12. Incenso, Yoga e rivelazioni poco mistiche

«E cane a testa in giù per tre respiri.»

La voce di Viviane è pacata, e la melodia ritmica e ripetitiva di Ohm in sottofondo di sicuro aiuta gli altri a rilassare la mente. Su di lui non ha lo stesso effetto, però. Felipe ha un problema con i profumi forti, e il malessere acuto che gli causa l'odore di incenso in quella sala chiusa è ancora più accentuato dalla posizione a testa in giù in cui Viviane li ha appena guidati. In genere riesce sempre a godersi le lezioni di yoga della sua amica, ma questa mattina è agitato. La biondina che Âmbar gli ha presentato poco prima dell'inizio della lezione è proprio dietro di lui, e il ragazzo ha la sgradevole sensazione di avere quel suo sguardo affilato costantemente attaccato addosso.

«Ora abbassatevi piano sulle ginocchia e abbandonatevi alla posizione del bambino, con le braccia lungo il corpo e i glutei sui talloni.»

Tempo altri dieci minuti e Felipe si trova ad arrotolare il tappetino, prima ancora che gli altri si siano anche solo alzati a sedere. Lui è uno dei primi a uscire; stampa un rapido bacio sulla guancia di Viviane, scambia un breve cenno di saluto a Ivo e si dilegua fuori dalla stanza, alla ricerca di aria fresca.

La palestra è piena di gente, e un rumoroso chiacchiericcio pervade il corridoio che conduce agli spogliatoi. Lungo il percorso Felipe sbircia attraverso i finestroni di vetro che si affacciano nelle varie sale, e la musica gli arriva prima al cervello che ai timpani. Supera un corso di arti marziali, uno di CrossFit, e infine posa gli occhi su una classe di ballo. I suoi fianchi si muovono d'istinto sulle note ovattate che filtrano attraverso il vetro. Il gruppo sta eseguendo una coreografia piuttosto semplice, sulle note di un brano cubano, il cui ritmo gli entra in circolo come una droga. Li osserva due volte e la terza si mette a ballare lì in corridoio, lasciandosi guidare solo dalla musica. Si abbandona a quei passi, li fa suoi, si perde come sempre quando danza.

La canzone finisce, e la magia si spezza non appena parte un applauso alle sue spalle. Felipe si volta con le guance in fiamme. Âmbar, la sua amica e altri curiosi del corso di Yoga si sono raggruppati al centro del corridoio per guardarlo ballare. Lui si gratta il mento, in imbarazzo, e agita la mano per minimizzare, mentre la piccola folla si dirada e le due ragazze si avvicinano a lui.

«Felipe, non riesci a trattenerti, eh?» Âmbar sorride, entusiasta, ma dietro di lei l'altra lo fissa con un'espressione guardinga sul volto. È alta quanto lui e ha un fisico tonico e muscoloso, messo in risalto dal completino sportivo che indossa.

«Quando il ritmo mi prende, mi lascio trasportare», ammette lui.

«Dove hai imparato a ballare così bene?» chiede l'altra ragazza.

Felipe sposta gli occhi scuri in quelli limpidi come l'acqua ma freddi come il ghiaccio della sconosciuta. «Per le strade di Salvador de Bahia, quando ero solo un bambino». Il ricordo dei vecchietti del quartiere riuniti a suonare la Samba gli strappa un sorriso, prontamente spento dal tono perentorio della strana ragazza che ha di fronte.

«Non ci credo, sei troppo bravo. Di sicuro hai frequentato una scuola, ma non sei disposto ad ammetterlo.»

La sua palese scortesia lo lascia interdetto. Non riesce a comprendere quell'atteggiamento, ma non le darà la soddisfazione di cedere alla provocazione. «No, ti dico.»

«In ogni caso sei bravo.»

«Grazie.»

«Ha fatto imparare un paio di passi persino a me, Ileana», interviene Âmbar «È bravo come insegnante tanto quanto lo è da ballerino»

Lo stomaco di Felipe fa una capriola al ricordo del loro ultimo ballo giù al porto. Ileana, invece, stringe le labbra, come se quella rivelazione l'avesse infastidita, e rilancia, astiosa: «Io ballo danza classica da quando avevo quattro anni. In Romania ho conseguito l'attestato da insegnante e posso insegnarti a ballare quello che vuoi.»

«Ah, ottimo. È la mia occasione per imparare, allora. Sono davvero negata.»

«Non è negata, le manca solo un po' di esperienza», interviene Felipe, rivolgendosi a Ileana per sciogliere un po' la tensione.

Lei lo guarda dritto negli occhi e parla, rivolta ad Âmbar: «Sarò felice di insegnarti tante cose che non hai mai fatto prima, compresa la danza.»

Felipe neanche tenta di interpretare le parole della ragazza, e per l'ennesima volta prova a mettere fine alle ostilità. «Dovremmo andare a ballare insieme, una sera di queste.»

«Di sera io lavoro», replica Ileana con freddezza.

«Anche noi. Nei weekend, intendevo.»

«Lavoro in un Night. Forse ti potrebbe interessare vedermi ballare lì». Felipe apre la bocca, ma la frecciatina di Ileana è così diretta che non riesce a mettere insieme una risposta. Âmbar si volta a guardare l'amica, sconcertata. Se non si è accorta prima del braccio di ferro messo in atto da Ileana l'ha intuito adesso, e forse la bionda si rende conto di aver esagerato perché aggiunge: «Scherzavo, ovviamente!»

«Ehm, io andrei, ragazze. Ci vediamo lunedì, Âmbar. A presto, Ileana». Felipe lascia le due ragazze in corridoio e abbandona un sospiro di frustrazione tra i denti quando la porta dello spogliatoio si chiude alle sue spalle. Sotto il getto d'acqua tiepida della doccia stenta a credere a quanto è appena successo. Per quanto si interroghi, non riesce a capire cosa abbia fatto per essersi meritato l'atteggiamento che Ileana gli ha riservato. Si sta rivestendo, ancora intento a riflettere sull'accaduto, quando Ivo entra nello spogliatoio e si lascia cadere sulla panca accanto a lui.

«Oi*.»

«Oi*, Lipe. Dopo la lezione sei scappato. Troppo incenso, vero?» Felipe annuisce e sorride di quanto bene Ivo lo conosca.

«Sim*, ma Viviane è stata fantastica.»

«Come sempre, d'altra parte». È incredibile la venerazione che l'amico prova verso la propria ragazza. È lo stesso Ivo che fino a un anno fa cambiava una donna da colazione a pranzo, e difficilmente sarebbe arrivato con la stessa fino all'ora di cena.

«Che ne pensi della ragazza che ha portato Âmbar?» gli chiede Felipe.

«Sei perso anche di lei, adesso? In effetti è una gnocca da paura», osserva Ivo, chinandosi per slacciarsi le scarpe.

«Non sono perso di nessuno.»

«Andiamo, Lipe! Da quando ti conosco non ti ho mai visto guardare qualcuno come guardi Âmbar. Non eri così nemmeno con Viviane.»

Felipe abbassa lo sguardo. Non gli piace quando Ivo tira fuori i trascorsi con lei, però è costretto ad ammettere che in quelle parole un fondo di verità c'è. Ha provato attrazione per varie donne, eppure non si è sentito così in sintonia con nessuna. Mai gli è successo di guardare un paio di occhi e vedervi il fuoco dentro, come l'altra sera. E mai gli è capitato di voler tenere un'altra tra le braccia con la stessa bramosia che prova per lei. Âmbar ha questo potere su di lui, è innegabile, ma ciò non significa che stia perdendo la testa per lei. O sì?

«Quello che volevo dire io è che la sua amica si è comportata in modo strano». Felipe racconta a Ivo dell'atteggiamento sulla difensiva di Ileana, e l'altro liquida subito la questione.

«È gelosa.»

«Gelosa?»

«Sim*, caro, è gelosa di te. Perché non me lo hai detto quando eravamo lì? È difficile dare un giudizio, così. Invitale a uscire con noi, qualche volta.»

«Già fatto, ma ha rifiutato perché nei weekend lavora.»

«Fa la cameriera?» domanda lui, avvolgendosi uno striminzito asciugamano attorno alla vita.

Felipe ripensa alla risposta piccata che ha ricevuto poco prima. «Ha detto che lavora in un Night.»

«Ah!» Ivo ride di gusto e gli tira una poderosa pacca sulla spalla. «Una spogliarellista lesbica, sarebbe il colmo!»

Felipe lo guarda un attimo, stupito. «Credi che a Ileana piaccia Âmbar?»

«Amico, non saprei proprio. Sai che ti dico?» Ivo rovista nella borsa alla ricerca del telefono e digita un messaggio. «Presto ti saprò dire di più.»

«Non sono sicuro che dovresti intrometterti...»

«Lipe, devi fidarti di me.»


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«Cavolo, hai ragione! È il migliore che io abbia mai assaggiato!» esclama Ileana, a bocca piena.

«Te l'avevo detto», le ribadisco.

«La nonna di Ivo è tra le poche fornaie che preparano ancora il pane alla maniera tradizionale», spiega Viviane. Ci siamo incontrate nello spogliatoio della palestra, e ha insistito affinché noi tre andassimo a pranzo insieme. «Ragazze, grazie per aver partecipato all'open day. È andato benissimo, abbiamo già superato la quota di iscrizioni prevista.»

«Non avevo mai fatto yoga in vita mia, Vivi. È stato rigenerante», le dico, con un gran sorriso.

«Âmbar ha ragione, sei un'insegnante magnifica. Di un livello superiore rispetto alla mia precedente. Sarà un piacere partecipare alle lezioni!»

Viviane si volta, curiosa, verso di lei. «Da quanto fai yoga, Ileana?»

«Da circa cinque anni. Da quando ho iniziato Pole Dance.»

Gli occhi vispi di Viviane si illuminano. «Fai Pole Dance?»

Ileana fa spallucce. «È uno sport che concilia il lavoro di spogliarellista con la mia vera passione: la danza.»

Viviane mi lancia uno sguardo di traverso. È a disagio ma non è sorpresa, e la sua reazione mi fa sospettare che già fosse a conoscenza del piccolo segreto di Ileana, segno che questa notizia ha viaggiato in fretta. «Ho sempre voluto provare a fare Pole, ma temo di non essere abbastanza elegante», dice, dirottando il discorso.

«Scherzi?!»

Loro due si lanciano in una discussione sulla Pole Dance. Io, invece, penso che, man mano che la conosco, sto imparando a capire meglio Ileana. Parla con tanta disinvoltura del suo lavoro da spogliarellista perché in fondo se ne vergogna. Le sue paure lei sceglie di affrontarle di petto, a testa alta e con un coraggio da leone, per lasciarsele alle spalle e godere di quello che resta senza limiti. E un po' la invidio per questo. Quindi non riesco a comprendere perché prima si sia comportata in modo così maleducato con Felipe, mentre adesso con Viviane sembra la stessa, amabile ragazza di sempre. In fin dei conti, lui voleva solo essere gentile quando l'ha invitata a uscire insieme, e lei è stata oltremodo sgarbata. Che abbia frainteso le sue intenzioni? O magari le ho fraintese io...

«Vero, Âmbar?» Viviane mi ha appena chiesto qualcosa.

«Hum?»

«Vero che avevamo in programma un pomeriggio di compere al Bairro Alto? Devo farvi conoscere la mia amica Lupe, produce gioielli bellissimi ricavati dagli scarti dei materiali della pesca. Io e Felipe ci siamo conosciuti grazie a lei!»

Questa informazione riesce a catalizzare la mia attenzione. «Ah, sì?»

Viviane beve un sorso della spremuta d'arancia, e annuisce. «Il suo negozio si trova sotto casa di Felipe.»

«Da quanto vi conoscete tu e lui?» le chiedo, curiosa.

«Da poco più di un anno e mezzo». Credo di averla messa a disagio, perché beve un altro lungo sorso dal bicchiere, distogliendo lo sguardo.

«Âmbar ti ha detto come ci siamo conosciute io e lei?» Ileana le racconta del nostro fortuito incontro nel tram, ma per fortuna evita di dirle le circostanze non proprio felici per le quali mi ha avvicinata. «Non la trovi una casualità incredibile?»

All'improvviso mi ricordo delle strane parole che Felipe ha detto su Ivo pochi giorni fa, e ne approfitto per chiedere a Viviane: «Tu, invece, come hai conosciuto Ivo?»

Per poco a lei non va di traverso il boccone. Tossicchia, spalancando gli occhi, e balbetta imbarazzata: «Ivo... Lui è il mio ragazzo.»

Si è rivolta a Ileana, che annuisce e la incalza a sua volta: «L'avevo capito, e come l'hai conosciuto?»

«Io?» Viviane mi lancia una strana occhiata colpevole, e solo quando pronuncia la frase successiva capisco il perché. «Io e Felipe uscivamo insieme. Ho conosciuto Ivo così.»


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Dizionario di portoghese:

*Oi = Ciao

*Sim = Sì

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