25 aprile 1995

Che cosa mi dici dell’amore?”
“Una volta che il sole è tramontato, nessuna candela può sostituirlo”

Tempesta di Spade, George R. R. Martin

*

Io e Fabio siamo gli ultimi rimasti.

Non Fabio, Fayez. È sbagliato ora cambiare i nomi agli stranieri, italianizzarli, lo so, lo so, non mi guardate così. Sono vecchio, che ci volete fare?

Capisco anche il perché, anche se allora non lo sapevo. Non so se a lui desse fastidio, non ce l'ha mai detto, ma se gliene dava me ne dispiaccio.

Ora lo chiamo Fayez quando mi ricordo, altrimenti sempre Fabio, spero che non ci resti male. Né lui né sua nipote, Aisha, che lo segue come un'ombra.

Chissà come l'avrei chiamata, al tempo, Aisha. Asia, forse. Non lo so, non mi viene in mente niente di meglio.

Dicevo, siamo gli ultimi rimasti. Cecco ha perso la vita durante un attentato, prima della fine della guerra.

Non è stato triste, le sue ultime parole sono state per Beatrice, la sua compagna, e per l'Italia, il suo amore.

Elia se n'è andato qualche anno fa. Infarto.

Non immagino neanche modo migliore per morire, dicono che non abbia sofferto, un attimo ed era andato. Lascia una grande famiglia, figli e nipoti che lo amavano.

Così ci siamo solo io e Fabio.

Fayez, si chiama Fayez.

Oggi è un giorno di festa.

Me lo ricordo, quel giorno di festa. Ci siamo messi tutti a piangere, a urlare.

Mi ricordo che pochi giorni dopo Concetta mi ha portato la sua lettera.

Non so come abbia capito, la lettera non fa il mio nome, forse lo sapeva già. Era vestita di nero, a lutto, mi ha detto che abbiamo fatto bene. Che aveva bruciato le camicie nere di Carmine in giardino, il giorno che se ne sono andati per davvero.

Dev'essere stato un bel falò.

Dicevo, siamo io e Fayez.

Ora l'ho detto giusto, visto? Sono vecchio ma ancora non così rincoglionito.

Non sorridete eh, che questa è una cosa seria.

Ma perché sono qui, oggi?

Lo sapete tutti perché sono qui, e cioè per due motivi diversi.

Perché sono un giornalista fallito, e come tutti i giornalisti falliti ho scritto un libro – alcuni di voi mi odieranno perché ho detto la verità, ma sì, molti di quelli che scrivono libri sono giornalisti falliti, sono abbastanza vecchio da poterlo dire senza conseguenze – e perché oggi inauguriamo una piazza.

Proprio qui, tra via venticinque aprile e via quattro giornate, con queste tre belle palme, e persino una fontana. A lui sarebbe piaciuta.

Sarebbe tutto contento che chiamano una piazza come lui, faceva finta di no ma essere adulato gli faceva piacere. A chi non fa piacere, dopotutto?

La verità è che lui era una persona buona. Non è mai stato un sentimentale, ma se ci teneva te lo faceva capire, non c'erano dubbi a riguardo. Chi l'ha conosciuto può confermare.

Se mi vedesse adesso, per esempio, mi direbbe che sono uno sciocco e un mollaccione. Di finirla con queste melensaggini, e di parlare di cose più importanti come il libro – lui adorava quello che scrivevo, era forse l'unico al mondo a cui importava.

Lui era fatto così, era un uomo pragmatico. Un ragazzo pragmatico, perché questo era, un ragazzo, che non se lo meritava. Abbiamo capito tardi che a ventinove anni si è ancora ragazzi, prima eravamo uomini, ma alla fine ci siamo arrivati pure noi.

Dicevo, tra tutte le persone che si meritavano di essere torturate e crivellate di colpi alla morte lui era l'ultima, credetemi. E non lo dico perché lo amo come il primo giorno, lo dico perché è vero.

Una volta gli ho detto che se fosse morto l'avrei odiato per sempre. Spero che se ne fosse dimenticato, anche se conoscendolo è difficile.

Ci ho provato, a dargli la colpa, non ci sono riuscito.

Perché aveva ragione, era la cosa giusta da fare. È rimasto indietro a cancellare documenti che avrebbero condannato intere famiglie, spazzato via la resistenza alla radice. È morto per questo. E come si fa ad arrabbiarsi con qualcuno che muore per un motivo del genere?

Io ci ho provato a farlo, davvero, ho provato a dirmi ‘gliel'avevo detto’, non è servito.

Ora mi fanno segno di tagliare, che qui c'è gente che deve andare a mangiare. Scusate, sapete come siamo noi vecchi, se ci fanno domande sui tempi andati iniziamo a parlare a braccio e non la finiamo più. Il segreto è non chiederci mai niente.

Questo è il momento in cui dovrei dirvi che per conoscere lui, per conoscere quello che ha fatto, dovreste comprare il mio libro. È per questo che sono qui, no?

Eppure non lo farò. Quello è solo un mucchio di pezzi di carta scritti da un giornalista fallito.

Volete conoscere Carmine? Fate qualcosa di buono, anche quando è scomodo o vi costa fatica. Anche quando vi fa paura.

Dite a vostra madre che l'amate, anche se vi sembra troppo tardi e che ormai non abbia più senso farlo.

Portate il fidanzatino o la fidanzatina in questa piazza, sedetevi su una panchina e baciatevi sino a consumarvi le labbra.

Quello è Carmine Coppola, è così che lo conoscerete.

Ma, soprattutto, non dimenticate.

Note autrice
Mauro ci ha messo un po’, ma ha scritto un libro. Non gli importa molto di quel libro in verità, però lo hanno invitato all'inaugurazione della piazza e non se l'è sentita di dire di no.
Avrà finalmente trovato la serenità?
Questo lo lascio decidere a voi. Quel che è certo è che non ha dimenticato, e che quello che dice è vero, per conoscere Carmine e le persone come lui basta non dimenticare, fare qualcosa di buono quando è difficile farlo, pomiciare per bene e fare capire ai nostri affetti che li amiamo.
Questa storia è super breve e continua a non convincermi, è carino l'inizio e mi piace la fine ma la parte centrale è debole e un po' confusionaria. Ho aspettato e aspettato un'illuminazione che mi permettesse di migliorarla, ma dopo un anno che non è arrivata ho deciso di postarla com'è, magari a qualcuno piace. Sempre meglio una storia raccontata in più di una in meno.
Se non vi è piaciuta mi dispiace, cercherò di fare meglio. Se vi è piaciuta mi fa piacere, spero di avervi fatto emozionare almeno un pochino.
In genere non scrivo bad ending o major character death, però questa storia un po' lo chiamava. All'inizio pensavo di terminare la storia con Carmine che riusciva a dileguarsi prima dell'arrivo dei colleghi, però avrebbe avuto meno forza come finale, quindi ho optato per questo.
Grazie a tutti di essere arrivati sin qui e ogni commento e feedback è ben accetto.
Per il resto, io non mi fermo mai e nuove storie stanno arrivando! La prossima sarà L’Ultima Strega, un urban fantasy con OT3, wlw/mlm solidarity, un po’ di transfemminismo e un sistema magico di cui vado fiera.
A tra pochissimo quindi, con una nuova storia!

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