Il prescelto

Gridava senza un freno alle tenebre che lo circondavano in quel limbo buio senza un filo di luce. Così facendo, si sarebbe svuotato di quei pensieri che in testa giorno per giorno gli vorticano senza fine. Credeva che fosse l'unico metodo migliore d'adottare per liberarsi da quel odio senza fine. Per potersi sentire in parte meglio. Si sentiva come se dei catenacci di ferro lo tenevano bloccato, mentre in tutto e per tutto cercava di rompere quegli ostacoli per riprendersi la libertà, ma arreso del tutto credette che forse non c'era un metodo per liberarsi. Ma solo arrendersi a quella forza più potente di lui stesso, arrendendosi solo all'evidenza. Forse, ripensandoci bene qualche luce c'era, ed era sicuro che lo avrebbe liberato da quelle catene, divenendo la sua personale chiave di libertà.

Voltandosi per metà busto verso il vetro di cristallo che nel buio galleggiava, un mezzo sorriso deturpò il suo viso scarno, dove sino a un momento prima vi era l'ombra del dolore, facendo splendere quella pelle lattea e i piccoli occhi azzurri ghiaccio, intonati da un blu mare steso nei capelli corti.

Mentre stava osservando la figura indistinta  del suo prescelto, la sua mente prese a ricordarsi di quel essere che aveva desiderato dalla prima volta in cui i suoi bellissimi occhi vi si erano posati, celando una parte già oscura del suo cuore dal colore del nero petrolio  e aveva perfettamente intuito che questo colui sarebbe divenuto il suo personale inferno in cui fare ritorno. A quei sentimenti tetri che sentiva, una forza invisibile prese a fare camminare il giovane demone, mentre il suo sguardo fiammeggiante  restò incantato sulla palla di vetro.

Senza più costrinzioni, decise che era giunto il momento di mettersi sui passi del suo umano, accarezzando il volto della sagoma sul vetro.

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