Capitolo 15
Due giorni dopo il risveglio di Vincent, Lady Kaesis - scortata da sua sorella Ly-Cee, da Isdra e dall'ancella Fallen - si recò alla grotta del Diana's Ocean Hospital.
Trovarono il Vice che fissava stupito il rottame di acciaio attaccato al suo gomito che fungeva da nuovo avambraccio destro dotato di mano.
«Purtroppo non possiamo fare ricrescere contemporaneamente sia le pinne sia parte degli arti superiori che ha perso. Sono due parti del corpo troppo diversi e questo significa che appena si impegnerà per riprendere mobilità di tutto ci vorrà molto più tempo del previsto per ottenerla. Il pezzo di ferro che funge da braccio, in realtà è un oggetto magico che ho creato, il quale una volta attaccato al corpo di qualcuno risponde agli stimoli del cervello che gli vengono passati tramite i muscoli a cui è legato, gli servirà per rendere più fattibile la ripresa delle pinne. Per quanto riguarda queste ultime è meglio fargli ricrescere solo esse al momento così re-impara le cose più importanti, soprattutto in battaglia: nuotare, fare la stessa cosa più velocemente, saltare e dare pinnate. Gli servirà anche sulla terraferma anche se lì si usa camminare o correre e la versione umana delle pinnate sono i calci...» aveva iniziato a spiegare Lady Diana quando loro si erano avviate chiedendole informazioni su quella inaspettata novità.
«Ho fatto qualche visita sulla terra prima di diventare cadetta (e poi anche dopo per qualche spedizione) e, ora che ci penso, gli abitanti della superficie usano anche i talloni per camminare e la parte del corpo umana che corrisponde alle pinne è quella delle dita dei piedi, perciò non vedo dove sia il problema per lui per muoversi sulla terraferma» osservò Isdra.
«La devo correggere, signorina Isdra» la ammonì la dottoressa «Gli unici umani che camminano sui talloni sono i bambini e nemmeno tanto perché lo fanno per giocare. Altrimenti, succede se camminano sulla sabbia bollente o, ancora, quando camminano mediamente l'uso delle stampelle dopo un'infortunio, trattengono la stampella con la mano del lato interessato e attraverso il tallone del piede, la gamba, il bacino e l'uso del braccio, trascinano in avanti il piede. Comunque sia, in genere camminare sui talloni viene anche molto scomodo e fa pure male alla schiena, fidatevi».
Ci fu un silenzio imbarazzante generale: Non capitava spesso che qualcuno, che non facesse parte della famiglia reale di Draembyss, correggesse l'autoritaria Isdra o che lei si sbagliasse.
Alla fine Diana tagliò la tesa atmosfera, continuando il suo discorso «A proposito, qui ci sono due stampelle in plastica riciclabile. Lord Vincent dovrà usarle come ho spiegato sulla terraferma; tuttavia, potrà usarle anche in acqua allo stesso modo trascinandosi in avanti dalla coda in giù e aiutandosi anche con le braccia. Ora gli farò vedere come si fa qui» annunciò.
Detto ciò, si allontanò verso il paziente con le stampelle in mano, seguita dalle sirene.
Arrivate da lui, aspettarono che Aletheia finisse di recitare un mantra che ebbe il risultato di produrre delle bollicine alla base della coda da pesce del ragazzo, da cui, una volta finita la cantilena della sirena, sbucarono due nuove pinne.
Successivamente, Aletheia si allontanò e Diana illustrò a Vincent come muoversi con i nuovi oggetti di appoggio, per poi chiedere a lui di imitarla.
Dopo circa tre prove, il gruppetto illuminò Vincent sulla notizia del viaggio - nascondendogli, ovviamente, il reale motivo che le aveva spinte, almeno in parte, a partire.
«Avete già deciso la destinazione?» chiese il ragazzo, in un misto di entusiasmo e agitazione.
Nonostante la sua contantezza, Vincent sapeva benissimo di essere il figlio di uno dei più importanti e ricchi imprenditori del mondo e non voleva rischiare che tornando sulla terra fosse stato assalito nuovamente da paparazzi e altri tizi antipatici o noiosi.
Era proprio il motivo per cui era scappato con lo yacht di famiglia il fatidico giorno in cui era iniziato tutto quel nuovo incubo.
«Andremo a Huahiné, un'isola vicina al tratto di mare dove ti abbiamo trovato, oltre che vicina alle acque superficiali del regno» rispose Isdra, con tono annoiato e distaccato.
«Posso chiedere che venga con voi una delle mie assistenti? Vorrei che qualcuno gli facesse fare degli esercizi per aiutarlo a sviluppare più velocemente la mobilità, per riprendersi al meglio» si intromise il giovane medico.
«Una metà-scimmia con noi? Non sarebbe pericoloso, mia signora? Sappiamo tutti che hanno poteri pericolosi e, poi, non fanno neanche parte del regno, vengono accettate solo alcune come lavoratrici immigrate» disse Fallen, rivolta alla regina.
Le assistenti dell'ospedale Marino di Draembyss erano tutte metà-scimmie come Diana (tranne Aletheia che era una sirena dalle doti particolari di indovina e maga, importanti per curare le creature dell'oceano).
Le metà-scimmie sono le figlie di sirene o di tritoni concepite in seguito all'amore per gli esseri umani (discendenti delle scimmie e da qui il nome della specie ibrido) e, purtroppo, non godono di bella fama, soprattutto nel regno di Draembyss.
Ciò è dovuto in particolare ai poteri che possiedono i quali, il più delle volte, fanno impazzire l'eco-sistema marino distruggendolo gradualmente.
Le sirene ritengono il mare un ambiente sacro e non accettano gli effetti di tali capacità, fregandosene del fatto che non è colpa di tali esseri se hanno una tale natura.
Per questo, le metà-scimmie di sesso femminile che abitano nei pressi di Draembyss hanno un governo tutto loro, nel quale comandano le donne più anziane e l'unica opportunità che hanno per non essere eccessivamente discriminate dalle sirene è lavorare in qualche manzione, anche se non basta.
Invece, gli individui di sesso maschile abitano nei pressi di Worbyss (il regno dei tritoni), dove gli abitanti hanno una mentalità più aperta rispetto alle sirene; infatti questi hanno accettato i metà-scimmie come sudditi effettivi del proprio regno.
«Fallen, non fare la difficile. Verrebbe con noi per lavorare e farebbe una buona cosa perché si occuperebbe della ripresa del Vice. Io non vedo dove sia il problema. Perciò, sì, Diana: dicci chi portare con noi e lo faremo» tuonò Lady Kaesis, spiazzando tutte.
In realtà, la regina aveva usato delle vere e proprie scuse: non aveva mai nutrito pregiudizi di nessun tipo verso gli altri, men che meno per le metà-scimmie; tuttavia, questo era un dettaglio che non poteva far notare troppo, in quanto regina di un popolo troppo retrogrado e che chiedeva di essere rappresentato.
Perciò cercava spesso delle scorciatoie plausibili per rendere libero e frequentare chiunque senza distinzioni.
In ogni caso, Diana fu felice di sentirselo dire e indicò alla sovrana un'assistente un po' giovane, ma abbastanza esperta.
Il suo nome era Rosa ed era una bella ragazza bassa e magra. Aveva dei lunghi capelli mossi e color rosso mogano, quasi castano, che incorniciavano dei bei occhi color nocciola sopra a delle guance rosee e a un nasino lentigginoso.
Sembrava molto gentile, seppur timida e affermò che avrebbe aiutato volentieri il paziente con gli esercizi di fisioterapia che conosceva, cercando di non turbare lui e le altre e di non voler essere di disturbo il resto del tempo della vacanza.
Le sorelle reali furono d'accordo sulla scelta di Diana e la accettarono.
«Ehm... Per me va bene tutto, ma vengo solo se mi date un paio di occhiali (possibilmente da sole). O qualsiasi cosa che mi rendesse diverso da come sono fisicamente. Mi conosce troppa gente lassù e non vorrei che qualcuno mi riconoscesse, per favore» ribadì Vincent.
Nessuno rispose, ma Fallen chiuse gli occhi, aprì le braccia e le mani davanti a sé e, dopo qualche secondo, fece comparire davanti a sé un paio di occhiali da vista - ma senza vetri - e una berretta verde evidenziatore in cotone leggero.
«Indossare questi sarebbe una soluzione?» disse lei con tono ironico, aprendo gli occhi.
Vincent li prese in mano senza fiatare, sorridendo cordialmente.
Dopo qualche ultima indicazione, la dottoressa dismise il ragazzo dall'ospedale e, così, lui, il gruppetto di sirene e Rosa iniziarono a uscire dalla grotta, per poi partire finalmente verso la riva di Huahiné.
Lasciando il Diana's Ocean Hospital, Vincent notò che tutte nuotavano insieme, lasciandolo indietro a trascinarsi per la sabbia reggendosi solo sul paio delle stampelle, a passo di tartaruga.
«Hey! Avete perso un pezzo» urlò sarcastico.
Le altre continuarono per la propria strada, tranne Rosa e Isdra che si girarono verso di lui.
Si guardarono per un attimo e poi Isdra delucidò l'altra, guardandola con gli occhi stretti a fessure «Tu continua a nuotare, a lui ci penso io che è la cosa migliore».
Detto ciò lo raggiunse e lo intimò di raccogliere entrambe le stampelle nella stessa mano.
«Perché?» aveva chiesto lui, sbigottito.
«Fai quello che ti dico e basta» ordinò lei.
Il ragazzo fece come gli era stato detto e Isdra gli fece mettere accuratamente un braccio attorno alle sue spalle e lo prese in braccio per trasportarlo.
«Ma cosa... » blaterò lui tutto rosso.
«Potresti stare zitto? È già abbastanza imbarazzante così, se devo sopportare pure le tue lamentele e domande ti faccio addormentare con l'aiuto della principessa. Ah, non ti azzardare a darmi stampellate in testa perché vedi che ti faccio nero» disse Isdra brusca, raggiungendo le compagne che si trovavano già più avanti.
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