Capitolo 4
Nella foto: Jack
Michelle
Al nostro rientro troviamo la hall gremita di agenti e turisti che parlano in modo concitato.
Nel vederci entrare il commissario ci viene incontro con passo deciso mentre domanda "Dove eravate?" Il tono è duro, a discapito dello sguardo preoccupato "avevo detto di non lasciare l'isola."
"Ha ragione commissario...?"
"Detective Grant" risponde questi stringendo la mano di Jack.
"Agente Jack Colder" si presenta il nostro accompagnatore "mi dispiace, ho pensato di allontanarle un po' da qui per permettervi di lavorare. Le ragazze erano con me, ieri."
"FBI?"
"CIA."
"Comunque ero solo preoccupato. Non credo certo che le signorine possano essere le fautrici di tali azioni. Solo che mancano all'appello altri due ragazzi."
"Peter e Sam?" Domanda Anna, avanzando.
Il detective sposta lo sguardo su di lei, che si tramuta in piacevole sorpresa.
Conosco quello sguardo!
"Come fa a saperlo?"
"Dovevano cenare con noi" risponde indicando Sara, "poi è arrivata una donna e sono andati via con lei."
"Chi era la donna?"
"Non lo so, ma sembrava avere una notevole influenza su di loro. Ci hanno mollato al tavolo senza dire una parola" risponde sempre Anna, senza mollare gli occhi del bel detective.
Un po' grandino per lei, forse, ma di sicuro molto affascinante.
"Come dicevo" riprende il detective, "pensavo foste spariti, ora quello che mi interessa è capire chi è quella donna, visto che oltre ai due ragazzi non manca più nessuno."
Guarda le mie amiche "Sapreste descriverla?"
"Certo" risponde la mora e avanza verso l'uomo, "una come quella è difficile da dimenticare."
"Ok, allora voi due venite con me e voi" ci indica "non andatevene in giro, ho bisogno che restiate tutti in albergo."
Jack annuisce e io lo imito restando ferma a guardare i tre che si allontanano.
"Agente della CIA, eh!" Dico senza guardarlo.
"Studentessa universitaria!"
"Ma dell'ultimo anno" replico prima di salutarli per andare in camera a cambiarmi.
Pochi attimi dopo sono seduta sulla poltroncina esterna ad osservare il mare.
"Posso parlarti?"
"Jack, accidenti a te! Mi farai venire un infarto." Esclamo, sobbalzando sulla seduta.
"Impossibile" replica, scandendo ogni sillaba.
"Si può sapere come diavolo sei entrato?"
"Non puoi chiedermelo sul serio, dai..." replica incredulo.
"Ok, lasciamo stare. Cosa vuoi?" Domando infastidita.
Perché sta andando tutto storto?
"Ehi rilassati, non voglio circuirti, voglio solo sapere cosa è successo ieri."
"Sul serio?" Ribatto scettica, ricordando la sua reazione.
"Sì" risponde sedendosi sulla poltroncina al mio fianco, "ascolta, ieri ero un po' fuori, cerca di capire, sei una tentazione molto forte" tace alcuni istanti guardando il mare, "ma oggi credo di aver riacquistato il controllo. Dimmi cosa hai visto?"
"Il primo ragazzo" inizio guardandolo "quello a cui ho prestato i miei servigi, era stato prosciugato dal sangue."
"Vampiri?"
"Può essere, aveva segni di morsi, mentre i due all'ultimo piano sono tutta un'altra storia. Erano a brandelli."
"Licantropi? Qui su un isolotto sperduto."
"No, non credo, la quantità di sangue era minima rispetto agli strappi."
"Non capisco, in che senso?"
"Come se oltre ad aver mangiato la carne avesse anche bevuto il sangue."
"Pasto completo!"
"Jack, non ho mai visto niente di simile" ammetto, trattenendo un brivido.
"Se lo dici tu forse dovremmo preoccuparci..."
"Non hai detto che gli omicidi degli umani non ci dovrebbero interessare?"
"Sì, ma l'ho detto ieri che avevo altro in mente" ammette con un sorriso bieco, "e comunque non posso fingere di non essere un agente."
"Già, la CIA" replico, ancora un po' incredula.
"Ecco, vedi Michelle, io non sono un agente della Cental Intelligence Agency che tutti conoscono."
"Ma lo hai detto tu."
"So cosa ho detto, solo che io lavoro per il Center Investigative Abhorrent."
"Centro investigativo dell'aberrante?" Domando sollevando le spalle, confusa.
Ride in modo ipnotico, "Già, io indago sull'inspiegabile." Si passa una mano tra i capelli in modo nervoso.
"Vuoi farmi credere davvero..."
"Sì" mi interrompe secco "e non vorrei perdere tempo in questo senso."
Si alza andando alla balaustra dove si appoggia con i gomiti mentre mi guarda "Sono qui per un motivo, Michelle" ammette scuro in volto.
Resto in silenzio, in attesa della sua spiegazione.
"Una scia di indizi mi ha portato qui."
"Non sei in vacanza, dunque."
"No" ammette sempre più serio "e quello che è successo ieri è stato un errore da parte mia."
"Non è successo niente" replico nella speranza di veder svanire quell'aria cupa.
"Il mio compito è evitare che l'aberrante si mostri e ci esponga. La mia priorità è fare in modo che cose come ieri non succedano o che comunque non vengano portate a conoscenza degli umani."
"Non potevi prevederlo."
"Invece avrei potuto, se solo non fossi stato così maledettamente e completamente attratto da te. Ieri ero irrimediabilmente avvinto dalla mia natura di Incubo e ho perso il controllo." Abbozza un sorriso prima di aggiungere, "un po' come stava succedendo a te."
Adoro la franchezza.
Restiamo alcuni attimi in silenzio a fissarci, in questi sguardi è racchiuso tutto il nostro desiderio che diventa quasi tangibile.
La porta della stanza si apre rompendo l'incanto.
"Michelle, dove sei?"
"Siamo sul terrazzo" rispondo, senza staccare lo sguardo.
Il suo viso è una calamita.
"Possibile che sei sempre nella nostra camera" lo rimprovera Anna prendendo posto sulla poltrona mentre ci fissa con un sorriso furbo.
"Ero venuto a tenerle compagnia" le sorride in quel suo modo magnetico "come è andata?"
"Abbiamo fatto fare l'identikit, dovevi vedere la disegnatrice, una vera artista."
"L'identikit dove è?" Incalza Jack.
"Lo hanno loro" risponde Anna scrollando le spalle confusa.
"Sono un agente, hai dimenticato" ma la sua non è una domanda e si dirige alla porta.
"Aspetta vengo anch'io" gli grido, andando via con lui.
"Quei due sono davvero strani" sento dire a Sara con il suo timbro divertito.
"Strani?" Ribatte Anna, "no, sono solo indecisi."
Non riesco a sentire altro, perché siamo ormai chiusi nell'ascensore.
"Jack..."
"Dimmi."
"E se il detective dovesse fare dei controlli sulle tue credenziali?"
Mi mostra il suo tesserino e sembra proprio quello dell'intelligence famosa.
Sorride al mio sguardo confuso "Sì, lavoro per un'agenzia governativa americana realmente riconosciuta dal suo presidente che opera in virtù di accordi fatti tra le due agenzie, dove l'una copre l'altra."
"Quindi tu risulti essere un'agente della CIA?"
"Sì, Michelle, ora basta domande, ne parliamo dopo" mi liquida, dirigendosi dal detective.
Ma tu guarda in che casino sono finita!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top