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...il terzo giorno infatti arrivarono due zombie.
Furono attratti principalmente dal rumore del fiume accanto casa nostra. Poco vicino c'era pure la sorgente, quindi come acqua stavamo bene.

Il problema più grosso nell'ucciderli non fu a causa delle armi, ma del nostro coraggio e sangue freddo: da anni li vedevamo a scuola e pure in chiesa, erano i nostri vicini, io ero perfino innamorata di loro figlio! Sapevo che era sopravvissuto, doveva essere sopravvissuto.
Mi si strinse il cuore quando scoprii che erano loro gli zombie. La madre indossava sempre un bracciale che le aveva regalato il figlio da piccolo e il padre era con la solita divisa da lavoro, era capo cantiere.
Mia madre tentava in ogni modo di scacciarli via ma l'uomo era troppo forte e staccò spingendo con il braccio una trave messa davanti alla finestra. Mia madre gli gridava contro disperata.
Feci quello che era più giusto fare.
L'unico modo per uccidere uno zombie era quello di colpire il cervello e così feci: gli conficcai un lungo e affilato coltello in fronte, estraendolo e facendo subito dopo lo stesso con la moglie. Parte del loro sangue si attaccò alle mie mani sudaticce.

Poco ci era mancato che mia mamma si facesse uccidere per il suo buon cuore.

Velocemente richiusi l'apertura, con due travi stavolta.
<Fai troppo rumore, smettila di piangere> dissi semplicemente.
Mi andai a lavare le mani, se ci fosse stata una ferita aperta a quest'ora sarei stata uno zombie.
Mamma era ancora in uno stato comatoso, si era seduta per terra. Non doveva essere stato facile vedere la propria figlia che uccideva i vicini, parecchio irrealistico anche per i miei pensieri più oscuri.
Inconsciamente rabbrividii pensando a quello appena successo.
Avvicinandomi lentamente a lei misi per terra un ginocchio e la guardai negli occhi come non facevo da tanto tempo. Erano di un verde brillante, con delle macchie marroni un po' ovunque.
<Mamma...> iniziai con voce sommessa <lo sai che era la cosa più giusta da fare, mi è dispiaciuto moltissimo ucciderli, ma se non l'avessi fatto adesso saremmo come loro, lo capisci questo,vero?>
Lei annuì semplicemente, poi fece uno slancio e mi abbracciò singhiozzando.
Sapevo di essere una persona forte sentimentalmente, ma non così tanto.

Al momento sento solo vuoto, però so che stasera non riuscirò a chiudere occhio dagli incubi. Mi conosco abbastanza bene da sapere che i rimorsi mi perseguiteranno per molto tempo.

Per un apocalisse zombie avevamo bisogno di due fucili o armi da fuoco, tante munizioni e magari abbastanza spazio per fare un orto in casa; per i fucili ne avevamo soltanto uno, non sappiamo se funzionante, con poche munizioni, per lo spazio dell'orto ne avevamo a sufficienza; mancavano soltanto: la luce per gli ortaggi, una pistola, tante munizioni, travi in più di legna, chiodi, una terra abbastanza ricca di minerali per coltivare.
In pratica dovevamo lasciare casa nostra per trovare un emporio di armi e concime per poi tornare in fretta e furia sperando di non trovare un'orda di zombie.
Un gioco da ragazzi insomma.
<lo sapevo che dovevo nascere in America> sbuffai infastidita
<Perché?> chiese debolmente mia madre
<Ci servono armi da fuoco, possibilmente con un silenziatore per non attirare orde di zombie, e qui non ci sono negozi di armi in ogni città, o almeno non come in America>

<Io conosco la città meglio di te... potrei provare a ricordarmi dove si trova quello che ci serve...>
Le dissi tutto quello che ci serviva.

<Qui... qui vicino c'è un poligono di tiro, potrebbe esserci ancora qualcosa, per il concime invece so dove si trova un fioraio... penso che nel frattempo potremmo provare a cercare dei barattoli a lunga conservazione nel negozio affianco, anche per trovare altri oggetti tipo torce o mappe della città>

La osservai: sembrava essersi ripresa dall'attacco di prima e mi guardava fiduciosa, pronta per il viaggio.

Scorsi in lei determinazione

Sapevamo entrambe che potevamo morire, ma non importava più ormai.
Per un attimo esitai, ripensando a papà che tornando non ci avrebbe trovato.
Mi venne un'idea.
<Perfetto, allora armati e prepara dell'acqua, io devo prima fare una cosa> lei annuì e salì a prendere le bottiglie.

Andai a prendere foglio e penna. Scrissi per papà, nel caso fosse tornato mentre eravamo via.

~3 Giorni Dopo L'Esplosione~

Papà, noi siamo partite per cercare provviste e armi, dovremmo tornare in giornata. Nel caso non tornassimo più sappi che ti vogliamo bene e che te ne vorremo sempre.
Sopravvivi per noi. Resta in casa o se non puoi avvisaci in qualsiasi modo che sei passato.

~Terra e mamma~

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