16
Dopo mezz'ora buona di cammino arriviamo a casa sua. Prima, però, di avvicinarci anche solo alla via di casa, da lontano vediamo uomini armati davanti allo svincolo.
Sono tutti vestiti completamente in abiti mimetici, compresi i berretti, e da lontano sembrano massicci. Sembrano quasi annoiati però, quando intravedono in lontananza delle figure, che siamo noi, iniziano a parlare tra di loro e a prendere in mano le armi, tenendo sempre la canna rivolta verso terra.
Ci avviciniamo titubanti a quelle figure.
"Nessuno ha il permesso di entrare" dice con tono perentorio una delle guardie. Io e gli altri due ci guardiamo negli occhi finché non interviene una voce alle nostre spalle: "Io non prendo ordini da nessuno" inizia Terra "neppure da te, mister G."
"Terra?" chiede l'uomo incredulo "Pensavo fossi morta" i suoi occhi si illuminano per un attimo, per poi tornare velocemente con aria annoiata come prima.
"Ho letto tanti libri e visto un sacco di film sugli zombie, come ben sai" risponde lei, sul viso le compare un sorriso sincero. Mi sembra di vederla sorridere in modo sincero per la prima volta da quando l'ho incontrata. Nessuna mezza via o ghigno.
La fisso con sguardo interrogativo quando lei quasi gli salta addosso abbracciandolo.
Chi cazzo è sto qua? Penso con rabbia
Ascolto la sua risata. E' musica per le mie orecchie, mi sembra quasi di respirare meglio vedendola più felice.
"E.. lei?" chiede il ragazzone, sembra essere sulla trentina. Ha capelli neri come la pece e un naso abbastanza grande.
"Emy è morta" dice solamente lei
Riesco a vedere il dispiacere spuntare dal suo volto, gli occhi si rattristiscono e stringe a sè Terra il più possibile.
Quando sciolgono l'abbraccio lui è titubante nel parlare. "Ne sei proprio sicura?"
Essendo dietro di lei non riesco a vederla bene, però capisco che si irrigidisce per un momento, per poi guardare dritto negli occhi questo certo "mister G".
"Ho trovato la sua collana. Non se ne sarebbe mai separata, era ricoperta di sangue" si ferma un attimo per poi tornare a parlare "L'ho vista, l'avevano morsa sul collo e sulle braccia. Non sono riuscita più a guardarla. Si era accasciata a terra e io sono stata accecata"
Lui la guarda non capendo a cosa si riferisca.
"Dalla vendetta" spiega dopo aver visto quell'aria interrogativa.
"Ah...capito"
"Perchè siete qui?" cambia discorso lei indietreggiando fino ad affiancarmi e avvicinarsi a me. Le metto una mano sulla spalla più distante circondando la schiena con il braccio per farle capire che le sono vicino. Probabilmente il mio volto è diventato più rosso.
Lui mi guarda per un attimo assottigliando gli occhi come memorizzare meglio il mio volto "Il capo ti stava cercando, ha delle notizie riguardo tuo padre, adesso è dentro casa. Abbiamo visto il biglietto e le coltivazioni piantate da poco e abbiamo deciso di aspettare per uno o due giorni qua" si rivolge a lei subito dopo.
"Il capo?" chiede con una voce alzata di un'ottava. La guardo incuriosito, il suo volto ha assunto un colore più rosso sulle guance. Si sta ammalando?
"Si, l'hai visto una o due volte nei laboratori. Di solito non scende così in basso per non rischiare di sporcarsi le mani. E' una persona particolare, come avrai notato. Se è venuto fin qua rischiando di farci ammazzare vuol dire solo che è di vitale importanza"
"Serio?" chiede con tono poco convinto alzando un sopracciglio
"Si, infatti prima era fuori dal confine dell'Italia, cosa impossibile per le persone normali. E' venuto a cercare proprio te, ma i tuoi... amichetti dovranno stare fuori"
Lei digrigna mostrando i denti e indietreggia involontariamente di poco.
"Va bene, anche loro possono entrare, però nessuno dovrà mai dire quello che state per sentire lì dentro"
Gli altri annuiscono e ci incamminiamo. Qui c'è qualcosa che puzza...
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