Capitolo 5
Nella foto: Detective Grant
Lo aspetto al bancone del bar sorseggiando un Bellini, non amo gli alcolici, ma inizio a sentirne il bisogno.
Questo viaggio si sta rivelando più estenuante che rilassante.
"Ah sei qui!" esclama Jack sedendosi al mio fianco.
"Ti stavo aspettando."
Arriva il barman per prendere il suo ordine.
"Cosa hai preso?" mi domanda.
"Un Bellini."
"Wow, ci vai giù pesante!" replica ridendo.
"Lo so" dico mortificata.
Lui scoppia a ridere interrompendomi "Scherzavo, Michelle, praticamente stai bevendo acqua fruttata."
"Cosa posso servirle?" si intromette il barista.
"Scotch liscio, grazie."
Aspettiamo che arrivi anche il suo bicchiere e poi inizio con le domande.
"Allora, cosa hai scoperto?"
"Brancolano nel buio, per ora ci sono tre vittime e due scomparsi."
"Teorie?"
Jack estrae dalla tasca un foglio ripiegato e lo apre mostrandomi l'identikit fatto fare dalle mie amiche.
La donna ritratta, a un primo sguardo pare inoffensiva, ha dei lineamenti delicati, le labbra carnose, il naso diritto, gli occhi chiari, persino il colore dei capelli ricorda il grano scaldato dal sole, eppure, osservando bene l'espressione serpentina di quegli occhi così ingannevoli, provo un moto di soggezione.
"L'hai notato anche tu?" domanda Jack, complice.
Sposto lo sguardo dal foglio e torno a guardare il mio interlocutore "Che cos'è?"
"Non lo so ancora, tu hai idee?"
"Al momento no."
Sospira prima di mandare giù una sorsata del suo scotch, "L'hai mai vista prima?"
"No, non é la donna che ho incontrato sulla terrazza."
"Pensi sia stata lei ?"
"A dire il vero no."
"Ma le due vittime sono andate via con lei, non con questa", mi fa notare toccando il ritratto.
"Lo so, é strano, ma sono quasi sicura che la pantera fosse una vampira."
"Di sicuro chi ha commesso gli omicidi é qualcosa di diverso" replica Jack corrugando la fronte. La ruga che si crea rende ancora più interessante la sua espressione.
Michelle, concentrati! Penso spostando lo sguardo da lui al soffitto spugnato.
"C'é qualcosa di interessante, lassú?" Domanda con un sorriso malizioso.
Fingo di non recepire la sua ironia e chiedo, "Pensi che la bionda possa centrare qualcosa con gli indizi che ti hanno portato qui?"
"Ne sono sicuro."
"Vuoi parlarmene, magari posso aiutarti" mi propongo.
Il suono del suo cellulare ci interrompe.
"Devo rispondere" si scusa guardando lo schermo e si allontana.
Acuendo l'udito riesco a sentire parte della conversazione.
"Sì, signore, sono qui."
Tace.
"Lo so, purtroppo non sono arrivato in tempo."
Silenzio.
"No, signore, nessuna distrazione."
Ancora silenzio.
"Sì, signore, provvederò!"
Chiusa conversazione.
Fingo di giocare con la cannuccia del mio drink totalmente disinteressata, ma lui non ci casca.
"So che hai sentito, non fingere che non t'importi. La curiosità è dei vivi, cara Michelle."
"Sì, diciamo che ho captato qualcosa, ma mi manca la parte del tuo interlocutore, vuoi dirmela tu?"
"Una ramanzina dal capo, a quanto pare non è contento del mio comportamento di questi giorni."
"Come fa a sapere che..."
La sua espressione mastina mi blocca le parole e la sua voce dà conferma ai miei timori.
"Era il GRANDE capo, a lui non sfugge niente."
"Ah!" sussurro, "sa di me?"
"Come potrebbe non saperlo? E' bastato un tuo solo intervento e ha capito che sei ancora viva. Tu sei come un personaggio leggendario, Michelle!"
"Ti ha detto qualcosa?"
"Certo, mi ha detto di non lasciarmi incantare da te, vuole che sistemo questo casino."
"Non ha detto altro?" Sono veramente in angoscia, un conto è affrontare dei nemici simili a me, un conto è affrontare Lui.
Jack guarda il bicchiere senza rispondere.
"Ha detto altro?" Ripeto, e la mia voce sale di tono.
"Vuole che ti porti da lui."
Un freddo improvviso mi avvolge gelandomi gli arti e il calice si frantuma sotto la mia presa.
"Signorina, aspetti che pulisco io" si prodiga il cameriere, in realtà non ho ancora mosso un muscolo.
"Michelle, dovró farlo, capisci, non posso disubbidire a un suo ordine" si giustifica Jack mandando giù un altro sorso di scotch.
E lo capisco, io per prima so cosa significa dipendere da chi ha tanto potere, "Quando?"
"Prima devo sistemare le cose qui" risponde guardandomi di sottecchi, "Comunque non preoccuparti, é un tipo in gamba."
"Spero solo che non mi voglia vendere al miglior offerente" ammetto, scrutando poi la sua espressione.
"Faró in modo che non ti accada niente."
"Non fare promesse che non puoi mantenere, Jack."
"Ehi, siete qua!" Esclama Anna con quel suo solito sorriso sbarazzino, ma appena nota la mia espressione, si blocca, "tutto bene, Michelle?"
Annuisco, troppo confusa per parlare. Ero riuscita a rimanere nell'ombra per quasi 400 anni, ed ora, per colpa di Jack e del mio dovere di Angelo, sono nuovamente una preda.
"Il detective ci vuole tutti nella hall" riprende, senza staccare lo sguardo da me.
"Forza, sbrigatevi!" ci incita Sara, ferma all'ingresso della sala.
Mossi da quel secondo richiamo giungiamo nella hall.
Il detective Grant è fermo dall'altro lato della stanza, si è tolto la cravatta e ha slacciato i primi bottoni della camicia bianca che, adesso, porta con le maniche risvoltate fino ai gomiti.
Si passa una mano tra i capelli cenere prima di rivolgersi al direttore dell'hotel.
"Ci sono tutti?" Chiede sottovoce.
Dal tono si percepisce quanto sia esausto.
Il direttore fa un cenno d'assenso e allora lui si rivolge a noi.
"I due ragazzi scomparsi non sono ancora stati trovati" spiega ad alta voce.
"Saranno stati uccisi?" domanda qualcuno.
"Non lo sappiamo, quello che vi chiediamo é di pazientare e di non rimanere mai da soli. Possibilmente formate dei gruppi. Purtroppo, finché non avremo risolto il caso dovremo tutti collaborare."
Il detective si allontana e le persone ricominciano a parlare in maniera concitata, non è difficile immaginare cosa si stiano dicendo.
"Sento puzza di paura" sussurra Jack al mio orecchio.
Il suo respiro sulla pelle mi provoca un brivido che non riesco a controllare.
"Per favore allontanati" sospiro con il fiato corto.
Sento la sua risata compiaciuta. Lo odio!
"Facciamo gruppo?" Propone Anna, senza staccare gli occhi dal detective.
"Direi di sí" risponde Sara attaccandosi al braccio mio e di Jack, mentre Anna afferra l'altro braccio dell'uomo.
"Tutti in terrazza" propone Anna, "non mi piace l'aria che si respira qui."
"Sapessi a me!" Esclama Jack e con un lieve sorriso, ci allontaniamo da quel fetore.
#spazio autrice#
In seguito alle vostre richieste ho ripreso la scrittura di questa storia. Fatemi sapere che idea vi siete fatta e, se vi sta piacendo, ricordatevi le stelline. Fanno sempre piacere.
A presto
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