Per capo di casa s'intende, naturalmente, la madre di Andrea.
Perché se da un lato il padre era un uomo forte e generoso ma credulone, la moglie era un po' l'opposto. È sempre stata anche lei una donna con i piedi per terra e la testa a posto, indipendente, che ha insegnato al figlio come sopravvivere ai compagni di scuola (talvolta anche alla scuola stessa) e alla vita di tutti i giorni.
Dopo mezz'ora di cammino, eravamo stremati. La tensione di incappare in un gruppo di zombie era elevata e noi non eravamo pronti mentalmente, o almeno io non lo ero.
Trovammo la casa in una stradina laterale vicino al supermercato.
Avevo già con me la chiavi.
Con molta pazienza aprii la porta cigolante, tentando di fare meno rumore possibile.
Lentamente inspirai il profumo di vecchio, ma non ammuffito.
Entrando vidi un filo di polvere sui mobili, infatti non ci entravo da quasi due settimane.
I miei amici chiusero la porta con un tonfo e si fermarono nel corridoio polveroso.
"Seguitemi" quasi ordinai a bassa voce
"Ehm... sicuro che non ci sia nessuno zombie?" chiese titubante Luca mentre faceva ciò che gli avevo detto
"Si" risposi secco
Salimmo le scale e andammo nella stanza a fianco.
Sapevo che questo posto sarebbe stata la mia salvezza, ma non fino a questo punto.
Nel salotto vi erano una tv, con annesso mobile che lo reggeva, un divano e un tavolo con due sedie.
"Perché siamo qui?"domandò Andrea
Mi girai verso di loro, li osservai, misi le mani sui fianchi e infine risposi con un ghigno:"Qui, ci viveva mia zia"
"E allora" dissero impazienti
"Mia zia molto spesso non era a casa, diciamo che faceva un lavoro particolare "
Mi rigirai e premetti un pulsante sul muro: una parte di esso si girò con un cigolio.
Gli altri guardarono stupiti la scena e fissavano le armi con un metro di bocca aperta. "T-Tommy, che lavoro faceva tua zia?" li guardai e ghignai divertito
"Diciamo che spesso usava qualche arma"
Da tempo mia zia era morta in "circostanze misteriose" e noi, senza trovarne il corpo, avevamo saputo della sua scomparsa da agenti dell'FBI. La sorella di mia madre è sempre stata misteriosa, per certi versi pure spaventosa. Non ho mai avuto segreti con lei, anche perchè ha sempre dimostrato totale fiducia verso me e sua sorella.
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