L'angelo senza ali.

L'angelo senza ali

<<Dicono che gli angeli non esistono. O, meglio, che non abitano sulla terra. Loro abitano in alto, nel paradiso, hanno le ali bianche, sono vestiti di bianco e sono bellissimi.

Secondo me, la verità, è diversa.

Gli angeli ci sono, sulla terra, ed io ne ho conosciuto uno.

Non aveva le ali, ma aveva due occhioni blu dolcissimi, i capelli mori, era piccolo, minuto, basso... Era buono, adorabile, era perfetto.

Timido, gentile, fragile, delicato, puro, innocente, tenero. Un amore.

Si chiamava Gorka Martinez Mora, era un ragazzino di soli 16 anni, triste, segnato dagli abusi, dal dolore... Ma continuava a lottare. Continuava a tenere duro, sperando che quell'agonia finisse. È finita, ma nel più tragico dei modi.

Era un pomeriggio, circa le 15:30, l'ultima volta in cui l'ho visto perfettamente in forma.

Stava andando a casa di Ruth, mi ha salutato con la sua delicata e dolce voce: "Ciao, Cabano."

Dopodiché... Non lo so...

Lo trovai... Stava morendo... Era senza un occhio, pieno di graffi, lividi, segni rossi, bruciature, con il sangue che colava dal fondoschiena...

Da quel che ho capito, aveva sempre vissuto così, tra violenza fisica e verbale.

Picchiato, abusato, violentato, fino allo stremo, dai suoi genitori.

Fino alla morte.

Il candido e puro corpo di quel ragazzino, rotto. Il suo cuore, grande e pieno di amore, aveva ceduto.

L'anima aveva lasciato il suo minuto corpicino, tornando a casa sua, nel cielo.

Ricordo perfettamente quando lo vidi, di notte, steso a terra, in un mare di sangue, di lacrime, sotto la casa dei suoi.

Tremava, era così impaurito, stava cercando qualcuno da poter abbracciare, per stare al sicuro, protetto, al caldo, nei suoi ultimi istanti.

Corsi da lui, buttandomi a terra.

Lo feci appoggiare a me, mi guardò con l'unico splendido occhio blu scuro rimasto, ed accennò un sorriso.

"Grazie..." Mi disse solo questo, restò abbracciato a me, smise di tremare dopo qualche minuto... Le forze lo stavano abbandonando.

Appoggiai piano le mie labbra sulle sue, mentre gli tenevo una manina, piccola e bianchissima.

In pochi secondi divenne freddo, aveva gli occhi chiusi, era immobile.

Si spense tra le mie braccia.

Il mio unico amore perse la vita, quel giorno.

Il giorno dopo ci fu il funerale.

C'ero io, che ero il suo ragazzo.

Le migliori amiche, Ruth, Alma e Yoli, e i pochi amici, Fer, Julio e Isaac.

Passarono tre settimane, i suoi genitori furono arrestati per abuso su minore e omicidio.

Entrai in casa sua, nella piccola camera in cui aveva passato i suoi primi 15 anni di vita.

L'ultimo l'aveva passato a casa mia. Nostra.

Era piccola, c'era un letto, un armadio e un mobiletto.

Aprii l'armadio, c'erano i suoi vestiti, tra cui la sua amata felpa rossa a righe, con disegnate 6 chitarre.

La presi e me la strinsi al petto.

Aveva ancora il suo dolce profumo.

Aprii anche il cassetto, sorridendo malinconicamente.

Dentro c'era una foto di noi due che ci baciavamo. Era stato Julio, uno dei nostri migliori amici, a farci quella foto. Accanto c'era un foglietto.

"Per Cabano".

Presi il tutto, la felpa, la foto, la letterina e andai via.

Lessi la lettera.

"Ciao Cabano... Sono Gorka. Che stupido... È ovvio, lo sai chi sono... Ho scritto questa lettera in caso, un giorno, io non  possa più essere lì con te. Con voi. Lo so che mi avrai già aiutato a trasferirmi da te, perché siamo una famiglia, io, te e nostro figlio, ma ho comunque paura che in futuro mi possa succedere qualcosa, nonostante questa sia l'ultima notte che passerò a casa dei miei genitori. Comunque, se un giorno la leggessi, sarà perché probabilmente io sarò... morto. E... Volevo solo dirti che ti amo tutt'ora, nonostante non ci sia più. Salutami anche gli altri, mi mancano tanto, ma soprattutto mi manchi tu, amore mio. Cerca di vivere al meglio la tua vita, tu che puoi. Vai avanti, superalo... So che è difficile, ma fallo per me, per favore. Non potrei mai perdonarmi... Di averti rovinato la vita. Prenditi cura di Adam, lui è un bambino. Il nostro. Tu sei il padre, per cui, prenditi cura di lui, la madre purtroppo non può più... Digli sempre che anche la mamma lo ama. E se ti chiedesse dov'è... Rispondigli solo che non si può vedere, ma che è lì con lui... A casa tua... Nostra, in camera, nel comodino c'è il mio diario segreto... Puoi leggerlo, se ti fa piacere. Ti amo, César Cabano. Grazie. Gorka."

Nostro figlio, già... Era neonato. Aveva solo 4 mesi ed era a casa mia, che era diventata anche sua, con mia madre e mio padre a prendersi cura di lui. Gorka lo amava, era dolcissimo con lui, lo coccolava, gli leggeva le favole, cantava, stava sempre con lui, sempre.

Per un solo pomeriggio in cui voleva stare con le sue amiche, non ha più potuto vederlo...

Dopodiché lessi il diario.

Scriveva molto, parlava di sé, della sua vita, di quanto lo trattassero male i suoi genitori.

Del male che gli facevano, ma parlava anche dei suoi amici, delle sue amiche, del suo migliore amico, il suo amore impossibile. Quello che invece era certo che ricambiasse, perché ero io. E io lo amavo.

Poi parlava della sua gravidanza... Infine diceva di essere felice, perché finalmente aveva una vita normale, un fidanzato, un figlio, degli amici.

L'ultimo giorno che ha scritto è il giorno in cui è nato Adam.

Scrisse soltanto: "Ho partorito. Io e il mio ragazzo siamo genitori del piccolo Adam. Sono così felice!".

Chiusi il diario piangendo, quel giorno, ero sfinito, triste e completamente distrutto.

"Papà... Ma la mamma dove si trova?"

Mi chiese mio figlio, compiuti i cinque anni.

"È qui. Non puoi vedere la mamma perché è un angelo, gli angeli sono troppi belli per poter essere visti, però è qui con te. Ti ama tanto, Adam, ti ha sempre amato." Gli dissi io, baciandogli la fronte.

"Tu hai mai visto la mamma?" Continuò.

Riflessi qualche minuto su quella frase.

Sì, ovvio che avevo visto Gorka. Ma lui era un bambino, non poteva capire che sua madre era in cielo e che aveva sofferto troppo, e che aveva perso la vita.

"Sì. Sai... Immagino che a scuola vedi i tuoi compagni con due genitori, nella maggior parte dei casi. Beh...Tua madre era un ragazzo, come me... Ma era troppo piccino, troppo delicato, e purtroppo non poteva restare qui. Io l'ho visto prima che andasse via... Non è qui fisicamente, ma è nel tuo cuore, vicino a te." Risposi.

"Ma tu come hai fatto a vederlo...?"

"Un tempo era qui anche lui, tesoro..."

"Papà... Hai una sua foto?" Mi chiese abbracciandomi.

Annuii e mi alzai con lui in braccio.

Lo portai nella mia stanza e lo appoggiai sul letto.

Aprii uno sportello e tirai fuori un album.

Mi avvicinai al letto e mi misi accanto a lui, aprendolo.

"Eccolo. È lui." Dissi, indicandolo con un dito. Era incinto in quel periodo, aveva dei pantaloncini neri fino al ginocchio e una mia maglietta azzurra addosso... E stava sorridendo.

"Che bello che è..." Mormorò.

"Lo so. Ti assomiglia molto... Hai i suoi stessi occhi e labbra... I capelli... Tutto." Sorrisi io.

Gli feci vedere tutte le foto, le nostre uscite, i nostri amici, tutti i momenti della gravidanza e della sua nascita, e dei pochi mesi in cui Gorka é riuscito a vivere al fianco mio e di suo figlio...

Misi a posto l'album.

"Quindi... Anche se non mi ricordo, anche io ho conosciuto la mia mamma?" Mi chiese, mordendosi piano il labbro inferiore.

"Sì. Lui ti amava tantissimo. E ti ama tutt'ora. Lui ti guarda e ti protegge dal cielo. E lo farà sempre." Dissi. baciandogli la fronte.

"Posso dormire con te, papà?" Domandò.

"Certo che puoi, amore."

Andai a stendermi nel letto con lui, e chiusi gli occhi.

"Buonanotte Adam."

"Buonanotte papà... Anche a te, mamma..." Disse a voce bassa.

"Sì... Buonanotte Gorka..." Risposi con un sussurro.

Questa è la triste storia mia e del mio piccolo ragazzo.

Il mio angelo senza ali.

Il mio angelo, tornato ad avere le ali.>>

Angolo autrice: Ok, non è delle migliori, forse cambio i tempi (mi dispiace, non riesco a tenere sempre lo stesso) però non è nemmeno orribile. Io AMO la coppia di Cabano e Gorka, mi piacciono troppo insieme, li trovo carinissimi. Poi mi piace più come suona "mamma" che "papà" per Gorka, se vi infastidisce leggete "papà" anche per lui, ma per me suonava meglio in questo modo. Se avete qualcosa da chiedere vi risponderò. Che dire... L'ho scritta alle 5 del mattino perché non riuscivo a dormire, ahahahah. Beh... Ciao!

Adam, figlio di Gorka e Cabano.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top