38. Quasi Natale

[Disclaimer: Il capitolo è molto lungo per gli standard di questa storia, per cui sarà diviso in due parti.]


⚓︎ PARTE I ⚓︎


Felipe chiude gli occhi e si abbandona al piacevole tepore che i raggi caldi del sole donano al suo viso. Alle narici gli arriva l'odore inconfondibile delle acque del Tago, un misto di alghe, limo e carburante. Il rombo della sirena di una nave da Crociera lo invita ad alzare le palpebre, a gustarsi a occhi aperti la compagnia di un ambiente che gli è mancato più di quanto sia disposto ad ammettere.

Al ragazzo basta uno sguardo ai tavolini per riconoscere la metà delle persone sedute nella piazzetta. Oggi è uno di rari giorni in cui pescatori e operai girovagano al porto coi vestiti puliti. Gli scambi commerciali e le traversate per la pesca si moltiplicano nelle settimane che precedono il Natale, ma il ventitré, a sera inoltrata, finiscono. Il giorno della vigilia il botteghino di Ivo si trasforma e, da luogo di passaggio, diventa un ritrovo per i portuali che non hanno famiglia. Lo chef per pranzo non prepara un pasto qualsiasi, ma una vera e propria coccola da donare a quegli uomini soli: il baccalà con legumi e verdure, come da tradizione. La solitudine di quelle persone è la stessa che ha albergato sul volto di Felipe per anni, e lui sa che non è un ospite facile con cui dividere quei giorni di festa dolci, eppure tanto amari.

«Sei proprio tu. Ne è passato di tempo.»

Felipe è così preso dal momento che sobbalza quando la voce di Ivo lo sorprende alle spalle. «Non rinuncerei mai al pranzo della vigilia qui.»

«Ho saputo da Viviane che hai trovato lavoro. È vero?». Ivo va subito al dunque e, nonostante tra loro ci sia tensione, a Felipe non sfugge l'orgoglio celato nella sua voce.

«Volevo dirtelo di persona... A gennaio diventerò professore in un liceo.»

Il verso di giubilo di Ivo fa voltare diverse teste nella loro direzione. «Te l'avevo detto che prima o poi quella laurea ti avrebbe dato soddisfazioni. Mia madre avrà occhi solo per te, stasera! "Guardate com'è in gamba Felipe", "Sua madre sarebbe fiera di lui", "Che ragazzo per bene", e bla, bla, bla.»

Quelle parole lavano via il sorriso dal volto di Felipe. Il ragazzo strofina i palmi delle mani sulle cosce e confessa: «Non verrò, stasera.»

«Non verrai? E perché?» domanda Ivo, evidentemente deluso. «Non puoi mancare al cenone della vigilia, Lipe! Mamma cucina da giorni, e le ho già detto che porterai Âmbar a conoscerla. Non viene più nemmeno lei?»

«Âmbar?» farfuglia lui, confuso.

«Viviane l'ha invitata ieri sera, e lei le ha assicurato che verrà», sottolinea Ivo. «Non te l'ha detto?»

Felipe scuote la testa. Âmbar ha passato la notte da Teresa per festeggiare il Natale in anticipo con Miguel, e non si vedono da ieri. «Le sarà passato di mente.»

Qualcuno dal botteghino richiama Ivo a gran voce, e lui fa qualche passo indietro, lisciandosi il grembiule nero sulle gambe. «Per te il piatto della vigilia, giusto?» Felipe annuisce, e Ivo aggiunge: «Ascolta... So che hai preso a cuore la salute di Bernard, ma mollare la presa per una sera potrebbe essere un bene. E non per lui, per te», dice e si allontana zigzagando tra i tavoli.

Felipe inspira una lunga boccata d'aria e la lascia andare volgendo lo sguardo al cielo terso sopra la sua testa. Ivo ha ragione, ma lui è restio a lasciare Louis da solo proprio la sera della vigilia di Natale. Se prima la quotidianità del vecchio aveva raggiunto una sorta di equilibrio precario, scandito dai ritmi della pesca e dalla vita sulla Louisa, adesso le sue giornate ruotano attorno alla casa nel cuore di Alfama. Privato della dolce compagnia del mare e del palliativo dell'alcol, il vecchio non sta attraversando un periodo facile, e lui e Âmbar hanno fatto l'impossibile per non lasciarlo mai da solo, almeno durante il giorno.

Un gabbiano che atterra sul tavolo appena lasciato vuoto alla sua sinistra attira vagamente la sua attenzione. Una sensazione di vuoto allo stomaco lo accompagna da tutta la notte, la prima che lui e Âmbar hanno passato separati. Casa di Louis è diventata il ritrovo delle loro giornate, ma l'appartamento al Bairro Alto è stata la cornice di ogni notte insieme, da quasi un mese a questa parte. Si sta chiedendo se anche Âmbar, come lui, si è rigirata mille volte tra le lenzuola, cercando invano l'odore della sua pelle, quando le urla della cugina di Ivo lo fanno sobbalzare.

La ragazzina sta provando senza successo a scacciare il gabbiano dal tavolo. Gli sventola contro il blocco delle ordinazioni, ma quello non sembra curarsene e continua a beccare gli avanzi di cibo nei piatti. Felipe fa per alzarsi, ma Ivo lo precede. L'amico posa due piatti davanti a lui e corre in aiuto della cugina. Dopo attimi confusi, stoviglie volate a terra e strilli umani e animali, Ivo ha la meglio sul pennuto, che vola via garrendo a più non posso. Arretra, soddisfatto, e scompiglia i capelli della ragazzina quando le passa davanti.

«Ok, Iolanda. Considerami in pausa pranzo. Da adesso», chiarisce Ivo e ricade sulla sedia accanto a quella di Felipe. Iolanda sistema la fluente chioma corvina con un gesto nervoso e si allontana, borbottando tra sé. «Adoro quando se la prende. Mi ricorda me stesso alla sua età», aggiunge sottovoce.

«Fai così anche adesso», precisa Felipe ed entrambi si lasciano andare a una risata sincera. «Mi è mancato questo posto.»

Un sorrisetto nervoso storce l'angolo della bocca di Ivo, che manda giù il boccone e indica il volto di Felipe con la mano che regge la forchetta. «Hai avuto altro per le mani», constata, critico.

Felipe abbassa lo sguardo e sfoglia con troppa attenzione il baccalà che ha nel piatto. All'improvviso il senso di colpa che lo ha spinto a presentarsi qui oggi gli toglie l'appetito. Non aveva voglia di raccontare bugie a Ivo, così lo ha evitato per settimane, usando come scuse la salute di Louis e la relazione con Âmbar. Ma ha capito di aver sbagliato. Si fida dell'amico come di se stesso e continuare a tenergli nascosto ciò che sta facendo finirà per logorare il loro rapporto.

«Sono sparito perché io e Âmbar stiamo provando ad aiutare Louis.»

«Lo so che siete sempre a casa sua, non mi dici nulla di nuovo.»

Felipe poggia la forchetta sul bordo del piatto e fa vagare lo sguardo nei dintorni. Una ragazza, seduta lì vicino, fissa Ivo con insistenza, aspettando che quello si volti. E in condizioni normali, il ragazzo non avrebbe perso occasione per dare mostra di sé, ma i suoi occhi non hanno lasciato neanche per un secondo il volto di Felipe.

«Ci sono delle cose che non ti ho detto.»

«Ti ascolto.»

Felipe ha pensato che l'antipatia di Ivo nei confronti del vecchio l'avrebbe reso meno comprensivo, ma si è sbagliato. La sfortunata vita di Louis lascia di stucco persino lui, anche se non lo convince fino in fondo.

«Lipe, so che credi nella buonafede di Bernard, ma... se Blanc avesse ragione? Da quando lo conosci Bernard ha sempre avuto problemi con l'alcol, non credi che avrebbe potuto fare del male alla figlia, anche senza volerlo?»

«Se da ubriaco fosse diventato violento l'avrebbe fatto anche con me. Ma non è mai successo. Mai.»

«Qualcosa che non torna dev'esserci, o Blanc non sarebbe riuscito a far riaprire il caso», insiste il ragazzo, addentando un grosso boccone di cibo.

«Lo dici perché non sai di cosa è capace quell'uomo», replica Felipe. Gli racconta dell'investigatore privato che li ha seguiti per settimane e pure dell'ispezione non autorizzata avvenuta sulla Louisa, ma Ivo scuote la testa, ancora scettico.

«Ok, avete visto il suo investigatore sulla motovedetta, ma questo non significa che Blanc abbia corrotto la polizia.»

Felipe serra la mascella. L'unica cosa che si è imposto di non dire a Ivo è il coinvolgimento di Ricardo, per cui spera di convincerlo mettendolo di fronte alla verità dei fatti. «Blanc è Presidente dell'istituto bancario fondato dalla famiglia dei Bernard. Di recente la sua banca ne ha acquistata una più piccola, portoghese, in grave crisi finanziaria. E la maggiore azionista della banca in questione è una certa Pilar Silva Martins, moglie del Comandante Generale della Polícia Marítima*.»

L'amico fischia e si agita sulla sedia. «Che aspettate a denunciarli allora?»

Una folata di vento gelido accompagna la domanda di Ivo e provoca a Felipe un brivido lungo la schiena. Scorge il capitano della Belga che da lontano si sbraccia per salutarlo, e lui ricambia prima di confessare: «In realtà non denunceremo nulla, almeno per adesso.»

«Cosa? Perché?»

Felipe sospira. È arrivato al cuore della faccenda e teme l'opinione che l'altro potrebbe farsi di lui. «Abbiamo deciso di usare ciò che sappiamo per fermare quell'uomo... in un altro modo». Un lampo di comprensione attraversa il volto di Ivo, che abbassa le palpebre, emettendo un verso di incredulità. «È già stato accusato di corruzione in Francia e rischierebbe davvero grosso se noi divulgassimo ciò che sappiamo alla stampa.»

«Volete ricattarlo», sibila Ivo. «State giocando a fare gli eroi con qualcuno che con i soldi può comprare tutto, persino l'innocenza! È stato Bernard a chiedervi di farlo? Quel bastardo, figlio di...»

«No», lo interrompe Felipe, scuotendo la testa con decisione. «Lui non ci ha chiesto nulla.»

Il petto di Ivo si alza e si abbassa per diversi secondi. «Louis non sa niente di tutto ciò», deduce. «Dico bene?»

«No. Non gliel'abbiamo detto perché...»

«Perché vi direbbe che questa è una cosa più grande di voi. Cazzo, Felipe!»

«Lo so», mormora lui.

«E allora perché lo fai? Potrebbe succedere di tutto.»

Felipe chiude gli occhi, rassegnato. Avrebbe voluto tenere anche Teresa ai margini di questa faccenda, ma capisce solo adesso che non è possibile. Almeno due volte a settimana, la poliziotta si presenta al Bairro e resta fino a notte fonda con loro per aiutarli a sbrogliare la matassa di cui si sono fatti carico. Felipe non sa se la donna sia così coinvolta per proteggere Âmbar da Ricardo, come dice, o per provare all'ex-marito che è un vero portento nel suo lavoro. Qualunque sia la motivazione, Felipe realizza che è lei il paracadute della loro missione suicida. Si guarda intorno e bisbiglia all'orecchio di Ivo: «L'agente Carmo ci sta aiutando.»

Ivo impreca ad alta voce e chiede, per essere sicuro: «Vi sta aiutando a ricattare un uomo?»

«Ci sta aiutando a salvare una persona innocente», precisa lui.

I due amici si guardano a lungo negli occhi. «Perché non me l'hai detto prima?»

Felipe abbassa lo sguardo e replica, sincero: «Temevo non avresti capito.»

Ivo sbuffa, esasperato. «Anch'io e Viviane l'abbiamo temuto. Ma la nostra amicizia è rimasta tale perché quella paura l'abbiamo superata». Ivo si alza e stringe la sua spalla con un gesto affettuoso. «Non sarò io a giudicarti per le tue scelte, amico. Ma lo farò eccome se dovessi mancare stasera a cena. Alle sette e trenta. Puntuale.»


⚓︎ PARTE II ⚓︎


L'aria rigida della notte aggredisce le guance di Louis non appena mette piede fuori dal locale. Alle sue spalle la porta si chiude con uno scatto, ma le note del Fado resistono imperterrite a quella barriera, ovattate, ma pronte a riempirgli ancora il cuore di malinconia. La sua accompagnatrice lo prende sottobraccio, e insieme si inerpicano per i vicoli acciottolati di Alfama. Restano zitti per diverso tempo, ma è una quiete piacevole, ponderata. La sensazione di saudade* che il Fado ha lasciato addosso a entrambi parla più di qualsiasi ciancia. È uno degli aspetti che Louis più apprezza della ragazza: lei sa che certi silenzi sono conversazioni mute che non hanno bisogno di parole per essere portate avanti. Solo quando sbucano nella strada principale, lei chiede: «Vuoi che saliamo in tram?»

«No, meglio camminare», risponde Louis. I giorni che precedono il Natale sono gli unici in cui il quartiere si svuota, in cui si torna a respirare un po' della sua vera natura, soprattutto di sera quando i negozi chiudono e l'odore di baccalà che proviene dai ristoranti si mescola a quello delle caldarroste cucinate in strada.

«La cantante come ti è sembrata?» le domanda.

«Troppo vecchia per me», ribatte Ileana.

«E troppo giovane per me.»

La ragazza gira il volto nella sua direzione, e alza lo sguardo sulle decorazioni natalizie di una vetrina. L'intermittenza delle luci si riflette nelle iridi chiare, illumina il velo di inquietudine che aleggia sul suo viso giovane. Inaspettatamente quegli occhi azzurri si piantano nei suoi, e un sorriso lieve cancella per un attimo la tristezza che l'ha preceduto. «Il Fado era perfetto e la cena squisita.»

«Che hai, allora?»

Lei serra la mascella. «Per me la vigilia di Natale è un giorno triste, da un po' di tempo a questa parte. A Natale tutti hanno una famiglia da cui tornare, ma da chi torna chi è solo?»

Ileana distoglie lo sguardo e pulisce con un gesto nervoso la lacrima che le bagna lo zigomo. Ha pronunciato quelle parole in un sussurro appena udibile, ma per Louis è come se le avesse urlate.

Da chi torna chi è solo?

Il vecchio apre bocca per replicare e osserva il vapore prodotto dal suo stesso respiro dissolversi nell'aria, incapace di articolare il discorso che gli alberga nella testa. È nei momenti di sofferenza interiore come questo che brama sentire ancora il pizzicore sulla lingua, il fuoco nella gola e la nebbia nella mente che solo l'alcol può dare. Si trova a rimpiangere di aver rifiutato quel vino rosso al ristorante, e la tentazione di entrare in uno dei tanti bar nascosti tra i vicoli è così forte da farlo vacillare per la prima volta dopo quasi un mese di sobrietà.

Ma, proprio nel momento in cui sta per piantare in asso Ileana e abbandonarsi a quel richiamo, la voce della dottoressa spocchiosa fa esplodere la bolla nella sua testa e lo riporta alla realtà. Esternare, mettere in fila i pensieri è tutto ciò di cui ha bisogno per resistere, per non cedere.

Una parola alla volta, senza fretta.

«Mia moglie chiese e ottenne il divorzio nel lontano dicembre di dieci anni fa. Da allora il Natale non è più stato una festa per me. E l'ultimo giorno dell'anno, poi, è ogni volta una fottuta tortura». Louis si ferma al centro del marciapiede, ansimando. Anche se è certo che Ileana lo sappia già, lui vuole raccontarle la verità a parole sue. Le ha seppellite dentro di lui così a fondo che cavarle fuori è uno sforzo che lo sfianca, gli fa mancare il fiato. «L'ultima notte di quello stesso anno ero su una barca nel Mediterraneo con mia figlia Lalie, e lei scomparve nel nulla. Aveva ventun anni. Non so cosa le sia successo... Nessuno lo sa. So solo che la mattina dopo mi sono svegliato, ho bevuto il mio caffè corretto al whiskey e mi sono accorto che lei non c'era più.»

Un battito di ciglia libera le lacrime che offuscano la vista del vecchio, le fa scorrere senza alcuna vergogna tra le rughe del suo viso. Ora che quell'inconfessabile verità ha trovato la strada per uscire fuori, Louis non riesce a fermare il fiume in piena che straripa dalle sue labbra. «Quando le ricerche della polizia si sono interrotte, l'ho cercata per più di un anno io stesso. Ho vagato nelle acque del Mediterraneo sulle navi di pescatori corsi e sardi, e ogni volta che un argano tirava su la rete io smettevo di respirare. Trovare il corpo di Lalie era diventato il mio incubo peggiore e la mia speranza più grande. Ma il mare l'ha presa e non me l'ha più ridata.»

«Oh, Louis». La ragazza gli getta le braccia al collo, e lui chiude gli occhi, stringendola a sé. Pronunciare quella storia ad alta voce è stato potente, catartico. Il dolore è sempre lì, ancorato al cuore, ma una strana sensazione di sollievo si fa strada nel suo petto, mentre accarezza i capelli della ragazza. Louis la allontana con delicatezza. Le lacrime le hanno rovinato il trucco, e il vecchio tira fuori un fazzoletto di stoffa dalla tasca per porgerglielo. «E tu?» chiede lei.

«Ne hai più bisogno tu.»

Lei si pulisce il viso e ricomincia a camminare. Diversi minuti dopo Ileana gli chiede: «Che rapporto avevi con lei?»

Se chiunque altro gli avesse posto la stessa domanda, Louis avrebbe dato di matto. Lui però conosce Ileana abbastanza bene da sapere che non gli avrebbe mai posto quel quesito solo per appagare una mera curiosità. Così inspira una lunga boccata d'aria e risponde: «Non è passato giorno della sua vita in cui io non le abbia dato la buonanotte. Non esisteva impegno più importante di quello per me. Nessuna cena di lavoro, nessuna trasferta, litigio o discussione con lei mi ha mai impedito di salutarla prima di dormire. Ogni sera, dalla prima fino all'ultima.»

«Ci sei sempre stato per lei, e non è una cosa così scontata». A Louis non sfugge il tono amaro della ragazza, e ricorda la domanda che lei gli ha rivolto poco fa. Da chi torna chi è solo?

«La tua famiglia dov'è, invece?»

Lei sbuffa e una risata isterica le esce fuori spontanea dalle labbra. «Gogu, mio padre è un criminale. Entra ed esce dal carcere, e non ricordo nemmeno l'ultima volta che gli ho parlato. Quanto a mia madre, si è trasferita in Italia quando avevo due anni. Non l'ho mai più vista né sentita da allora. Ho scoperto di recente che è sposata e ha quattro nuovi figli». Le sopracciglia di Ileana si alzano, e una smorfia di delusione le deforma il viso. «Spero che non scarichi quei bambini a qualcun altro come ha fatto con me. Non che la nonna non mi abbia dato tutto l'amore di cui avevo bisogno. Me ne ha dato anche di più. L'amavo, e quando è morta lei, è venuta a mancare anche l'unica famiglia che ho avuto. Stasera tu mi hai regalato il Natale più bello e meno solitario degli ultimi anni.»

«Non è ancora Natale, ragazza. E tu non sei sola, lo sai questo? Io ci sono per te.»

«Ah, sì? E quanto ancora durerà la tua presenza nella mia vita, eh, Louis?» L'occhiata che gli lancia la ragazza è affilata come la lama di un rasoio. «Non fare promesse che sai di non poter mantenere.»

La bocca del vecchio si apre, ma lui è a corto di parole e la richiude senza replicare. Ileana abbassa gli occhi a terra, e tira un calcio a un sasso che le intralcia il cammino.

«So che non sono affari miei, ok? E io non sono Felipe o Âmbar, credo che tu sappia che non verrò ogni giorno a casa tua a supplicarti di cambiare idea, come fanno loro. Non saremo né io, né nessun altro a convincerti che devi reagire. Solo tu hai questo potere su te stesso». La ragazza si ferma e lo guarda di nuovo, dritto in faccia. «Se io fossi tua figlia, però, non perdonerei mai a me stessa di saperti in galera per causa mia.»

Il cuore del vecchio manca più di qualche battito, e poi riprende a pompare sangue con una velocità eccessiva, che gli fa girare la testa, gli dà la nausea. L'unica cosa che impedisce a Louis di mettersi a urlare in mezzo alla strada, come vorrebbe, è la bruciante verità nascosta nelle poche parole che la ragazza ha pronunciato. E lui le crede. Legge in quegli occhi limpidi che Ileana non le ha dette per convincerlo, le ha dette perché ne è sicura.

«E va bene», dice di getto.

Lei sgrana gli occhi e chiede, sospettosa: «Va bene cosa?»

«Non mi arrenderò. Lotterò per lei. Lo prometto.»

Ileana annuisce, seria, e in silenzio riprendono a camminare uno di fianco all'altra fino a casa sua. Al cancello, Louis le dice, sincero: «Mi farebbe piacere se entrassi, ragazza.»

Ileana distoglie lo sguardo. Esita qualche istante, strofinando le mani arrossate dal freddo tra loro, e domanda: «C'è anche lei, non è vero?»

«Ci sono tutti e due», precisa lui.

«Louis, senti, io non credo di essere pronta a vederli insieme. Forse è meglio se...»

«Ne ho abbastanza di questa storia», prorompe lui. «È passato quasi un mese, ed è ora di finirla. E poi un fottuto regalo di Natale me lo merito anch'io, non credi?»

Ileana chiude gli occhi e si lascia andare a un sospiro rassegnato, che nasconde per un attimo il suo bel viso dietro a una nuvola di vapore. «E va bene.»

Lui apre il cancello, soddisfatto, e la accoglie nel giardino. La tentazione di fumare una bella sigaretta seduto sotto il portico lo assale in modo prepotente, ma la ricaccia indietro. Apre la porta e bussa insistentemente sul legno. «Entro a occhi chiusi per non avere sorprese, ma vi avviso: non sono solo.»

Il vecchio varca la soglia e il primo particolare che gli salta all'occhio è il tavolo ingombro di pennelli, tavolozze, fogli e matite. Âmbar, però, non è seduta alla solita postazione, sulla sedia da cui può guardare il Tago dalla finestra. Dorme rannicchiata sul divano, con la testa posata in grembo al ragazzo. Felipe ha un grosso libro tra le mani, ma, alla vista dell'ospite inaspettato che Louis ha portato a casa, lo richiude. Con cautela fa scivolare la testa di Âmbar su un cuscino e si alza in piedi. Prima di venire verso di loro, però, si china su di lei e le scosta un ciuffo di capelli che le è caduto sul viso. È un gesto così intimo e premuroso che Louis d'istinto lancia un'occhiata di traverso a Ileana.

«Oi*, Ileana. Come stai?» dice Felipe, posando il libro sul tavolo.

Lei stringe gli occhi come una leonessa a cui è stata sottratta una succulenta preda da sotto il naso. «Potrei stare meglio, ma mi accontento.»

Il ragazzo ignora la frecciatina, e un sorriso sincero si allarga sul suo viso: «Sono felice di vederti. Louis ci ha detto che domani pranzerai anche tu con noi. Âmbar ne è davvero contenta.»

L'occhiataccia che il vecchio lancia a Felipe, la riceve indietro da Ileana, che, con un'espressione a metà tra l'esasperato e il divertito, dice: «Ah, Louis ha detto così?»

«Sim*, ho detto così», conferma lui in tono burbero, e per sfuggire all'imbarazzo va verso la credenza. Riempie un bicchiere con dell'acqua e lo beve girato di spalle mentre ascolta la strana conversazione tra loro.

«Tu e lei dormite qui, adesso?» indaga la bionda.

«Não*. Siamo stati a cena dalla famiglia di Ivo, ma dovevamo prendere delle cose qui prima di tornare a casa», spiega Felipe. «Abbiamo deciso di aspettare Louis, e poi Âmbar si è addormentata.»

«Hum... E come mai studi un libro di grammatica francese? Hai in programma qualche viaggio di sola andata?» Louis sorride della presenza di spirito di Ileana, e ingolla l'ultimo sorso d'acqua.

«Ho trovato lavoro come insegnante di francese in una scuola internazionale. Inizio dopo le vacanze e non voglio arrivare impreparato», risponde Felipe, pacato.

«E credi di imparare la grammatica francese in due settimane?»

«Ho una laurea in lingua francese», replica lui. «E lo parlo da quando sono bambino.»

Il vecchio si volta a osservare la scena. La silenziosa rivalsa del ragazzo è riflessa sul volto stupito di Ileana, che capitola: «Non smetti mai di stupire, brasiliano.»

«Sveglio Âmbar, così ti accompagniamo a casa, ti va?»

«No, non c'è bisogno. Lasciala dormire». Ileana volge la testa verso Louis, e muove le labbra per pronunciare un ringraziamento muto, che Felipe non può vedere.

Louis avanza verso di lei e le appoggia una mano sulla spalla. «Verrai domani?» Lei alza gli occhi al cielo, ma lui insiste: «Prometti?»

«Sim*, prometto, non mancherò.»

«Una promessa è una promessa.»

«Vale anche per te, Louis.»


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Dizionario di portoghese:

*Fado = musica popolare tipicamente portoghese

*Saudade = sentimento molto simile a una malinconica nostalgia.

*Não = No

*Sim = Sì

*Oi = Ciao

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